ConcordoSuzieQ ha scritto:Comunque io anche chiedere se posso portare il cane lo trovo maleducato, perché pone l'altro nella difficoltà di dirmi di no.
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OT 19
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Re: OT 19
Concordo pur io.R2D2 ha scritto:ConcordoSuzieQ ha scritto:Comunque io anche chiedere se posso portare il cane lo trovo maleducato, perché pone l'altro nella difficoltà di dirmi di no.
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Re: OT 19
mattina e sera serve un golf pesante, maglia a maniche lunghe di sicuro. durante il giorno dipende, se fa come in questi due giorni che è tornato il caldo, maniche corte e shorts. ma credo proprio le serviranno maglioni, soprattutto se va verso le valli, tipo in badia fa freddo anche ora.yoga ha scritto:Domanda per le montanare: verso il 20 settembre il tempo puo' essere freddo sulle Dolomiti (in particolare Alto Adige)? Un'amica americana ci va e non so cosa dirle di aspettarsi. So che per esempio giugno e' sempre molto variabile e ci sono degli anni in cui fa ancora molto freddo all'inizio di giugno, ma settembre non ho idea. Ovvio che si parla di probabilita'...
magari la prima di settembre chiedi di nuovo e ti dico com'è il tempo


Gaia,il soffio della mia vita è arrivata il 12 agosto 2003 I bambini devono essere felici, non farci felici
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Re: OT 19
Io quando avevo i cani (fobici dei botti se senza di me) alla festa di fine anno o x week end lunghi ho sempre chiesto se davo problemi. Mi hanno sempre detto di sì.
Se avessero detto di no, serenamente e ne sarei restata a casa.
Se avessero detto di no, serenamente e ne sarei restata a casa.
mammukka ho regalato il mio cuore all'uomo che porta la gioia nella mia vita * tato1 13 maggio 2011 alle 12:17 * * tato2 17 novembre 2013 alle 22:46 * * tata3 31 agosto 2016 alle 20:55 * tato4 26 giugno 2020 alle 17:59
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Re: OT 19
Noi, soprattutto quando siamo in viaggio per due settimane e oltre, oppure se andiamo via durante le feste di Capodanno (anche la Fufi ha paura dei temporali e dei botti), facciamo trasferire mia mamma in campagna per stare con il cane a cui lei e' affezionatissima, e la Fufi la ripaga con un ardore che non riserva neppure a noi
Il motico c'e': mia mamma riesce a farla ingrassare anche due chili in due settimane
, ma piuttosto che lasciarla in pensione, ben venga questa soluzione!!

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Re: OT 19
a proposito di cani e padroni di cani maleducati
abbiamo avuto degli ospiti (paganti, casa vacanze) che hanno portato con sè un pastore maremmano anziano e tranquillo, e uno yorkshire giovane e incaxxoso (erano un gruppo di amici, due proprietari diversi)
a parte che non hanno comunicato la presenza dei cani, pazienza, noi li accettiamo con preavviso e questi non hanno preavvisato. appena arrivati il cane piccolo e isterico, ha dato un morso all'amica della padrona. dopo 12 ore ha dato un morso alla padrona. e questi hanno continuato a tenerlo senza guinzaglio, libero, a gironzolare anche nelle NOSTRE AREE PRIVATE (non ci sono recinti....solo buonsenso) con i miei bambini in giro, di cui uno di 2 anni a cui è difficile spiegare di non dare confidenza al cagnolno, e con il nostro cane di famiglia, che non è proprio socievole (nel senso che si spaventa, non è aggressivo). il cane grande anche lui in giro per il giardino, me lo trovavo davanti con conseguente infarto.
Ho dovuto chiedere di chiamarselo, e ho tirato un sospiro di sollievo quando sono andati via.
