

Anche adesso che (finalmente!!!) ho sentito forte e chiaro il battito del mio bimbo, ho dovuto prendere il mio fardello di angoscia e andarmene rimuginando sul fatto che ho deciso di fare il mio primo figlio a 34 anni e che quindi è mio dovere nei confronti della società (che bada bene dai 35 fornisce gratis villo e amnio) farmi fare la mia brava diagnosi prenatale.
Non sono bigotta, credetemi, non lo faccio per un senso di sacrificio, lo faccio perchè so che un aborto sarebbe psicologicamente impossibile per me... non ne sono capace: quindi che la faccio a fare questa benedetta diagnosi?
Lui ha insistito a volermi far fare il colloquio. So che il bitest non è come l'amnio e come la villo, ok, ma è sempre un qualcosa che se ti esce la probabilità 1/300 vivi i restanti 6 mesi in agonia perenne

Ma dovreste vedere il modo con cui me l'ha presentato!
Ha detto che da lui vanno donne di 40 che la pensano come me, così come ci vanno ragazze di 25 perchè vogliono saperlo, tanto, tutto sommato, se qualcosa non dovesse risultare a posto, alla peggio abortiscono e l'anno dopo sono dinuovo lì da loro.
Ovviamente le peggiori (per lui) erano le 40enni che la pensavano come me e non le 25enni che sembravano stessero andando a fare il collaudo all'auto: tanto, male che vada, l'anno prossimo ne prendo un'altra...

Non prendetemi a male, non giudico nessuno, ma neppure voglio che gli altri giudichino me o mi facciano venire i sensi di colpa: "pensi che tuo figlio, messo al mondo con una patologia grave, seppure potesse, ti ringrazierebbe per il regalo che gli hai fatto di crocifiggerlo una vita intera"?
Sono un'insegnante di sostegno, chi meglio di me può capire la sofferenza, l'angoscia e anche la rabbia, ma allora, che dobbiamo fare?
Dio mio, voi come vi siete regolate, ditemelo perfavore...
e... se si può fare... potreste suggerirmi un bravo ginecologo (possibilmente donna: non voglio vedere più uomini
