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La scuola e il disagio sociale ... lungo

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guciola
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Re: La scuola e il disagio sociale ... lungo

Messaggio da guciola » 26 nov 2013, 19:17

lalat ha scritto:Non sapevo dove postare questo argomento però non volevo rinunciare a rompere come mio solito l'anima a tutte. Visto che si tengono discussioni di 50 pagine e passa e sulla differenza di genere, volevo portare l'attenzione su uno dei problemi che vedo e che non è affrontato.
Ci sono famiglie che vivono un disagio sociale (a volte anche economico ma non è questo il punto), che hanno 2, 3 o più figli che frequentano la scuola insieme ai nostri figli e dei quali, secondo me, molti insegnanti se ne fregano.
Dico questo perché quando un bambino che proviene da una famiglia disagiata passa 30 o 40 ore a scuola ... la scuola non può fregarsene. Gli insegnanti non possono fregarsene e girarsi volgere la testa solo agli studenti che hanno una famiglia "regolare" alle spalle .... perché se fanno così, scusate se sembro esagerate, sono dei falliti loro in prima persona. Ci possono essere tutte le norme di questo mondo, tutte le indicazioni, circolari, e disposizioni di questo mondo, che se gli insegnanti non si impegnano in prima persona non potremo essere definiti un paese civile.
E ora vi racconto da dove scaturisce il mio sfogo.
Nella classe di Davide, 4 elementare, c'è una bambina "normale" che ha bisogni educativi speciali poiché proviene da una famiglia molto disagiata. Questa bambina (come tutti i suoi fratelli) a scuola ha un rendimento molto basso e ha il sostegno. Ha un sostegno per pochissime ore la settimana poiché non si è in presenza di un deficit oggettivo.
Quando siamo entrati in questa classe lo scorso anno, in terza, mi sono subito accorta che c'era la consuetudine di far uscire la bambina dalla classe per farla andare in una saletta attigua alla classe, dove la si faceva giocare e fare cose facili. Ne sono venuta a conoscenza perché purtroppo appena mio figlio è entrato a far parte della classe, le insegnanti hanno pensato di riservare a mio figlio lo stesso tipo di trattamento. Ovviamente con me hanno preso una bella doccia fredda: io mi occupo di mio figlio e mi accorgo di tutto. Per cui con lettere, minacce, colloqui vari ... ho fatto ben capire alle maestre che mio figlio doveva essere seguito né più, né meno degli altri bambini e che non dovevano azzardarsi a mandarlo fuori dalla classe.
Mio figlio ha un buon profitto a scuola nonostante sia affetto da autismo lieve ma sono certa che se dietro di lui non ci fosse una famiglia come la nostra, le insegnanti lo terrebbero indietro rispetto agli altri per fare meno fatica loro ... invece con me che sto lì col fucile puntato ... devono "lavorare" e Davide ha un buon apprendimento.
Venerdì mio figlio Davide ha preso per sbaglio il quaderno di matematica di questa bambina ... lo so che non avrei dovuto farlo ... ma ho sbirciato il quaderno ... ebbene c'erano solo 2 pagine scritte: una del 30 ottobre e una del 6 novembre e il lavoro fatto era corrispondente ad un lavoro di prima elementare!!!!
Io sono veramente triste per questa bambina che ha 9 anni e nessuno a scuola si preoccupa per lei. Le danno da fare disegni e cose semplici tanto per tenerla occupata e chissà cosa raccontano ai genitori ... ammesso che parlino coi genitori.
Siamo d'accordo che la bambina a casa non è seguita da nessuno (a volte è anche affidata ad un'altra famiglia) e quindi non fa i compiti a casa e magari spesso non ha il materiale scolastico in ordine ...
Ma possibile che nelle 30 ore settimanali che passa a scuola, gli insegnanti non facciano niente per per evitare di rovinarle il futuro in questo modo???

