ho sacrificato l'infanzia di mio figlio? (lungo)
Inviato: 29 lug 2011, 10:29
ciao a tutte! aiutatemi a capire perchè stamattina mi è preso un groppo in gola da non distinguere più bene cosa è il vero problema, cosa è mio senso di colpa, cosa sia meglio fare...
antefatto:
poco più di un anno fa, mia madre (56 anni) ha avuto la rottura di un aneurisma cerebrale, è stata in coma parecchio tempo, ha fatto un lungo ricovero, si è ripresa abbastanza, anche se è rimasta in carrozzina con una emiparesi dx, e una regressione della personalità che l'ha resa una persona estremamente taciturna e apatica. a novembre ho traslocato in fretta e furia, trovato una nuova casa adeguata e l'ho presa a vivere con noi. ho una badante al mattino, poi ci dividiamo i compiti di cura tra me e mio marito. una volta lavata, vestita ecc. lei sta in casa guarda la tv legge, cerchiamo di uscire il più possibile, compatibilmente con le difficoltà che comporta, cerchiamo di far fare al bambino una vita più possibile normale. lui ha accettato la nuova situazione abbastanza bene, ne abbiamo parlato molto, dice che è contento di vivere così, anche se vorrebbe che la nonna tornasse vome prima. ha recepito che non si tratta di una malattia reversibile, che non sarà mai più come prima, nota tutti i cambiamenti, e dopo un periodo di difficoltà, ha ripreso anche un rapporto più fisico con la nonna, le va in braccio, la bacia, la coinvolge nei suoi giochi.
lo scorso anno nel clou del coma e del ricovero a 300 km da casa che mi costringeva al pendolarismo estremo, marco ha finito l'asilo ed è andata al centro estivo. le educatrici sapevano tutto e lo tenevano d'occhio. non dava segni di disagio, era molto socievole, raccontava con naturalezza quello che stava capitando in casa.
quest'anno ha ricominciato ad andare al centro estivo, ma fa un sacco di storie, supplica di non andare ecc. poichè mio marito fa i turni, noi lo mandiamo solo quando non ci siamo. se uno di noi due è a casa, lo teniamo con noi, e magari ci ritagliamo uno spazio senza nonna. quindi ci va 2-3 giorni a settimana. pensavamo di non obbligarlo nuovamente ad un tempo pieno come l'asilo, per farlo riposare e staccare.
stamattina le educatrici mi hanno fermato per dirmi che lo trovano molto cambiato nel carattere, molto più chiuso e solitario, fanno fatica a coinvolgerlo e preferisce giocare da solo. racconta molto della nonna e di casa, e in particolare ha parlato loro del fatto che il prossimo mese sarò a casa dal lavoro e delle sue aspettative di questo mese solo con mamma. peccato che io sto a casa perchè operano mia madre. lui lo sa per altro. mi hanno detto tante cose che mi hanno allarmato e fatto sentire mortalmente in colpa, sul fatto che il bambino è troppo maturo per la sua età, che ha cambiato completamente carattere dallo scorso anno, che ha paura di un sacco di cose, dal bagno in mare al fatto che lo possano prendere in giro, e mi hanno caldamente consigliato di continuare a mandarlo al centro estivo con regolarità anche se sarò a casa, perchè quando non ci va per un po' di giorni, si sente la forte differenza. oggi terzo giorno consecutivo, nonostante le scene a casa, poi lì sembrava più sereno. comunque una volta usciti di casa poi va senza fiatare. ma comincia dalla sera prima a chiedere di non andare il giorno dopo.
con l'asilo questo non è mai successo, così come le maestre non mi hanno mai segnalato questo comportamento. vero è che all'asilo ha un gruppo storico e saldo di 4 amichetti. la sera a volte mi dice che gli mancano. A casa gioca molto da solo, e anche con i figli delle mie amiche fa fatica. ma è anche vero che facciamo una vita sociale piuttosto ritirata. abbiamo provato molto a dargli dei fratelli e non ci siamo riusciti. è figlio unico, forse lo resterà e ci sentiamo in colpa, probabilmente lo abbiamo anche molto viziato, e tendiamo a tenerlo molto con noi e dedicargli spazi speciali, come per ricompensarlo, ma forse in realtà non facciamo il suo bene.
insomma non so se mi spiego bene: io mi sono fatta e mi faccio tutt'ora enormi problemi sul fatto che abbiamo sacrificato una parte della sua infanzia, per assistere a casa mia madre. ma non si poteva fare diversamente. avrei potuto scegliere di ricoverarla in un istituto per anziani (unico disponibile per non autosufficienti), ma non me la sono sentita. per altro trovo che sia anche una esperienza importante per lui avere questa nonna a casa. ma ora sono in crisi, mi sono sentita come se mi dicessero che faccio del male a mio figlio. come se dicessero che l'ho sacrificato alla situazione familiare, che ho minato il suo carattere... non so, sono proprio confusa e agitata su come affrontare questa situazione. mi sembrava che avessimo raggiunto un buon equilibrio e che lui fosse abbastanza sereno. mi vien da piangere...
