Giada: sei meraviglia, sei gioia, sei dono del cielo!

[Pizzy]

Quanto tu sia stata desiderata e cercata, piccola mia, lo sa solo il cielo.
Giustamente, hai scelto il momento più adeguato per arrivare. Hai atteso la fine di quei due anni in cui siamo stati immersi nel dolore e nella malattia. Il giorno prima di andarsene, Lei, pilastro della nostra famiglia, ti aveva “vista” e diceva che saresti arrivata presto, angelo mio!
E così è stato. Lei se n’è volata in cielo come una farfalla colorata e tu sei scesa da noi come una stella cadente. Hai illuminato la notte e hai portato l’arcobaleno e la luce del sole nelle nostre vite.
Dovevi nascere intorno al 10 settembre e, invece, hai avuto fretta di conoscere il mondo. Sei arrivata in un caldo giorno d’estate come un raggio di sole, per rallegrare la vita di mamma e papà! Sei nata il 18 agosto alle ore 17.14! Un frugoletto di appena 2.350 g, per 48 cm di lunghezza!

Il giorno prima della tua nascita, il 17 agosto, sono arrivati i risultati della clearance di proteine e creatinina sulle urine. Il babbo li ha comunicati al nostro amico, il dr P., che, dati la mia pressione alta, il gonfiore e il collo dell’utero ormai a 2,5 cm, gli ha detto di fare le valigie e portarmi all’ospedale. Le 37 settimane erano arrivate e tu potevi tranquillamente nascere. Non era il caso di continuare a prolungare di più, vista la mia gestosi gravidica. Mi sarebbe stata fatta l’induzione in giornata o al massimo il giorno dopo.
Quando il babbo mi ha telefonato dal lavoro e mi ha detto di prepararmi e di farmi portare all’ospedale dallo zio, mi sono sentita spiazzata, persa e mi girava la testa. Non potevo credere che quel momento, tanto atteso, stesse arrivando così bruscamente e senza preavviso. Ammetto che un po’ di timore mi ha colto all’improvviso, ma a darmi la forza è stato sapere che, dopo nemmeno 24 ore, ti avrei avuta tra le braccia.
Quando la mamma e lo zio mi hanno lasciata in quel letto d’ospedale, mi sono scese le lacrime agli occhi. Un misto di paura, gioia, fragilità. Per fortuna che il tuo papà si è fatto dare il cambio da un collega ed è arrivato dopo poco.
Quando mi hanno fatto il monitoraggio, avevo già qualche piccola contrazione spontanea e preparatoria, ma non dolorosa. Esattamente come tutte quelle avute negli ultimi due mesi, in cui mi hanno messa a riposo assoluto. Il primario, dr D. M., che è anche il mio ginecologo, ha deciso di rimandare il parto la mattina dopo, per avere a disposizione l’intera giornata, evitare l’urgenza notturna e poter fruire della peridurale.
Inutile dire che la notte non ho chiuso occhio e ho cercato di pensare a come sarebbe stato. Proprio io, che in passato dicevo sempre che avrei preferito il cesareo in spinale, per vederti subito, ma soffrire di meno…stavo per affrontare un parto naturale. E devo dire che, sebbene la paura fosse tanta, ero la persona più felice del mondo! Ti avrei fatta nascere Io, con tutte le forze che avevo nel corpo e nell’anima!
Ringrazio le mie compagne settembrine, Ambra e Marieclaire, che, con i loro sms, mi hanno dato tanta forza e coraggio, dicendomi di accogliere il dolore e lasciar fuori il panico, di seguire l’istinto e tirar fuori la forza per dare alla luce la mia bambina!
Il mattino dopo, alle ore 7, il dr P. mi ha visitata con l’ostetrica, dicendomi che il collo dell’utero era già a 2 cm e ha fatto una manovra, a dire il vero un po’ “fastidiosetta”, per rompere le membrane e stimolare il parto.
Alle 8.15 ero già in sala parto con l’ostetrica, monitorata e con l’antibiotico in vena (dato che il risultato dei tamponi, con questo parto a sorpresa, non aveva neppure fatto in tempo ad arrivare!).
