Mia suocera ha preso una multa perchè è passata sotto una "porta elettronica", uno di quei dispositivi con telecamera che segnano il divieto d'accesso in alcune zone delle grandi città. L'orario del divieto è 9,30/19,30 e mia suocera, fidandosi del suo orologio ha attraversato la porta alle 9, 29 e 41 secondi. Visto che la porta elettronica non ha un orologio accanto o un semaforo che indichi se è già scattata l'ora in cui l'accesso è consentito o impedito, ho presentato ricorso al giudice di pace dicendo che poteva essere tollerata una discrasia di pochi secondi tra l'orologio della telecamera e quello del comune mortale.
Qualche minuto prima dell'udienza entro nella stanza del giudice di pace e chiedo se qualcuno si è costituito o verrà per il Comune di Torino, il Giudice mi risponde di no e poi mi dice:<<Avvocato, io qui non so mica se annullo la multa, perchè secondo me lei avrebbe dovuto dimostrare (eventualmente con querela di falso) che l'ora della telecamera, inviata direttamente dall'Istituto Galileo Ferraris a tutta Italia, è sbagliata e che invece l'orario corretto è quello dettato dall'orologio da polso di sua suocera>>.

Mi sono venuti i brividi, non sapevo che fare: è chiaro che l'ora giusta è quella dell'Istituto galileo Ferraris e non quella dell'orologio di mia suocera, quello che io avevo sostenuto nel ricorso era invece la buona fede e l'impossibilità che l'orologio di un privato sia esattamente sincronizzato al secondo con quello della telecamera. I Giudici di Pace, a volte, emettono sentenze completamente fuori da ogni logica giuridica e comune e quindi, conscia del fatto che era inutile che gli spiegassi i miei motivi in diritto che tanto non avrebbe capito, gli ho detto con un sorrisone: <<Dottore, è la multa di mia suocera!>>.
In Italia basta dire "suocera" e tutti corrono a salvarti... la multa è stata annullata.