Ovviamente questi ospiti sono sulla nostra black list
abbiamo avuto degli ospiti (paganti, casa vacanze) che hanno portato con sè un pastore maremmano anziano e tranquillo, e uno yorkshire giovane e incaxxoso (erano un gruppo di amici, due proprietari diversi)
a parte che non hanno comunicato la presenza dei cani, pazienza, noi li accettiamo con preavviso e questi non hanno preavvisato. appena arrivati il cane piccolo e isterico, ha dato un morso all'amica della padrona. dopo 12 ore ha dato un morso alla padrona. e questi hanno continuato a tenerlo senza guinzaglio, libero, a gironzolare anche nelle NOSTRE AREE PRIVATE (non ci sono recinti....solo buonsenso) con i miei bambini in giro, di cui uno di 2 anni a cui è difficile spiegare di non dare confidenza al cagnolno, e con il nostro cane di famiglia, che non è proprio socievole (nel senso che si spaventa, non è aggressivo). il cane grande anche lui in giro per il giardino, me lo trovavo davanti con conseguente infarto.
Ho dovuto chiedere di chiamarselo, e ho tirato un sospiro di sollievo quando sono andati via.
Ovviamente questi ospiti sono sulla nostra black list

- Lulan
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Re: OT 19


E poi no comment per il resto... però come si dice sempre in questi casi, non sono i cani ma ovviamente i padroni da prendere a mazzate!
Pippi, Agosto 2007
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Re: OT 19
preavviso a parte, ti hanno comunque dato la casa e l'ospitalità, almeno il buonsenso cribbio!Lulan ha scritto:![]()
... a monte dico... ma come si fa a non preavvisare??? E se non potevano tenere cani cosa facevano? Ritornavan o a casa??
E poi no comment per il resto... però come si dice sempre in questi casi, non sono i cani ma ovviamente i padroni da prendere a mazzate!
un maremmano fa impressione veh?? lo yorky malgrado mi piaccia e mi piacciano i cani, gli davo una sistematina che diventava meglio di un peluche, ma 50 kg di cane all'improvviso, spaventano pure me..
cafoni di padroni, poi ci si meraviglia che la gente odi i cani.
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Re: OT 19
Finalmente sono riuscita a trovare un sito dove copiare tutto lo Spleen che riguarda "i cani buoni".
Se avrete la pazienza di leggerlo tutto farete grasse risate, io per lo meno non ho trovato descrizione piu' calzante riguardo le varie razze di cani
, qualche lacrima, qualche riflessione, e' sicuramente una lettura che sarebbe un peccato non conoscere.
Poi smetto di parlar di cani, anche perché parlar di viaggi e' decisamente piu' interessante.
Neppure davanti ai giovani scrittori del mio secolo sono mai arrossito della mia
ammirazione per Buffon; ma oggi non è lo spirito di questo pittore della natura pomposa
che chiamerò in aiuto. No.
Molto più volentieri potrei rivolgermi a Sterne, dicendogli: «Scendi dal cielo o sali a
me dai Campi Elisi, e ispirami, in favore dei buoni cani, dei poveri cani, un canto degno di
te, sentimentale burlone, burlone incomparabile! Ritorna in groppa a quel famoso asino
che sempre ti accompagna nella memoria dei posteri; e soprattutto fa' che questo asino
non dimentichi di portare, delicatamente tenuto fra le labbra, il suo immortale amaretto!»
Vade retro, musa accademica! Non so che farmene di questa vecchia bigotta. Invoco
la musa familiare, cittadina, vivente, perché mi aiuti a cantare i buoni cani, i poveri cani, i
cani infangati, quelli che tutti scacciano come appestati e pidocchiosi, salvo il povero, a cui
sono associati, e il poeta, che li guarda con occhio fraterno.
Il cane elegante e signorile non lo sopporto, questo fatuo quadrupede, come il
danese, lo spaniel, il King-charles o il pechinese, così infatuato di sé da buttarsi senza
discrezione fra le gambe o sulle ginocchia del visitatore, sicuro di piacere, turbolento come
un bambino, sciocco e civettuolo, a volte ringhioso e insolente come un servo! Soprattutto
non sopporto quei serpenti a quattro zampe, sfaccendati e svenevoli, che portano il nome
di «levrierette» e che sul loro muso aguzzo non hanno neppure abbastanza fiuto per
seguire la pista di un amico, né abbastanza intelligenza nella loro testa piatta per giocare a
domino.