Perdonami se non ho letto tutte le sette pagine, magari ti hanno già risposto, magari ci sono stati chiarimenti che io non ho avuto il tempo di leggere, perciò nel caso mi scuso e mi "defilo", però...


permettimi di dirti una cosa: questo tuo attacco agli insegnanti mi pare quantomeno generico e poco competente... Come immagino tu ben saprai, gli alunni che vengono "classificati e assegnati" all'area dei BES lo sono per ragioni molto differenti (semplice disagio sociale, difficoltà che richiedono l'insegnante di sostegno, DSA): non si può fare, anche all'interno di ogni singola categoria, una generalizzazione, perchè ogni caso è a sè... non puoi paragonare il tuo caso a quello di un altro... non ci sono le stesse basi, le stesse motivazioni, nulla... ci sono ragazzi che hanno difficoltà gravi, non sto dicendo solo familiari, e per i quali noi insegnanti dobbiamo fare una didattica personalizzata e una programmazione differenziata, andando a valutare cosa l'alunno può riusicire a fare, e dandogli la possibilità di essere valutato proprio in base alle sue capacità, per non sminuirlo valutandolo in rapporto alla programmazione degli altri, non sarebbe giusto... ognuno ha diritto di essere valutato in base a quello che può fare, non in base ad una programmazione standard per tutti... è una cosa per favorire l'alunno, non per sminuirlo. Deve essere concordato con gli psicologi che seguono l'allievo, naturalmente con l'intero consiglio di classe, con l'insegnante di sostegno, col preside e soprattutto con la famiglia. Servono le firme di tutti, non è che gli insegnanti si fanno i fatto loro...
Credimi, a me sono capitati (più) casi in cui gli insegnanti capivano che sarebbe stato più giusta per il ragazzo una programmazione differenziata, ma la famiglia non ha dato il consenso e si è dovuto valutare sulla stessa programmazione degli altri, ovviamente quantomeno con gli obiettivi minimi, non contestabili dalla famiglia...
Perchè appunto, poi, ci sono altri casi in cui non è necessaria una programmazione differenziata ma l'alunno può riuscire a seguire il programma di classe, ma poi ha diritto ad una valutazione che si fermi al raggiungimento, da parte sua, soltanto di quelli che vengono valutati come gli obiettivi minimi di apprendimento, da decidere in sede di programmazione disciplinare ad inizio anno, anche questo per favorire l'alunno nella valutazione solo di quello che lui stesso può effettivamente raggiungere, fornedogli verifiche differenziate, in modo da non sentirsi inadeguato anche solo nel vedere che non riesce a svolgere verifiche più complesse.

Detto questo, che probabilmente tu già conoscevi...

Tu sai cosa fanno ogni giorno gli insegnanti nelle classi dei nostri figli? Tu sai cosa riescono a fare, con le risorse che lo Stato mette a loro disposizione? Pensi davvero che per 1000 euro al mese una persona si metta a gestire un gruppo di 30 ragazzi urlanti, ognuno da seguire con le sue problematiche, ognuno con le sue difficoltà psicologiche, ognuno diverso dagli altri, ognuno con le proprie capacità e le proprie peculiarità, tentando senza mezzi, contro una burocrazia insensata e contro genitori che in partenza gli danno torto a prescindere, di trasmettere una conoscenza a questi ragazzi, una passione per lo studio e per la materia, e soprattutto, una cultura ed un'educazione che vanno al di là della disciplina stessa, ma che saranno loro fondamento e base per la vita? Lo sai cosa vuol dire farsi "genitore", "psicologo", "docente", "valutatore", "amico", "educatore", e chi più ne ha più ne metta, ogni giorno ed ogni ora in classi diverse, di fronte ogni differente ora a gruppi di 30 ragazzi magari nelle età più difficili (io personalmente insegno alle superiori), che giustamente ti sfidano, ti mettono alla prova, e sono però lì con il cuore in mano a lanciarti una richiesta che tu devi saper cogliere, ma saper trattare senza rischiare di offendere (giustamente, è!) ogni singolo individuo, ogni singolo genitore o chi per esso, ogni singolo collega o superiore, ogni singolo compagno di classe e senza naturalmente violare la privacy di nessuno?
E naturalmente tutto questo ogni anno ricomincia in una nuova scuola, in un nuovo istituto, con regole, regolamenti, presidi, colleghi e alunni diversi, perchè tanto si è precari e a giugno il contratto finisce, così nell'estate non ti prendi un soldo e la passi con l'ansia di non sapere se a settembre riuscirai a lavorare e a mantenere la tua famiglia, di non sapere come organizzare la gestione dei figli e dei vari impegni, e tutto questo che ormai nel mondo di oggi e della precarietà arriva a mette in crisi le famiglie di tutta Italia e non solo...

