Re: Testa dura o c'é dell'altro?
Inviato: 10 gen 2013, 13:33
Noi abbiamo questo:
http://www.ibs.it/code/9788804594543/ge ... grave.html" onclick="window.open(this.href);return false;
ha anche il sentimentometro, ovvero una sorta di orologio con lancetta, le varie espressioni riferite ai diversi sentimenti al posto delle ore e si può girare la lancetta per scegliere di che sentimento sei. A mio figlio piace molto. Di base direi che funziona come l'attività che dice Ishetta.
Mio figlio (val978, che te lo dico a fare), se lo metti sulla sedia 2 minuti a pensare, si divincola, mi ride in faccia, fa versi, insomma, non funziona (a scuola di più, la vive come un'onta perché di solito ci è messo il teppista della classe).
Quindi con lui ha funzionato di più il prendere provvedimenti noi, se non faceva ciò che gli si chiedeva. Metti via i tuoi giochi, se non lo fai tu, lo faccio io, ma se li metto via io, non li vedi per una settimana. Scendi da quella sedia, se non scendi entro il 10, arrivo io e ti faccio scendere io (non pensate che lo legnassi, eh, semplicemente fisicamente lo facevo scendere a terra e mettevo a posto la sedia, della serie non hai alternative). Giochi usati in modo improrio, io lascio fare fino a quando non diventa pericoloso, se diventa pericoloso, interviene il sequesto. Ora basta minacciare il sequestro, e lui scende a più miti consigli.
Per le botte, mi sa che ha cominciato a provarci più tardi, comunque alla prima volta gli si prendo la mano con fermezza e gli dico "no, non voglio, mi fai male". Quando è stato più grande è entrato anche in vigore la punizione, giacché ama molto i cartoni animati, se lui offende mamma e papà, sia verbalmente che fisicamente, al primo giro gli si dice che quel comportamento è negativo e non è accettato, al ripetersi, sanzionata la tv, niente cartoni. So che c'è qualcuno contrario alle punizioni, io questa l'ho usata soprattutto per ripulirgli la bocca, al primo anno di materna - com'è tipico - sparava a volte delle parole allucinanti, ora non più.
Io cerco di spiegargli i miei stati d'animo, se magari abbiamo avuto una discussione, gli spiego che ci sono rimasta male per questo e quest'altro motivo, se mi rendo conto di essere stata sgarbata nei modi, gli chiedo scusa, insomma, cerco di usare il (per me) miglior metodo educativo, che è l'esempio. Ho sempre parlato tanto con lui, anche quando era più piccolo e magari non capiva bene, però alla fine secondo me era rassicurato dal fatto che c'era un perché alle cose, anche se non poteva che coglierne la ragione generica. Se vedo lui arrabbiato, triste, verbalizzo "sei arrabbiato perché non puoi andare al parco?". "Sei triste perché non c'è il papà?" Do insomma un nome al sentimento che sta manifestando.
Val, noi per lavare i denti facevamo così, lui li lavava a me e io a lui, cioè lui mi agitava in bocca il mio spazzolino e intanto io li lavavo a lui. Funzionava, era un gioco di reciprocità, sicché accettava. Poi noi recitiamo come un mantra che se non ci si lava i denti, vengono le carie, quindi era una di quelle cose che si faceva (ora lui stesso sa e vuole farlo) anche se lui si incavolava.
Sostanzialmente, comunque, l'unica cosa che ha funzionato è stato ripetere, ripetere, ripetere fino allo sfinimento le cose e ad un certo punto ho cominciato ad accorgermi che ... gutta cavat lapidem. Insomma, il fatto che non si veda un risultato subito, non vuol dire che non si stia lavorando nella giusta direzione!
http://www.ibs.it/code/9788804594543/ge ... grave.html" onclick="window.open(this.href);return false;
ha anche il sentimentometro, ovvero una sorta di orologio con lancetta, le varie espressioni riferite ai diversi sentimenti al posto delle ore e si può girare la lancetta per scegliere di che sentimento sei. A mio figlio piace molto. Di base direi che funziona come l'attività che dice Ishetta.
Mio figlio (val978, che te lo dico a fare), se lo metti sulla sedia 2 minuti a pensare, si divincola, mi ride in faccia, fa versi, insomma, non funziona (a scuola di più, la vive come un'onta perché di solito ci è messo il teppista della classe).
Quindi con lui ha funzionato di più il prendere provvedimenti noi, se non faceva ciò che gli si chiedeva. Metti via i tuoi giochi, se non lo fai tu, lo faccio io, ma se li metto via io, non li vedi per una settimana. Scendi da quella sedia, se non scendi entro il 10, arrivo io e ti faccio scendere io (non pensate che lo legnassi, eh, semplicemente fisicamente lo facevo scendere a terra e mettevo a posto la sedia, della serie non hai alternative). Giochi usati in modo improrio, io lascio fare fino a quando non diventa pericoloso, se diventa pericoloso, interviene il sequesto. Ora basta minacciare il sequestro, e lui scende a più miti consigli.
Per le botte, mi sa che ha cominciato a provarci più tardi, comunque alla prima volta gli si prendo la mano con fermezza e gli dico "no, non voglio, mi fai male". Quando è stato più grande è entrato anche in vigore la punizione, giacché ama molto i cartoni animati, se lui offende mamma e papà, sia verbalmente che fisicamente, al primo giro gli si dice che quel comportamento è negativo e non è accettato, al ripetersi, sanzionata la tv, niente cartoni. So che c'è qualcuno contrario alle punizioni, io questa l'ho usata soprattutto per ripulirgli la bocca, al primo anno di materna - com'è tipico - sparava a volte delle parole allucinanti, ora non più.
Io cerco di spiegargli i miei stati d'animo, se magari abbiamo avuto una discussione, gli spiego che ci sono rimasta male per questo e quest'altro motivo, se mi rendo conto di essere stata sgarbata nei modi, gli chiedo scusa, insomma, cerco di usare il (per me) miglior metodo educativo, che è l'esempio. Ho sempre parlato tanto con lui, anche quando era più piccolo e magari non capiva bene, però alla fine secondo me era rassicurato dal fatto che c'era un perché alle cose, anche se non poteva che coglierne la ragione generica. Se vedo lui arrabbiato, triste, verbalizzo "sei arrabbiato perché non puoi andare al parco?". "Sei triste perché non c'è il papà?" Do insomma un nome al sentimento che sta manifestando.
Val, noi per lavare i denti facevamo così, lui li lavava a me e io a lui, cioè lui mi agitava in bocca il mio spazzolino e intanto io li lavavo a lui. Funzionava, era un gioco di reciprocità, sicché accettava. Poi noi recitiamo come un mantra che se non ci si lava i denti, vengono le carie, quindi era una di quelle cose che si faceva (ora lui stesso sa e vuole farlo) anche se lui si incavolava.
Sostanzialmente, comunque, l'unica cosa che ha funzionato è stato ripetere, ripetere, ripetere fino allo sfinimento le cose e ad un certo punto ho cominciato ad accorgermi che ... gutta cavat lapidem. Insomma, il fatto che non si veda un risultato subito, non vuol dire che non si stia lavorando nella giusta direzione!