VOGLIO CAMBIARE VITA, MA CON SUO PADRE COME LA METTIAMO?

[Vanessa70]

Infatti, anche io la capisco, ma aspetterei qualche anno. Magari ora è il momento giusto per lei, ma non per il bambino.

[Topillo]

qualcuna ha scritto che non puoi pensare solo a te stessa; è vero devi pensare anche a tuo figlio ma la felicità di una mamma è positiva per un figlio invece sè questa mamma è "depressa" infelice, insoddisfatta prima o poi il figlio ne subirà le conseguenze.

adesso siamo arrivati alla depressione?
Se non stiamo parlando di motivazioni veramente gravi, che pesino di molto sul piatto della bilancia, ma di una non ben definita insoddisfazione a cui una non sa dare un nome credo si debba prima fare molta chiarezza con se stessi e sì, pensare in primis all'equilibrio del proprio figlio.
Quando si diventa genitori si smette di pensare al singolare.

ma appunto lei si sta chiedendo se farebbe tanti danni a Ricky andando al mare. Secondo me no. Anzi.

[R2D2]

laroby ho una domanda idiota, forse. Ma se il padre si opponesse legalmente lo potresti fare? Prima di fantasticare su di un trasferimento dovresti ragionarne a tavolino con il tuo ex.

[Topillo]

ma no, è proprio ORA, prima della scuola dell'obbligo, che per un bambino è il momento giusto.

[laroby]

Ciao Laroby,

ho letto un pò di risposte ma insomma certe mi hanno lasciato cosi:
ti racconto questo: allora mia madre mi ha lasciata con mio padre a nemmeno un'anno di vita, poi si è svegliata e ha fatto di tutto per riprendermi...
non l'avesse mai fatto....con lei sono stata traslocata non sò più quante volte....
e quindi vedere mio padre era complicato...ma NON PER LA LONTANANZA MA PER IL FATTO CHE MIA MADRE NON VOLEVA UN RAPPORTO CIVILE CON MIO PADRE E CHE FACEVA DI TUTTO PER IMPEDIRGLI OGNI COSA CHE DESIDERASSE FARE CON ME.
Il vero problema è la mancanza di istinto materna di mia madre e qua non vado oltre...

penso quindi che sè riesci ad avere un rapporto normale e civile con il tuo ex hai sicuramente la possibilità di parlarne con lui e trovare delle soluzioni.
rimanere ad un posto perchè sei infelice non ti farà mai bene, l'unica è che devi valutare bene questo tuo pensiero di volere cambiare città...
alla fine 300 - 400 km non sono poi cosi tanto...io per 1 anno intero li ho fatto ogni 15 gg...si è pesante ma si fanno...

qualcuna ha scritto che non puoi pensare solo a te stessa; è vero devi pensare anche a tuo figlio ma la felicità di una mamma è positiva per un figlio invece sè questa mamma è "depressa" infelice, insoddisfatta prima o poi il figlio ne subirà le conseguenze.

Sil grazie per la tua "testimonianza"

Io qui faccio di tutto per non fargli perdere nemmeno un pomeriggio insieme, se il suo lavoro lo permette incoraggio visite più frequenti, i week end che è con lui (sempre per ragioni legate al suo lavoro) cerco di andargli incontro quanto più mi è possibile in termini organizzativi affinchè non si sprechino ore preziose per loro due.
Propongo e suggerisco a suo padre attività, luoghi, posti, dove magari c'è qualcosa di stimolante o divertente che possano fare insieme e tanto altro.
Ora non è che mi voglio dipingere come wonder woman, ma dal punto di vista del LORO rapporto io faccio anche troppo.
E proprio perchè so quanto è importante, quanto venga prima il benessere di Ricky, nonostante tutto, mi faccio mille seghe mentali.
Fossi stata n'altra vi starei scrivendo dalla spiaggia!!!

[Topillo]

laroby ho una domanda idiota, forse. Ma se il padre si opponesse legalmente lo potresti fare? Prima di fantasticare su di un trasferimento dovresti ragionarne a tavolino con il tuo ex.

Secondo me legalmente una può abitare dove le pare. Altrimenti, come diceva Inga, tutti i padri che si trasferiscono???