A cuccia, tutti questi noiosi parassiti!
Che se ne tornino alla loro cuccia di seta imbottita! Io canto il cane infangato, il cane
senza domicilio, il cane flâneur, il cane saltimbanco, il cane il cui istinto, come quello del
povero, dello zingaro e dell'istrione è reso meravigliosamente acuto dalla necessità, da
questa brava madre, da questa vera protettrice dell'intelligenza!
Canto i cani sventurati; sia quelli che vagano solitari nei greti serpeggianti delle
sconfinate città, sia quelli che all'uomo abbandonato da tutti, con profondi sguardi
d'intesa, hanno detto: «Prendimi con te, e delle nostre due miserie faremo una specie di
felicità!».
«Dove vanno i cani?» si chiedeva una volta Nestor Roqueplan in un immortale
feuilleton di cui ha certo perso memoria, e di cui solo io, e forse Sainte-Beuve, ci ricordiamo
ancora.
Dove vanno i cani?, vi chiederete voi, uomini poco attenti. Vanno per i fatti loro.
Appuntamenti d'affari, appuntamenti d'amore. Attraverso la nebbia, attraverso la
neve e il fango, sotto il morso della canicola, sotto la pioggia scrosciante, vanno, vengono,
trotterellano, passano sotto le carrozze, stimolati dalle pulci, dalla passione, dal bisogno o
dal dovere. Come noi, si sono alzati di buon mattino, e si procurano da vivere o corrono ai
loro piaceri.
Ce ne sono che vanno a dormire sotto qualche maceria della banlieue e che vengono,
ogni giorno, a una certa ora, a reclamare l'elemosina alla porta di una cucina del Palais-
Royal; altri accorrono a frotte, da più di cinque leghe, per dividere il pasto che ha
preparato loro la carità di certe signorine sessantenni, il cui cuore disoccupato si è dato alle
bestie, dal momento che quegli imbecilli degli uomini non ne vogliono più sapere.
Altri che, come schiavi in fuga, impazziti d'amore, lasciano, in certi giorni
particolari, le loro province per venire in città a sgambettare per un'ora intorno a una bella
cagna, un po' negligée nella sua toilette, ma fiera e riconoscente.
E sono puntualissimi, senza bisogno di agende, appunti e portafogli.
Forse conoscete anche voi il pigro Belgio, e avete ammirato come me tutti quei cani
vigorosi che tirano la carretta del macellaio, della lattaia o del fornaio, e che testimoniano
con il loro trionfale abbaiare dell'orgoglioso piacere che provano nel rivaleggiare con i
cavalli.
Eccone due che appartengono a una categoria ancora più civilizzata! Permettetemi
di introdurvi nella camera del saltimbanco assente. Un letto di legno dipinto, senza
cortine, con le coperte che penzolano sul pavimento, infestate di cimici, due sedie
impagliate, una stufa di ghisa, uno o due strumenti musicali sconquassati. Che triste
mobilia! Ma guardate, vi prego, questi due personaggi intelligenti, vestiti di abiti logori e
sontuosi, acconciati come trovatori o come militari, che sorvegliano con un'attenzione da
stregoni l'opera senza nome che cuoce a fuoco lento sulla stufa accesa, e al centro della quale
si drizza un lungo cucchiaio piantato lì come una di quelle pertiche alzate in aria che
annunciano il compimento dei lavori edilizi.
Non è forse giusto che degli attori così pieni di zelo si mettano in cammino dopo
aver ristorato il loro stomaco con una buona zuppa sostanziosa? E non perdonerete un po'
di sensualità a questi poveri diavoli che devono affrontare tutti i giorni l'indifferenza del
pubblico e le angherie di un direttore che si mette in tasca quasi tutto e che si mangia, lui
da solo, più minestra di quattro attori?