Ti sei mai fermata a riflettere su queste cose, prima di scrivere quello che hai scritto?

Certo, sono d'accordissimo con te che alcuni insegnanti sono lì solo per scaldare la sedia e non sono minimamente degni del loro nome, ma del resto, non è un vizio solo di questa categoria, perchè la mela marcia c'è ovunque: ci sono l'impiegato, l'operaio, il commesso, l'avvocato, il medico, il bidello, l'ingegnere, il geometra, il ragioniere, il commercialista, il sarto, il dentista... (e chi più ne ha più ne metta) fankazzisti e incompetenti, e tra questi c'è anche l'insegnante così, ma generalizzare sulla categoria perchè c'è tra tutti la mela bacata... beh, mi sembra un po' riduttivo...


Perdonami se sono stata dura, ma quando fai una cosa con passione e la vedi sminuita da persone che fanno di tutta l'erba un fascio, senza conoscere (giustamente, esiste la privacy) la situazione reale delle cose, e si permettono di giudicare la tua categoria facendo di tutta l'erba un fascio, sminuendo il lavoro che migliaia e migliaia di persone fanno ogni giorno con il cuore in mano... beh, a quel punto non ci si sta più, non si accetta più.
Perchè un insegnante a prescidere sbaglia, e un genitore ha ragione? A volte non pensate che stiamo molto più tempo a contatto noi con i vostri figli e li vediamo fuori dalle mura domestiche e sappiamo come si comportano? Non sapete quanto si cambia il comportamento tra quando si è in famiglia e quando si è all'esterno? Cambiano le reazioni sociali, gli atteggiamenti, la loquacità; la timidezza a volte fa strani giochi, c'è chi per timidezza mantiene determinati atteggiamenti e chi fa l'opposto.
Perchè a prescindere pensate sempre che noi stiamo sbagliando? Non sarà che vediamo due lati della stessa persona e che vi contattiamo per conoscerla meglio da entrambi i lati ed aiutarla, lavorando insieme nell'unica direzione comune che è quella della crescita serena e proficua del bambino?
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Re: R: La scuola e il disagio sociale ... lungo

Messaggio da Dionaea » 26 nov 2013, 19:22

antonella74 ha scritto:
Dionaea ha scritto:
Ari ha scritto:lo so antonella, ho seguito la vostra storia e di fronte a simili episodi io rabbrividisco.
Concordo. Soprattutto quello "della zia" è gravissimo, non esiste che venga meno la comunicazione su un caso così delicato.
vi dico che alla riunione, quando la neuropsicomotricista ha parlato della difficoltà del mio bimbo nella scrittura, quanto sia complicato e faticoso per lui scrivere, sono letteralmente cadute dal pero.
Non solo non se ne sono accorte (ed è piuttosto evidente :che_dici ). Ma a quanto pare non hanno letto una mazza delle relazioni che ho portato loro personalmente!
Ma infatti è palese che nel tuo caso più che la mancanza di formazione, di fondi, di logica nel sistema di reclutamento o altro, è la mancanza di voglia a farla da padrone. E questo è ingiustificabile per come la vedo io. Se non hai voglia di leggere la diagnosi non fai l'insegnante di sostegno, non fai proprio l'insegnante!
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Re: La scuola e il disagio sociale ... lungo

Messaggio da guciola » 26 nov 2013, 19:26

alessia26 ha scritto:
Secondo me il problema a scuola non è affrontato, perché io non ho visto che ci sia un"metodo" univoco e uguale per tutti...

Aggiungo: per fortuna!

Conoscete un bimbo uguale ad un altro? Specialmente uno con Bisogni Educativi Speciali?

