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Educare i figli, facile a dirsi....
- EvaGreen
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Re: Educare i figli, facile a dirsi....
Ari ma io non lo considero responsabile di se stesso come un adulto, certamente son d'accordo con te quando si parla del fatto che un adulto debba per forza di cose indirizzare il proprio figlio.
Appunto se no si parlerebbe di lassismo e di figlio lasciato a se stesso e questo non lo condivido.
Non riesco proprio a spiegarmi...il fatto che io mi faccia un esame di coscienza è perchè io ho maggiori strumenti di autoanalisi rispetto a mia figlia e ho appunto anche una responsabilità enorme nei suoi confronti, proprio perchè posso decidere come indirizzarla, e quindi un esamino in più non fa mica male, vista l'enorme responsabilità. Sicuri al 100% o perfetti non lo si sarà mai ma insomma interrogarsi non è mica un male.
Una volta che mi son fatta l'esame di coscienza e ho ritenuto di aver fatto del mio meglio, ma proprio del mio meglio, ok, passiamo a valutare dove può aver sbagliato mia figlia, che secondo me capisce molto più di quanto si pensi a tre anni, ma lo stesso va indirizzata e non ha la mia stessa capacità di autoanalisi.
Premesso che laddove posso preferisco indirizzarla con l'esempio o mostrando empatia, o spiegando, o facendo le cose insieme piuttosto che imponendo (ed è in questo che vedo un rapporto paritario, nel fatto che io cerchi di fare le cose INSIEME a te, non di deciderle SU di te, ovviamente QUANDO è possibile, così quando non riesco, mi chiedo prima se davvero le ho provate tutte per fare la cosa insieme).
Appunto se no si parlerebbe di lassismo e di figlio lasciato a se stesso e questo non lo condivido.
Non riesco proprio a spiegarmi...il fatto che io mi faccia un esame di coscienza è perchè io ho maggiori strumenti di autoanalisi rispetto a mia figlia e ho appunto anche una responsabilità enorme nei suoi confronti, proprio perchè posso decidere come indirizzarla, e quindi un esamino in più non fa mica male, vista l'enorme responsabilità. Sicuri al 100% o perfetti non lo si sarà mai ma insomma interrogarsi non è mica un male.
Una volta che mi son fatta l'esame di coscienza e ho ritenuto di aver fatto del mio meglio, ma proprio del mio meglio, ok, passiamo a valutare dove può aver sbagliato mia figlia, che secondo me capisce molto più di quanto si pensi a tre anni, ma lo stesso va indirizzata e non ha la mia stessa capacità di autoanalisi.
Premesso che laddove posso preferisco indirizzarla con l'esempio o mostrando empatia, o spiegando, o facendo le cose insieme piuttosto che imponendo (ed è in questo che vedo un rapporto paritario, nel fatto che io cerchi di fare le cose INSIEME a te, non di deciderle SU di te, ovviamente QUANDO è possibile, così quando non riesco, mi chiedo prima se davvero le ho provate tutte per fare la cosa insieme).
I giorni più felici di tuo figlio stanno per arrivare. Dipende da te. C.Gonzales
- EvaGreen
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Re: Educare i figli, facile a dirsi....
no niente mi sono rispiegata di cacca.
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- Giulia80
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Re: Educare i figli, facile a dirsi....
Ma è proprio il figlio al centro della questione.EvaGreen ha scritto:Un altro spunto di riflessione che volevo sottoporvi è questo:
vi ricordate il discorso dei morsi e schiaffi da parte di mia figlia?
Io tendo a non vederla come una mancanza di rispetto nei miei confronti, cioè chiaro che per me sia importantissimo che lei incanali i suoi GIUSTI sentimenti (perchè anche lei ha diritto ad essere nervosa o arrabbiata come noi no?) senza che danneggino altri.
Ma appunto il punto è che io voglio aiutare lei per il suo bene, non voglio che lei smetta di esprimere i proprio sentimenti, vorrei solo che li incanalasse diversamente.
Non posso pretendere da lei reazioni da accademia no?Nemmeno noi le abbiamo e reprimere sentimenti come rabbia o malcontento secondo me non è giusto e fa solo male, non è che voglia che lei smetta di protestare, vorrei che lei non avesse reazioni violente (quindi anche tirare il giocattolo addosso al padre come ieri).
Però è questo che mi preme, non che non mi manchi di rispetto.
Mio padre aveva il terrore di esser mancato di rispetto, per lui ogni contestazione era un dilemma, non dovevo contestarlo, contraddirlo, dovevo ubbidire e basta.
