Tutto inizia martedì 15 luglio, è pomeriggio e da giorni ormai avverto contrazioni irregolari e nutro la speranza che sul far della sera si regolarizzino per abbracciare finalmente quel frugoletto che mi calcia in continuazione…sono una balena, aumentata di 17 kg, mi ero illusa che sarebbe arrivato un po’ prima del termine e invece mancano 2 gg alla data presunta e ancora niente.
Quel martedì Elena, mia cugina, ci ha fatto compagnia e man mano che passavano le ore sembrava che le contrazioni si regolarizzassero (le annotavo e lei sorrideva convinta che avrei partorito presto…ma anche lei non ne sa molto visto che non ha figli). Abbiamo cenato dai suoceri (i miei erano ad campo scuola con la parrocchia a 200km in attesa di una telefonata) e la cena è stata difficile, le contrazioni ormai arrivavano ogni 5 minuti ma non avevo male…mi stavo illudendo che avrei avuto poco dolore, magari solo alle spinte finali e che avrei fatto un parto lampo (povera illusa). Il marito mi controllava a vista come pure i miei suoceri ma niente da fare, decidiamo di tornare a casa dopo cena e andare a riposare.
Rientrando decidiamo di lasciare la macchina fuori per un’eventuale emergenza (ma quale emergenza!!!!) e facciamo due chiacchiere con i vicini.
Il marito va a letto ma io non riesco a dormire, così cerco di passare il tempo su GOL e per fortuna che qualche compagna lugliolina aveva insonnia…resisto fino a mezzanotte chiacchierando con Dany ma poi, anche su suo consiglio, decido di avvisare il socio che le contrazioni non passavano e avevo dolori tipo ciclo. “Amore faccio una doccia e se non passano sti doloretti andiamo a fare un giretto in ospedale almeno così siamo tranquilli”…a dire la verità lui era tranquillissimo: russava nel lettone beato e ha realizzato solo quando l’ho chiamato finita la doccia!

Illusi com’eravamo di partorire da lì alla sera dopo facciamo delle foto al pancione prima di uscire e all’1 siamo in ospedale.
Ci accoglie un’ostetrica che avevo già visto una decina di giorni prima per sospetta rottura del sacco e quindi temevo che mi pensasse una che corre in ospedale ogni 5 minuti, invece mi visita e sentenzia che il collo è raccorciato ma ancora chiuso…con lei un’odiosissima inserviente che si azzarda a dirmi che “non ho la faccia di una che sta per partorire :fuck: ”, ma l’ostetrica mi fa accomodare in una stanza tutta per noi (non c’era molto via vai di mamme in quei giorni) e mi ricovera dicendo che sarei rimasta comunque fino al mattino e intanto via alle danze: prelievo del sangue, monitoraggio e compilazione della cartella clinica (così, se mi avessero mandata a casa, sarebbe stata comunque pronta per il ricovero)…nel frattempo arriva un’altra partoriente e mezzora dopo si sentiva il primo vagito del suo cucciolo…che invidia!
Insomma il monitoraggio mostra delle belle contrazioni e Paolo sta benone, probabilmente ci stiamo preparando.
Avviso i miei ma dico loro di aspettare a partire perché non è detto che tutto sia così veloce (mi racconteranno che mia mamma è scoppiata a piangere e voleva partire subito e che è stata un’anima in pena finchè non sono arrivati da noi il venerdì mattina).
Mando un messaggio anche a Dany così aggiorna le luglioline che si incrocino per me.
Passiamo la notte insonne e la mattina successiva arriva uno stuolo di medici a fare il giro delle visite…mi chiedono cosa volessi fare e io li guardo con stupore (MA SECONDO VOI?) allora rispondo gentilmente “se non è ora e non ci sono problemi vado a casa”, alle mie parole uno dei gine (il veterano del gruppo) mi dice che mi avrebbero fatto un’eco e che poi avrebbero deciso il da farsi.
Purtroppo però non è lui a fare l’eco e non è nemmeno presente (d’altra parte non sono sua paziente, sono seguita dalle ostetriche); l’eco la fa una gine molto giovane che comincia a vedere poco liquido, una crescita rallentata (secondo lei non pesa più di 3 kg) e poi inizialmente scambia i testicoli per la mia cistifellea


