TOPILLO
J. Coe: "Numero 11". Sconvolgentemente bello. Lo straconsiglio. Un'analisi spietata della moderna società inglese con un tocco noir MOLTO ben gestito. Mi è piaciuto tantissimo.
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Comunque ribadisco che è un libro veramente bellissimo, ben scritto, ben condotto fino alla fine, con i personaggi molto ben delineati, una scrittura lucida, una narrazione fluente e piacevole.
TITTIALE
Era da un po' che avevo intenzione di leggere un libro di questo autore, ma mi bloccava il timore che fosse troppo cervellotico e astruso (non so perché). Dalla trama non avevo capito che erano racconti, anche se poi hanno dei personaggi in comune e quindi si trova comunque sempre un filo conduttore, quasi che viene il dubbio che sia un'unica storia. Per me, che non amo particolarmente i racconti, questa è una cosa positiva.
Mi è piaciuto, mi ha ricordato (per come mi sento io mentre lo leggo, non perché scrivano cose simili) Alexander McCall Smith, un autore che riprendo quando ho voglia di "sentirmi comoda tra le pagine". Molto scorrevole e mi ha stupito: non capivo mai dove voleva andare a parare, la trama (per me) era totalmente imprevedibile ed è proprio la curiosità di sapere come sarebbero finiti i racconti che mi ha spinto a continuare e a cavalcare abbastanza velocemente le pagine (380, non poche). Credo che leggerò presto altro di Coe, perché mi rimane un punto di domanda sul suo stile di scrittura...
VOTO 7,5
CIUK piccolo spoiler sul finale:
Premetto che ho letto altri libri di Coe (anni e anni fa) e, pur ammettendo che è sicuramente un buon scrittore, non mi ha mai lasciato delle forti emozioni alla fine delle varie letture. In particolare ricordo di aver faticato tantissimo a finire La famiglia Winshaw.
Detto questo, Numero 11 è "scivolato" velocemente ma non mi ha convinta in pieno. Innanzitutto, nonostante non si tratti di racconti (perchè alla fine non c'è solo un filo rosso che li collega, ma una bella matassa di tanti colori), non sono riuscita ad affezionarmi ai personaggi e ai luoghi descritti. Di un romanzo mi piace che mi prenda tutti i sensi, che mi faccia sentire "amica/nemica" dei protagonisti, che mi coinvolga e mi trasporti altrove. E invece, non sono stata rapita da Numero 11.
Tra gli altri punti a sfavore:
* citazioni di personaggi della famiglia Winshaw, anche basta! Rimandando spesso ad un suo vecchio libro l'autore avrà ovviamente voluto creare un continuum e dare qualche spunto aggiuntivo, fornendo al lettore una carta in più per gustarne il contenuto. Ecco, ma a chi come me non ricordava quasi nulla di quel romanzo, ha lasciato invece un senso di vuoto qua e là, delle parentesi nebulose su qualcosa che "dovrei sapere, ma non so";
* l'analisi critica di alcuni aspetti della società odierna a volte mi è sembrata abbastanza banale (soprattutto nella parte del reality) e comunque è un contenuto già visto e letto ne La famiglia Winshaw e La banda dei brocchi;
* il finale surreale... Certo, sarà una metafora, ma a me è sembrato quasi un libro troncato, con un finale buttato lì, poco in linea col resto del romanzo
Tanto più visto che (e qui passo ad un lato positivo) Coe è stato attento ad unire tutti i brani del libro, per procedere tipo fiume in piena portandosi dietro le varie epoche, i molteplici protagonisti e le diverse storie che "giocavano" tra loro, rincorrendosi e facendo in modo che il lettore li ritrovasse dove meno se lo aspettava.
E poi, questo finale?
Simona77 --CON PICCOLO SPOILER--
Spiacente... per me pollice verso!!!
Forse sono ignorante io che non l'ho capito... sono anche infastidita dal finale inesistente e incomprensibile.
Troppa confusione tra personaggi,luoghi e quant'altro.
Probabilmente non sono fatta per questa "fine" scrittura.
Poi x un aracnofoba come me il finale è orribile...spero di non avere gli incubi!!!
Voto:3
Yasho
Il mio voto sarebbe stato di 0,5 più alto non fosse stato per il finale. E con "finale" intendo l'ultimo capitoletto, perchè sul resto non avevo niente da dire, anzi, bello splatter comme on aime

Ho gradito in effetti tutto il romanzo, a me piace Coe e mi è piaciuto il legame con La famiglia Winshaw, che è un libro non necessariamente facilissimo ma che dentro di me ha lasciato il segno, non tanto per la storia e i personaggi in sè ma per la critica sociale che esprime. Numero 11 ne segue bene il solco, a mio vedere, e lascia lo stesso sentimento amaro alla fine (che potrei esprimere con "ma veramente fa così schifo il mondo in cui viviamo?").
L'unica cosa che stona è quella storia di Livia, avrà un suo senso ma io non lo vedo quindi per me è stata una delusione, una caduta finale che non mi aspettavo.
VOTO: Topillo 9, Tittiale 7,5 , Ciuk 6/7; Simona77 3; Yashodara 8