E questo perchè se non l'avessi fatto lui si sarebbe sentito sottosopra, in quanto persona molto insicura nonostante le apparenze.
Cioè, la paura che i figli ci manchino di rispetto ha o non ha un pò alla base una certa insicurezza?
Perchè spesso i genitori dicono "mio figlio non può permettersi di mancarMI di rispetto" (mettendo quindi al centro della questione se stessi) e non "aiuto mio figlio ad imparare ad incanalare la sua rabbia diversamente per il suo bene" (mettendo quindi al centro della questione il figlio)?
io quando parlo di mancanza di rispetto non lo dico perchè voglio che mio figlio mi veneri.
I comportamenti antisociali come questo hanno due risvolti: il primo è il male che fai a un altro (mamma, papà, amichetto, gattino che sia); il secondo è il male che fai a te stesso, perchè chi si comporta così viene rapidamente isolato dagli altri.
Quaidni devi imparare a comportarti non solo perchè è giusto rispettare gli altri, ma anche perchè non vuoi passare una vita in solitudine. Proteggo sì gli altri insegnandoti questo, ma anche te stesso.
Non è che chi si pone in modo severo di fronte ai figli lo fa per insicurezza. A guidare credo qualunque genitore di normale buonsenso c'è sempre e prima di tutto l'obiettivo figlio.
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- cateri
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Re: Educare i figli, facile a dirsi....
scusa, leggo da molti giorni e ora mi sono iscritta, epr me il fatto che morda e ti schiaffeggi non è mancanza di rispetto, è semplicemente una reazione sbagliata.EvaGreen ha scritto:Un altro spunto di riflessione che volevo sottoporvi è questo:
vi ricordate il discorso dei morsi e schiaffi da parte di mia figlia?
Io tendo a non vederla come una mancanza di rispetto nei miei confronti, cioè chiaro che per me sia importantissimo che lei incanali i suoi GIUSTI sentimenti (perchè anche lei ha diritto ad essere nervosa o arrabbiata come noi no?) senza che danneggino altri.
Ma appunto il punto è che io voglio aiutare lei per il suo bene, non voglio che lei smetta di esprimere i proprio sentimenti, vorrei solo che li incanalasse diversamente.
Non posso pretendere da lei reazioni da accademia no?Nemmeno noi le abbiamo e reprimere sentimenti come rabbia o malcontento secondo me non è giusto e fa solo male, non è che voglia che lei smetta di protestare, vorrei che lei non avesse reazioni violente (quindi anche tirare il giocattolo addosso al padre come ieri).
Cioè, la paura che i figli ci manchino di rispetto ha o non ha un pò alla base una certa insicurezza?
Perchè spesso i genitori dicono "mio figlio non può permettersi di mancarMI di rispetto" (mettendo quindi al centro della questione se stessi) e non "aiuto mio figlio ad imparare ad incanalare la sua rabbia diversamente per il suo bene" (mettendo quindi al centro della questione il figlio)?
e non va accettata,perchè oggi lo fa con te domani con l'amichetto all'asilo.
e va fermata questa reazione perchè fa male agli altri, non perchè non è rispettosa.
come fermarla? ognuno ha il suo sistema, parlale allo sfinimento se ti pare giusto, ma non giustificare queste reazioni solo perchè non sono dovute alla presenza o meno di rispetto verso i genitori, ma perchè non si morde e non si schiafeggia.
per me la regola è questa. e non si transige.
se non sai comportarti, stai lontana da me e da tutti.
quando sei calma puoi tornare.
p.s. io ho una figlia di 10 anni ed uno di 6
- EvaGreen
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Re: Educare i figli, facile a dirsi....
Giulia ti quoto in tutto, non voglio fraintendimenti, io quando parlavo di insicurezza parlavo di mio padre.
Non sto accusando nessuno qui di essere insicuro.
In lui era proprio lampante quanto non sapesse gestire alcuna contraddizione, quando io penso che invece contraddire, chiedere spiegazioni, poter dire la propria opinione sia solo sano che i figli lo facciano, e che trovare un genitore pronto all'ascolto o alla spiegazione e non uno che miri solo a farti star zitto "perchè non devi permetterti di contraddirmi" non tolga nulla al rispetto per un genitore o alla sua autorevolezza o al fatto che un figlio sia seguito e abbia dei limiti.
Non sto accusando nessuno qui di essere insicuro.
