La gravidanza non è stata semplicissima. All’inizio l’ incredulità e i sogni poi le minacce d’aborto e la paura, il riposo forzato e la speranza….
Poi finalmente quella tua prima immagine, quel tuo cuore tanto piccolo e tanto forte…eri pochi centimetri ma già ti amavamo da morire.
Dalla 17esima settimana in poi invece la gravidanza è stata meravigliosa…tutto perfetto, mi sentivo in forma e tu crescevi secondo gli standard. Anzi qualcosa di più tant’è che il 22/11 durante l’eco delle 36 settimane ci dicono che pesi già 3.400 gr!!!!
Ce lo conferma anche Carlo (il ginecologo della mamma) che dopo il solito controllo analisi e peso mi visita e mi trova il parto aperto di 1 cm e il collo raccorciato…mi dice “respira” e a tradimento mi scolla le membrane! Che dolore amore di mamma!
Da qui le cose iniziano ad andare velocemente…
La mattina dopo perdo il tappo ma vabbè, può capitare anche molto tempo prima….infatti la sera vado a cena con le tue zie strangozze. Tutto tranquillo.
Sabato mattina invece ZAC mi sveglio bagnata…ho rotto le acque!
Sveglio il tuo papà e gli dico che dobbiamo andare in ospedale perché tra poco ti conosceremo.
In ospedale mi attaccano al tracciato che rimane inesorabilmente piatto!
Comunque mi ricoverano.
Stesso scenario domenica e lunedì mattina, niente contrazioni ma il liquido si sta via via esaurendo.
Mi scollano le membrane 4 volte in 45 minuti e mi fanno una flebo di ossitocina ma tu fai capire di non essere pronto a nascere, in fondo sei solo a 37+4, ed hai i tuoi tempi. Punto.
Infatti dopo 2 ore e 1/2 sono a 2 centimetri abbondanti ma dichiarano il tentativo fallito.
Ormai il cesareo sembra essere l’unica soluzione.
Poi però valutano che è un peccato, tu sei lì…pronto per uscire…
Così alle 21 nuovo tentativo con ossitocina e finalmente qualcosa si muove, ci sono contrazioni ma non mi sto dilatando.
Mi fanno uno spasmex e io dico “ ma che siete matti!?!” ora che ci sono le contrazioni le bloccate??” invece, mi dicono, serve per rilassare la muscolatura e infatti funziona, inizia la dilatazione….
Le contrazioni le sopporto bene mettendo in pratica la respirazione che ci hanno insegnato al corso pre-parto.
Le sopporto finchè la tua testONA non arriva a toccare “la via d’uscita”.
Sento impellente il bisogno di spingere ma mi gridano “ferma mi raccomando che sei solo a 5 cm!!!” è una parola…..
Ecco, questo è stato il momento peggiore…passata la contrazione avrei dovuto rilassarmi prima di quella successiva che arrivava ad intervalli sempre minori invece mi contraevo per non spingerti fuori.
E’ andata avanti così per circa 30 minuti (anche se non lo so bene, la sala travaglio dilata il tempo e se ne perde la cognizione) poi ho chiesto l’epidurale. Santa epidurale!!!!
Inizio a chiacchierare con le ostetriche che, contrariamente ai giorni precedenti che sono stati caotici, sono tutte lì per me.
Ad un certo punto mi dicono che sono completamente dilatata e appena sento il bisogno posso iniziare a spingere.
Spingo tanto, cambio posizione ma tu sei di tutt’altra idea…quasi ti sento dire “IO DA QUI NON SCHIODO!”.
Ad un certo punto “l’ostetrica capo” si fa seria e dice che sono a dilatazione completa da più di un ora ….via, si va in sala parto….
Tutto si fa concitato. Mi fanno sdraiare sul lettino. Non vedo più il tuo papà, solo l’ostetrica che minacciosa si avvicina alla mia pancia…
E così ci mettiamo in tre: io, l’ostetrica saltellante e il dottore con la ventosa per tirarti fuori.
Due o tre salti ed eccoti…ti sento scivolare fuori, sei caldo. Poi ti vedo e ti sento piangere. Sono le 3:09 del 2/12.
Fanno rientrare il tuo papà che si lamenta di essere stato dimenticato fuori ma, effettivamente, lo spettacolo non deve essere stato bellissimo.
Ti guarda mentre ti puliscono e misurano:3.310 gr, 49 cm di lunghezza.
L’ostetrica vuole sapere la misura del capoccione: 34.8 cm di circonferenza!
Quando ti poggiano sul mio petto io e il tuo papà scoppiamo a piangere…lui non fa che ripetere “è bellissimo” ed io riesco solo a dire “è tutto nostro”.
Mentre mi mettono i punti guardo giù la mia pancia molliccia e penso che non potrò più guardarla senza pensare che è stata la tua prima culla.