[Topillo]

Ciao Laroby,

ho letto un pò di risposte ma insomma certe mi hanno lasciato cosi:
ti racconto questo: allora mia madre mi ha lasciata con mio padre a nemmeno un'anno di vita, poi si è svegliata e ha fatto di tutto per riprendermi...
non l'avesse mai fatto....con lei sono stata traslocata non sò più quante volte....
e quindi vedere mio padre era complicato...ma NON PER LA LONTANANZA MA PER IL FATTO CHE MIA MADRE NON VOLEVA UN RAPPORTO CIVILE CON MIO PADRE E CHE FACEVA DI TUTTO PER IMPEDIRGLI OGNI COSA CHE DESIDERASSE FARE CON ME.
Il vero problema è la mancanza di istinto materna di mia madre e qua non vado oltre...

penso quindi che sè riesci ad avere un rapporto normale e civile con il tuo ex hai sicuramente la possibilità di parlarne con lui e trovare delle soluzioni.
rimanere ad un posto perchè sei infelice non ti farà mai bene, l'unica è che devi valutare bene questo tuo pensiero di volere cambiare città...
alla fine 300 - 400 km non sono poi cosi tanto...io per 1 anno intero li ho fatto ogni 15 gg...si è pesante ma si fanno...

qualcuna ha scritto che non puoi pensare solo a te stessa; è vero devi pensare anche a tuo figlio ma la felicità di una mamma è positiva per un figlio invece sè questa mamma è "depressa" infelice, insoddisfatta prima o poi il figlio ne subirà le conseguenze.

Sil grazie per la tua "testimonianza"

Io qui faccio di tutto per non fargli perdere nemmeno un pomeriggio insieme, se il suo lavoro lo permette incoraggio visite più frequenti, i week end che è con lui (sempre per ragioni legate al suo lavoro) cerco di andargli incontro quanto più mi è possibile in termini organizzativi affinchè non si sprechino ore preziose per loro due.
Propongo e suggerisco a suo padre attività, luoghi, posti, dove magari c'è qualcosa di stimolante o divertente che possano fare insieme e tanto altro.
Ora non è che mi voglio dipingere come wonder woman, ma dal punto di vista del LORO rapporto io faccio anche troppo.
E proprio perchè so quanto è importante, quanto venga prima il benessere di Ricky, nonostante tutto, mi faccio mille seghe mentali.
Fossi stata n'altra vi starei scrivendo dalla spiaggia!!!

bene, allora tocca a lui, adesso.

[Ari]

Ecco, più rifletto, più penso che, a meno che l'ex non pianti dei casini immani (quindi che possano complicare la vita di Laroby), io a vivere al mare ci andrei eccome.... visto che non si è sbattuto più di tanto per far funzionare le cose, se al figlio ci tiene veramente, che si sbatta facendo 300/400 km quando lo vuole vedere.

Non mi sembra che si stia chiedendo chissà cosa a quest'uomo.

ma topi, non è solo per il padre!

io abito a 140 km dai suoceri e zii paterni e a 200 km dai miei e zii materni e per quanto mia figlia sia cresciuta qui perché ci siamo trasferiti che aveva solo 11 mesi, la lontananza dalla sua famiglia di origine le pesa moltissimo!
lei vorrebbe vivere la quotidianità con nonni e cugini e le dispiace non poterlo fare.

[M76]

comunque se il padre non facesse opposizioni, se lei fosse più felice lì che qui (ma realmente, e non solo come una cosa passeggera, per fuggire dal presente) se ricky potesse continuare ad avere un rapporto con il padre, io non ci trovo nulla di male.
però ripeto, larò devi prima trovare un equilibrio con te stessa. come mai adesso questa voglia di fuggire??

[laroby]

Mah, se fosse il padre ad allontanarsi non si farebbero tanti dibattiti secondo me....
Quando una donna prende delle decisioni forti è maggiormente soggetta ad ogni forma di critica , favorevole o meno, perchè si porta dietro un bagaglio più pesante.
Non porta dietro solo sè stessa ed il figlio (in questo caso) ma tutta una serie di cose.
Forse il tuo è un modo di voltare pagina , di ricominciare, di mettersi alla prova....
Credo anche che sia vero che il luogo ove si scelga di vivere sia importante per sè stessi ed indubbiamente sia un grande aiuto abitare in un posto che ti piace, che ami e che ti faccia star bene.
Il fondamento di tutta questa storia è sapere cosa ne pensa il padre.

Il padre ne pensa che (cit.) "trova due lavori e una casa e andiamo"
la mia risposta è stata "una casa? non due?"
da lì, il nulla.

