La scienza aveva archiviato il caso suo caso come "stato vegetativo permanente".
Ma sua madre, che non lo ha mai privato delle sue cure, non si è arresa. E dopo 23 anni ha trovato chi ha saputo accorgersi che suo figlio in verità era cosciente. Steven Laureys, il giovane neurologo dell’Università di Liegi, ha saputo trovare anche il modo di comunicare con Rom, che adesso è felice e racconta la sua storia a tutto il mondo con la punta di un dito, attaccata alla tastiera del computer.
"La mia vita è bellissima" - ha risposto ai medici che gli chiedevano che cosa pensasse della qualità della sua vita -. "Adesso che gli altri sanno che sono vivo, voglio leggere, parlare con gli amici, voglio approfittare della mia vita».
In medicina è difficile mettere a confronto singoli casi, però è chiaro che l’avventura di Rom è potenzialmente in grado di riaprire il dibattito sul trattamento dei pazienti in stato di incoscienza prolungata per molti anni.
Qui trovate qualche notizia in più: http://www.avvenire.it/Cronaca/Bellissi" onclick="window.open(this.href);return false; ... 700000.htm