A pranzo mi lasciano digiuna in previsione di un’eventuale induzione e ricevo la visita di una delle mie due ostetriche che si “arrabbia” dicendo che dovevo riconoscere i prodromi e aspettare a casa (ma visto che mi hanno ricoverata sono convinta che ho fatto bene a passare dall’ospedale).
Nel pomeriggio nessuno si fa più vedere se non le ostetriche di turno che mi continuano a mettere il monitoraggio costringendomi a letto! Le contrazioni ci sono ma sono un po’ irregolari. Non succede niente fino alla mattina successiva e fortuna che la notte sono riuscita a dormire qualche ora nonostante la mia paura a stare sola e la mia fatica a dormire senza il mio cuscino.
Al giovedì mattina arriva Cristina, la giovane ostetrica che mi segue, facciamo 4 chiacchiere e mi visita…sono ancora chiusa, sono digiuna dal pranzo precedente in attesa di qs induzione che non è arrivata, ormai avevo capito che il parto non sarebbe stato lampo. A raccolta è arrivato mio zio, infermiere in pensione, che ci ha fatto il piacere di venire per parlare con il gine del giorno prima (il veterano che lui conosce bene) e sentire qual'è la situazione e perchè non prendono una decisione, ma purtroppo quella mattina non c’era, quindi non se ne fa niente. Al giro dei medici qualcuno si chiede come mai non mi avessero mandata a casa così li aggiorno…morale della favola tutti si guardano, dicono che non posso stare lì a digiuno in eterno ma nessuno parla di indurre il parto; nel frattempo il marito in corridoio sta parlando col primario che sentenzia che non è un problema che ci sia poco liquido, il problema c’è se il liquido è troppo (E ALLORA CHE CAVOLO MI TENETE QUI A FARE!!!

Esco dal reparto, vado a fare colazione al bar (succo e brioches) e poi passeggiata nel parco dove incontro un sacco di gente che conosco (l’ospedale è in paese e ci si conosce un po’ tutti).
Quando rientro Cristina mi corre incontro e mi dice che è arrivato il dottore del giorno prima, l’amico dello zio, non faccio in tempo ad andare in camera che qs mi blocca in corridoio e mi chiede cosa faccio lì, l’ostetrica spiega la situazione e lui con fare paterno mi ha preso con lui e mi ha portato alle ecografie…sono passata davanti alle mamme che dovevano fare le eco della gravidanza (mi sentivo ridicola!) e la stanza dentro una gine esperta di ecograife, lui le chiede gentilmente di fare l’eco e controllare il liquido e la flussi…è vero, sembra che il liquido non sia tanto, il piccolo sta bene ma non è un colosso, non parla di liquido nei testicoli ma lui è più risoluto che mai…”andiamo che ti faccio io l’induzione subito”. L’avrei baciato! Finalmente qualcuno si era deciso a fare qualcosa (non che io volessi l’induzione, se era tutto a posto avrei preferito tornarmene a casa).
C’erano lui e Cristina, il marito subito è entrato ma poi lui l’ha cacciato (era un po’ incavolato probabilmente perché nessuno aveva fatto niente dalla mattina prima)…e facciamo il primo gel…mi dice anche che probabilmente non farà effetto e che ci vorrà sicuramente una seconda somministrazione nel pomeriggio. E via di monitoraggio…a pranzo mi danno un po’ di robiola e del purè, meno male altrimenti svengo! Mando un messaggio a Dany e lei mi risponde che è in induzione anche lei…”speriamo di essere gemelline” e infatti al suo messaggio “è nato Diego” io subivo il secondo gel!