antefatto:
poco più di un anno fa, mia madre (56 anni) ha avuto la rottura di un aneurisma cerebrale, è stata in coma parecchio tempo, ha fatto un lungo ricovero, si è ripresa abbastanza, anche se è rimasta in carrozzina con una emiparesi dx, e una regressione della personalità che l'ha resa una persona estremamente taciturna e apatica. a novembre ho traslocato in fretta e furia, trovato una nuova casa adeguata e l'ho presa a vivere con noi. ho una badante al mattino, poi ci dividiamo i compiti di cura tra me e mio marito. una volta lavata, vestita ecc. lei sta in casa guarda la tv legge, cerchiamo di uscire il più possibile, compatibilmente con le difficoltà che comporta, cerchiamo di far fare al bambino una vita più possibile normale. lui ha accettato la nuova situazione abbastanza bene, ne abbiamo parlato molto, dice che è contento di vivere così, anche se vorrebbe che la nonna tornasse vome prima. ha recepito che non si tratta di una malattia reversibile, che non sarà mai più come prima, nota tutti i cambiamenti, e dopo un periodo di difficoltà, ha ripreso anche un rapporto più fisico con la nonna, le va in braccio, la bacia, la coinvolge nei suoi giochi.
lo scorso anno nel clou del coma e del ricovero a 300 km da casa che mi costringeva al pendolarismo estremo, marco ha finito l'asilo ed è andata al centro estivo. le educatrici sapevano tutto e lo tenevano d'occhio. non dava segni di disagio, era molto socievole, raccontava con naturalezza quello che stava capitando in casa.
quest'anno ha ricominciato ad andare al centro estivo, ma fa un sacco di storie, supplica di non andare ecc. poichè mio marito fa i turni, noi lo mandiamo solo quando non ci siamo. se uno di noi due è a casa, lo teniamo con noi, e magari ci ritagliamo uno spazio senza nonna. quindi ci va 2-3 giorni a settimana. pensavamo di non obbligarlo nuovamente ad un tempo pieno come l'asilo, per farlo riposare e staccare.
stamattina le educatrici mi hanno fermato per dirmi che lo trovano molto cambiato nel carattere, molto più chiuso e solitario, fanno fatica a coinvolgerlo e preferisce giocare da solo. racconta molto della nonna e di casa, e in particolare ha parlato loro del fatto che il prossimo mese sarò a casa dal lavoro e delle sue aspettative di questo mese solo con mamma. peccato che io sto a casa perchè operano mia madre. lui lo sa per altro. mi hanno detto tante cose che mi hanno allarmato e fatto sentire mortalmente in colpa, sul fatto che il bambino è troppo maturo per la sua età, che ha cambiato completamente carattere dallo scorso anno, che ha paura di un sacco di cose, dal bagno in mare al fatto che lo possano prendere in giro, e mi hanno caldamente consigliato di continuare a mandarlo al centro estivo con regolarità anche se sarò a casa, perchè quando non ci va per un po' di giorni, si sente la forte differenza. oggi terzo giorno consecutivo, nonostante le scene a casa, poi lì sembrava più sereno. comunque una volta usciti di casa poi va senza fiatare. ma comincia dalla sera prima a chiedere di non andare il giorno dopo.
con l'asilo questo non è mai successo, così come le maestre non mi hanno mai segnalato questo comportamento. vero è che all'asilo ha un gruppo storico e saldo di 4 amichetti. la sera a volte mi dice che gli mancano. A casa gioca molto da solo, e anche con i figli delle mie amiche fa fatica. ma è anche vero che facciamo una vita sociale piuttosto ritirata. abbiamo provato molto a dargli dei fratelli e non ci siamo riusciti. è figlio unico, forse lo resterà e ci sentiamo in colpa, probabilmente lo abbiamo anche molto viziato, e tendiamo a tenerlo molto con noi e dedicargli spazi speciali, come per ricompensarlo, ma forse in realtà non facciamo il suo bene.
insomma non so se mi spiego bene: io mi sono fatta e mi faccio tutt'ora enormi problemi sul fatto che abbiamo sacrificato una parte della sua infanzia, per assistere a casa mia madre. ma non si poteva fare diversamente. avrei potuto scegliere di ricoverarla in un istituto per anziani (unico disponibile per non autosufficienti), ma non me la sono sentita. per altro trovo che sia anche una esperienza importante per lui avere questa nonna a casa. ma ora sono in crisi, mi sono sentita come se mi dicessero che faccio del male a mio figlio. come se dicessero che l'ho sacrificato alla situazione familiare, che ho minato il suo carattere... non so, sono proprio confusa e agitata su come affrontare questa situazione. mi sembrava che avessimo raggiunto un buon equilibrio e che lui fosse abbastanza sereno. mi vien da piangere...