La notte stessa invece mi sveglio e mi alzo per fare pipì, è circa l’una e mezza e trovo sulla carta igienica il tappo mucoso, nel frattempo mi rendo conto di avere contrazioni non dolorose ma regolari ogni cinque minuti circa!!!! Finalmente è arrivato il momento tanto atteso! Corro a svegliare Tony e glielo dico e subito decidiamo di andare in ospedale, abitiamo lontano e anche se è notte e non c’è traffico la strada è lunga...nel giro di mezz’ora siamo al pronto soccorso dell’ospedale prescelto, non ho paura né sono agitata, non vedo l’ora di conoscere la mia piccola e penso che non manchi molto.
Sono circa le 2.40 e ho la prima delusione di una lunga serie......dilatazione di 1 cm!!!!!!!!! Mi ricoverano perché comunque ci siamo.
Arrivata in reparto mi sottopongono a tracciato e mi fanno l’anamnesi, le contrazioni sono ormai belle forti, ma irregolari e non sono nemmeno lontanamente in fase di travaglio (e come caspita è il travaglio allora????). Tony è sempre al mio fianco.
Dopo il tracciato mi accompagnano nella mia stanza, dove permettono anche a Tony di restare, non se ne andrà più fino a dopo il parto...
Dopo poco arriva un’infermiera che mi fa un prelievo, poi faccio colazione e conosco le mie compagne di stanza, che sono entrambe simpatiche e con le quali trascorrerò una serena degenza. Ascolto le loro esperienze e decido che forse per l’epidurale posso pensarci ancora su, che forse ce la posso fare da sola se il travaglio è “tutto lì”! Ah ah ah, illusa mentecatta....


A metà pomeriggio Tony va in sala visite a sollecitare un ulteriore controllo e lì mi sento morire: 2 cm di dilatazione e collo dell’utero quasi appianato, a quel punto dico che VOGLIO l’epidurale, oppure un cesareo, che facciano loro, ma che facciano qualcosa, io non ne posso più, sono lì da 16 ore e sono a soli 2 cm e il travaglio non è ancora cominciato!!!!!!!!!!! Ecco che viene fuori il carattere da principala.......... Devo dire che il personale è stato tutto sempre super professionale e competente, sia durante che dopo, e soprattutto durante il travaglio attivo e il parto, ma in quel momento io avrei sbranato chiunque.
Le ostetriche, vista la situazione, chiamano quella che sarà la mia ostetrica in travaglio e parto che viene a visitarmi anche per farmi la prima delle due flebo di antibiotico (avevo il tampone rettale positivo per streptococco B), lei mi piace tantissimo, mi visita e mi dice che per lei non sono ancora in travaglio attivo e che 2 cm sono pochi per un’epidurale, dovrebbero essere almeno 4, ma vedendomi piegare in due dal male si rende conto della situazione, mi fa la flebo e accetta di portarmi giù prima del tempo, tanto tra la flebo, l’arrivo in sala travaglio e l’epidurale si spera che la dilatazione aumenti....... Continuo a ripetere che non sono una lamentosa, che non è mia abitudine, e che ho davvero tanto male....
Arriviamo giù io, lei e Tony (mi fa camminare, ma chi ce la fa?????), entriamo nel reparto travaglio e lì tra urla e imprecazioni delle altre partorienti mi accompagnano in una sala in cui poi mi raggiungerà l’anestesista, Tony deve restare fuori, sono sola, dolorante, mi appoggio ovunque, non ho più il mio letto per riposarmi, mi appoggio alla barella che però si muove ed è un supporto scomodo, da una sala travaglio adiacente una pazza scatenata al suo secondo parto, completamente dilatata, sembra interpretare il film “L’esorcista”, ne dice di tutti i colori a chiunque, urla, insulta, persino suo marito la abbandona, alla fine si vince un cesareo, che pretende da un bel po’ perché non accetta di spingere e dare alla luce il suo bimbo, io non riesco nemmeno ad avere paura, per fortuna mi rendo conto che la matta è lei e non gli altri i carnefici, per tutto il tempo non avrò mai provato paura, solo tanta voglia che tutto finisca e vada bene, ma nelle loro mani mi sento al sicuro e sono certa che Marta non avrà problemi, la mia ostetrica, Patrizia, è bravissima e io mi sento bene, mi rendo conto solo più tardi che sarà proprio lei a far nascere Marta e la cosa mi rende felice.
Arriva l’anestesista e mi spiega che durante la puntura per l’epidurale dovrò stare completamente immobile, io che ho sempre avuto il terrore puro e cieco degli aghi oramai mi faccio fare di tutto senza fiatare...
Già...ma come faccio a restare ferma? Ho una tosse pazzesca da due settimane e le contrazioni che mi stravolgono, ce la farò????? Ce la faccio. Mi fanno sedere sulla barella con i piedi appoggiati su uno sgabello e la schiena curvata in avanti, l’anestesista è bravissima e non sento quasi nulla, Patrizia accompagna poi me e Tony in un ambulatorio tutto per noi dove finirò il travaglio e dove mi posso finalmente sdraiare su un vero letto, lei inizia a compilare tutti i fogli per me e Marta, parliamo dell’Inter e della semifinale di Champion’s League che si sta disputando proprio in quel momento contro il Barcelona, Tony è dell’Inter e il marito dell’ostetrica è proprio a San Siro, sapremo poi da lui tramite lei che l’Inter ha vinto per 3 a 1!!!! Che bello, proprio la sera della nascita di Marta!!!!

Arriviamo in sala parto, mi sistemano sul lettino, Tony è dietro di me, intorno a me ci sono due ostetriche, un ginecologo, una dottoressa e due infermiere, Patrizia mi spiega come e quando spingere, all’inizio sono imbranata poi pian piano le mie spinte sono sempre più efficaci, ricordo di aver sempre pensato che avrei fatto in modo di facilitare la nascita di Marta, ma una cosa è dirlo un’altra è farlo, fa male da morire, ma quando arriva la contrazione è automatico spingere, provano a farmi assumere altre posizioni ma io ho talmente male che mi affeziono alla classica da visita ginecologica e non mi schiodo da lì.
Dopo circa tre quarti d’ora mi dicono che manca poco, visitandomi si vede la testa, io per non smentirmi mai chiedo “sì ma........QUANTO poco?????”


Chiedo a Patrizia se Tony può tagliare il cordone ombelicale, dice di sì! Con molta emozione Tony recide il primo legame con la mia bimba, purtroppo non possiamo donare il cordone perché è troppo sottile, è spesso soltanto un dito. Puliscono e vestono Marta e la consegnano alle braccia trepidanti e sicure del suo papà. Finalmente anche lui è con lei! Dopo il secondamento e l’eterna cucitura della lacerazione ci portano in sala risveglio e poi in stanza, sono le 4 del mattino, Tony va a dormire da mia mamma, che vive lì vicino, io dormo un paio d’ore, poi faccio colazione e infine mi portano Marta...inizia la mia avventura da mamma!