Alle 6 la prima visita di un altro zio manutentore che iniziava il turno e poco dopo arriva il socio in forma e bello pimpante, ma forse è apparenza (almeno lui un po’ ha dormito). L’ostetrica la rivedo alle 7 che mi stacca il monitoraggio poi c’è il cambio turno.
Arrivano i miei e pure mia suocera. Sono felice di vedere mamma e papà, papà sarebbe venuto in sala parto con me se il marito si fosse tirato indietro eravamo già d’accordo.
Al giro medici ci sono solo 2 gine (si vede che è venerdì), controllano i tracciati, mi visitano (insomma ora mi diranno che sono pronta alla sala parto) sono ancora chiusa: COSAAA????

Il gine mi fa una proposta “le facciamo il terzo gel e poi cerca di riposarsi, entro oggi comunque nascerà”; ok accetto, l’alternativa era il cesareo subito, ma il dolore era sopportabile quindi decidiamo per il terzo gel.
Non fanno in tempo a farlo che partono dei dolori atroci…mia mamma se ne esce con un “porta pazienza” che la spedisco fuori, mi contengo…il marito resiste ed è splendido, mi coccola, mi massaggia la schiena che mi fa molto male mentre mio papà e mia suocera mi massaggiano una gamba ciascuno…mi lamento, ho troppo male e dopo un po’ di tempo….non so dire se mezzora o un’ora TOC TOC e SPLASH…ho rotto le acque…arriva l’ostetrica: quella della prima notte, che vergogna, chissà che penserà di me, sono lì con le lacrime e che mi lamento, mi infila un pannolone e chiama il gine, mi visita…1 cm NOOOOO!!! MA IO SENTO IL BISOGNO DI SPINGERE!!! “non puoi sei ancora chiusa” (GRAZIE E COME CAVOLO FACCIO!) comincio a chiedere il cesareo e loro mi propongono l’epidurale per provare ad andare avanti, la rifiuto, andiamo avanti così. Più tardi mi pentirò ma non volevo cedere anche perché non la fanno in quell’ospedale (il gine diceva che cercava qualche anestesista disposto a farla) quindi mi faceva paura e non mi fidavo…non volevo fare la cavia. Provano a farmi una puntura di antidolorifico per la schiena e poi un altro farmaco sotto la lingua (tutta acqua fresca)…io non parlo più, non mi lamento più…ad ogni contrazione prendo il marito per la manica e gli faccio capire di massaggiarmi la schiena. Lui si spaventa ma io gli rispondo che mi sembra di sprecare le energie a parlare. Finalmente mi staccano il monitoraggio e vado in bagno accompagnata dal marito gli altri ne approfittano per andare a fare una pausa; lì con lui mi sfogo, piango un po’ e poi mi sembra di farlo sul wc (che illusa sono sempre le spinte provocate dall’induzione ma sono ancora 2-3 cm). Sento un chiacchiericcio fuori dalla porta, c’è un’ostetrica con le mamme del corso pre-parto che spiega che quelle sono le stanzette dove si svolge una parte del travaglio, ci sono alcune mie amiche e le fa entrare io sono barricata in bagno, non voglio che nessuno mi veda in questo stato (soprattutto una mamma che di lì a poco ci deve passare…anche l’ostetrica non capisce molto)…ad una mia amica l’ho raccontato dopo che ha partorito e mi ha detto che ho fatto bene!
Torniamo in stanza sarà mezzogiorno perché c’è il carrello del pranzo…io sto sempre peggio e non mi dilato, mi lamento e chiedo il cesareo, mi sembra che l’ostetrica (sempre quella della prima notte) sia scocciata, come se pensasse a rispondermi male ma in quel momento non mi interessa, glielo dico una due tre enne volte che non ce la faccio più a tenere le spinte e a sentire quei dolori, come potevo trattenere le spinte per altri 7-8 cm? Niente non c’è verso non mi ascolta…presa dallo sconforto chiedo al marito di fare qualcosa (come se lui fosse onnipotente in quel momento) lui era sconcertato ma è uscito dalla stanza e ha richiamato il gine…sono arrivati entrambi i due della mattina, uno mi ha detto che devo sopportare (e dentro di me l’ho mandato in un bel posto) l’altro ha deciso di visitarmi…ancora fermi a 3 cm…ok forse è il caso di pensare al cesareo…è l’1 e cominciano a mobilitare la sala operatoria…sono felice anche se avevo il terrore (ed ho tuttora il terrore) delle sale operatorie e degli interventi chirurgici…in quel momento non ce la facevo più avevo solo voglia di spingere, ero preoccupata che il piccolo rimanesse senza liquido ed ero stremata dalla notte insonne e dal digiuno prolungato. Intanto arrivano un’ostetrica e un’infermiera...fanno del “giardinaggio a secco” e mi infilano calze antitrombo, camice e catetere che con le contrazioni era un dramma stare ferma!
Mi sembrava che non arrivasse mai l’ora e intanto il marito mi massaggiava e mi sosteneva con ogni parola dolce possibile.
Finalmente alle 2, un’inserviente (nostra vicina di casa) e il marito hanno l’ordine di spingere il mio letto fino alle sale operatorie. Il socio mi bacia e mi dice “ci vediamo dopo”.
Sono sola nel corridoio delle sale operatorie ma in pochissimi secondi mi portano dentro una delle sale e lì vedo un’amico di famiglia (mi si è aperto il cuore), mi spostano sul tavolo operatorio e iniaziano a infilarmi agocanule per le flebo, il ditalino poi arriva l’anestesista…in tutto saranno passati 10 minuti ma a me sembravano secoli, avevo l’impressione di partorire da un momento all’altro e di sentirmi sgridare per aver movimentato mezzo ospedale per niente e invece non c’era pericolo…il nostro amico infermiere mi ha aiutata a stare ferma e l’anestesista tra una contrazione e l’altra è riuscito perfettamente…mi sembrava un sogno…in un secondo non avevo più dolore…viene a salutarmi il pediatra e poi vedo i due gine che iniziano ad operare (uno è il mio gine attuale chiamato per l’occasione, l’altro quello che mi diceva di sopportare). Il nostro amico è sempre dietro di me e poco dopo mi dice “adesso lo senti piangere lo stanno tirando fuori”…un pianto dolcissimo che sembrava impercettibile…il pediatra lo controlla, lo avvolgono nel telo e me lo portano vicino al viso…FINALMENTE!!! Sono le 14.26 del 18 luglio e finalmente è nato Paolo 3.460kg per 51cm (alla faccia che era piccolo) e ora siamo faccia a faccia…ha gli occhioni spalancati e piange, il visino rosa leggermente arrossato (probabilmente per gli sforzi della sua mamma) “ciao cucciolo, amore mio” e lui magicamente smette di piangere…avevo un sorriso stampato in viso!