In lui era proprio lampante quanto non sapesse gestire alcuna contraddizione, quando io penso che invece contraddire, chiedere spiegazioni, poter dire la propria opinione sia solo sano che i figli lo facciano, e che trovare un genitore pronto all'ascolto o alla spiegazione e non uno che miri solo a farti star zitto "perchè non devi permetterti di contraddirmi" non tolga nulla al rispetto per un genitore o alla sua autorevolezza o al fatto che un figlio sia seguito e abbia dei limiti.
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- EvaGreen
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- Iscritto il: 3 ago 2011, 15:44
Re: Educare i figli, facile a dirsi....
No no ma la mia non era affatto una giustificazione.cateri ha scritto:scusa, leggo da molti giorni e ora mi sono iscritta, epr me il fatto che morda e ti schiaffeggi non è mancanza di rispetto, è semplicemente una reazione sbagliata.EvaGreen ha scritto:Un altro spunto di riflessione che volevo sottoporvi è questo:
vi ricordate il discorso dei morsi e schiaffi da parte di mia figlia?
Io tendo a non vederla come una mancanza di rispetto nei miei confronti, cioè chiaro che per me sia importantissimo che lei incanali i suoi GIUSTI sentimenti (perchè anche lei ha diritto ad essere nervosa o arrabbiata come noi no?) senza che danneggino altri.
Ma appunto il punto è che io voglio aiutare lei per il suo bene, non voglio che lei smetta di esprimere i proprio sentimenti, vorrei solo che li incanalasse diversamente.
Non posso pretendere da lei reazioni da accademia no?Nemmeno noi le abbiamo e reprimere sentimenti come rabbia o malcontento secondo me non è giusto e fa solo male, non è che voglia che lei smetta di protestare, vorrei che lei non avesse reazioni violente (quindi anche tirare il giocattolo addosso al padre come ieri).
Cioè, la paura che i figli ci manchino di rispetto ha o non ha un pò alla base una certa insicurezza?
Perchè spesso i genitori dicono "mio figlio non può permettersi di mancarMI di rispetto" (mettendo quindi al centro della questione se stessi) e non "aiuto mio figlio ad imparare ad incanalare la sua rabbia diversamente per il suo bene" (mettendo quindi al centro della questione il figlio)?
e non va accettata,perchè oggi lo fa con te domani con l'amichetto all'asilo.
e va fermata questa reazione perchè fa male agli altri, non perchè non è rispettosa.
come fermarla? ognuno ha il suo sistema, parlale allo sfinimento se ti pare giusto, ma non giustificare queste reazioni solo perchè non sono dovute alla presenza o meno di rispetto verso i genitori, ma perchè non si morde e non si schiafeggia.
per me la regola è questa. e non si transige.
se non sai comportarti, stai lontana da me e da tutti.
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p.s. io ho una figlia di 10 anni ed uno di 6
Era un puntualizzare sul fatto che per me non fosse una mancanza di rispetto, ma un'espressione legittima di uno stato d'animo che la disturbava.
Il fatto che l'espressione sia legittima però non vuol dire che non vada corretto il modo di espressione, e quindi il gesto.
La prima cosa che mi chiedo è come mai mia figlia abbia avuto quel tipo di sfogo così di istinto e non un altro più innocuo.
Che è la cosa che più mi preme perchè si presuppone che se io risalgo al motivo scatenante possa eliminare la causa (il motivo che c'è dietro) e non il solo effetto (sberle e morsi).
Dopo aver fatto questo è ovvio che devo ASSOLUTAMENTE trovare il modo per farle cambiare modo di sfogo.
Perchè il rispetto per le persone per me è assolutamente una regola base.
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Re: Educare i figli, facile a dirsi....
no così ho fatto confusione.
Per me il concetto di rispetto vuol dire che non si deve arrecare danno al prossimo.
Non è mancanza di rispetto invece la contestazione in sè, mamma mia mi sarei fatta capire meglio se fossi ubriaca da come sto scrivendo male stamattina.
Per me il concetto di rispetto vuol dire che non si deve arrecare danno al prossimo.
Non è mancanza di rispetto invece la contestazione in sè, mamma mia mi sarei fatta capire meglio se fossi ubriaca da come sto scrivendo male stamattina.
