La mia storia l'ho già raccontata in vari post, cmq riassumendo, resto incinta durante un periodo di mobbing durato 3 anni al lavoro. Sono felice, al settimo cielo. Devo restare a casa in maternità anticipata causa perdite rosse già alla 5a settimana. Alla 10a lo perdo.
Il dolore che ho provato non credo di aver bisogno di descrivervelo, alcune di voi lo conoscono fin troppo bene.
Il grosso probema è che non ho avuto molto modo di sfogarlo. Mai. Nessuno mi capiva, nel nostro gruppo di amiche ero la prima a cui succedeva. Mia mamma per quanto comprensiva tendeva a dirmi "Dai, guarda avanti" Per lei piangere è sinonimo di debolezza, di disperazione. Io invece ho bisogno di sfogarmi per poter andare avanti.
Mio marito per quanto mi sia sempre stato vicino e per quanto abbia sofferto, non può capire. Il dolore di una donna che l'ha portato dentro per 10 settimane ed ha alterato tutta la sua vita ed i suoi comportamenti sopportando fastidi di ogni tipo e ansie immense e poi lo perde, lo sente scivolare fuori dal suo corpo, non può essere lo stesso di quello di un uomo che per quanto il più amorevole del mondo, ha vissuto l'evento da fuori.
Le mie amiche dopo 1 settimana di frasi comprensive non sapevano più cosa dirmi. Io ero inconsolabile.
Ci ho messo 1 mese prima di riuscire a uscire di nuovo in compagnia e 3 mesi prima di riuscire di nuovo a far l'amore.
Appena mio marito si avvicinava, io scoppiavo a piangere. In più mi sentivo anche in colpa, verso tutti.
Dopo 9 mesi, al moment della data della nascita, sono ripiombata nel baratro. Altri pianti per altri 2 mesi.
E voi pensereste, bè ora sei di nuovo incinta, sii felice!
Lo sono per questo pupetto che aspetto, sono di nuovo al settimo cielo, anzi più su, perchè finora sta andando bene

Ma... non riesco a scordare l'altro.... non riesco a non pensarci e a non provare un senso di immenso vuoto ogni volta. Credo che lo amerò per sempre.
Ora chiedo a voi, passerà mai questo dolore sordo in fondo al mio cuore?
PS. Scusate i 1000 errori ...