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Educazione: spirito critico o riconoscimento dell'autorità?
- Topillo
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Educazione: spirito critico o riconoscimento dell'autorità?
Ciao a tutte,
mi sono trovata a discutere con mio marito, nei giorni scorsi, perchè man mano che cresce, abbiamo scoperto che su alcune cose fondamentali, abbiamo idee divergenti sull'educazione della nostra primogenita, Roberta, 3 anni e mezzo.
Vi spiego: lei è sempre stata, fin da piccolissima, una bambina con cui le imposizioni non hanno mai funzionato. Con lei ha sempre funzionato benissimo spiegarle le cose, farle capire il perchè e il percome alcune cose sono necessarie.
E se capisce la, chiamiamola "regola", allora se la ricorda e cerca di rispettarla, altrimenti se ne infischia allegramente.
Io mi rendo conto che la cosa sia molto molto faticosa, soprattutto perchè lei non sopporta i toni alri, le danno fastidio le voci arrabbiate e per ottenere qualcosa da lei ho sempre dovuto andare per tentativi, scoprendo che sempre la strategia migliore è parlare e spiegare.
Convincerla con l'esperienza.
Siccome la ritengo una bambina intelligente e matura, le ho anche sempre permesso di esprimersi liberamente. Per intendersi, non sono la mamma che le dice: "non devi rispondere male alla mamma, devi stare zitta", per me è più importante che lei, se ha una contestazione da fare, la faccia, in maniera che io capisca qual è il nodo da sciogliere e lo sciolga il più possibile con il ragionamento. E poi non ritengo giusto che lei debba sentire che le sue opinioni, le sue emozioni, i suoi desideri non vengono tenuti nella stessa considerazione dei nostri solo perchè lei è una bambina e noi adulti. Ha diritto anche lei alle sue idee. Poi, se sbaglia in qualcosa, il nostro compito è spiegarle perchè. E non è detto che le sue opinioni siano sempre sbagliate. Magari parlandoci si raggiunge un compromesso soddisfacente. E poi mi piace l'idea che lei sviluppi un certo qual "spirito critico" che la porta ad accettare o rifiutare le regole con cognizione di causa, sapendo prendersi le responsabilità delle sue scelte.
Mio marito, invece, in certe occasioni, sarebbe per il "si fa così perchè lo dico io" e "al papà non si risponde così".
A me dà molto fastidio che lui possa sentirsi in "diritto" di sopraffarla solo perchè è adulto e papà.
Ieri sera abbiamo discusso proprio su questa cosa, lui dice che non c'è sempre il tempo di spiegare il perchè e il percome e che lei deve imparare anche a obbedire senza spiegazioni.
Io invece credo che in certe situazioni sia vero che non c'è il tempo per spiegare, ma se il tempo non c'è al momento, il tempo DEVE essere trovato in seguito per spiegare e per capire lei cosa ne pensa.
Voi che ne dite? Sbaglio io? e' vero che gliele do tutte vinte, come dice lui?
Io sono per questa linea educativa perchè mi dava molto fastidio che i miei genitori non mi volessero ascoltare e chiudessero con: finchè sei in questa casa fai quello che ti dico io.
mi sono trovata a discutere con mio marito, nei giorni scorsi, perchè man mano che cresce, abbiamo scoperto che su alcune cose fondamentali, abbiamo idee divergenti sull'educazione della nostra primogenita, Roberta, 3 anni e mezzo.
Vi spiego: lei è sempre stata, fin da piccolissima, una bambina con cui le imposizioni non hanno mai funzionato. Con lei ha sempre funzionato benissimo spiegarle le cose, farle capire il perchè e il percome alcune cose sono necessarie.
E se capisce la, chiamiamola "regola", allora se la ricorda e cerca di rispettarla, altrimenti se ne infischia allegramente.
Io mi rendo conto che la cosa sia molto molto faticosa, soprattutto perchè lei non sopporta i toni alri, le danno fastidio le voci arrabbiate e per ottenere qualcosa da lei ho sempre dovuto andare per tentativi, scoprendo che sempre la strategia migliore è parlare e spiegare.
Convincerla con l'esperienza.
