Vi seguo da molto ma mi sono iscritta da poco.
Sono una ragazza di 23 anni e mamma di una patatina di nome Lisa nata il 25/04/2006 dopo una magnifica gravidanza.
A febbraio 2008 scopro di essere di nuovo incinta e felicissima per l'arrivo di un nuovo broccoletto in famiglia già penso ai nomi. Tutto ok fino al 30 giugno, quando durante la morfologica viene diagnosticata una sospetta agenesia del corpo calloso, fibra che divide i due emisferi del cervello. Questa assenza potrebbe legarsi ad altre patologie lungo la gravidanza oppure potrebbe restare a sé, dando comunque dei ritardi mentali e coordinazione zero dei movimenti, ritardi nel linguaggio ecc...
Il giorno dopo mi mandano a Udine a fare un'eco di secondo livello. Spero fino all'ultimo che mi dicano che il corpo calloso c'è e che la gine che mi ha visitato è cieca e non l'ha visto. Il cre**no che mi visita sta lì guarda e riguarda senza dirmi nulla, chiedo spiegazioni ma non risponde. Ho pensato che finita la visita l'avrei sotterrato vivo.

Dopo 30 minuti di visita mi dice che c'è ma che dobbiamo andare a Trieste due giorni dopo a fare un'eco di terzo livello, più specifica.
Bu.




Beh mi chiama il giorno dopo lo stesso ecografista di udine e mi dice che vuole farmi l'amniocentesi per escludere una malattia di carattere cromosomico. Faccio tutto quello che dicono.
Depressi io e mio marito andiamo a trieste a prenderci l'ennesima mazzata quando l'ecografista di turno mi dice che sto corpo calloso c'è ma è sottile e manca capo e coda. Benissimo.
Facciamo colloquio con la neurologa dove ovviamente allago la stanza con le lacrime. Si parla di interruzione di gravidanza e io già mi trovavo a 22 sett. + 4 gg.
Cosa fai? C'erano possibilità che il bambino nascesse sano, ma (detto fuori dai denti e scusate la crudeltà) gli manca un pezzo, quindi tanto sano non è.
Ok, tra la disperazione e le parole inutili degli altri che ti dicono che ti capiscono quando non è vero, decidiamo di interrompere la gravidanza e mi ricoverano a Trieste il mercoledì successivo a 22 sett + 6 giorni.

9 Luglio 2008.
Quello stesso giorno sono entrata in ospedale e sapevo la mia bella pancetta non sarebbe uscita con me. Tante lacrime tante urla per il dolore atroce interminabile per nulla simile al parto di mia figlia.
Mi fanno un sacco di antidolorifici, la peridurale, ma nulla sembra funzionare. Dentro di me mi sembrava sentire il mio bambino che mi diceva "mamma cosa mi fai" e giù lacrime. Tutto quel dolore in fondo me lo meritavo, stavo facendo una cosa orrenda, ma la vita qui fuori per lui sarebbe stata inconcepibile, la società non lo avrebbe ne aiutato ne accettato e io non sono immortale. Dopo 12 ore di travaglio lo partorisco in ascensore, mentre mi portano in sala parto e ce l'avevo lì, tra le mie gambe, IMMOBILE.
Dio solo sa quanto ho pianto e quanto piango con il cuore perchè mi sento così vuota e penso di aver passato la crisi ma poi penso che il mio piccino mi manca così tanto e non lo abbraccerò mai; mi resta solo la speranza che torni da me, più sano e più forte.
E poi ci sono i momenti in cui penso che forse mi son convinta di aver passato la crisi...
Mi manca la mia pancetta e la mia bambina di 2 anni spesso veniva lì a darmi i bacetti sulla pancia e ora non viene più. Credo che non serva spiegale nulla... Menomale che ho lei e mio marito al mio fianco sennò non ce la farei proprio.
Piccino torna da noi, ti aspettiamo...

Aiutatemi voi a passare, perchè penso di aver fatto la cosa giusta ma questo non diminuisce il mio dolore e ho paura, paura di soffrire ancora in caso di un'altra gravidanza.
Un bacio a tutte.

Stefania