Mio marito è arrivato alle 9. Era agitatissimo…alla faccia che è un medico! Ma, si sa che, quando ci sono gli affetti di mezzo, si diventa semplicemente “uomini” pieni di preoccupazioni! Io, invece, avevo una pace interiore inspiegabile e bellissima! Ad un certo punto, ricordo che gli ho detto: “Senti, la finisci di agitarti?! Se devi fare così, allora prendi la porta ed esci dalla sala parto. Ho un po’ di paura, ma, allo stesso tempo, sono tranquilla!”. A quel punto si è calmato.
Dopo l’antibiotico, l’ostetrica ha messo l’oxitocina molto lentamente. Nel frattempo mi ha detto di mangiare qualcosa per fare il pieno di energie. Così, mi ha offerto due biscottini e ha detto a mio marito di andarmi prendere un tè caldo. Io pensavo andasse in corridoio a prendere un bicchierino di tè alle macchinette. Invece, è tornato con un mega-bicchiere di uno “sbevarone” con tanto di coperchietto all’americana e di cannuccia, senza zucchero e a un miliardo di gradi centigradi. Appena ho dato il primo sorso, mi sono bollita la punta della lingua. Tanto per gradire i primi dolori del parto!
Alle 12.30 le contrazioni non si muovevano ancora per bene e mi hanno messo la seconda dose di antibiotico. Intanto, alle 13 è sceso il primario e mi ha rotto il sacco.
Che sensazione strana, sentire tutto quel liquido caldissimo scendermi sulla pelle e sapere che era quel mondo dove tu, piccolo amore, avevi nuotato beata e protetta sino a quel momento. Mi è sembrato di privarti del tuo nido, ma sapevo che con noi, a breve, ne avresti trovato uno altrettanto sicuro e accogliente.
In quel momento pensavo solo a te, là dentro la mia pancia, per la prima volta senza il tuo liquido vitale. Chissà se soffrivi, chissà se iniziavi a mettere in moto i piccoli polmoni per prepararti al nuovo mondo, chissà che cosa provavi in quel momento.
Subito hanno iniziato a raddoppiare, e poi triplicare, la dose di oxitocina per indurre il parto e, dopo nemmeno mezzora, sono arrivate delle contrazioni fortissime. E’ inutile negare che il dolore è stato grande, che mi sentivo morire ad ogni contrazione, ma paradossalmente ero serena, perché stavo dando la vita ad una magnifica creatura. Ho stretto più che potevo la mano di mio marito per trovare sostegno e cercavo di guardarlo negli occhi, come per rassicurarlo che tutto sarebbe andato a meraviglia, perché ero forte e perché c’era lui accanto a me. Avremmo abbracciato presto il nostro miracolo!
Dopo due ore di contrazioni, affrontate con grande dignità e cercando di concentrarmi e respirare a fondo, ero veramente distrutta, pallida e in un bagno di sudore. Mio marito ha insistito per la peridurale dato che, è garantita in fascia diurna gratuitamente e che il primario aveva detto che me l’avrebbero fatta. Solo che il dr D. M. era in riunione dalle 13.30 e con me c’era l’ostetrica e basta, la quale diceva che ormai ero troppo dilatata e la peridurale non serviva a nulla. Il medico che è arrivato dopo poco mi ha detto, con tono aspro e ridendomi in faccia: “Signora si rassegni, partorirà con dolore, come tutte le donne negli ultimi millenni, perché non ho gli esami che servono all’anestesista per procedere!”.
Quel suo modo privo di umanità mi ha fatto venire una gran rabbia. Ora la volevo ancora di più quella benedetta peridurale…alla facciaccia sua!
Mio marito non ci ha più visto è corso su in reparto, perché gli esami c’erano eccome e gli accordi col dr D. M. erano chiari. Gli hanno telefonato mentre era in riunione e, dopo poco, è sceso l’anestesista (alla faccia di quello str…o che mi derideva!).