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Re: Educare i figli, facile a dirsi....
no, ho capito.EvaGreen ha scritto:no niente mi sono rispiegata di cacca.
la differenza sostanziale di pensiero tra te e me è che io non ho questa fiducia cieca nella capacità di comprensione del bambino.
secondo me la strada della comunicazione è sempre e comunque la prima da tentare, ma ci sono situazioni in cui non è applicabile perché i bambini non hanno gli stessi strumenti per comprendere che hanno gli adulti e in quei casi l'adulto di riferimento (quindi il genitore) deve necessariamente imporre il proprio punto di vista al bambino anche se questo non lo comprende o non lo accetta.
Arianna mamma di Sara dal 07/09/06
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Re: Educare i figli, facile a dirsi....
Agosto 2023
"Amore hai fatto i compiti?"
"No"
"Ma è importante per il tuo sviluppo e la crescita personale""
"Sono stanca"
"Ah, allora ti comprendo, amore"
Da qui in poi come la gestiresti?
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*Mamma, quando ero nella pancia dormivo abbracciata al tuo cuore*
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Re: Educare i figli, facile a dirsi....
eva hai fatto troppo tardi? :ahah
Io credo che a 3 anni non si possa parlare male di rispetto ma davvero di imparare a gestire rabbia, frustrazione, tristezza ecc. Ed è una cosa che nelle materne si vede tutti i giorni. Quante volte si picchiano perchè vogliono il tal gioco, perchè Pierino ha detto a Pierello che la sua maglietta è brutta e parte il tal morso? Non è mancanza di rispetto... è rabbia pura che non si sa incanalare.
Tempo fa avevo visto un cartone (non mi ricordo più, cmq era su Sky) dove c'era una bambina che per tranquilizzarsi in seguito ad un'arrabbiatura faceva tutta una scenetta che finiva con le mani davanti alla bocca unite che andavano verso l'esterno e intanto espirava... tipo yoga x capirci. Quella era un periodo un po' "no" per Emma e avevamo preso spunto. Quando lei si infervorava insieme facevamo lo stesso gesto... ovviamente non era il gesto a calmarla ma il fatto di mettersi lì e pensare un attimo a quello che stava succedendo.
E sullo scusarsi sono d'accordo con Eva. Se io mamma sbaglio, quando le acque si sono chetate vengo e mi scuso. "Emma, scusa per prima. La mamma si era molto arrabbiata per quello che hai fatto. Non dovevo picchiarti ma quello che hai fatto è cmq sbagliato". Credo che una frase del genere permetta al bambino di capire che la mamma non è infallibile ma allo stesso tempo sto sottolineando di nuovo che il suo errore c'è e rimane.
Io credo che a 3 anni non si possa parlare male di rispetto ma davvero di imparare a gestire rabbia, frustrazione, tristezza ecc. Ed è una cosa che nelle materne si vede tutti i giorni. Quante volte si picchiano perchè vogliono il tal gioco, perchè Pierino ha detto a Pierello che la sua maglietta è brutta e parte il tal morso? Non è mancanza di rispetto... è rabbia pura che non si sa incanalare.
Tempo fa avevo visto un cartone (non mi ricordo più, cmq era su Sky) dove c'era una bambina che per tranquilizzarsi in seguito ad un'arrabbiatura faceva tutta una scenetta che finiva con le mani davanti alla bocca unite che andavano verso l'esterno e intanto espirava... tipo yoga x capirci. Quella era un periodo un po' "no" per Emma e avevamo preso spunto. Quando lei si infervorava insieme facevamo lo stesso gesto... ovviamente non era il gesto a calmarla ma il fatto di mettersi lì e pensare un attimo a quello che stava succedendo.
E sullo scusarsi sono d'accordo con Eva. Se io mamma sbaglio, quando le acque si sono chetate vengo e mi scuso. "Emma, scusa per prima. La mamma si era molto arrabbiata per quello che hai fatto. Non dovevo picchiarti ma quello che hai fatto è cmq sbagliato". Credo che una frase del genere permetta al bambino di capire che la mamma non è infallibile ma allo stesso tempo sto sottolineando di nuovo che il suo errore c'è e rimane.
Perché la vuoi perché tu puoi riconquistare un sorriso e puoi giocare e puoi gridare perché ti han detto bugie ti han raccontato che l'hanno uccisa che han calpestato la gioia perché la gioia è con te
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Re: Educare i figli, facile a dirsi....
dormi mezzora e poi rinizia a fare i compiti.ottyx ha scritto:Agosto 2023
"Amore hai fatto i compiti?"
"No"
"Ma è importante per il tuo sviluppo e la crescita personale""
"Sono stanca"
"Ah, allora ti comprendo, amore"
Da qui in poi come la gestiresti?