Quante volte ho contemplato, sorridente e intenerito, tutti questi filosofi a quattro
zampe, questi schiavi sottomessi, compiacenti e devoti, che il dizionario repubblicano
potrebbe ben qualificare ufficiosi, se la repubblica, troppo preoccupata della felicità degli
uomini, avesse il tempo di occuparsi dell'onore dei cani!
E quante volte ho pensato che forse c'era da qualche parte (è possibile, in fondo)
una ricompensa a tanto coraggio, a tanta pazienza e fatica, uno speciale paradiso per i
buoni cani, per i poveri cani, i cani sudici e desolati. Dopotutto Swedenborg afferma che
ne esiste uno per i Turchi e uno per gli Olandesi!
I pastori di Virgilio e di Teocrito si aspettavano, come premio per i loro canti
alternati, un bel formaggio, un flauto fatto dal miglior artigiano o una capra con le
mammelle gonfie. Il poeta che ha cantato i poveri cani ha ricevuto in ricompensa un bel
gilè dal colore ricco e sbiadito, che fa pensare al sole d'autunno, alla bellezza delle donne
mature e alle estati di San Martino.
Nessuno di coloro che erano presenti nella taverna di via Villa Hermosa
dimenticherà con quale esuberante insistenza il pittore si è spogliato del suo gilè in favore
del poeta, tanto bene aveva compreso la bontà e l'onestà di cantare i poveri cani.
Così, un magnifico tiranno italiano del buon tempo andato, offriva al divino
Aretino sia una daga con l'elsa tempestata di pietre preziose, sia un mantello da cortigiano,
in cambio di un elegante sonetto o di uno stravagante poema satirico.
E ogni volta che il poeta indossa il gilè del pittore, è costretto a pensare ai buoni
cani, ai cani filosofi, alle estati di San Martino e alla bellezza delle donne molto mature.
Se avrete la pazienza di leggerlo tutto farete grasse risate, io per lo meno non ho trovato descrizione piu' calzante riguardo le varie razze di cani

Poi smetto di parlar di cani, anche perché parlar di viaggi e' decisamente piu' interessante.

Neppure davanti ai giovani scrittori del mio secolo sono mai arrossito della mia
ammirazione per Buffon; ma oggi non è lo spirito di questo pittore della natura pomposa
che chiamerò in aiuto. No.
Molto più volentieri potrei rivolgermi a Sterne, dicendogli: «Scendi dal cielo o sali a
me dai Campi Elisi, e ispirami, in favore dei buoni cani, dei poveri cani, un canto degno di
te, sentimentale burlone, burlone incomparabile! Ritorna in groppa a quel famoso asino
che sempre ti accompagna nella memoria dei posteri; e soprattutto fa' che questo asino
non dimentichi di portare, delicatamente tenuto fra le labbra, il suo immortale amaretto!»
Vade retro, musa accademica! Non so che farmene di questa vecchia bigotta. Invoco
la musa familiare, cittadina, vivente, perché mi aiuti a cantare i buoni cani, i poveri cani, i
cani infangati, quelli che tutti scacciano come appestati e pidocchiosi, salvo il povero, a cui
sono associati, e il poeta, che li guarda con occhio fraterno.
Il cane elegante e signorile non lo sopporto, questo fatuo quadrupede, come il
danese, lo spaniel, il King-charles o il pechinese, così infatuato di sé da buttarsi senza
discrezione fra le gambe o sulle ginocchia del visitatore, sicuro di piacere, turbolento come
un bambino, sciocco e civettuolo, a volte ringhioso e insolente come un servo! Soprattutto
non sopporto quei serpenti a quattro zampe, sfaccendati e svenevoli, che portano il nome
di «levrierette» e che sul loro muso aguzzo non hanno neppure abbastanza fiuto per
seguire la pista di un amico, né abbastanza intelligenza nella loro testa piatta per giocare a
domino.
A cuccia, tutti questi noiosi parassiti!
