Buongiorno Claudia!
Approfitto dello spunto che mi offri per informare velocemente te e magari altre donne in attesa sull'argomento.
Dopo il lieto evento, si sperimentano in genere sensazioni nuove e spesso contrastanti. La nostra vita viene stravolta, con tutti i ritmi, le abitudini e la "libertà" che vanno a farsi benedire... O, almeno, noi mamme la vediamo così, inizialmente.
E' assolutamente normale, a pochi giorni dalla nascita, provare il cosiddetto "
baby blues"; si tratta di uno stato emotivo simile ad una forma depressiva, ma nella maggioranza dei casi con prognosi benigna e risoluzione spontanea entro pochi giorni-settimane. Le crisi di pianto incontrollate, lo sgomento di fronte a un esserino inerme che dipende da noi in tutto e per tutto, gli acciacchi fisici dovuti al parto, la sensazione che tutte le attenzioni siano e debbano essere per il bambino e non per la neomamma, la mancanza di sonno, l'ennesimo cambiamento nell'assetto ormonale... Sfido chiunque a non risentire affatto di tutto questo! La cosa si accentua generalmente con la prima maternità, essendo per noi donne un'esperienza che non ha termine di paragone con altre vissute in precedenza. Ripeto, questo stato transitorio, nella maggiornaza dei casi, regredisce spontaneamente.
In una minore percentuale di casi, circa il 10-15%, c'è in agguato questa famosa "
depressione post partum", la cui durata invece varia da pochi mesi a un anno circa. Iniziamo col dire che ci sono dei fattori predisponenti: storia di depressione nella donna e/o nella famiglia, contesto socio-economico disagiato, conflitti familiari preesistenti, traumi fisici o psichici recenti. Parliamo sempre però di fattori predisponenti e non di certezze matematiche, così come non è escluso che chi non li ha sviluppi una DPP.
Dobbiamo poi distinguere tra episodi di "
depressione maggiore" e "
depressione minore". Nel primo caso, viene compromessa la funzionalità della persona, che non è effettivamente in grado di badare a se stessa e tantomeno al bebé. Nel secondo, spesso le persone vicine alla mamma non si rendono conto delle difficoltà, in quanto ella stessa tende a nascondere i sintomi, per la paura di essere giudicata ed etichettata.
Tra i sintomi più comuni della DPP possiamo annoverare: naturalmente, l'umore depresso, la tristezza e il pianto incontrollati; irritabilità, senso di colpa, senso di inadeguatezza; paura di fare del male al bambino, perdita di entusiasmo e di interesse per ogni aspetto della vita (finanche l'igiene personale), mancanza di progettualità, di speranze e di aspettative per il futuro; sensazione di non amare il proprio figlio, di essere incomprese da tutti; disturbi del sonno o dell'appetito. Ovviamente, non tutti i sintomi si devono presentare necessariamente insieme nella stessa persona.
Se riconosciuta e trattata adeguatamente, la DPP si può risolvere brillantemente. E' indispensabile rivolgersi ad uno psicoterapeuta, ma nella maggioranza dei casi viene istituita anche una terapia farmacologica, almeno inizialmente.
Nel tuo caso, naturalmente non è dato sapere cosa accadrà, ma mi sembra di capire che in questo periodo tu stia soffrendo di una lieve forma di "ansia da anticipazione". Non è niente di particolarmente grave; si tratta semplicemente dall'ansia generata dal prefigurarsi eventi che avranno, secondo noi e le nostre fantasie, esiti negativi, addirittura catastrofici.
Può essere normale in questa circostanza; ricordate che gli ormoni hanno il potere!
La cosa positiva è che gli eventi che ci prefiguriamo in preda all'angoscia quasi mai si traducono in realtà.
Spero di essere stata abbastanza esaustiva, ma se hai/avete altre domande o dubbi, io sono qui.