Poi che funzioni non lo so.. ma posso pure mettermi a urlare e sequestrare tv, dvd, schermo olografico (visto che saremo 2023) che se non c'ha voglia di fare i compiti stai pur certa che fissa il libro e nella mente si sta canticchiando qualcosa...
Perché la vuoi perché tu puoi riconquistare un sorriso e puoi giocare e puoi gridare perché ti han detto bugie ti han raccontato che l'hanno uccisa che han calpestato la gioia perché la gioia è con te
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Re: Educare i figli, facile a dirsi....
Ari, ma per intenderci... cos'è che Sara a quasi 4 anni non capisce? E intendo proprio non capisce non "non vuole capire"....Ari ha scritto:no, ho capito.EvaGreen ha scritto:no niente mi sono rispiegata di cacca.
la differenza sostanziale di pensiero tra te e me è che io non ho questa fiducia cieca nella capacità di comprensione del bambino.
secondo me la strada della comunicazione è sempre e comunque la prima da tentare, ma ci sono situazioni in cui non è applicabile perché i bambini non hanno gli stessi strumenti per comprendere che hanno gli adulti e in quei casi l'adulto di riferimento (quindi il genitore) deve necessariamente imporre il proprio punto di vista al bambino anche se questo non lo comprende o non lo accetta.

p.s. per fortuna tua io non credo nei segni zodiacali. Ho appena visto che Sara è nata lo stesso giorno di mio fratello, spero non abbia il suo carattere :ahah
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Re: Educare i figli, facile a dirsi....
d'accordissimo.ishetta ha scritto:E sullo scusarsi sono d'accordo con Eva. Se io mamma sbaglio, quando le acque si sono chetate vengo e mi scuso. "Emma, scusa per prima. La mamma si era molto arrabbiata per quello che hai fatto. Non dovevo picchiarti ma quello che hai fatto è cmq sbagliato". Credo che una frase del genere permetta al bambino di capire che la mamma non è infallibile ma allo stesso tempo sto sottolineando di nuovo che il suo errore c'è e rimane.
anche a me capita di scusarmi con sara quando perdo la pazienza.
anzi, adesso siamo allo stadio successivo (perché la comprensione a 5 anni è maggiore che a 3): le dico che sto perdendo la pazienza prima di arrivare a gesti estremi ed in genere funziona e lei smette il comportamento sbagliato.
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Re: Educare i figli, facile a dirsi....
certo che non hanno gli stessi strumenti per capire, e in questo sta a noi allora riuscire a rendere loro comprensibile quel che diciamo, una volta fatto questo per me nel 99% dei casi capiscono, poi si arriva al discorso delle priorità come dici tu, e bisogna vedere se il figlio, che per me ha capito, vuole o non vuol fare quella determinata cosa.
Ed è anche giusto che pure loro abbiano le loro priorità, perchè non avranno tutte le capacità sviluppate come noi, ma le hanno tutte, e sono persone anche loro, esattamente come noi.
Così hanno opinioni, contestano, vogliono capire, si arrabbiano, si sfogano, esattamente come noi e credo che nessuno pensi che reprimere questi sentimenti "perchè devi stare buono e fare come dico io" sia un bene.
Hanno diritto anche loro a esternare se stessi.
Così di fronte ad una contestazione io non ti reprimo dicendo "basta fai come dico io" io ti spiego e rispiego e coinvolgo. In questo mi metto sullo stesso pianto.
Il che non fa venir meno limiti e non fa venir meno regole e non vuol dire che un figlio possa gettarsi sotto una macchina o picchiare il fratellino.
Vuol dire che io ti considero e rispetto i tuoi sentimenti e le tue opinioni MA ti spiego la regola perchè sono tua mamma, e la regola non è messa in dubbio perchè si presume che la regola sia importante e non prescindibile (è per questo che le regole per me son poche perchè quelle davvero importanti son poche a casa nostra, su altri argomenti si trovano accordi finchè si può, solo che appunto poi ci scontriamo su quali siano le regole per noi importanti), e se anche avendola capita non vuoi rispettarla non ti faccio certo fare quel che vuoi.
Il che però a volte si ottiene anche con dei metodi morbidi e non sempre con delle imposizioni.
Ti faccio un esempio sc**o, mia figlia è lunatica col cibo, io le chiedo cosa vuole mangiare tra le due o tre cose disponibili (così come faccio in generale anche con mio marito e così come faccio mente locale io per me stessa pensando a cosa mi va della roba che c'è in frigo), ovviamente le propongo scelte idonee, non il gelato.