Che se ne tornino alla loro cuccia di seta imbottita! Io canto il cane infangato, il cane
senza domicilio, il cane flâneur, il cane saltimbanco, il cane il cui istinto, come quello del
povero, dello zingaro e dell'istrione è reso meravigliosamente acuto dalla necessità, da
questa brava madre, da questa vera protettrice dell'intelligenza!
Canto i cani sventurati; sia quelli che vagano solitari nei greti serpeggianti delle
sconfinate città, sia quelli che all'uomo abbandonato da tutti, con profondi sguardi
d'intesa, hanno detto: «Prendimi con te, e delle nostre due miserie faremo una specie di
felicità!».
«Dove vanno i cani?» si chiedeva una volta Nestor Roqueplan in un immortale
feuilleton di cui ha certo perso memoria, e di cui solo io, e forse Sainte-Beuve, ci ricordiamo
ancora.
Dove vanno i cani?, vi chiederete voi, uomini poco attenti. Vanno per i fatti loro.
Appuntamenti d'affari, appuntamenti d'amore. Attraverso la nebbia, attraverso la
neve e il fango, sotto il morso della canicola, sotto la pioggia scrosciante, vanno, vengono,
trotterellano, passano sotto le carrozze, stimolati dalle pulci, dalla passione, dal bisogno o
dal dovere. Come noi, si sono alzati di buon mattino, e si procurano da vivere o corrono ai
loro piaceri.
Ce ne sono che vanno a dormire sotto qualche maceria della banlieue e che vengono,
ogni giorno, a una certa ora, a reclamare l'elemosina alla porta di una cucina del Palais-
Royal; altri accorrono a frotte, da più di cinque leghe, per dividere il pasto che ha
preparato loro la carità di certe signorine sessantenni, il cui cuore disoccupato si è dato alle
bestie, dal momento che quegli imbecilli degli uomini non ne vogliono più sapere.
Altri che, come schiavi in fuga, impazziti d'amore, lasciano, in certi giorni
particolari, le loro province per venire in città a sgambettare per un'ora intorno a una bella
cagna, un po' negligée nella sua toilette, ma fiera e riconoscente.
E sono puntualissimi, senza bisogno di agende, appunti e portafogli.
Forse conoscete anche voi il pigro Belgio, e avete ammirato come me tutti quei cani
vigorosi che tirano la carretta del macellaio, della lattaia o del fornaio, e che testimoniano
con il loro trionfale abbaiare dell'orgoglioso piacere che provano nel rivaleggiare con i
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cortine, con le coperte che penzolano sul pavimento, infestate di cimici, due sedie
impagliate, una stufa di ghisa, uno o due strumenti musicali sconquassati. Che triste
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stregoni l'opera senza nome che cuoce a fuoco lento sulla stufa accesa, e al centro della quale
si drizza un lungo cucchiaio piantato lì come una di quelle pertiche alzate in aria che
annunciano il compimento dei lavori edilizi.
Non è forse giusto che degli attori così pieni di zelo si mettano in cammino dopo
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zampe, questi schiavi sottomessi, compiacenti e devoti, che il dizionario repubblicano
potrebbe ben qualificare ufficiosi, se la repubblica, troppo preoccupata della felicità degli
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E quante volte ho pensato che forse c'era da qualche parte (è possibile, in fondo)
una ricompensa a tanto coraggio, a tanta pazienza e fatica, uno speciale paradiso per i
buoni cani, per i poveri cani, i cani sudici e desolati. Dopotutto Swedenborg afferma che
ne esiste uno per i Turchi e uno per gli Olandesi!
I pastori di Virgilio e di Teocrito si aspettavano, come premio per i loro canti
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mammelle gonfie. Il poeta che ha cantato i poveri cani ha ricevuto in ricompensa un bel
gilè dal colore ricco e sbiadito, che fa pensare al sole d'autunno, alla bellezza delle donne
mature e alle estati di San Martino.
Nessuno di coloro che erano presenti nella taverna di via Villa Hermosa
dimenticherà con quale esuberante insistenza il pittore si è spogliato del suo gilè in favore
del poeta, tanto bene aveva compreso la bontà e l'onestà di cantare i poveri cani.