E perchè la prassi dovrebbe allora prevedere un metodo univoco e uguale per tutti?
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Re: La scuola e il disagio sociale ... lungo

Messaggio da Dionaea » 26 nov 2013, 19:30

guciola, quoto ogni parola :sorrisoo
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Re: La scuola e il disagio sociale ... lungo

Messaggio da guciola » 26 nov 2013, 19:33

:thank_you: :bacio

Sono già qui pronta ad una sfilza interminabile di messaggi accusatori... ma non ce l'ho fatta a stare zitta! :risatina: E' più forte di me... se mi toccano sul vivo...
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Re: La scuola e il disagio sociale ... lungo

Messaggio da lalat » 26 nov 2013, 20:34

I genitori non riescono subito a farsi un'idea di quanto tempo passa fuori il proprio figlio.
Io in seconda sapevo che le maestre ogni tanto gli consentivano di fare una corsa nell'atrio e subito lo richiamavano dentro. Però mi portava i quaderni con tutti i lavori svolti e anzi io pensavo "meno male che va a scuola, io non ce la farei mai a farlo lavorare così" ... ovvio che quando accade ciò sei rilassata e tranquilla. I compiti erano poca cosa giusto per consolidare e se anche non li avesse fatti (ma io gli facevo fare tutto) non ci sarebbero state ricadute sull'apprendimento.
Quando è arrivato in terza, in questa classe, ho cominciato a vedere quaderni vuoti ... però ho pensato di lasciargli tempo di ambientarsi. Poi aveva compiti da fare per i quali non aveva ricevuto spiegazioni e io lo sgridavo perché non era stato attento ... allora lui si difendeva dicendo che era andato nella saletta. Dopo 2 o 3 episodi non riuscivo più a stargli dietro, dovevo spiegare le cose da zero ... :impiccata: e i compiti erano tanti. Poi un genitore ha sgridato il figlio perché ha saputo che per punizione era stato mandato fuori con Davide ... non capivo e così gli altri bambini mi hanno detto che Davide usciva sempre dalla classe e ho fatto 2+2. Ho scritto una lettera alle insegnanti e alla dirigente per conoscenza. La dirigente non mi ha nemmeno considerato. Alcune insegnanti mi hanno parlato e sono diventate più collaborative ... una se l'è legata al dito e pure quest'anno aveva provato a emarginare Davide facendogli saltare l'educazione motoria.
Adesso dopo un'altra lettera e il coinvolgimento della vicepreside vedo che per lo meno ci prova. Ogni giorno chiama Davide alla lavagna e lo scrive sul quaderno "svolto da Davide alla lavagna" ... e lo vedo che Davide effettivamente è più presente.
Ce l'ha ancora con me :che_dici ma da parte mia non c'è nessun rancore.
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Re: La scuola e il disagio sociale ... lungo

Messaggio da laura s » 26 nov 2013, 21:53

lalat ha scritto:
GlassOfMilk ha scritto:lalat, ma secondo te se bambina non crea disagi e diciamo come "intelligenza" (passami il termine) non è seconda al resto della classe xchè viene mandata fuori? Perchè non ha la colla?
Non è questione della colla ... ovviamente ... sono tante cose assieme. Qualsiasi minima difficoltà in un bambino che non ha supporto a casa e che a scuola non viene "seguito" adeguatamente ... diventa una voragine in 4 anni di scuola.
Ti dico come funziona la matematica in classe di mio figlio così ti fai un'idea. La maestra spiega la matematica in classe leggendo (o facendo leggere) il libro di testo. Poi chiama alla lavagna a fare degli esercizi alcuni bambini. Stop. Poi assegna decine e decine di operazioni ed esercizi a casa.
Immagina una bambina che non ha nemmeno una "casa fissa" e che non ha organizzazione di compiti, quaderni, etc ... Io non ho difficoltà ad immaginarla ... Spesso ho difficoltà io che dedico un sacco di tempo ai miei figli. Davide sta facendo i compiti su dei fogli adesso perché ha dimenticato il quaderno di Italiano a scuola e mi sono fatta mandare via e-mail il compito da un'altra mamma.
Esempio stupido ma questa cosa io (ma anche altri genitori) la facciamo non sai quante volte in un anno.
Le lacune, anno dopo dopo si stratificano e se si arriva alle medie così si diventa adolescenti perduti!
Eppure sono certa, che un maestra in gamba, avendo pure qualche ora di sostegno, si riuscirebbe a recuperare pienamente tutto il programma in una quarta e una quinta.
Ma per chi prende comunque lo stipendio a fine mese ... è più facile assegnare delle cose semplificate oppure mettersi in gioco?
Sarà che io non ho MAI studiato con mia mamma, nemmeno alle elementari, ma nemmeno una volta eh, non perchè lei non volesse ma perchè non andava a me, e mi sono laureata, ma come "scusa" mi sembra un pò deboluccia... non sarà anche che la bambina non ha voglia??
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Re: La scuola e il disagio sociale ... lungo

Messaggio da laura s » 26 nov 2013, 22:02

Lalat però secondo me tu delle tue cose puoi dire, ci mancherebbe, ma di questa bambina no, perchè non ne sai abbastanza.
E quoto Guciola in ogni singola sillaba che ha scritto!!