Le contrazioni, però, ormai erano così forti e ravvicinate, che l’anestesista non riusciva a trovare il momento buono per infilare il catetere tra le vertebre. Ogni minuto scarso mi partiva una maledettissima contrazione! Insomma, morale della favola, ora che è riuscito a praticare la manovra in questione e che il Fentanest ha fatto effetto, avevo già affrontato tutto il travaglio, ero già completamente dilatata e con la testa della bimba incanalata e che già si vedeva.
Però, ho amato infinitamente quell’uomo vestito di verde, perché nel momento in cui il “liquido magico” ha fatto effetto mi sono sentita alleggerita da quell’insopportabile dolore che stavo vivendo da ormai più di tre ore e sono rimaste delle contrazioni vivissime e del dolore finalmente molto più sopportabile. A quel punto non mi rimaneva che concentrarmi su mia figlia, che DOVEVO rapidamente far nascere, visto che la testina era già lì.
E’ arrivato il primario e, quel “sant’uomo”, mi ha fatto mettere carponi sul lettino. Vi garantisco che non esiste posizione migliore e naturale per spingere con potenza e farsi forza con braccia e gambe! Sentivo chiaramente la testa della mia bambina che, ad ogni spinta, si faceva strada con forza e chiedeva il mio aiuto per raggiungere la luce. E io, credo di averci messo tutta la potenza e le energie che mi rimanevano. Sentirla incanalarsi e venire avanti dentro di me è stata una sensazione meravigliosa!
In un momento di delirio ho fatto ridere ostetrica, medici e company, dicendo: “Dio mio, ti sbrighi a nascere…ho un bel panino al crudo che mi aspetta come premio!”.
Poi, mi sono riposizionata sul lettino, supina, perché la testina ormai era sempre più vicina “all’uscita”. L’ostetrica si è messa camice sterile e mascherina, ha disinfettato il “campo” (cioè la mia patatina…anzi ormai patatona!), ha chiamato le infermiere dal nido, il primario si è preparato e ha fatto mettere i guanti pure a mio marito, che ovviamente, da buon chirurgo, stava seguendo il tutto in “mondovisione”! Così il babbo ha potuto toccare la testina della sua bimba e vedere che piano, piano usciva. A quel punto ho capito che finalmente c’eravamo quasi!
Ero stremata e ho chiesto di farmi pure l’episiotomia per aiutarmi a farla uscire. Dopo che hanno tagliato, ho dato ancora parecchie spinte, con le poche, ma fondamentali, energie che mi rimanevano. Ho sentito mio marito che diceva: “Eccola, eccola, sta uscendo!”. Ho sentito la mano dell’ostetrica che estraeva la testa, praticava una manovra di torsione per far uscire la spalla…e, poi, l’incredibile meraviglia di sentir guizzare fuori tutto il corpicino della mia bambina. Mi sono abbandonata sul lettino, conscia di aver dato tutta me stessa.
Qualche secondo e si è sollevato un pianto bellissimo, che ci ha annunciato che, alle ore 17.14, sei nata tu, piccola Giada!
Ho sollevato la testa e ti ho vista. Tutta coperta di sangue e vernice caseosa, ma con dei polmoni forti che gridavano alla nuova vita!
C’è stato il taglio del cordone, che però non interromperà il nostro legame, tesoro mio, perché continuerà per tutta la nostra vita indissolubilmente. Io sono la TUA mamma e tu sei il MIO piccolo angelo!
Il tuo papà ha assistito alle prime “cure” che ti hanno dato, mentre io, nel solo allontanarmi da te per quei 5 minuti, mi sono sentita privata del mio bene più prezioso. Dopo poco, ho sentito la mano dell’infermiera che mi sbottonava la camicia sul petto e ti ho vista tutta infagottata in un telo bianco. Quando ti hanno appoggiata sul mio petto, mentre ero ancora sudata e stremata, ho iniziato a tremare come una foglia e non smettevo più di fissarti, incredula nel vedere il frutto del Nostro amore! E c’è quell’incredibile foto che ci ha fatto il babbo a testimoniarlo.
Ero incantata, confusa, felice, emozionata e l’infermiera mi ha detto: “Se vuoi puoi darle un bacino!”. E’ stato il bacio più bello e tenero della mia vita!