Questo già di per sè funziona meglio che dirle "stasera c'è questo e mangi questo" perchè lei si sente già considerata, ogni tanto mi chiede il gelato e io le dico che no, che deve mangiare una delle tre cose perchè il gelato da solo non le riempie il pancino bene e allora lei sceglie. A volte mangia un cucchiaio di riso e poi dice che non ne vuole più, anche se ha scelto lei la pietanza, e allora le dico che deve mangiare un pò comunque perchè se no poi il pancino le fa male perchè vuoto e le do la possibilità di scegliere quanti cucchiai mangiare, lei mai mi dice uno, mi dice sempre 5 e così facciamo cinque, magari nel frattempo nemmeno li conta, si distrae e ne mangia di più e la cena è andata. Oppure a volte chiede il gelato prima della carne e io a volte acconsento, ma a patto che poi mangi anche la carne, finora ha funzionato, lei ha poi mangiato anche la carne, altri genitori si sarebbero impuntati sul fatto che il gelato si mangi dopo. Non è che la ho fatta cenare solo col gelato o la ho fatta digiunare.Lo so che è un esempio banale e che è anche facile rispetto alle contestazioni che si possono avere più in là e son sicura che molte fanno la stessa mia cosa, però era per trovare una piccola applicazione pratica ai discorsi teorici.
Ed è anche giusto che pure loro abbiano le loro priorità, perchè non avranno tutte le capacità sviluppate come noi, ma le hanno tutte, e sono persone anche loro, esattamente come noi.
Così hanno opinioni, contestano, vogliono capire, si arrabbiano, si sfogano, esattamente come noi e credo che nessuno pensi che reprimere questi sentimenti "perchè devi stare buono e fare come dico io" sia un bene.
Hanno diritto anche loro a esternare se stessi.
Così di fronte ad una contestazione io non ti reprimo dicendo "basta fai come dico io" io ti spiego e rispiego e coinvolgo. In questo mi metto sullo stesso pianto.
Il che non fa venir meno limiti e non fa venir meno regole e non vuol dire che un figlio possa gettarsi sotto una macchina o picchiare il fratellino.
Vuol dire che io ti considero e rispetto i tuoi sentimenti e le tue opinioni MA ti spiego la regola perchè sono tua mamma, e la regola non è messa in dubbio perchè si presume che la regola sia importante e non prescindibile (è per questo che le regole per me son poche perchè quelle davvero importanti son poche a casa nostra, su altri argomenti si trovano accordi finchè si può, solo che appunto poi ci scontriamo su quali siano le regole per noi importanti), e se anche avendola capita non vuoi rispettarla non ti faccio certo fare quel che vuoi.
Il che però a volte si ottiene anche con dei metodi morbidi e non sempre con delle imposizioni.
Ti faccio un esempio sc**o, mia figlia è lunatica col cibo, io le chiedo cosa vuole mangiare tra le due o tre cose disponibili (così come faccio in generale anche con mio marito e così come faccio mente locale io per me stessa pensando a cosa mi va della roba che c'è in frigo), ovviamente le propongo scelte idonee, non il gelato.
Questo già di per sè funziona meglio che dirle "stasera c'è questo e mangi questo" perchè lei si sente già considerata, ogni tanto mi chiede il gelato e io le dico che no, che deve mangiare una delle tre cose perchè il gelato da solo non le riempie il pancino bene e allora lei sceglie. A volte mangia un cucchiaio di riso e poi dice che non ne vuole più, anche se ha scelto lei la pietanza, e allora le dico che deve mangiare un pò comunque perchè se no poi il pancino le fa male perchè vuoto e le do la possibilità di scegliere quanti cucchiai mangiare, lei mai mi dice uno, mi dice sempre 5 e così facciamo cinque, magari nel frattempo nemmeno li conta, si distrae e ne mangia di più e la cena è andata. Oppure a volte chiede il gelato prima della carne e io a volte acconsento, ma a patto che poi mangi anche la carne, finora ha funzionato, lei ha poi mangiato anche la carne, altri genitori si sarebbero impuntati sul fatto che il gelato si mangi dopo. Non è che la ho fatta cenare solo col gelato o la ho fatta digiunare.Lo so che è un esempio banale e che è anche facile rispetto alle contestazioni che si possono avere più in là e son sicura che molte fanno la stessa mia cosa, però era per trovare una piccola applicazione pratica ai discorsi teorici.
