
sono nera, anzi nerissima e ho bisogno di un confronto costruttivo per sapere se esagero, se ho ragione, se ho proprio torto, etc. etc.
allora... giulio ha due anni e mezzo e, come tutti i bambini, ha delle sue inclinazioni naturali, delle... predisposizioni? può essere il termine giusto? insomma... ci sono attività che gli sono particolarmente congeniali e altre che pare proprio non siano per lui.
un esempio per chiarire: se si porta un gruppetto di bimbi in spiaggia per la prima volta, ci saranno quelli che non faranno altro che correre e saltare, quelli che si attaccheranno a mamma xché hanno paura, quelli che inizieranno una minuziosa attività di osservazione di ogni singolo dettaglio del nuovo posto. questo è giulio.
un bambino curioso, estremamente curioso e desideroso di conoscere e capire.
da sempre, davvero da sempre io mi adeguo a quello che è lui, al suo sviluppo, ma cerco cmq di lasciare il ventaglio delle possibilità e degli stimoli sempre ben aperto. cerco di non scrivergli un copione di vita secondo quella che è la MIA interpretazione della sua volontà, ma gli propongo tutte le attività alle stesse condizioni e con lo stesso entusiasmo, in modo che sia sempre lui a scegliere la SUA strada.
oltre a ciò, cerco di tenerlo sempre ben inserito nel contesto sociale in cui viviamo: lui è timido e proprio xché non è un grande atleta e cmq non ama il caos tende un po' a isolarsi, specie se non conosce nessuno. va al nido da quando aveva 14 mesi e lì, pur non essendo il "capobanda", è inserito benissimo, ma ad esempio se andiamo al parco lo vedo sicuro finché non ci sono altri bimbi e poi insicuro e chiuso se ne arrivano (se non li conosce, ovviamente...).
scusate la premessa lunga, ma era per spiegare il contesto...
il mio problema è che i nonni, ma anche il padre, hanno il maledettissimo vizio di "esibire" le sue capacità intellettive, chiedendogli di dire o "far vedere che sa fare" cose varie per poi bearsi dei commenti delle persone presenti.
ora... come reagisce lui? si arrotola su se stesso e non parla più. e se fino a un minuto prima cantava e giocava libero, poi si blocca e non è più spontaneo, prima di riaprire bocca ce ne vuole.
io non condivido questi modi di fare, anche xché... correggetemi se sbaglio... secondo me lui in quei momenti ha la percezione che cose x lui normalissime in realtà normali non sono. magari si chiede se sono sbagliate, poi xò si accorge che tutti sorridono, gli dico bravo, gli dicono che è fantastico... e ho il terrore che la fase successiva sia convincersi di essere diverso dagli altri bimbi, di essere migliore, di essere strano o di fare cose strane.
sbaglio?
io sto cercando di fargli stampare ben chiaro in mente che l'importante per lui è riuscire sempre a tirar fuori il meglio di ciò che è, di mirare al suo 100, di trovare la sua strada, la sua personale eccellenza nella vita.
credo che i più grandi falliti siano coloro che, invece di guardarsi dentro e cercare la propria inclinazione, hanno passato la vita a rincorrere i sogni e le eccellenze altrui, oppure l'attività redditizia, di successo o di moda...
questo è il quadro. secondo me, quel modo di "esibire" e platealmente vantare i bambini è sbagliato, non sa loro sicurezze, ma al contrario li rende fragili e rischia di confonderli.
voi cosa ne pensate?