Aggiungo che se in quarta (quarta giusto??) come esercizio deve scrivere i numeri da 1 a 60, evidentemente negli anni passati ci sono state parecchie difficoltà.

E concludo dicendo che mio cugino aveva una zia gravemente demente, non autosufficiente (dopo una meningite avuta da bambina), ma una bella donna solare e molto chiacchierona, una compagnia piacevole, che ha ricevuto tanto per dire numerose proposte di matrimonio (altri tempi, ovvio!) quindi non è che il ritardo mentale si possa escludere perchè "ci ho parlato varie volte"!
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Re: La scuola e il disagio sociale ... lungo

Messaggio da alessia26 » 26 nov 2013, 22:06

guciola ha scritto:
alessia26 ha scritto:
Secondo me il problema a scuola non è affrontato, perché io non ho visto che ci sia un"metodo" univoco e uguale per tutti...

Aggiungo: per fortuna!

Conoscete un bimbo uguale ad un altro? Specialmente uno con Bisogni Educativi Speciali?

E perchè la prassi dovrebbe allora prevedere un metodo univoco e uguale per tutti?
forse non mi sono spiegata bene....
ma la mia frase era unita ad un concetto fulcro... ovvero che proprio perché non vedo, non sono a conoscenza di programmi a favore delle diversità dei bambini che compongono una classe ora regna solo una regola, almeno nelle realtà che conosco io:

finchè non disturbi stai in classe, quando non ce la facci più esci!
E quando dico che manca un metodo "univoco" mi riferisco a questo, al fatto che sembra che tutto sia affidato alla "sopportazione della insegnante"!
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Re: La scuola e il disagio sociale ... lungo

Messaggio da lalat » 26 nov 2013, 22:08

Certo che non avrà voglia, sicuramente questo è uno dei problemi.
Anche io non ho mai studiato con mia madre ... ma adesso so che i bambini non sono proprio tutti uguali e tutti con lo stesso grado di maturazione.
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Re: La scuola e il disagio sociale ... lungo

Messaggio da nanda » 26 nov 2013, 22:10

laura s: il tuo giudizio mi sembra un po' caustico, se una bambina ha, sia pure per poche ore, il sostegno non parlerei di mancanza di voglia...ma di altri limiti. La buona prassi vorrebbe che se le maestre notano un disagio facciano segnalazione ai servizi sociali i quali potrebbero attivare un sostegno, vuoi un centro socio educativo, un educatore affidatario o un centro sociale. Insomma una qualche figura che segua la bambina laddove i genitori non riescono e che tenga i rapporti con la scuola. Nel centro storico funziona benissimo un centro sociale (ad accesso gratuito) aperto a tutti i bambini delle elementari, dove educatori fanno sia giocare che studiare i bambini. Non so se nella zona di lalat ce ne sia uno simile, ma se ci fosse sarebbe l'ideale. Gli educatori prendono i bambini a scuola e li tengono sino alle 18.30 circa.
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Re: R: La scuola e il disagio sociale ... lungo

Messaggio da Dionaea » 26 nov 2013, 22:16

Ma a quanto ho capito la bimba ha una famiglia affidataria per determinati periodi. Possibile che questa famiglia non sia in grado di gestire i rapporti con la scuola?