Siccome la ritengo una bambina intelligente e matura, le ho anche sempre permesso di esprimersi liberamente. Per intendersi, non sono la mamma che le dice: "non devi rispondere male alla mamma, devi stare zitta", per me è più importante che lei, se ha una contestazione da fare, la faccia, in maniera che io capisca qual è il nodo da sciogliere e lo sciolga il più possibile con il ragionamento. E poi non ritengo giusto che lei debba sentire che le sue opinioni, le sue emozioni, i suoi desideri non vengono tenuti nella stessa considerazione dei nostri solo perchè lei è una bambina e noi adulti. Ha diritto anche lei alle sue idee. Poi, se sbaglia in qualcosa, il nostro compito è spiegarle perchè. E non è detto che le sue opinioni siano sempre sbagliate. Magari parlandoci si raggiunge un compromesso soddisfacente. E poi mi piace l'idea che lei sviluppi un certo qual "spirito critico" che la porta ad accettare o rifiutare le regole con cognizione di causa, sapendo prendersi le responsabilità delle sue scelte.
Mio marito, invece, in certe occasioni, sarebbe per il "si fa così perchè lo dico io" e "al papà non si risponde così".
A me dà molto fastidio che lui possa sentirsi in "diritto" di sopraffarla solo perchè è adulto e papà.
Ieri sera abbiamo discusso proprio su questa cosa, lui dice che non c'è sempre il tempo di spiegare il perchè e il percome e che lei deve imparare anche a obbedire senza spiegazioni.
Io invece credo che in certe situazioni sia vero che non c'è il tempo per spiegare, ma se il tempo non c'è al momento, il tempo DEVE essere trovato in seguito per spiegare e per capire lei cosa ne pensa.
Voi che ne dite? Sbaglio io? e' vero che gliele do tutte vinte, come dice lui?
Io sono per questa linea educativa perchè mi dava molto fastidio che i miei genitori non mi volessero ascoltare e chiudessero con: finchè sei in questa casa fai quello che ti dico io.
Avec des "si" on mettrait Paris dans une bouteille
- marisetta
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Re: Educazione: spirito critico o riconoscimento dell'autorità?
Topillo entrambi
non c'è un metodo educativo putroppo ahimè che possa essere quello giusto, ma non è neanche sbagliato usare dei metodi diversi (però entrambi i genitori in quel momento devono concordare) a seconda delle situazioni. Solitamente si cerca, anche se prima c'è l'imposizione, di spiegare poi ai figli i motivi della stessa. A volte invece vale il metodo "io sono tuo padre e tua madre è per il tuo bene decido io". Faccio un esempio se mio figlio mangia porcherie (patatine fritte, cioccolato, etc.. in continuazione) tutto il giorno io da genitore, siccome so che fanno male, gliele vieto e in questo caso o sei d'accordo o non sei d'accordo ti attacchi al primo tram caro figlio o figlia. Puoi spiegare che certe cose fanno male cmq anche se piangi e ti disperi io lo faccio lo stesso. Questo è un esempio ma te ne potrei fare tanti altri, il discorso autorità vale in situazioni in cui c'è in gioco il benessere o addirittura la vita di tuo figlio (per es. per strada mentre attraversano, i bambini piccoli sono cmq imprevedibili).
Poi dipende anche dall'età, abituarli fin da piccoli al ragionamento trova un suo perchè, ma la tua bambina è ancora piccola per argomentare, da grande (superato il momento adolescenziale
in cui schizzano
) sarà in grado di ragionare più astrattamente sulle situazioni e interiorizzare le regole in modo più appropriato. Kant diceva che la morale si acquisisce vero i 7-8 anni ciò non vuol dire che non bisogna spiegare le cose ma finchè sono piccoli ci possono essere situazioni che necessitano di autorità ( e non so se effettivamente anche da grandi
).

Poi dipende anche dall'età, abituarli fin da piccoli al ragionamento trova un suo perchè, ma la tua bambina è ancora piccola per argomentare, da grande (superato il momento adolescenziale



Marisetta
- ema1
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Re: Educazione: spirito critico o riconoscimento dell'autorità?
Io sono una via di mezzo.
Non mi piace l'imposizione del tipo "devi fare cosi perche lo dico io" non e' mai stato un modo educativo in casa mia, i miei genitori non lo hanno mai fatto con me e siccome io non sono cresciuta cosi e un modo che non mi appartiene proprio.