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Re: Educare i figli, facile a dirsi....
uh guarda quella dei compiti sicuramente sarà una cosa che mi metterà in crisi e per decidere il comportamento da attuare ci saranno lunghe riflessioni in famiglia. Io i compiti li facevo senza battere ciglio, mio marito era una tragedia, speriamo che Viviana abbia ripreso da meottyx ha scritto:Agosto 2023
"Amore hai fatto i compiti?"
"No"
"Ma è importante per il tuo sviluppo e la crescita personale""
"Sono stanca"
"Ah, allora ti comprendo, amore"
Da qui in poi come la gestiresti?

comunque, presumo, così parlando da fuori, che mi accorderei con lei su quanto è stanca e se dopo un riposino di un'ora potesse poi fare i compiti. Probabilmente mi direbbe di sì (perchè ha ottenuto che la cosa sia stata rimandata

Oppure possiamo parlare del fatto che non può farli la sera perchè sarà ancora più stanca dopo aver giocato e che quindi non può giocare prima. Il che sarebbe un pò una conseguenza della sua azione più che una punizione arbitraria ma prima diciamo che mi son smazzata tutte le possibili spiegazioni e accordi.
Una fatica.
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Re: Educare i figli, facile a dirsi....
ma non sempre si può eliminare la causa che provoca una risposta sbagliata ( esempio: se la reazione nasce dall'aver negato qualcosa come puoi eliminare la cusa? non si può sempre dire si.) secondo me è meglio insegnare che non ci si comporta così perchè non è un comportamento accettabile e fa male, anche se si è stanchi/nervosi etc.
esattamente come un genitore non dovrebbe alzare la mani ma imparare a gestire la rabbia/nervosismo.
esattamente come un genitore non dovrebbe alzare la mani ma imparare a gestire la rabbia/nervosismo.
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Re: Educare i figli, facile a dirsi....
Sono d'accordo con te.ishetta ha scritto:eva hai fatto troppo tardi? :ahah
Io credo che a 3 anni non si possa parlare male di rispetto ma davvero di imparare a gestire rabbia, frustrazione, tristezza ecc. Ed è una cosa che nelle materne si vede tutti i giorni. Quante volte si picchiano perchè vogliono il tal gioco, perchè Pierino ha detto a Pierello che la sua maglietta è brutta e parte il tal morso? Non è mancanza di rispetto... è rabbia pura che non si sa incanalare.
Tempo fa avevo visto un cartone (non mi ricordo più, cmq era su Sky) dove c'era una bambina che per tranquilizzarsi in seguito ad un'arrabbiatura faceva tutta una scenetta che finiva con le mani davanti alla bocca unite che andavano verso l'esterno e intanto espirava... tipo yoga x capirci. Quella era un periodo un po' "no" per Emma e avevamo preso spunto. Quando lei si infervorava insieme facevamo lo stesso gesto... ovviamente non era il gesto a calmarla ma il fatto di mettersi lì e pensare un attimo a quello che stava succedendo.
E sullo scusarsi sono d'accordo con Eva. Se io mamma sbaglio, quando le acque si sono chetate vengo e mi scuso. "Emma, scusa per prima. La mamma si era molto arrabbiata per quello che hai fatto. Non dovevo picchiarti ma quello che hai fatto è cmq sbagliato". Credo che una frase del genere permetta al bambino di capire che la mamma non è infallibile ma allo stesso tempo sto sottolineando di nuovo che il suo errore c'è e rimane.
Il metodo per calmarsi lo conoscevo (insomma ne conoscevo alcuni simili) il mio problema è capire come far sì che capisca come incanalare la rabbia la prossima volta, non che lo faccia perchè teme la punizione.Tu come faresti?
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Re: Educare i figli, facile a dirsi....
sara ha quasi 5 anni, non 4 (e c'è un abisso)ishetta ha scritto:Ari, ma per intenderci... cos'è che Sara a quasi 4 anni non capisce? E intendo proprio non capisce non "non vuole capire"....Ari ha scritto:no, ho capito.EvaGreen ha scritto:no niente mi sono rispiegata di cacca.
la differenza sostanziale di pensiero tra te e me è che io non ho questa fiducia cieca nella capacità di comprensione del bambino.
secondo me la strada della comunicazione è sempre e comunque la prima da tentare, ma ci sono situazioni in cui non è applicabile perché i bambini non hanno gli stessi strumenti per comprendere che hanno gli adulti e in quei casi l'adulto di riferimento (quindi il genitore) deve necessariamente imporre il proprio punto di vista al bambino anche se questo non lo comprende o non lo accetta.