[Topillo]

Mah, se fosse il padre ad allontanarsi non si farebbero tanti dibattiti secondo me....
Quando una donna prende delle decisioni forti è maggiormente soggetta ad ogni forma di critica , favorevole o meno, perchè si porta dietro un bagaglio più pesante.
Non porta dietro solo sè stessa ed il figlio (in questo caso) ma tutta una serie di cose.
Forse il tuo è un modo di voltare pagina , di ricominciare, di mettersi alla prova....
Credo anche che sia vero che il luogo ove si scelga di vivere sia importante per sè stessi ed indubbiamente sia un grande aiuto abitare in un posto che ti piace, che ami e che ti faccia star bene.
Il fondamento di tutta questa storia è sapere cosa ne pensa il padre.

Il padre ne pensa che (cit.) "trova due lavori e una casa e andiamo"
la mia risposta è stata "una casa? non due?"
da lì, il nulla.

[kik]

qualcuna ha scritto che non puoi pensare solo a te stessa; è vero devi pensare anche a tuo figlio ma la felicità di una mamma è positiva per un figlio invece sè questa mamma è "depressa" infelice, insoddisfatta prima o poi il figlio ne subirà le conseguenze.

adesso siamo arrivati alla depressione?
Se non stiamo parlando di motivazioni veramente gravi, che pesino di molto sul piatto della bilancia, ma di una non ben definita insoddisfazione a cui una non sa dare un nome credo si debba prima fare molta chiarezza con se stessi e sì, pensare in primis all'equilibrio del proprio figlio.
Quando si diventa genitori si smette di pensare al singolare.

ma appunto lei si sta chiedendo se farebbe tanti danni a Ricky andando al mare. Secondo me no. Anzi.

secondo il mio punto di vista invece sì.

[STEFI@VALERIO]

Fondamentalmente questa città NON MI PIACE, non mi offre nulla che io non possa trovare altrove.
Una dimensione più umana (non parlo di un posto a caso, ma di una zona che conosco un po'), un clima migliore, un'aria nuova.

Laroby, tralascio volutamente quanto è stato commentato prima perché ripeterei solo cose già dette.

Leggendo tutto quello che hai scritto, l'unica motivazione concreta che adduci (o per meglio dire, quella che hai saputo esprimere chiaramente, nero su bianco) è questa. Eventuali ulteriori motivi non sono ben chiari neanche a te, a quanto leggo, quindi figuriamoci se possiamo esprimerci noi.
Ma se questo è il problema, allora perché invece di trasferirti armi e bagagli di 300 km, costringendo tuo marito e i nonni, gioco forza, a continue trasferte, non fai come tanti milanesi che "devono" andare al mare? Ti sposti tu sola nel fine settimana, parti il venerdì e respiri la tua aria buona e l'ambiente rilassato, te ne torni a casa rigenerata la domenica sera.
Io sto bene qua e morirei solo al pensiero di non godermi la mia casetta almeno nel fine settimana, ma conosco tanti (anche con tre figli) che lo fanno regolarmente.
Scusa la soluzione "semplicistica" ma sino ad ora dalle tue parole non emerge di più.

[Topillo]

Ecco, più rifletto, più penso che, a meno che l'ex non pianti dei casini immani (quindi che possano complicare la vita di Laroby), io a vivere al mare ci andrei eccome.... visto che non si è sbattuto più di tanto per far funzionare le cose, se al figlio ci tiene veramente, che si sbatta facendo 300/400 km quando lo vuole vedere.

Non mi sembra che si stia chiedendo chissà cosa a quest'uomo.

ma topi, non è solo per il padre!

io abito a 140 km dai suoceri e zii paterni e a 200 km dai miei e zii materni e per quanto mia figlia sia cresciuta qui perché ci siamo trasferiti che aveva solo 11 mesi, la lontananza dalla sua famiglia di origine le pesa moltissimo!
lei vorrebbe vivere la quotidianità con nonni e cugini e le dispiace non poterlo fare.

ma Ricky già adesso non vive la quotidianità con i nonni e non mi pare abbia cugini. Con soli 400 km di distanza, se si vuole, il tempo per vedersi si trova lo stesso.