Così, un magnifico tiranno italiano del buon tempo andato, offriva al divino
Aretino sia una daga con l'elsa tempestata di pietre preziose, sia un mantello da cortigiano,
in cambio di un elegante sonetto o di uno stravagante poema satirico.
E ogni volta che il poeta indossa il gilè del pittore, è costretto a pensare ai buoni
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Re: OT 19
Buongiorno! Nonostante ora debba rivedermi un centinaio di pagine di un report tecnico... ho affrontato quest'ode al cane.
Surreale... ma da dove deriva? Mi sembra abbia un qualcosa di antico, ottocentesco...
Surreale... ma da dove deriva? Mi sembra abbia un qualcosa di antico, ottocentesco...
Pippi, Agosto 2007
- hamilton
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- Iscritto il: 25 gen 2009, 16:58
Re: OT 19
Boudelaire, meta' ottocento circa.
Ci sono poesie in prosa bellissime!!!
Siamo in Ot?
Bene, ne aggiungo un'altra allora.
Ma avete letto come descrive le razze cosiddette "nobili"? A me fa morire
si chiama, Lo Straniero
"Dimmi, enigmatico uomo, chi ami di più? tuo padre, tua madre, tua sorella o tuo fratello?
– Non ho né padre, né madre, né sorella, né fratello.
– I tuoi amici?
– Usate una parola il cui senso mi è rimasto fino ad oggi sconosciuto.
– La patria?
– Non so sotto quale latitudine si trovi.
– La bellezza?
– L'amerei volentieri, ma dea e immortale.
– L'oro?
– Lo odio come voi odiate Dio.
– Ma allora che cosa ami, meraviglioso straniero?
– Amo le nuvole... Le nuvole che passano... laggiù... Le meravigliose nuvole!"
E adesso, torniamo pure alle rispettive incombenze
Ci sono poesie in prosa bellissime!!!
Siamo in Ot?
Bene, ne aggiungo un'altra allora.
Ma avete letto come descrive le razze cosiddette "nobili"? A me fa morire

si chiama, Lo Straniero
"Dimmi, enigmatico uomo, chi ami di più? tuo padre, tua madre, tua sorella o tuo fratello?
– Non ho né padre, né madre, né sorella, né fratello.
– I tuoi amici?
– Usate una parola il cui senso mi è rimasto fino ad oggi sconosciuto.
– La patria?
– Non so sotto quale latitudine si trovi.
– La bellezza?
– L'amerei volentieri, ma dea e immortale.
– L'oro?
– Lo odio come voi odiate Dio.
– Ma allora che cosa ami, meraviglioso straniero?
– Amo le nuvole... Le nuvole che passano... laggiù... Le meravigliose nuvole!"
E adesso, torniamo pure alle rispettive incombenze

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Re: OT 19
sono sconvolta. giovedì 28 gradi, oggi 14 e al momento siamo a 10.
domattina mi sveglio con un metro di neve fuori dalla porta?????? ma che è??

domattina mi sveglio con un metro di neve fuori dalla porta?????? ma che è??




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Re: OT 19
Lasciamo perdere.. mercoledì ero al mare ed affogavo di caldo.. stasera a cena fuori grandine tuoni e fulmini pareva novembre..
Ma settembre nn è estate???
Nn dico 30 gradi.. ma i piumini no.. peppppiacere
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Matteo 27.06.2014
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Re: OT 19
Qua si gela....:(
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Se il mio armadio è pieno non vuol dire che la mia testa sia vuota.
Silvia 30/12/2010 3.500 kg x 51 cm la nostra piccola punk
Jacopo 08/08/2015 3.840 kg x 53 cm il nostro piccolo kiwi
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- claudianurse88
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Re: OT 19
Qua si sta finalmente bene! Temperature decenti! Non freddo e non troppo caldo!
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Benedetta 02/05/2015 tartarughina di mamma e papà
Ludovica 29/11/2016
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