L’ostetrica mi dice che lo porteranno in reparto perché la temperatura della sala operatoria non è adatta a lui, mi aspetterà lì…ora impaziente non vedevo l’ora che finissero il ricamo per abbracciare il cucciolo. L’amico infermiere mi dice che è tutto a posto che Paolo è bellissimo e che hanno quasi finito.
Prima delle 3 sono in camera…intravedo mamma e papà emozionati e poi il socio che vola a metro da terra, un sorriso splendido…arriva l’ostetrica con Paolo, è ancora sporco…prima del bagnetto ci meritiamo un’ora di contatto pelle a pelle noi due con il papà a farci compagnia! E lui, splendido, si attacca subito al seno e fa puzzette a non finire…mi emoziono, mi accorgo solo più tardi che aveva deciso di fare tutto il meconio sulle mie mani!!

Ora sono felice, la nostra è diventata una famiglia a tutti gli effetti…il nostro amore ha preso forma ed è diventato uno splendido batuffolo da coccolare!
Guardo mio marito che sembra formulare i miei stessi pensieri…e mi sento la donna più felice e più fortunata del mondo!
All’uscita dall’ospedale avevo già elaborato quello che era successo prima del parto…il dolore e la frustrazione non si dimenticano ma, guardando il cucciolo, si rielaborano ricordando il tutto come un’esperienza unica e speciale!