Ciao Zanchese i bambini con i tic spesso sono bambini più ansiosi degli altri, tendono a scaricare le tensioni in questo modo e solitamente sono bambini che cercano di controllare le loro pulsioni aggressive (è una forma di oppositività all'ambiente, a determinate situazioni conflittuali o stressanti derivate dalla scuola, famiglia non lo so questo è difficile da capire a distanza

)
Hai mai rintracciato questi comnportamenti nel tuo bambino?
I consigli per superare i tic potrebbero essere sintentizzati in questo modo:
CREARE UN AMBIENTE SERENO, OSSIA:
a) rendere il bambino autonomo per tutti i piccoli compiti che può e sa fare alla sua età: mangiare, dormire, lavarsi, vestirsi da solo, collaborare e aiutare la mamma in casa, riordinare i propri giocattoli, preparare l'occorrente per la scuola. Non fare mai le cose al posto suo: il messaggio che arriverebbe è "sei piccolo" e "non sei capace"
b) non iperproteggerlo nè svalutarlo: mostrarsi sicuri (i bambini imparano imitando, se siamo ansiosi verso qualcosa loro si sentiranno in pericolo), lasciarlo libero di sperimentare ed esplorare il mondo senza ansia (stai attento, guarda che ti fai male, tanto non ci riesci, te lo faccio io che tu non lo sai fare, copriti, pulisciti bene, ecco ti sei fatto male, quel cibo non va bene perché ti fa male, non ti appoggiare nel bagno, attenzione ai germi...), non insistere sul cibo né usarlo come ricatto o punizione o premio (il bambino impara dai genitori il rapporto con il cibo: se siamo sempre a dieta o troppo attenti agli alimenti o in ansia rispetto al suo mangiare, capirà che il cibo è "pericoloso" e lo eviterà o lo renderà un ambito di lotta di potere con voi), far sentire il bambino in grado di affrontare difficoltà e paure: incoraggiarlo sempre a superare ciò che teme.
c) premiare con le parole i suoi sforzi e le sue conquiste (fatelo sentire importante e "capace"); spiegare le regole e i divieti in modo chiaro, semplice e mai esagerato (far capire che ad ogni azione corrisponde una conseguenza) "se rovesci il bicchiere come fai a bere?" , " se non metti a posto i giocattoli poi non li trovi più.
d) quando un divieto non viene rispettato: manifestare dispiacere in modo sincero, disapprovando non il bambino ma l'azione, dimostrare che gli volete bene comunque, spiegare quale sarebbe stato il comportamento giusto e incoraggiarlo sul fatto che la prossima volta andrà meglio.
e) gestire le esplosioni di rabbia: rispecchiare le sue emozioni ed accettarle ("so che sei arrabbiato ma per la mamma e il papà è importante che...), gestite in maniera costruttiva i momenti di rabbia (non urlare, sbattere oggetti, picchiare) ascoltando e dimostrando che volete aiutarlo ad affrontare la sua irritazione, aiutatelo ad attenuare la rabbia proponendo un'attività (correre, disegnare, recitare la scenetta coi pupazzi...), insegnategli che quando è arrabbiato deve esprimere ciò che prova, non siate punitivi (se picchiate, il bambino impara a picchiare, se urlate impara ad urlare).
f) per dare voce alle emozioni e alle paure e insegnare al bambino a riconoscerle e superarle, leggegli prima della nanna una piccola fiaba (sempre fino alla fine)
g) dedicategli mezz'ora (o più se + se è possibile) al giorno al gioco insieme: colorare, disegnare, cucinare...proponete una attività da fare insieme e divertitevi con il vostro bambino. Durante il gioco ascoltaltalo, è lì (facendo parlare i personaggi o disegnando) che rivela le sue ansie, le sue difficoltà ed è lì che potrai rassicurarlo e fargli sentire che ce la farà.
h) non caricare il bambino delle proprie pretese o aspettative. Accettate il bambino per come è, senza disapprovarlo se non si comporta come vorreste, se non è bravo come avreste immaginato, se non riesce in qualcosa. Diminuite la pressione rispetto alle performance scolastiche, sportive etc..
i) tenete un diario dei tic. Senza farvi notare, annotate in un taccuino quando compaiono, in che modo e in relazione a che cosa (a una sgridata, in presenza di entrambi i genitori o a uno solo, mentre fa i compiti, quando è arrabbiato o felice ...). Vi aiuterà a comprendere meglio quando il bambino sente la necessità inconsapevole e involontaria di ricorrere al tic.
j) compiti a casa: creagli un ambiente sereno e calmo, fallo studiare in camera sua se possibile e comunque mai davanti alla tv, con la radio accesa o in presenza di qualsiasi altro stimolo esterno che possa distrarlo. Stabilisci un orario di inizio e di fine e fateglielo mantenere. Spiegagli che fare i compiti aiuta a conoscere le cose e da grandi ci permette di fare il lavoro che ci piace ("come mamma o papà") e che, finiti i compiti, c'è il momento per il gioco ("quando finiamo, mamma o papà giocano un po' con te a quello che vuoi). Concedigli una pausa per la merenda o se lo vedi particolarmente distratto piccole pause di 5 minuti (ogni mezz'ora, quaranta minuti) per favorire la ripresa della concentrazione. Incoraggialo a fare da sé (standogli intorno e rimandandogli che sei lì e che può chiamarvi se ha bisogno di aiuto) Aiutalo a capire l'errore e a rimediarlo senza spazientirti. Lodalo quando riesce a far bene qualcosa e sostienilo quando sente di non riuscire ("mamma o papà è sicuro che ci riuscirai...vediamo insieme cosa ti è difficile...).
i) puoi parlare dei tic solo se è il bambino a sollevare l'argomento. A quel punto spiegagli che non si deve preoccupare, non deve avere paura ("tanti bambini li hanno o li hanno avuti e piano piano sono sempre passati") e che presto scompariranno.
P.S: questi sono consigli generali nper i bambini che soffrono di questo distrubo, nautaralmente poi adattali a tuo figlio, ci saranno degli aspetti in cui ti ritroverai e altri no o altri meno (perchè magari sai già come fare)