Dai monitoraggi tutto propendeva per una nascita anticipata, come è avvenuto per la sorella maggiore: giorni e giorni di contrazioni indolori ma frequenti, intense ma preparatorie. E invece nisba….

Passa il Natale e S. Stefano: il 27 ho appuntamento in clinica per le gravidanze protratte, la mattina mi fanno il monitoraggio e mi dicono di tornare x ripeterlo il pomeriggio in PS. Io vado tranquilla e serena, ed invece dopo avermelo fatto mi dicono di prepararmi x il ricovero perché il tracciato sembra poco rassicurante….non si capisce se la bimba dorme o stia male. Mi dicono cmq di non preoccuparmi, mi vogliono ricoverare solo x tenermi sotto osservazione e, se il travaglio non si avvia da solo, per indurmi il parto. Mando di corsa mio marito a prendere la valigia, dopo un po’ ritorna anche con mia figlia che uscendo di casa non ho potuto neanche salutare xchè dormiva…
Passo 2 giorni e 2 notti in clinica facendo monitoraggi continui e visite ginecologiche x vedere se c’era dilatazione…macchè, si e no 2 cm., ma il collo dell’utero è raccorciato e morbidissimo, basterebbe che la bimba scendesse un pochino x avviare il travaglio…ma lei non ne vuole sapere, se ne sta lì nella sua piscina privata a sguazzare allegramente!

Il 29 pomeriggio decidono di indurmi il parto con il gel alle prostaglandine, 3 applicazioni ogni 6 ore; al termine della 3° applicazione la dilatazione è di 4 cm. circa (premetto che ho continuato ad avere x tutto il tempo contrazioni di forte intensità ma assolutamente indolori), decidono di rompere il sacco alle ore 13.40. Finalmente, che senso di sollievo! Il gine di turno si meraviglia x l’abnorme quantità di liquido amniotico che è uscito dal mio utero….ti credo che la bimba non riusciva a scendere! Chiamo mio marito x informarlo, gli dico che ci vorrà tempo prima di scendere in sala parto, ma lui decide di non muoversi dalla hall della clinica, in attesa che io lo chiami da un momento all’altro. Mi attaccano x l’ennesima volta il monitoraggio ed io comincio a fare le parole crociate, nell’attesa che arrivino i dolori “decisivi”. Che puntualmente non si fanno attendere: dopo meno di un quarto d’ora sento il bisogno di spingere…chiamo l’ostetrica che mi visita e mi spedisce subito in sala parto: il tempo di avvisare il maritozzo, sono le 14:20.
Mentre ero lì che mi contorcevo sul lettino, chiedo al personale sanitario di farmi l’epidurale: mi chiamano l’anestesista, ma al contempo mi sconsigliano la parto analgesia perché sono già a 7 cm. e fare l’anestesia ora ritarderebbe di molto la nascita, secondo loro con 3 spinte la bimba sarebbe nata. Rinuncio all’epidurale (60 carte di visita anestesiologica sprecate…sgrunf!


Continuo a sentire il desiderio impellente di spingere: “Un momento, signora, faccia almeno vestire suo marito!” “Sempre in ritardo, tu! E muoviti!!”. Ed eccolo apparire tutto intabarrato, di verde vestito, sereno e rilassato mentre io già ruggivo come una leonessa ad ogni contrazione…

Mi attacco ad una specie di liana che pende dal soffitto e finalmente comincio a spingere: mi fanno l’episiotomia (e te pareva!), mi incitano a spingere ancora che si vede la testina. “Ehi, quanti capelli ha la bimba!” “ Sì lo so, anche la prima figlia ne aveva tantissimi!”. Un’altra spinta e la testa è fuori; 30 secondi di relax in attesa della contrazione successiva che sarà poi quella definitiva, l’ultima spinta ed escono le spalle, poi tutto il corpicino et voilà, eccola Valeria adagiata sulla mia pancia! Riesco perfino a vedere il momento nel quale la bimba prende il suo primo respiro, il suo primo vagito ed infine il pianto! Le dico “Valeria, non piangere, ci siamo noi, mamma e papà…” ma poi ripensandoci mi sono detta: ma che cacchio ho detto?

Questa è la storia di Valeria, la bimba che si è fatta attendere per ben 11 giorni dalla data prevista del parto ma che mi ha poi ripagato della lunga attesa regalandomi un parto lampo!!