Il papà è salito al nido con te, dove ti hanno lavata, misurata, pesata e messo in culla termica. Io sono rimasta un’altra ora in sala parto. Purtroppo la placenta non usciva e si sono accorti che era rimasta attaccata sul lato destro. Li sentivo dire di fare piano per non provocare emorragie, altrimenti sarei dovuta andare di corsa in sala operatoria. Che paradosso! Non era possibile che, dopo aver affrontato il parto naturale, ci mancasse pure un bel taglio sulla pancia! Ho iniziato a preoccuparmi. Hanno “ravanato” per un bel po’ con dei ferri strani, finché non è uscita la placenta. Era piccolissima. Ecco perché non crescevi più, povera piccola!
Poi, è stata l’ora del “ricamino”! Il dr D. M. mi ha fatto l’anestesia e ha iniziato a cucire e sentivo che diceva all’ostetrica: “Tu cosa dici, basteranno 2-3 punti? Perché sai, non vorrei darne troppi alla signora…ma non so se siano sufficienti questi”. E l’ostetrica: “Dr, è meglio qualche punto in più, piuttosto che rimanga aperta la ferita!”. E io, riemersa dal profondo della mia stanchezza, gli ho detto: “Dr, non si preoccupi, cucia bene e mi rifaccia tutto bello nuovo!”. A quel punto, risata collettiva! Così, mi sono beccata un micro arazzo di tre punti esterni e tre interni.
Finalmente, dopo più di un’ora, alle ore 18.30, mi hanno messa in barella e portata in corridoio. Intanto è sceso mio marito, il padre della mia bimba…che bello, ora posso finalmente dirlo! E con lui accanto mi sono sciolta in un pianto dolcissimo, che sembrava senza fine. Mi hanno portata in stanza e siamo stati insieme sino alle 20. Vedere i suoi occhi e il suo sorriso pieni di gioia mi ha reso la donna più felice del mondo.
Poi, il mio amore se n‘è tornato a casa ed io sono rimasta sola con i miei pensieri…e l’ordine tassativo delle infermiere di non alzarmi sino la mattina dopo (se non per provare a fare pipì). Avevo bisogno di riposo e avevo la flebo di oxitocina che andava.
Detto fatto…alle 20.15, è arrivata mia cugina Ilaria. Ho chiesto all’infermiera un palo con le ruote per la flebo, con la scusa di andare in bagno…e mi sono trascinata con l’aiuto di Ilaria per il lungo corridoio del reparto. Dovevo vedere la mia bambina! Dal vetro del nido, l’ho vista. Così piccola dentro la termoculla, solo col pannolino addosso. Alle 20.30 hanno chiuso le tapparelle della vetrata, ma io volevo toccare mia figlia. Ho suonato il campanello del nido, mi hanno fatta entrare. Ho infilato le mie mani nei fori della culla e ho incontrato quelle microscopiche di mia figlia. Che meraviglia!
La notte non ho chiuso occhio, sia per il dolore dei punti…che, soprattutto, per la voglia che arrivasse la mattina dopo e poter rivedere il mio scricciolo.
Finalmente la colazione…e alle 8 ero già al nido. L’infermiera mi ha detto: “Forza, ora che Giada si è scaldata, possiamo tirarla fuori dalla termoculla, vestirla e attaccarla al seno”.
Oh mamma, che emozione! Sarei stata in grado? La sua bocca era così piccola che non capivo come avrebbe potuto poppare dal mio capezzolo. E, invece, è andata bene.
L’ho attaccata, con perseveranza, ogni tre ore. Ero l’unica, delle dieci mamme ricoverate, che si alzava anche per la poppata delle 4 di notte (agli altri bimbi davano il biberon). Io sono cocciuta come un mulo! Me ne andavo continuamente per il corridoio, di notte e di giorno, con la mia ciambella sottobraccio. L’unico sussidio che mi permetteva di strare seduta ad allattare, senza che punti ed emorroidi, mi facessero piangere dal male!
Quando sono stata dimessa ho ricevuto i complimenti di medici, ostetriche e infermiere, per la mia compostezza durante il parto, per la forza dimostrata e per la mia assoluta cocciutaggine! Che ridere, a me non sembrava di aver fatto nulla di straordinario…ma sono stata fiera di me stessa!