Ma, il rispetto per i genitori per me e assoluto e non si tocca, puo esprimere liberamente una sua opinione o una sua "ribellione" ma sempre portando rispetto, quindi il linguaggio e il tono, per me, sono altretanto importantissimi, perche imparando a rispettare i genitori in primis, si impara ad esprimersi ma sempre portando rispetto anche alle altre persone al di fuori della casa.
Quindi " alla mamma o ai grandi non si parla cosi" per me e una legge. In casa mia e perfino vietato l'urlo come modo di discutere, quindi quando e in fase "isterica" io la fermo subitissimo.
Poi un altra cosa, lei e liberissima di chiedere o di avere una sua opinione o di discutere una "regola" ma ha ben chiaro che l'ultima parola tocca alla mamma, io sono grande, lei e' piccola mi sembra molto importante rispettare quata naturale ierarchia ( si scrive cosi??).
Non mi piace l'imposizione del tipo "devi fare cosi perche lo dico io" non e' mai stato un modo educativo in casa mia, i miei genitori non lo hanno mai fatto con me e siccome io non sono cresciuta cosi e un modo che non mi appartiene proprio.
Ma, il rispetto per i genitori per me e assoluto e non si tocca, puo esprimere liberamente una sua opinione o una sua "ribellione" ma sempre portando rispetto, quindi il linguaggio e il tono, per me, sono altretanto importantissimi, perche imparando a rispettare i genitori in primis, si impara ad esprimersi ma sempre portando rispetto anche alle altre persone al di fuori della casa.
Quindi " alla mamma o ai grandi non si parla cosi" per me e una legge. In casa mia e perfino vietato l'urlo come modo di discutere, quindi quando e in fase "isterica" io la fermo subitissimo.
Poi un altra cosa, lei e liberissima di chiedere o di avere una sua opinione o di discutere una "regola" ma ha ben chiaro che l'ultima parola tocca alla mamma, io sono grande, lei e' piccola mi sembra molto importante rispettare quata naturale ierarchia ( si scrive cosi??).

"In questa notte di preghiera, io guardo la luna, e con le mani giunte, faccio parlare il mio cuore"
- leda71
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- Iscritto il: 22 nov 2005, 23:31
Re: Educazione: spirito critico o riconoscimento dell'autorità?
A casa nostra vige il primo tipo di approccio che è più faticoso soprattutto perchè cresce delle piccole menti pensanti che tendono a non obbedire "sulla fiducia" , ma su questo io e socio siamo d'accordo.
Poi è vero che ci sono situazioni in cui non si ha tempo di discutere, ma, detto tra noi, quante volte queste sono emergenze vere e quante, invece, sono solo le volte che noi siamo stanchi e non abbiamo voglia, più che tempo o possibilità, di discutere?
Ema: a casa mia mi piacerebbe vietare gli urli, ma, ahimeè, sono la prima a sbagliare e quindi non posso non ammettere che anche i miei figli possano sbagliare.
invece mi spiace, ma sul rispetto della gerachia la penso proprio in modo diverso e quella che tu chiami "natura" mi sembra solo segno di un istinto, naturale certo, alla sopraffazione del più debole che non voglio trasmettere come valore ai miei figli.
Poi è vero che ci sono situazioni in cui non si ha tempo di discutere, ma, detto tra noi, quante volte queste sono emergenze vere e quante, invece, sono solo le volte che noi siamo stanchi e non abbiamo voglia, più che tempo o possibilità, di discutere?
Ema: a casa mia mi piacerebbe vietare gli urli, ma, ahimeè, sono la prima a sbagliare e quindi non posso non ammettere che anche i miei figli possano sbagliare.
invece mi spiace, ma sul rispetto della gerachia la penso proprio in modo diverso e quella che tu chiami "natura" mi sembra solo segno di un istinto, naturale certo, alla sopraffazione del più debole che non voglio trasmettere come valore ai miei figli.
There must be some kind of way out of here ...
- ishetta
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Re: Educazione: spirito critico o riconoscimento dell'autorità?
Ecco stavo x scrivere un papiro ma ema ha espresso benissimo la mia opinione.ema1 ha scritto:Io sono una via di mezzo.
Non mi piace l'imposizione del tipo "devi fare cosi perche lo dico io" non e' mai stato un modo educativo in casa mia, i miei genitori non lo hanno mai fatto con me e siccome io non sono cresciuta cosi e un modo che non mi appartiene proprio.