Forse ho capito male io?
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Re: La scuola e il disagio sociale ... lungo

Messaggio da nanda » 26 nov 2013, 22:26

mi scuso perchè non ho letto tutto, ma se la bambina ha una famiglia affidataria probabilmente non riesce a seguirla dal punto di vista scolastico oppure semplicemente non viene ascoltata dalle maestre. Una mia amica ha cambiato la scuola alla figlia perchè le maestre con la scusa che parlava e si distraeva la mandavano in un'aula vuota a fare disegni e lavoretti. Ora nella nuova scuola la bambina va bene, semplicemente ha trovato maestre più attente ed empatiche
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Re: La scuola e il disagio sociale ... lungo

Messaggio da alessia26 » 26 nov 2013, 22:27

Io non voglio fare di un'erba un fascio.... tanto più che nelle scuole ci lavora metà della mia famiglia, zie e mamma e di problemi dietro la scrivania ne ho pure piene le balles... :impiccata:

la cosa che volevo cercare di evidenziare io e forse anche Lalat è....
proprio perché comprendo a pieno le difficoltà di un insegnate, che oggi si ritrova 30 bambini in una classe, che da precario cambia scuola tutti gli anni se è fortunato che ha supplenze annuali, se no anche di più... (mia mamma di ruolo dopo 13 anni :congratulations: )....
e tutto quello che è stato detto...

però comunque vedo una carenza e non finalizzata alla singola insegnate, magari anche poco empatica e appassionata del proprio lavoro... ma nell'organizzazione.
Cioè trovate, anche voi insegnati nell'ambiente, proficuo, stimolante e adeguato che un bambino che ha cominciato le elementari quest'anno passi una INTERA mattina fuori dalla propria classe?
Che quando va bene c'è l'insegnate di sostegno con cui sta, e non voglio malignare, ma pensare che lavora e anche bene... ma che quando questa non c'è e X fa il monello viene mandato nelle altri classi, dove non conoscendo nè compagni né insegnati e sentendosi sicuramente a disagio fa il "buono"?

e purtroppo per questo bimbo so che spesso anche alla materna quando non si comportava bene lo mandavano nella sezione dei 3 anni..... e io lo so per puro caso... nel senso che in sezione dei 3 anni c'era mia figlia piccola e ho capito dalle conversazioni tra le mie figlie che X passava nella classe dei piccoli, qiunado faceva arrabbiare la maestra!

Io parlerò sicuramente con pochi strumenti in mano, ma vedo un caos totale, almeno qui da me a gestire queste situazioni....senza che ci sia una organizzazione specifica, con regolamenti e divieti (magari di mandare bambini in classi diverse) ....
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Re: La scuola e il disagio sociale ... lungo

Messaggio da laura s » 26 nov 2013, 22:34

nanda ha scritto:laura s: il tuo giudizio mi sembra un po' caustico, se una bambina ha, sia pure per poche ore, il sostegno non parlerei di mancanza di voglia...ma di altri limiti. La buona prassi vorrebbe che se le maestre notano un disagio facciano segnalazione ai servizi sociali i quali potrebbero attivare un sostegno, vuoi un centro socio educativo, un educatore affidatario o un centro sociale. Insomma una qualche figura che segua la bambina laddove i genitori non riescono e che tenga i rapporti con la scuola. Nel centro storico funziona benissimo un centro sociale (ad accesso gratuito) aperto a tutti i bambini delle elementari, dove educatori fanno sia giocare che studiare i bambini. Non so se nella zona di lalat ce ne sia uno simile, ma se ci fosse sarebbe l'ideale. Gli educatori prendono i bambini a scuola e li tengono sino alle 18.30 circa.
Non sono caustica, se leggi gli altri miei interventi è da ieri che dico che se ci fosse un ritardo mentale Lalat non lo saprebbe nè potrebbe accorgersene semplicemente chiacchierando con la bimba in questione!!
Però ora vediamo la questione: secondo te, secondo voi, è possibile che un bambino senza ritardo nè altri deficit (come suggerisce Lalat) e non svogliato, non riesca a seguire il programma alle elementari senza un sostegno a casa? Non dico a primeggiare eh, giusto a raggiungere gli obiettivi di base.
Un bambino curioso, sveglio, che va regolarmente a scuola, può arrivare in quarta al livello che dice Lalat (saper a malapena scrivere i numeri fino a 60)??
Io non ci credo.
Sarà che non ho mai insegnato nulla a mia figlia che fosse riferibile al programma di prima elementare se non rispondendo alle sue domande (perchè ho paura che se no l'anno prossimo a scuola si annoi) e lei ha imparato perfettamente a contare fino a 1000 e ha 4 anni, ma non ci credo.
E allora i bambini in Africa che vanno a piedi a scuola a 8 km una volta a settimana???