Ora ti guardo, piccola gemma preziosa, e ti amo immensamente con tutta me stessa.
Giada, il più bel regalo che la vita mi abbia donato.
Il frutto dello splendido amore che mi lega al tuo babbo.
Sei meraviglia, sei gioia, sei dono del cielo!

La tua mamma
Sara

[rada]

complimenti!!!!!

[Ambra87]

Benvenuta Giada!!!!!!!
e brava alla mamma, lo sapevo io che hai due p@lle così!!!!!!

[Lilluna]

[Raiaka81]

Lo sapevo che mi sarei commossa!
Pizzy sei una guerriera e Giada e' il tuo bellissimo dono!!!

[azzurrocielo]

Pizzy

sei stata bravissima e molto coraggiosa e la tua piccola Giada è un preziosissimo e dolce tesoro con due meravigliosi genitori

un grandissimo abbraccio

[DadaEle]

Brava Pizzy...e di nuovo benvenuta a Giada!!!

[LISA76]

Che emozione Sara è un racconto bellissimo Vi abbraccio forte

[Dida77]

Il tuo racconto Pizzy è straordinario.
Così vero e così emozionante.
Mi sono commossa!
Ancora e ...BUONA VITA!

[Silvietta7885]

eh no pizzy non si fa così
sono una fontana!
si legge proprio tutto l'amore e il desiderio per questa bambolina!

[Iolanda]

benvenuta Giada!

[viviana79]

NON HO SMESSO UN SECONDO DI PIANGERE....

la piccola Giada ha una mamma meravigliosa!

[dadina78]

[Aradia]

Mamma mia che emozione, se ripenso a tutto il nostro cammino da settembrine mi vengono le lacrime...che gioia immensa sarai una mamma meravigliosa

[frab]

Pizzy

[campanara80]

Che bel racconto!!!!

e mi sono commossa di nuovo in ufficio......

[f.ery]

[fioccorosa]

Che bello il racconto del tuo parto

mamma mia, mi ha commosso tanto




Buona vita a Giada e auguroni a tutta la famiglia

[hope75]

Pizzy che racconto emozionante!!

[LUNAROSSA84]

pizzy tesoro mio non sai con quanta emozione ho letto il tuo racconto....
non sono riuscita a trattenere le lacrime di gioia...
non posso fare a meno di pensare che sei la mia speranza...tu....tea...lo sapete perchè....
ne avete passate tante....e alla fine ce l'avete fatta....
la tua piccola Giada è IL miracolo della vita....il tuo piccolo angelo adesso è li con te....è meraviglioso..dalle tue parole si capisce l'amore immenso che provi per la tua piccola creatura...
auguro alla piccole dolce Giada una vita piena di cose meravigliose....e ne sono certa..perchè avrà accanto a se una mamma e un papà meravigliosi

buona vita a te piccolina