Ecco, primo punto. Siamo tutte messe uguale e io mi chiedo: "Ma è possibile?"Dream78 ha scritto:Buondì!
mamma sempre di corsa eccomi qua!
Ho il sospetto sempre più acuto che c'è qualcosa che non va se tutte siamo affannate. Ma non che non va in noi, ma che non va nell'organizzazione vita-famiglia-lavoro attuale. Che cosa di preciso non saprei dirlo, ma sempre più spesso mi sento un criceto che gira nella ruota, corre corre e rimane sempre fermo. E questo sembra essere indipendente dal tipo di lavoro e di carriera che ognuna di noi ha.
Io forse ho il ricordo di una infanzia e di una adolescenza più "rallentata", eppure mia madre lavorava, poi mi ricordo che quando sono andata a Milano a studiare l'effetto era "CORRI". Me l'aveva fatto notare una collega d'università, veniva da Piacenza in treno tutti i giorni e un giorno mi ha detto: "Ti sei resa conto che quando si scende dal treno in Stazione Centrale, anche se non ce n'è una effettiva necessità, si comincia a correre?!?" Era vero, anche se una aveva tempo per raggiungere l'università ed era in anticipo sull'orario delle lezioni, la reazione era quella, seguire ed adeguarsi alla fiumana di gente che appena messo piede sulla banchina si allontanava frenetica e frettolosa.
MA DAVVERO abbiamo tutto questo bisogno di andare accelerati?
BOOOOOOOOOOOOOOOHHHHHHHHHHHHHHHHHHH
...mhm...questa cosa mi lascia parecchio perplessa.Dream78 ha scritto: dico anche che se non si vuole la responsabilità sulle persone e tutto il lavoro che ne consegue allora bisogna rinunciare al ruolo, fare un passo indietro e ricollocarsi a livello inferiore.
Escludiamo dal discorso quelli che la carriera la perseguono, perchè non è di loro che parliamo, ma... se tu fai il tuo lavoro,partendo dal primo gradino e proseguendo man mano con coscienziosità, con serietà, con impegno,con affidabilità, qualsiasi posizione tu ricopra, in genere vieni notato, vieni, per l'appunto, considerato affidabile, ed è quasi automatico che certi incarichi poi vengano affidati a te e non ad altri. Poi gli incarichi di nuovo portati a termine con la stessa solerzia, perchè ti contraddistingue, non perchè ti vuoi far notare, si portano dietro un meritato riconoscimento, uno scatto di carriera magari, e il circolo "virtuoso" si innesca e spesso continua. E tu ti ritrovi a ricoprire ruoli cui non ambivi, magari, ma siccome sei responsabile li affronti con lo stesso atteggiamento che hai sempre avuto.
Vuoi dire di no ad uno scatto di carriera ottenuto per meriti? Io non ho mai conosciuto nessuno che di fronte all'affermazione: "Complimenti sei passato di 6°/7°/QUADRO/DIRIGENTE/DIRETTORE" abbia risposto "Ah no grazie! Io ho una mia vita da vivere..." e proprio perchè ci sei arrivato essendo uno che affronta con impegno gli incarichi affidatigli, continuerai a farlo, magari però con un carico di lavoro e responsabilità sempre più alto. E cercherai di farlo al meglio.
E non è affatto detto che quando sei partito tu mirassi ad arrivare lì dove sei.
Certamente si può arrivare al punto estremo in cui non si regge più e allora si fa la botta di testa e si cambia, ma si cambia radicalmente. Anche perchè difficilmente un'altra azienda, se parti da un certo livello A) ti considera per una posizione inferiore B) accetta di dequalificarti.
A meno che non parliamo di situazioni estreme per cui, per esempio, abbiamo in Italia badanti ucraine laureate in ingegneria o economia o giurisprudenza, ma che per necessità qui fanno di tutto.
In estrema sintesi quello che voglio dire è che se sei diligente, difficilmente diventi lavativo fino a farti demansionare...neppure volendo.
