

Sono uscita dal colloquio e le lacrime hanno cominciato a scendere senza che nemmeno me ne rendessi conto, ancora adesso mentre vi scrivo fatico a ricacciare indietro i lacrimoni con l'unico risultato di non riuscire a vedere la tastiera nitidamente.
Oggi eravamo in tre, la tirocinante non c'era e Robby, come sapete, non era stato invitato.
La prima cosa che ho fatto è stata quella di consegnare loro le lettere che Robby ha scritto per nostro figlio, ho detto: "non so se vi farà piacere, ma leggendo queste lettere potrete capire meglio che tipo di padre potrebbe essere.."
La psicologa mi ha ringraziato ed ha messo le lettere, senza leggerle, nell'incartamento che ci riguardava.

Per chi non le ha mai lette:
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Era giusto così, le leggeranno dopo con calma.
Mi ha quindi chiesto di raccontare la mia vita dai primissimi ricordi d'infanzia fino all'incontro con Robby.
Mi hanno chiesto del rapporto con i miei genitori, con i fratelli e le sorelle, con i nonni.
Ho raccontato della stima immensa che nutro per mio padre e mia madre, del mio amore per loro e per il legame speciale che c'è e c'è sempre stato con i miei fratelli e le mie sorelle.
Ho raccontato della scuola, delle mie amicizie, dell'educazione che ci hanno dato i miei.
Ho visto la penna della psicologa titubare un attimo quando ho parlato del mio primo matrimonio, era chiaro che non se lo aspettava, ma ho spiegato le cose con molta tranquillità parlando anche dell'ottimo rapporto di amicizia che ancora mi lega al mio ex marito.
Ho spiegato le motivazioni della separazione, per farvi capire bene ho spiegato che il mio era un matrimonio "bianco" e dopo aver scavato per bene per capire mi hanno chiesto di sapere come ho trascorso i mesi immediatamente seguenti alla separazione.
A questo punto pensavano di avere il quadro completo ma io li ho spiazzati con il racconto della mia sventurata convivenza dell'anno successivo.
Ho detto che avrei potuto non raccontare questa fase della mia vita ma che, per capire chi sono, era necessario affrontare anche questa dolorosissima fase della mia vita.
Per chi di voi non mi conosce, in pochissime parole, ho convissuto qualche mese con un uomo che era dr. Jackyl e Mr. Hide, quando era con me era l'uomo che tutte vorremmo avere al fianco e quando io non c'ero è riuscito a crearmi un danno di un centinaio di milioni delle vecchie lire, rubando anche i miei gioielli.
Quando l'ho scoperto l'ho mandato via di casa e l'ho denunciato, affrontando non solo i problemi finanziari ma anche le udienze dal giudice, alla fine è stato condannato a 3 anni e 6 mesi e al pagamento dei danni, ma lui non si è fatto mai nemmeno un giorno di galera e io non ho mai visto un centesimo.
Quando ho finito di raccontare Silvia, l'assistente sociale, aveva le lacrime agli occhi e la psicologa era evidentemente emozionata.
Prima di andare ho chiesto di fissare l'incontro per la visita domiciliare e, sull'onda emozionale, mi hanno dato un appuntamento a breve: il 5 ottobre alle 12,00.
Bene! così avrò sabato e domenica per lustrare il lustrabile!
