Il primo luogo comune da sfatare…
Ciao sono Flavia. Oggi alle 13.45 è nato il mio vitellino, ehm fratellino Francesco, pesa 4.150kg ed è lungo 53cm. Mamma sta bene e tutti e 4 vi salutiamo!
Eccolo, è nato. Finalmente!
È la sorellina Flavia a scrivere l’SMS per tutti. Lei ha quasi 17 mesi.
Si dice che il ricordo del dolore del parto si attenua nel tempo, altrimenti una mamma non avrebbe la forza di affrontare una seconda gravidanza.
Sarà vero, perché io il parto di Flavia ricordo che me lo feci fischiettando, mentre la nascita lampo di Francesco è stata tutta un’altra storia.
Si è fatto aspettare 5 giorni in più. Non voleva venire fuori. Stava troppo bene in quell’albergo a 5 stelle con piscina termale. Ma il soggiorno era terminato da tempo… così: parto indotto.
“Martedì ti ricoveri, facciamo gli esami, e mercoledì 26 iniziamo ad indurti il parto” disse il mio ginecologo.
Certo… ha già una capoccia di 37cm di circonferenza cranica. Se aspettiamo ancora un po’ chi lo fa uscire di lì?
Martedì andiamo in clinica. Faccio gli esami del caso, andiamo al terzo piano e ci scegliamo la camera che più ci piaceva, saluti al gine e via a casa. Torniamo nel pomeriggio per il ricovero.
Io non sono in ansia, non sono neppure preoccupata… diremmo qui “comu se ‘u discursu un fussi cu mmia”, come se la cosa non mi riguardasse.
Quando lo racconto… “si, bla-bla-bla non vuole nascere…, bla-bla-bla ha un testone enorme…, bla-bla-bla peserà almeno 4 kg…, bla-bla-bla mercoledì mi inducono il parto… “. Come se non dovesse passare tra le mie cosce per uscire, ma da quelle di qualcun altro!!!

Non vedo l’ora di togliermi quella grande panza di davanti! …e poi contino a macchiarmi tutte le magliette e le camicie proprio lì, appena sopra l’ombellico! E che cavolo!
Alle 6.00 di mattina entra in camera l’infermiere. Ma picchì accumincianu sempri accussì presto?

Alle 7.30 arriva il mio dottore. Saluti di rito, visita di rito. Sono solo 2cm di dilatazione. “Mettiamo il gel per indurre le contrazioni” …e mettiamolo.
O guarda, le contrazioni arrivano davvero. Crescono di intensità e cadono ad intervalli regolari, ma non sono ancora quelle giuste. Ed ecco che tutt’un tratto non ne ho più, per giunta se ne vanno!
“Abbiamo capito. Qui è finito tutto. Andiamo a finire a cesareo, vuoi vedere?”
Lo dico all’ostetrica. Vengo rassicurata.
Alle 11.30 il gine torna dalla riunione che lo ha trattenuto fino ad ora, mentre IO devo partorire!

Mi spiega che quelle erano contrazioni indotte dal farmaco, che non erano le mie, ma che erano servite per farmi aumentare la dilatazione.
Ed ecco che siamo a 3-4cm.
“Si, ma 3 o 4?? C’è una bella differenza! Io ogni centimetro qui me lo sudo!”
Va e torna con una bustina sterile che contiene un uncino di plastica, tipo di quelli per lavorare ad uncinetto la lana, ed io, che ancora ero in vena di fare la splendida, gli faccio pure la battuta “che dobbiamo ricamare con quello?”.

Insomma mi deve rompere le membrane. Si, a me. Non a qualcun altro come pensavo fino ad allora.
Ci sono io su quel letto e lui ce l’ha proprio con me.
Il buchino che ha fatto è piccolo e Francesco col suo testone, ridiscendendo, lo chiude.
Ne deve fare un altro. Altro uncino. Sta volta non scherzo, nessuna battuta… sono seria!
Ora è il gine che fa lo splendido “…dai, si è aperta la sorgiva”… si tra le mie gambe. Vorrei vedere te qui al posto mio, a gambe all’aria…
Sono le 12.30 e da adesso iniziano le mie contrazioni. Forti, sempre di più. Siamo a 6cm.
Mi mettono una flebo di ossitocina per non farmi diradare le contrazioni. “Te la metto lenta la flebo, così non te ne accorgi nemmeno. Non sentirai la differenza”
Anche quell’infermiere avrei voluto mettere sul quel letto, al posto mio e con due flebo appizate al braccio…
Altro che differenza! Da 0 a 100 in 3 secondi, se fossi stata un’auto da testare.
Invece fu da 3 a 10cm in 2 ore!
“Respira, respira” mi diceva quell’unico neurone che mi era rimasto.
Anche io me lo ripetevo “…l’hai già fatto per il parto di Flavia ed è andato alla grande, respira”
Ma alle ultime contrazioni non ce la facevo proprio. Annaspavo…

Ecco ora mi viene da spingere. Ma l’ostetrica mi diceva che devo sentire spingere tra una contrazione e l’altra. Ma che, cambiarono le regole da un anno all’altro?