Poi c'è anche un altro problema, io lo vedo lavorando in ambito tecnico, magari in altri settori questo non esiste, spesso si fanno crescere persone tecnicamente molto valide forzandole (perché la crescita è considerata solo in quella dimensione) in ambito manageriale, e il risultato è di perdere un ottimo tecnico, guadagnarci un manager scadente e rendere infelice il poveretto che avrebbe continuato tanto volentieri a fare il tecnico puro. Ma lì è il sistema di riconoscimento dei meriti che è bacato...
Qui hai centrato in pieno il punto. Se anche io cambiassi lavoro, non è che la situazione cambierebbe di molto, perché non posso decidere per mio marito.Dream78 ha scritto: MK, tu parli che ogni tanto rifletti sul cambiare vita, ma non credo che il problema sia il tuo di lavoro...anche se cambiassi lavoro tu difficilmente correresti meno di giorno. Avresti sempre i bimbi da preparare la mattina, la cena da mettere in tavola la sera...a meno che davvero tu non riduca drasticamente le ore di lavoro... Paradossalmente se tu non lavorassi affatto, come sarebbe? Sicuramente dfaresti tutto con più calma, ma davvero cambierebbero i momenti che hai da passare con tuo marito? Io credo che il vero spazio di coppia a voi sia tolto dagli impegni di tuo marito, ma tu non puoi scegliere per lui.
In realtà io non sento molto la necessità di maggiori momenti di coppia, li ho citati sì, forse mi sono espressa male, ma non è quello di cui sento maggiormente la mancanza.
Io so come è mio marito, so che per lui è vitale cercare di assolvere al meglio i suoi doveri e mi sta pure bene. Nel senso, è un accettarlo per quello che è senza cercare di cambiarlo.
Però questo condiziona pesantemente anche i MIEI momenti, vorrei fare yoga la sera, per esempio, non lo faccio perché vorrebbe dire costringerlo a doversi occupare dei bambini (non li lascio con la baby sitter per soddisfare un mio desiderio velleitario, questa è una scelta, opinabile, ma una scelta consapevole) e quindi, siccome lo so che comunque deve lavorare, sarebbe come costringerlo a lavorare dopo. Non me la sento. Per amore suo, rinuncio. Però mi dico anche che non è normale che noi si debba rinunciare ad avere una sera rilassata, non tanto come coppia, ma come famiglia. Che lui non possa prendersi un attimo di respiro per giocare con i bambini dopo cena, senza aver sempre la spada di Damocle delle mail da finire etc etc.
Su questo concordo in pieno! Sono anche io come te e Yasho. E credo valga un po' per tutte noi. Non mi sembra di aver mai letto che tra noi ci sia chi lavora per PURA necessità economica,ma ne farebbe tanto volentieri a meno. Magari sbaglio....Dream78 ha scritto: Chiaro che conciliare famiglia e lavoro non sia facile per niente ma una donna soddisfatta è una mamma più serena, o almeno per me è così.
Io credo che, paradossalmente, lui senta la mancanza di questi momenti molto più di me, ma che si senta anche in debito folle con i bambini per tutto il tempo che deve sottrarre loro e non accetterebbe mai di lasciarli ad altri quando ha del tempo da passare con loro. In questo io vengo sicuramente in secondo piano, ma capisco i suoi sentimenti, anche se sono inespressi e non me la prendo. Così come non me la prendo se, dai nonni, va a farsi una corsetta per decomprimere o si mette a lavare la macchina per lavar via anche i pensieri. So che ne ha bisogno anche lui.Dream78 ha scritto: E comunque io credo che volendo si possa semre trovare il modo di vivere dei momenti di coppia se se ne sente la necessità.
Una baby sitter un sabato sera per una cena a due, un pranzetto fuori lasciando i bimbi ai nonni...in questo concordo con Yasho, perchè vivere momenti individuali quando siete dai nonni? Ne avete mai parlato con tuo marito? Lui sente la mancanza come te dei vostri momenti di intimità?