[Ari]

Mah, se fosse il padre ad allontanarsi non si farebbero tanti dibattiti secondo me....
Quando una donna prende delle decisioni forti è maggiormente soggetta ad ogni forma di critica , favorevole o meno, perchè si porta dietro un bagaglio più pesante.
Non porta dietro solo sè stessa ed il figlio (in questo caso) ma tutta una serie di cose.
Forse il tuo è un modo di voltare pagina , di ricominciare, di mettersi alla prova....
Credo anche che sia vero che il luogo ove si scelga di vivere sia importante per sè stessi ed indubbiamente sia un grande aiuto abitare in un posto che ti piace, che ami e che ti faccia star bene.
Il fondamento di tutta questa storia è sapere cosa ne pensa il padre.

Il padre ne pensa che (cit.) "trova due lavori e una casa e andiamo"
la mia risposta è stata "una casa? non due?"
da lì, il nulla.

mi sa che a suo modo era una proposta anche questa

[syll70]

qualcuna ha scritto che non puoi pensare solo a te stessa; è vero devi pensare anche a tuo figlio ma la felicità di una mamma è positiva per un figlio invece sè questa mamma è "depressa" infelice, insoddisfatta prima o poi il figlio ne subirà le conseguenze.

adesso siamo arrivati alla depressione?
Se non stiamo parlando di motivazioni veramente gravi, che pesino di molto sul piatto della bilancia, ma di una non ben definita insoddisfazione a cui una non sa dare un nome credo si debba prima fare molta chiarezza con se stessi e sì, pensare in primis all'equilibrio del proprio figlio.
Quando si diventa genitori si smette di pensare al singolare.

infatti il "depressa" e messo tra "...""""""


va beh va!!!!

[laroby]

laroby ho una domanda idiota, forse. Ma se il padre si opponesse legalmente lo potresti fare? Prima di fantasticare su di un trasferimento dovresti ragionarne a tavolino con il tuo ex.

Se solo lui mi dicesse di non essere d'accordo archivierei definitivamente la cosa.

[laroby]

ma no, è proprio ORA, prima della scuola dell'obbligo, che per un bambino è il momento giusto.

eh, infatti mi dico proprio che ORAOMAIPIU.

[inga]

Mah, se fosse il padre ad allontanarsi non si farebbero tanti dibattiti secondo me....
Quando una donna prende delle decisioni forti è maggiormente soggetta ad ogni forma di critica , favorevole o meno, perchè si porta dietro un bagaglio più pesante.
Non porta dietro solo sè stessa ed il figlio (in questo caso) ma tutta una serie di cose.
Forse il tuo è un modo di voltare pagina , di ricominciare, di mettersi alla prova....
Credo anche che sia vero che il luogo ove si scelga di vivere sia importante per sè stessi ed indubbiamente sia un grande aiuto abitare in un posto che ti piace, che ami e che ti faccia star bene.
Il fondamento di tutta questa storia è sapere cosa ne pensa il padre.

sì, ma per abbandonare ogni briciola del buonismo che ho cercato di avere prima, se anche il padre non fosse entusiasta della cosa, mi sento di quotare Ci: chi se ne importa... a meno che non metta di mezzo avvocati ecc rendendo difficile la vita a Laroby.

Non credo che la legge possa mettersi di traverso.... se fosse un trasferimento all'estero ti dico di sì ma non credo che il padre possa opporsi all'eventuale trasferimento.

Non conosco Laroby , però credo che anche solo maturare l'idea di potersene andare sia frutto di riflessioni profonde e tormentate.

Per quanto riguarda la vita in un posto di mare.... non so dove sia la meta ma , secondo me, ti da una buona qualità di vita,.....a me personalmente riesce a trasmettermi quella leggerezza in più che aiuta a vivermi il quotidiano in maniera propositiva...

[laroby]

Mah, se fosse il padre ad allontanarsi non si farebbero tanti dibattiti secondo me....
Quando una donna prende delle decisioni forti è maggiormente soggetta ad ogni forma di critica , favorevole o meno, perchè si porta dietro un bagaglio più pesante.
Non porta dietro solo sè stessa ed il figlio (in questo caso) ma tutta una serie di cose.
Forse il tuo è un modo di voltare pagina , di ricominciare, di mettersi alla prova....
Credo anche che sia vero che il luogo ove si scelga di vivere sia importante per sè stessi ed indubbiamente sia un grande aiuto abitare in un posto che ti piace, che ami e che ti faccia star bene.
Il fondamento di tutta questa storia è sapere cosa ne pensa il padre.

Il padre ne pensa che (cit.) "trova due lavori e una casa e andiamo"
la mia risposta è stata "una casa? non due?"
da lì, il nulla.

mi sa che a suo modo era una proposta anche questa

ri-