E allora per me ci sono varie ipotesi:
1) anche se non si vede, è ritardata (probabile)
2) è svogliata (possibile)
3) ha subito tali traumi psicologici da esserne segnata a tal punto da non avere più stimoli e essere in grave difficoltà, e allora se per ora il progetto scolastico fosse in secondo piano e invece il sostegno stesse lavorando su questo ben venga (improbabile, ma non impossibile)
4) è gravemente malata, e quindi la lasciano giocare in santa pace perchè purtroppo ha poco da vivere (anche qui, improbabile, ma non impossibile)

Il punto è che Lalat secondo me non può sapere... e quindi non deve giudicare!!
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Re: R: La scuola e il disagio sociale ... lungo

Messaggio da Dionaea » 26 nov 2013, 22:35

alessia26 ha scritto: Cioè trovate, anche voi insegnati nell'ambiente, proficuo, stimolante e adeguato che un bambino che ha cominciato le elementari quest'anno passi una INTERA mattina fuori dalla propria classe?
Che quando va bene c'è l'insegnate di sostegno con cui sta, e non voglio malignare, ma pensare che lavora e anche bene... ma che quando questa non c'è e X fa il monello viene mandato nelle altri classi, dove non conoscendo nè compagni né insegnati e sentendosi sicuramente a disagio fa il "buono"?

..
Alessia, guarda che nessuna di noi, insegnanti e non, ha detto che escludere un bambino dalla vita della classe e isolalo in una stanza separata con l'ins di sostegno sia una cosa da fare. Anzi, riguardo all'ultima frase del tuo post ci sono leggi sull'inclusione scolastica che parlano proprio di questo.
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Re: La scuola e il disagio sociale ... lungo

Messaggio da laura s » 26 nov 2013, 22:39

Se invece fosse come dice Lalat (bambina sveglia ma mollata fuori a giocare per presa di posizione che non sta imparando una cippa lippa nell'assoluto menefreghismo di moltissime persone, fra cui l'intero corpo insegnanti, la bambina medesima, i genitori, la famiglia affidataria, l'insegnante di sostegno e i servizi sociali) allora forse le conviene non studiare, visto come diventa chi studia e si inserisce con profitto in società :impiccata:

Diciamo che sarebbe una situazione allucinante, mi sembra così incredibile che non riesco a crederci... io per ora non ho esperienze dirette di realtà scolastiche... ma di famiglie affidatarie ne conoscono, p una scelta fatta con grande convinzione, mi sembra così impossibile... :urka
Io non ti piaccio? Eppure sei sempre a guardare e giudicare tutto ciò che faccio. Sai il dizionario come definisce una persona del genere? FAN

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Re: R: La scuola e il disagio sociale ... lungo

Messaggio da Dionaea » 26 nov 2013, 22:40

Concordo con Laura. Un ritardo mentale lieve permette di "sembrare normali e interagire con adulti e coetanei" ma compromette le facoltà intellettive superiori come la capacità di astrazione e ha quindi ripercussioni significative sul piano scolastico. Ma questo non lo capisci parlandoci assieme su argomenti concreti e quotidiani.
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Re: R: La scuola e il disagio sociale ... lungo

Messaggio da Dionaea » 26 nov 2013, 22:42

Non vorrei aver letto male. Non trovo più il post di Lalat ma mi sembrava avesse parlato di periodi di affido in cui la bimba non sta con la famiglia biologica.
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Re: La scuola e il disagio sociale ... lungo

Messaggio da nanda » 26 nov 2013, 22:51

laura s, concordo con te che non sappiamo che problemi abbia la bambina, e mi viene da dire per fortuna. Però se non ha nulla perchè ha il sostegno?? Con la mancanza di fondi che c'è secondo te darebbero 6 ore di sostegno a che non ne ha bisogno??
Poi anch'io ho sempre fatto i compiti da sola senza bisogno d'aiuto, ma ci sono molte variabili di cui tenere conto, le maestre come spiegano? seguono adeguatamente i bambini? Danno loro le basi per lavorare in autonomia? se le risposte sono tutte si allora i bambini dovvrebbero essere in grado. In caso contrario c'è bisogno di qualcuno che supplisca alle mancanze delle maestre.
la mia bimba amore Francesca è nata il 1 aprile 2008

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