La giornata del 21 è stata veramente lunga, ma così intensa e travolgente che nel complesso è volata in un attimo per me e papà Alfredo. Dopo una gravidanza cercata da più di due anni e trascorsa giorno dopo giorno in felice aspettativa, tutto è avvenuto nell'arco di meno di 24 ore, senza dare alcun preavviso, non dandoci neanche il tempo di renderci conto che finalmente il nostro Luca era pronto e aveva deciso di venirci a conoscere.
La sera prima a cena ho detto ad Alfredo che avevo completato tutti i lavoretti di casa che volevo fare e tutto era pronto per l'arrivo di Luca, c'era solo da aspettare e sperare che si decidesse da solo.
All'1,30 di notte i primi dolori mi svegliano ma cerco di lasciar dormire Alfredo e di rilassarmi perché pensavo fossero passeggeri, provo anche ad andare in bagno a fare la pipì temendo che sia la vescica che scaccia, ma i dolori continuano intermittenti. Alfredo se ne accorge che respiro in modo strano e mi chiede cosa c'è. Gli dico che ho delle contrazioni e lui nel dormiveglia viene preso da un momento di panico dalla notizia improvvisa nel cuore della notte, salvo poi riaddormentarsi a sprazzi quando non gli stringo la mano durante la contrazione.
La notte passa e si fa mattina, facciamo colazione, io in piedi camminando e mangiando non appena finisce il male e cominciamo a capire che pur avendo seguito ben due corsi preparto, l'emozione quando arriva il momento ti fa perdere la ragione! Arriva a casa anche mia mamma a salutarci e mi vede camminare per casa in mutande avvolta con il plaid. Ogni tanto mi appoggio al mobile in silenzio e poi riprendo a parlare.
Tra varie telefonate a vuoto al mio ginecologo, finalmente l'ostetrica dell'ospedale mi risponde e mi consiglia di fare una doccia calda e vedere come va. Così scopro nello spogliarmi che ci sono perdite di muco e sangue: sarà il tappo ??!?! Alf torna in salotto e dice a mia mamma: “Elena ha perso il tappo!!” e mia mamma non capisce cos'è sto tappo e si fa due risate !
La doccia è stata piacevole ma si sono avvicinate le contrazioni (ogni 6 minuti circa) e avendo 40 minuti di macchina da fare ho preferito prepararmi e decidermi ad andare.
Arriviamo in ospedale (io appesa al poggiatesta del sedile posteriore) e siamo saliti in reparto ostetricia. Lì le contrazioni sono diminuite e temo di aver sbagliato a voler andare. Mi attaccano comunque al tracciato, per fortuna le ostetriche sanno bene che cambiando ambiente le contrazioni posso smettere e poi riprendere. In stanza c'è un'altra ragazza scocciatissima, che legge un quotidiano come se fosse dalla pettinatrice. Io invece ho ripreso le mie contrazioni e potendo stare in piedi mi appoggio al muro, anzi potessi lo scalerei con le unghie!
Segue la visita ginecologica, un po' dolorosetta , in cui temo che la dottoressa mi voglia rompere il sacco amniotico, ma mi dice che sono a 3 cm di dilatazione che mi ricoverano.
Lì ho avuto un momento di paura e ho pensato:“Caspita non sono mai stata ricoverata in vita mia! Allora ci siamo veramente? Non mi mandano a casa!”
In sala parto ho avuto il mio secondo momento di panico vedendo il letto, mi sono sentita con le spalle al muro, pensando “adesso tocca solo a me partorire, è il mio turno e non si può tornare in dietro!”
L'ostetrica che mi accompagna per tutto il parto si chiamava Angela, ed è una dolcissima ragazza più giovane di me che per tutto il pomeriggio fino a sera mi conforta e incita nel momento della contrazione a spingere.
Sono stata parecchio tempo a carponi appoggiandomi al fondo del letto, Angela sente il cuoricino di Luca che batte benissimo e ogni due ore mi visita per vedere come procedo. Mi svuota la vescica con il catetere perché da sola non ce la faccio.
Arriviamo a 7 cm e proviamo altre posizioni: in piedi appoggiata alla spalliera del letto, seduta sulla palla e sulla sedia norvegese,mentre ogni tanto spuntano altri medici e ginecologi che verificavano come procedevo. A questo punto un dottore viene e mi convince a rompere il sacco per far scendere maggiormente la testina di Luca ed io pur con paura acconsento: sento il flusso caldo scendere giù e Alf mi rassicura che è limpido.
Le ore dentro quella sala parto passano con sottofondo radio RDS e Alf tra una contrazione e l'altra mi chiede se voglio mangiare, bere, prendere i fiori di Bach o i granuli omeopatici ed io alterno le mie scelte tra un cornetto e un succo di frutta. In effetti sono stata fortunata perché le contrazioni non si sono mai ravvicinate tanto, lasciandomi il tempo di respirare e parlare.
Man mano che la sera arriva io mi faccio sempre più stanca e dolorante e inoltre non ho nessun impulso a spingere pur avendo sentito la testina proprio lì in mezzo alle gambe, lo faccio quando arriva la contrazione perché riduce il dolore e sento che Luca scende un po' ma non ho un impulso irrefrenabile come ho tante volte letto.
Io comincio ad essere decisamente stanca chiedo tra un urlo e l'altro che mi facessero una dose di antidolorifico, ma ormai mi dicono che non serve più, devo solo spingere fuori Luca, ma io non ho più forze e tutte le volte che arriva la contrazione, Angela mi incita ma io mollo la spinta dopo poco.
A questo punto intervengono i ginecologi che essendosi fatte le 21 passate, pensano che sia ora di tagliar corto e preparano un po' di arnesi. Io mi preoccupo e dico che non voglio l'episiotomia né tantomeno la ventosa! Ma sono troppo stanca per parlare o capire cosa voglio.
Mi fanno comunque una anestesia preparatoria all'episiotomia (che comunque non mi fanno) e poi mi danno un po' di ossitocina endovena di supporto, che sinceramente non ho notato!
Arriva la ginecologa che sembra un gendarme tedesco e dice che ora lo facciamo uscire
L'ostetrica vede la testina piena di capelli e mi dice che ha anche le basette come papà e ridono tutti! Io sento che è quasi finita, mi rassereno e aspetto la contrazione successiva con la quale sento sgusciare fuori tutto il corpicino caldo e liquido.
Non mi ricordo di averlo sentito piangere, sono tranquilla che sta bene perchè Alfredo lo segue, lo portano a pulire mentre io mi concentro sul secondamento che dopo poco arriva ed esce anche la placenta. L'ostetrica ce la fa vedere ed è perfetta, la ringrazio perchè ha protetto e nutrito bene il nostro piccolo!
Me lo lasciano sporco un attimo addosso per salutarlo, poi una fastidiosissima pulizia interna, quattro punti di rammendo (con due praticanti che devono imparare a cucire!), una punturina per contrarre l'utero e una bella lavata disinfettante ed eccomi pronta per l'arrivo di Luca tra le mie braccia pulito e misurato, dopo aver salutato i nonni che sono stati a soffrire tutto il giorno fuori dalla sala parto!
Mi fanno alzare, cambiare e ci portano in sala travaglio a goderci un po' di intimità noi tre (ed io a rifocillarmi con l'avanzo di toast del pranzo e altre cosucce che mi ero conservata): il giorno 21 volge al termine e noi finalmente siamo una famiglia!
Tutto il mondo si concentra per me in quella stanza dell'ospedale, in quel letto, in quell'abbraccio, in quel fagottino caldo: il nostro Luca è arrivato e tutta la fatica fatta passa !!









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