Ma, il rispetto per i genitori per me e assoluto e non si tocca, puo esprimere liberamente una sua opinione o una sua "ribellione" ma sempre portando rispetto, quindi il linguaggio e il tono, per me, sono altretanto importantissimi, perche imparando a rispettare i genitori in primis, si impara ad esprimersi ma sempre portando rispetto anche alle altre persone al di fuori della casa.
Quindi " alla mamma o ai grandi non si parla cosi" per me e una legge. In casa mia e perfino vietato l'urlo come modo di discutere, quindi quando e in fase "isterica" io la fermo subitissimo.
Poi un altra cosa, lei e liberissima di chiedere o di avere una sua opinione o di discutere una "regola" ma ha ben chiaro che l'ultima parola tocca alla mamma, io sono grande, lei e' piccola mi sembra molto importante rispettare quata naturale ierarchia ( si scrive cosi??).
Perché la vuoi perché tu puoi riconquistare un sorriso e puoi giocare e puoi gridare perché ti han detto bugie ti han raccontato che l'hanno uccisa che han calpestato la gioia perché la gioia è con te
- ema1
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- Iscritto il: 16 apr 2005, 2:01
Re: Educazione: spirito critico o riconoscimento dell'autorità?
leda, ma io non credo che un bambino senta le regole o l'influenza del genitore come una sopraffazione del piu debole, e ad essere sincera trovo che questa cosa sia un po montata. Io credo che un bambino ha bisogno di una figura che non sia alla sua pari, credo che un bambino ha il diritto di sentirsi "piccolo" di sbagliare da piccolo, e di comportarsi da piccolo. A volte mia figlia mi fa tanta tenerezza quando mi dice:"mamma non ti arrabbiare, io sono piccola" ed ha ragione. Perche deve sentirsi uguale a me quando non lo e'? Questo pero non vuol dire che io le tolgo i diritti che lei ha ( dico diritti pero anche questa parola mi sembra un po esagerata). La liberta' di sbagliare e di imparare tocca al piccolo, io che sono grande ne ho di meno. Ma questo non vuol dire che un genitore non puo sbagliare, mia figlia lo sa, io stessa sbaglio, per esempio quando mi e' capitato di urlare ( perche mi e' capitato) e ho chiesto scusa.leda71 ha scritto:
Ema: a casa mia mi piacerebbe vietare gli urli, ma, ahimeè, sono la prima a sbagliare e quindi non posso non ammettere che anche i miei figli possano sbagliare.
invece mi spiace, ma sul rispetto della gerachia la penso proprio in modo diverso e quella che tu chiami "natura" mi sembra solo segno di un istinto, naturale certo, alla sopraffazione del più debole che non voglio trasmettere come valore ai miei figli.
Io la vedo cosi.
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- leda71
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- Iscritto il: 22 nov 2005, 23:31
Re: Educazione: spirito critico o riconoscimento dell'autorità?
ok Ema, è vero, i bimbi hanno diritto ad essere trattati da piccoli e ci mancherebbe... il lavoro del genirìtore è proprio quello di assumersi le responsabilità e farli sentire liberi di provare e di sperimentarsi
però quel che dico io è che il RISPETTO di cui io ho bisogno come genitore ora ma soprattutto quando i nostri figli avranno 15, 18 anni, non è quello che deriva dal fatto che sono più adulta, che so di più, che ho un "ruolo" diverso, ma da quello che miei figli mi riconosceranno.
E per avere questo bisogna mettersi al loro livello e lasciarli crescere
E non mettersi 1 gradino più in alto e dare delle regole
io la vedo così
però quel che dico io è che il RISPETTO di cui io ho bisogno come genitore ora ma soprattutto quando i nostri figli avranno 15, 18 anni, non è quello che deriva dal fatto che sono più adulta, che so di più, che ho un "ruolo" diverso, ma da quello che miei figli mi riconosceranno.
E per avere questo bisogna mettersi al loro livello e lasciarli crescere
E non mettersi 1 gradino più in alto e dare delle regole
io la vedo così
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- clizia
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Re: Educazione: spirito critico o riconoscimento dell'autorità?
