
grazie
Messaggio da MariPi82 » 22 mag 2014, 9:45
Messaggio da Antolina80 » 22 mag 2014, 10:07
Messaggio da floddi » 22 mag 2014, 10:13
Messaggio da MariPi82 » 22 mag 2014, 10:16
Messaggio da moonrise » 22 mag 2014, 10:45
Messaggio da MariPi82 » 22 mag 2014, 10:49
Messaggio da floddi » 22 mag 2014, 10:51
concordo al 100%.moonrise ha scritto: La medicalizzazione del parto la vedo come una conquista che ha salvato molte vite, dato che cento anni fa i medici manco sapevano come era fatta una donna e ne morivano a iosa.
Ora viene demonizzata per idee new age e pseudofemminista a mio avviso un poco egoiste.
Messaggio da Antolina80 » 22 mag 2014, 11:02
LE mie amiche che lavorano come ostetriche in H pubblico hanno turni e ore di reperibilità, difficilmente conciliabili con un'attività parallela. Per questo mi ponevo la domanda. Conosco un'ostetrica che svolge la libera professione, però non fa parti in casa (e nemmeno assistenza durante il travaglio e il parto) e comunque lavora in consultorio, non in ospedale.floddi ha scritto:Oddio io ho dato per scontato che queste ostetriche siano anche lavoratrici in H.
Messaggio da AussieDaisy » 22 mag 2014, 11:08
In attesa che Martina risponda sulla sua esperienza professionale vorrei precisare che il fatto che un parto previsto in casa si concluda poi in ospedale non va letto come un fallimento della pratica né come un indicatore della sua scarsa sicurezza. Dimostra invece che le ostetriche, avvantaggiate da un rapporto costruito e mantenuto dai mesi di gravidanza, lungi dall'essere delle fanatiche ideologiche che sottovalutano i rischi, sono perfettamente in grado di riconoscere le situazioni che hanno bisogno di interventi di altro tipo, non eseguibili a domicilio o comunque di tipo medico. Il che non vuol necessariamente dire emergenza.MariPi82 ha scritto:infatti....con quasi un parto a settimana, e col fatto che dici che "molto spesso è capitato di dover andare in ospedale"......sarei curiosa di sapere la percentuale conclusasi a casa, e quella invece che ha richiesto il trasporto in H. Inoltre sarei anche curiosa di sapere se il passaggio avviene ad una struttura pubblica o privata, e se il compenso, nel caso di passaggio in ospedale, deve comunque essere versato.![]()
grazie
Messaggio da floddi » 22 mag 2014, 11:09
Messaggio da floddi » 22 mag 2014, 11:15
grazie dell'intervento. a me piace discutere non monologare.AussieDaisy ha scritto:In attesa che Martina risponda sulla sua esperienza professionale vorrei precisare che il fatto che un parto previsto in casa si concluda poi in ospedale non va letto come un fallimento della pratica né come un indicatore della sua scarsa sicurezza. Dimostra invece che le ostetriche, avvantaggiate da un rapporto costruito e mantenuto dai mesi di gravidanza, lungi dall'essere delle fanatiche ideologiche che sottovalutano i rischi, sono perfettamente in grado di riconoscere le situazioni che hanno bisogno di interventi di altro tipo, non eseguibili a domicilio o comunque di tipo medico. Il che non vuol necessariamente dire emergenza.MariPi82 ha scritto:infatti....con quasi un parto a settimana, e col fatto che dici che "molto spesso è capitato di dover andare in ospedale"......sarei curiosa di sapere la percentuale conclusasi a casa, e quella invece che ha richiesto il trasporto in H. Inoltre sarei anche curiosa di sapere se il passaggio avviene ad una struttura pubblica o privata, e se il compenso, nel caso di passaggio in ospedale, deve comunque essere versato.![]()
grazie
Se fai questa scelta sai che non puoi controllare e prevedere tutto, sai che l'imprevisto è possibile sempre e ovunque ma anche che nella maggior parte dei casi gravidanza e parto sono fisiologici, nessuno ti dà garanzie (andrà tutto a meraviglia, partorirai sicuramente a casa) compatibili con un concetto del tipo "soddisfatte o rimborsate".