…e Pepi nel frattempo ve lo siete dimenticati?
Ecco, lui entra ed esce dalla camera ad ogni visita dell’ostetrica o del ginecologo.
“Mi chiamano, devo andare…” oppure “devo andare a vedere una cosa” o semplicemente “vado!” e se la sfilittìa in corridoio con grandi sorrisi. L’infermiera: “che teneri che sono quando si impressionano!”…si, vabbè, che tenero! Ci metterei pure Pepi sul mio letto. Vorrei vedere. Tenero…
Ad ogni rientro in camera mi fa, divertito, il censimento dei fiocchi nascita appesi alle porte delle camere vicine. Tenta di descrivermeli, a testa sua, per distrarmi dalle contrazioni e non farmici pensare. Me ne descrive un’infinità ed ecco l’unico che io ricordo: “c’è una spada lunga tutta rosa, con un fiocco in cima e tre cuori gonfi attaccati sulla spada” …una spada? Mha! Chissà che ha visto! come sarà… una spada… certo che ce ne vuole per vederci una spada…
“Ma noi non mettiamo niente alla porta?” e lì che mi arriva l’ennesima contrazione! Com’è che mi trattengo dal non mandarlo a quel paese manco io lo so.
Entra il mio ginecologo in camera tutto sparato e sorridente e con macchina fotografica al collo. Io gli urlo “mi viene da spingere!” (annaspando)
Non l’avessi mai detto. Si mobilitano in non so quanti. Lui agitatissimo, mai visto così, sempre così calmo e posato, “Presto barella! Chiamate l’ascensore! Staccatele il monitoraggio! Prendete la flebo!”. Nel frattempo mi dice, con tono deciso, di non spingere, di aspettare ancora e di respirare. …Se vabbè, respirare!
Dobbiamo scendere giù in sala parto.
Sono le 13.30. Al volo sul lettino da parto.
Neppure il tempo di sistemarmi e già mi dicono di stare ferma col kiul. (Mi muoverò per tutto il tempo, prendendomi rimproveri a destra e a manca da tutti. Stessa storia col parto di Flavia)
Il mio ginecologo mi schiaccia la pancia e due ostetriche armeggiano là sotto.
…e sono UNA e DUE e TRE spinte e Francesco è nato!
Me lo fanno vedere subito, tutto sporco, avvolto nel faldone. E’ bianchiccio, sarà lo strato ceroso, sarà che aveva SOLO due giri di cordone attorno al collo… e poi via in nursery.
Io sono tranquilla, sul lettino. Rilassata come se manco avessi partorito. Finalmente riesco a vedere la faccia dell’ostetrica che fino ad allora era oscurata dal mio pancione a “siluro” (come tanti me lo hanno descritto). Armeggia ancora lì sotto. Ma che fa? Non abbiamo finito?
…e no. C’è il secondamento e poi mi devono dare alcuni punticini perché mi sono un po’ lacerata durante l’ultima spinta. Francesco era rimasto incastrato, le spalle non uscivano. Sono stata troppo veloce, non ho dato il tempo alle ostetriche di girarlo per fare divincolare le spallucce.
Ma quanto ci mettono? Adesso che tutto è finito torno a fare la scimunita di sempre: “Biii, 5 secondi per spararlo fuori e un’eternità per ricamarmi un po’!” e tutti a ridere lì dentro: ginecologo, neonatologa, ostetriche ed infermieri. Si, tutti lì davanti a me a rimirare la mia patata al vento!
Poi ci si mette poi pure il gine, con la macchina digitale in mano, a sparare foto a più non posso. “Poi però me le deve dare!” Mi fa pure una foto mentre sono sulla barella e mi bacio il mio nano. Che bella!

Mi portano in camera e lì, alla vista di pepi che mi aspettava sulla soglia della porta, mi commuovo e gli occhi mi diventano a lucciconi. Non so perché, non mi ero emozionata in sala parto. Ero tutta presa da quelle benedette contrazioni tanto diverse da quelle dello scorso parto (poteri dell’ossitocina, mannaggia a lei!) e poi la notizia in diretta del peso del vitellino: 4.150kg! ancora penso alla faccia che ho fatto quando me lo hanno detto…

Sono passati 10 giorni. Francesco mangia e dorme, dorme e mangia, mangia e dorme: è un angioletto come lo era Flavia alla sua età. Paradiso!
…insomma, ecco il secondo luogo comune da sfatare: «Se il primo figlio è stato buono e calmo il secondo sarà un terremoto da notti insonni».
Tiè! Ho fatto un altro angioletto.

E non mi dite che è ancora è troppo presto per cantare vittoria!!