Topillo anch'io ho sempre spiegatole ragioni dei nostri comportamenti e delle nostre richieste, gli ho dato fiducia, l'ho fatto provare, ho ascoltato le sue ragioni tutte e belle cose che dici. ho sempre ottenuto ottimi risultati nel rispettarlo.
tieni presente però che spesso potrebbe capitare di non riuscire a mantenere la calmao a volte alcune spiegazioni sono inutili di fronte all'impuntatura specialmente quando sono più grandini con una volontà più formata e decisa. Ammetto che ogni tanto mi è scappato l'urlo facile. L'ho sempre rimproverato quando manca di rispetto a me , a noi. nno perchè ci voglia rispetto tout court ma perchè anch'io quandotrascendo chiedo scusa se mi scappa la parolaccia o l'urlata esagerata. dunque anche lui viene rimproverato o rimprovera me. inoltre mi è capitato di usare le espressioni di tuo marito ma solo come ultima ratio DOPO le spiegazioni snobbate.
Per le banalità non c'è bisogno di specificare che decido io, lo sa. :ahah
tieni presente però che spesso potrebbe capitare di non riuscire a mantenere la calmao a volte alcune spiegazioni sono inutili di fronte all'impuntatura specialmente quando sono più grandini con una volontà più formata e decisa. Ammetto che ogni tanto mi è scappato l'urlo facile. L'ho sempre rimproverato quando manca di rispetto a me , a noi. nno perchè ci voglia rispetto tout court ma perchè anch'io quandotrascendo chiedo scusa se mi scappa la parolaccia o l'urlata esagerata. dunque anche lui viene rimproverato o rimprovera me. inoltre mi è capitato di usare le espressioni di tuo marito ma solo come ultima ratio DOPO le spiegazioni snobbate.
Per le banalità non c'è bisogno di specificare che decido io, lo sa. :ahah
Streghettasaetta
- Topillo
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- Iscritto il: 26 giu 2007, 15:11
Re: Educazione: spirito critico o riconoscimento dell'autorità?
Io la vedo un po' come Leda.
E' vero che Roberta ha bisogno di vedere in me non una sua "pari", ma un punto di riferimento e infatti io le spiego spesso che quando le vieto qualcosa o le spiego che deve fare altro, lo faccio perchè a me è già capitata una cosa così, oppure le racconto che quando ero piccola anche io non capivo perchè dovessi fare una cosa piuttosto che un'altra, ma poi ho capito.
Insomma, io cerco di mettergliela sul piano del: la mamma non ti dice di no per farti un dispetto, ma perchè certe cose le ha già viste/vissute/provate e sa come funzionano.
Non mi piace pretendere il rispetto senza darlo. Se voglio che rispetti me, ha il diritto che io la ascolti e almeno mi sforzi di capire il suo punto di vista.
Infatti le cose che hanno il potere di tirarmi fuori dai gangheri sono due:
1) quando invece che parlare frigna (anche se mi rendo conto che è perchè è piccola e quindi cerco di trattenermi e quando la crisi è passata le spiego che invece che piangere avrebbe fatto meglio a spiegarmi cosa aveva)
2) quando non mi risponde nemmeno, ma ignora bellamente quello che le dico.
Lo so che lei è ancora piccola, che le sue argomentazioni sono limitate, ma io vorrei che crescesse con la consapevolezza che con me può parlare sempre, che ha la libertà di contestarmi, che si puà permettere di essere sincera e quindi anche "sfidarmi" apertamente, piuttosto che fare le cose di nascosto.
In quanto al tono, come Leda, siccome anche a me scappa l'urlata, non voglio pretendere che invece a lei non scappi mai il tono maleducato: se non riesco io a controllarmi, come posso pretendere che lo faccia lei, che ha solo 3 anni e mezzo?
E' vero che Roberta ha bisogno di vedere in me non una sua "pari", ma un punto di riferimento e infatti io le spiego spesso che quando le vieto qualcosa o le spiego che deve fare altro, lo faccio perchè a me è già capitata una cosa così, oppure le racconto che quando ero piccola anche io non capivo perchè dovessi fare una cosa piuttosto che un'altra, ma poi ho capito.
Insomma, io cerco di mettergliela sul piano del: la mamma non ti dice di no per farti un dispetto, ma perchè certe cose le ha già viste/vissute/provate e sa come funzionano.
Non mi piace pretendere il rispetto senza darlo. Se voglio che rispetti me, ha il diritto che io la ascolti e almeno mi sforzi di capire il suo punto di vista.