Salvo emergenze è la coppia che decide a quale ospedale fare riferimento, che spesso ma non necessariamente è l'ospedale in cui le ostetriche lavorano/hanno lavorato se non sono più in attività.
In queste domande ci leggo il pregiudizio di un'organizzazione finalizzata al tornaconto economico nell'attività delle ostetriche che lavorano come libere professioniste. Cioè una ti visita a domicilio dalla 37° settimana e oltre termine se occorre, settimanalmente o più spesso vicino al termine (2v/sett fino a ogni 2-3gg), ha reperibilità totale, ti segue in travaglio a domicilio e dopo nel puerperio ma, siccome si va in ospedale, abbiamo scherzato, non ti pago??? Ci avvaliamo dei più svariati professionisti nella vita quotidiana, mi chiedo in quali altri casi riterremmo logico un trattamento del genere.
Messaggio da bugigattola » 22 mag 2014, 11:17
Messaggio da svevazoe » 22 mag 2014, 11:27
Messaggio da OstetricaMartina » 22 mag 2014, 11:28
D'accordissimo con te!!bugigattola ha scritto:Ecco ...questo intendevo dicendo che argomenti simili non si possono trattare in un forum. Ci si accanisce su una scelta ponderata pensando sia irresponsabile per sentito dire. Avete pensato che forse scegliere di partorire in casa merita rispetto prima di esporre situazioni disastrose capitate all'amica della zia della cugina del vicino di casa?
Questo intendo con bibliografia.
E' una scelta, come quella di un epidurale, non una fede.
Purtroppo ho letto il titolo del post e pensavo di trovare informazioni, invece ho trovato solo tanti giudizi.
Se siete felici di come è andata la vostra esperienza nessuno ve lo toglie.
Ho citato 2 testi secondo me fondamentali, se volete la lezioncina accademica solo per dimostrare qualcosa ne parliamo, se invece con cortesia, avete voglia di approfondire alcuni aspetti, allora sono più che disponibile a dialogare, anche se non mi sembra sia questo l'intento.
Ognuno di noi ha il suo vissuto che lo porta a compiere delle scelte piuttosto che altre. La regione in cui vivo è la seconda in Italia per mortalità neonatale (http://www.istat.it/it/archivio/mortali ... +infantile).
Quando parlo di benessere appunto non mi riferisco al rischio di morte in senso stretto, ma a tutta una serie di malesseri e complicazioni che possono derivare da prassi consolidate in ospedale, le quali di certo non mettono a rischio di vita, tuttavia presentano rischi che non vengono spiegati alle future mamme, per avere informazioni potete consultare la sezione di google dove vengono riportati solo articoli accademici e pubblicazioni scientifiche, il materiale in italiano è davvero poco, purtroppo, ma in inglese si scopre come molte ricerche siano incomplete e le basi su cui poggiano le prassi sono spesso non comprovate da studi adeguati (http://scholar.google.it/schhp?hl=it&as_sdt=0,5) questo si può definire mancanza di informazione, non tanto delle mamme, quanto dello stato attuale della scienza medica.
Non mettetevi sempre sulla difensiva, cercate di capire quando qualcuno cerca solo di dare informazioni senza fare terrorismo. Questo thread si intitola "parto in casa", non "andiamo ad offendere le pazze che vogliono partorire in casa". Grazie.
Messaggio da floddi » 22 mag 2014, 11:31
Messaggio da floddi » 22 mag 2014, 11:32
Messaggio da bugigattola » 22 mag 2014, 11:34
Scusate, non sto sempre al pc e ieri dalle 8.10 si è scatenata una crociata su un mio post, questa risposta era riferita alle persone che hanno risposto ieri invitandomi a chiarire non proprio cordialmente.floddi ha scritto:si ma se fate così le spaventate![]()
Messaggio da floddi » 22 mag 2014, 11:38
eh? mica ho capito.bugigattola ha scritto:Scusate, non sto sempre al pc e ieri dalle 8.10 si è scatenata una crociata su un mio post, questa risposta era riferita alle persone che hanno risposto ieri invitandomi a chiarire non proprio cordialmente.floddi ha scritto:si ma se fate così le spaventate![]()
Messaggio da OstetricaMartina » 22 mag 2014, 11:38
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