a parte non capire le equazioni?
non capisce che cos'è l'anima e come fanno le persone ad andare in cielo quando muoiono (due giorni fa è morta la bisnonna e siamo alle prese con questa cosa in 'sti giorni).
quando l'anno scorso le avevamo detto che il suo fratellino era andato in cielo (lei aveva 3 anni e mezzo), per dei mesi è stata terrorizzata dal vento perché temeva che la portasse via e la portasse in cielo.
non capisce che cos'è l'estinzione e perché non ci sono più i dinosauri. accetta come un dato di fatto che sia così, ma non lo ha capito.
questi sono i primi due esempi che mi vengono in mente che sono capitati recentemente.
Arianna mamma di Sara dal 07/09/06
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Re: Educare i figli, facile a dirsi....
quotoishetta ha scritto:dormi mezzora e poi rinizia a fare i compiti.ottyx ha scritto:Agosto 2023
"Amore hai fatto i compiti?"
"No"
"Ma è importante per il tuo sviluppo e la crescita personale""
"Sono stanca"
"Ah, allora ti comprendo, amore"
Da qui in poi come la gestiresti?
Poi che funzioni non lo so.. ma posso pure mettermi a urlare e sequestrare tv, dvd, schermo olografico (visto che saremo 2023) che se non c'ha voglia di fare i compiti stai pur certa che fissa il libro e nella mente si sta canticchiando qualcosa...
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Re: Educare i figli, facile a dirsi....
Eva cara, sei quasi tenera, e, credimi, io capisco le tue buonissime intenzioni, proprio perchè io, finchè è stato possibile, ho fatto esattamente come te.EvaGreen ha scritto:Questo è proprio lontano annu luce da me.helzbeth ha scritto: quello che intendo dire è che se io le dico di fare una cosa che in quel momento E' DA FARE mi deve ascoltare, punto e basta. Non deve decidere se ascoltarmi o no.
Eravamo arrivate al punto che la nana mi ha detto "tu decidi per te e io decido per me"
No ciccia, io sono la mamma e tu la bambina: ci sono volte in cui ti lascio fare quel che vuoi, ma altre che si fa come dico io e basta, che ti piaccia o meno.
Io non devo avere la sua autorizzazione per farle fare qualcosa.
Genitori e figli non hanno le stesse facoltà decisionali, e gliel'ho spiegato (anche in virtù del fatto che loro, in quanto bambini, alcune cose non riescono a vederle, alcuni pericoli non li percepiscono, quindi si devono fidare delle scelte dei genitori)
Ma che male ti fa se un bimbo fa la cosa che dovrebbe però capendola e magari anche volendola fare?
Solo che così facendo mia figlia è cresciuta facendo sempre le cose che voleva e/o aveva accettato.
I bambini, come ti è stato ripetutamente detto, crescono, e le cose cambiano.
Mia figlia era abituata a scegliere cosa voleva mangiare, per me non era un problema, le chiedevo "cosa vuoi mangiare?" e glielo facevo.
Quando poi questo meccanismo è diventato "io mangio solo ed esclusivamente quello che IO ho scelto di mangiare" allora non va più bene, perchè ha iniziato a mangiare cose meno "salutari" che ovviamente non può mangiare tutti i giorni, oppure una cosa non l'avevo in casa... oppure avevo altro pronto, ma lei aveva la pretesa di voler decidere.
Quando a nulla valgono le spiegazioni varie, allora tocca arrivare al "senti: tu puoi scegliere A VOLTE cosa mangiare, ma non decidi sempre tu, a volte decido io e si mangia quel che c'è"
e ancora non lo accetta.... si arriva al
"bene, allora tu non decidi più, decido SEMPRE IO"
qui ha accettato il fatto che a volte potrà scegliere lei.
QUANDO ti accorgi che PER OGNI COSA diventa una lotta, una discussione, perchè lei è abituata a scegliere, e quello che dici tu, come madre, non conta nulla, allora è ora di cambiare rotta.
A 3 anni, e te l'ho già detto, io me la spassavo come te, con la variante che non giocava con il cibo, nè rovesciava roba sul divano semplicemente perchè non mi sembra un bel gioco alla sua età.
Forse ti sfugge che a 3 anni è grandina.
E lo capiva.
figli piccoli problemi piccoli, figli grandi problemi grandi