Infatti le cose che hanno il potere di tirarmi fuori dai gangheri sono due:
1) quando invece che parlare frigna (anche se mi rendo conto che è perchè è piccola e quindi cerco di trattenermi e quando la crisi è passata le spiego che invece che piangere avrebbe fatto meglio a spiegarmi cosa aveva)
2) quando non mi risponde nemmeno, ma ignora bellamente quello che le dico.
Lo so che lei è ancora piccola, che le sue argomentazioni sono limitate, ma io vorrei che crescesse con la consapevolezza che con me può parlare sempre, che ha la libertà di contestarmi, che si puà permettere di essere sincera e quindi anche "sfidarmi" apertamente, piuttosto che fare le cose di nascosto.
In quanto al tono, come Leda, siccome anche a me scappa l'urlata, non voglio pretendere che invece a lei non scappi mai il tono maleducato: se non riesco io a controllarmi, come posso pretendere che lo faccia lei, che ha solo 3 anni e mezzo?
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- clizia
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Re: Educazione: spirito critico o riconoscimento dell'autorità?
Certo, diciamo le stesse cose. Però se voleva attraversare la strada da solo nonostante le spiegazioni, gli esempi ecc.. gli si dava uno stop con deecisione finale di mammà.
Non sempre puoi stare li a contrattare su regole fondamentali.

Streghettasaetta
- mafalda2005
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Re: Educazione: spirito critico o riconoscimento dell'autorità?
Secondo me, in generale, va un po' troppo di moda lo spirito critico e un po' più di riconoscimento dell'autorità non sarebbe male. Prima di esercitare il proprio spirito critico, bisognerebbe avere gli strumenti per farlo.
And I think to myself... what a wonderful world
la tartaruga lenta com'è afferra al volo la fortuna quando c'è. 2006 2008
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Re: Educazione: spirito critico o riconoscimento dell'autorità?
ma gli strumenti si costruiscono e si acquisiscono se se ne ha la possibilità.
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- mafalda2005
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Re: Educazione: spirito critico o riconoscimento dell'autorità?
Non sono sicura che trasmetterle il messaggio che tutto si può discutere aiuti veramente, perchè non è vero, non tutto si può discutere. Forse mi dirai che con te può discutere, ma noi siamo le persone più importanti, se possono "concordare" tutto con noi, penseranno che si può concordare tutto. E invece non è così.
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- Topillo
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Re: Educazione: spirito critico o riconoscimento dell'autorità?
chiaro, anche io ho dovuto, inizialmente, tenerla "a forza" per mano, ma poi ho trovato modo e maniera di farle capire perchè.clizia ha scritto:Certo, diciamo le stesse cose. Però se voleva attraversare la strada da solo nonostante le spiegazioni, gli esempi ecc.. gli si dava uno stop con deecisione finale di mammà.Non sempre puoi stare li a contrattare su regole fondamentali.
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Re: Educazione: spirito critico o riconoscimento dell'autorità?
be', ma se non ci prova, e non ci prova con i suoi primi riferimenti, non ci proverà mai. E poi non è vero che alcune cose sono indiscutibili. Magari non si possono cambiare e bisogna prendere decisioni drastiche, ma a me piace che impari anche che se una cosa non le sta bene la può anche rifiutare in toto, pur sapendo che ci saranno conseguenze che lei dovrà affrontare.mafalda2005 ha scritto:Non sono sicura che trasmetterle il messaggio che tutto si può discutere aiuti veramente, perchè non è vero, non tutto si può discutere. Forse mi dirai che con te può discutere, ma noi siamo le persone più importanti, se possono "concordare" tutto con noi, penseranno che si può concordare tutto. E invece non è così.
Con me non è sempre un "concordare", a volte è anche un capire perchè su qualcosa sono irremovibile.
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Re: Educazione: spirito critico o riconoscimento dell'autorità?
Ma che vuol dire? Invece di rispondere se mio figliomi chiede perchè? dovrei solo zittirlo dicendogli solo che si fa come dico io? mica sto a fargli le filippiche di mezzora, ci vuole mezzo minuto a dirgli: guarda che io so che se non ti metti la giacca avrai freddo, lo senti anche tu ,vero? (scostandogli il colletto per fargli sentire il brividino... :ahah ) Prima non ci pensava, o non lo sapeva, così si acquisisce comunque autorevolezza e lui sa che si può fidare a darmi retta. Anche quando sarò più categorica e gli spiego che se davvero dico NO significa che stavolta non ci sono alternative o discussioni, sarò più credibile di chi zittisce in continuazione senza sentire le ragioni altrui.mafalda2005 ha scritto:Secondo me, in generale, va un po' troppo di moda lo spirito critico e un po' più di riconoscimento dell'autorità non sarebbe male. Prima di esercitare il proprio spirito critico, bisognerebbe avere gli strumenti per farlo.
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Re: Educazione: spirito critico o riconoscimento dell'autorità?
ecco, esattamente.clizia ha scritto:Ma che vuol dire? Invece di rispondere se mio figliomi chiede perchè? dovrei solo zittirlo dicendogli solo che si fa come dico io? mica sto a fargli le filippiche di mezzora, ci vuole mezzo minuto a dirgli: guarda che io so che se non ti metti la giacca avrai freddo, lo senti anche tu ,vero? (scostandogli il colletto per fargli sentire il brividino... :ahah ) Prima non ci pensava, o non lo sapeva, così si acquisisce comunque autorevolezza e lui sa che si può fidare a darmi retta. Anche quando sarò più categorica e gli spiego che se davvero dico NO significa che stavolta non ci sono alternative o discussioni, sarò più credibile di chi zittisce in continuazione senza sentire le ragioni altrui.mafalda2005 ha scritto:Secondo me, in generale, va un po' troppo di moda lo spirito critico e un po' più di riconoscimento dell'autorità non sarebbe male. Prima di esercitare il proprio spirito critico, bisognerebbe avere gli strumenti per farlo.
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Re: Educazione: spirito critico o riconoscimento dell'autorità?
sentire le sue ragioni non significa sistematicamente cedere ai suoi desideri. significa però essere interessati ai suoi pensieri e ascoltare, anche se poi bisognerà a malincuore dire che no sarà possibile ugualmente.mafalda2005 ha scritto:Non sono sicura che trasmetterle il messaggio che tutto si può discutere aiuti veramente, perchè non è vero, non tutto si può discutere. Forse mi dirai che con te può discutere, ma noi siamo le persone più importanti, se possono "concordare" tutto con noi, penseranno che si può concordare tutto. E invece non è così.
Guarda non mi sono posta il problema di non concordare perchè chissà cosa NOn potrà concordare con altri. sanno benissimo cosa possono fare con noi o con altri, che siano, parenti, nonne, tate o maestre. eio sono sua madre, no il suo capufficio per cui sono e devo essere pure meglio disposta a sentirlo rispetto ad estranei. e finora mio figlio non ha fatto di queste confusioni.
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Re: Educazione: spirito critico o riconoscimento dell'autorità?
ecco, mi trovo di nuovo in accordo con Clizia. Ascoltare le sue ragioni non è solo un modo per scendere a patti, ma soprattutto per capire che cosa le passa per la testa e come spiegarle, se lo stesso la risposta è NO, perchè lo è.
Se non si sente libera di esprimere a me le sue ragioni, i suoi pensieri, se non si sente considerata come persona pensante da me, in chi potrà riporre la sua fiducia?
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- Iscritto il: 29 set 2005, 14:12
Re: Educazione: spirito critico o riconoscimento dell'autorità?
Forse dovremmo fare un po' di esempi, io purtroppo vedo sempre più spesso genitori che dicono "no amore non si fa così" e intanto il bambino ha dato un pugno oppure sputato. E sì anche genitori che, pensando di far esprimere il bambino, la danno sempre vinta.
Dagli esempi che sono stati scritti, non mi sembra il caso e comunque su GOL non sembrano esserci mamme così. Sul campo però chissà.
Non so, io vedo i ragazzi e penso che qualcosa non è andato per il verso giusto, e questa cosa mi spaventa.
Mi accorgo però che mi sto allontanando dall'argomento.
Dagli esempi che sono stati scritti, non mi sembra il caso e comunque su GOL non sembrano esserci mamme così. Sul campo però chissà.
Non so, io vedo i ragazzi e penso che qualcosa non è andato per il verso giusto, e questa cosa mi spaventa.
Mi accorgo però che mi sto allontanando dall'argomento.
And I think to myself... what a wonderful world
la tartaruga lenta com'è afferra al volo la fortuna quando c'è. 2006 2008
la tartaruga lenta com'è afferra al volo la fortuna quando c'è. 2006 2008