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Quando il nostro passato condiziona troppo il nostro essere mamma

La nascita, la crescita, grandi e piccole sfide della genitorialità.
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Re: Quando il nostro passato condiziona troppo il nostro essere mamma

Messaggio da mammaely » 22 nov 2012, 16:11

ma loro possono usare le scarpe senza lacci, diamine
ma x me dev'essere una scelta, non una costrizione, perchè non sanno usare le altre! sega a scuola la faranno, l'abbiam fatto tutti! saranno puniti di donseguenza, nel caso, come è giusto, non perdero' la testa per questo, so che è il processo normale di crecita... e se A LORO stara' bene far una vacanza "selvaggia" la faranno, A ME non piace, quindi non la faro'...... che c'è di strano.
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Re: Quando il nostro passato condiziona troppo il nostro essere mamma

Messaggio da mammaely » 22 nov 2012, 16:15

marella ha scritto:Ho collegato solo ieri chi fosse mammaely, e posso testimoniare che è reale... Un po' troll inside :prr ma è vera :sorrisoo
grazie :cuore
bastard inside,quel che vuoi ma l'idea per passare per un troll mi infastidisce parecchio, anche perchè no ne vedo proprio nè l'utilità nè altro.
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Re: Quando il nostro passato condiziona troppo il nostro essere mamma

Messaggio da Zzz... » 22 nov 2012, 16:32

marella ha scritto:Ho collegato solo ieri chi fosse mammaely, e posso testimoniare che è reale... Un po' troll inside :prr ma è vera :sorrisoo
Ecco, anche l' ultima speranza è crollata :caduta_sedia:
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Re: Quando il nostro passato condiziona troppo il nostro essere mamma

Messaggio da marella » 22 nov 2012, 16:34

:ahaha :ahaha

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Re: Quando il nostro passato condiziona troppo il nostro essere mamma

Messaggio da mammaely » 22 nov 2012, 16:39

:permaloso: :aargh
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Re: Quando il nostro passato condiziona troppo il nostro essere mamma

Messaggio da Memina » 22 nov 2012, 17:49

Ely che dire... Ho il tuo stesso passato e le tue stesse paure circa il condizionamento.
Ho paura di esagerare o di esser troppo "leggera" per non esagerare. E' un casino. Me ne accorgo quando mi incazzo con mia madre che mette pezzettini di prosciutto cotto sul vassoio del seggiolone di Vittoria, in attesa che sia pronta la pappa. Mi incazzo a morte perché spizzicare non va bene, oppure quando mi dice di mettere lo zucchero nel biberon, o due/tre biscotti.
Mi mangerei il cervello quando mi faccio scappare un pensiero del tipo "quanto mi piacerebbe se Vittoria amasse lo sport..." (a differenza mia), oppure quando mi sento orgogliosissima che lei adori la frutta (a differenza mia) e che mangi tutta la verdura che io ho iniziato a mangiare a 20 anni.
Faccio questi pensieri e mi sento in colpa perché li sento condizionati dal mio passato, anche se avere una figlia che adora frutta e verdura è solo che un bene, ma ho paura di fare passi falsi, perché anche le più piccole sfumature con me hanno fatto la differenza e non so se sono in grado di trasformare la mia esperienza pessima in qualcosa di positivo. Non lo so proprio perché è una situazione in cui ancora non mi ci trovo.
Mi chiedo spesso cosa direi/farei, se vedessi mia figlia mangiare troppo o troppo poco. Ho un vuoto di fronte a questa ipotesi, ora come ora. Spero ardentemente nell'aiuto di mio marito, che è sopra le parti e quindi non "contaminato" da un'educazione alimentare assente come la mia.
Insomma, tutto ciò per dirti che io in una situazione così mi confronterei molto con chi il passato ce l'ha sgombro da qualsivoglia disturbo, soprattutto alimentare. Spero tuo marito ti possa aiutare, ma ne parli pochissimo quindi non so che situazione c'è.
Almeno su questo argomento (per il resto fai come vuoi) cerca di chiederti sempre sempre sempre sempre sempre se stai dando la risposta giusta a tua figlia o se ti stai comportando nel modo giusto PER LEI.
Io spero di fare così :incrocini
Buona fortuna, perché te ne serve tanta.
15/02/2012, ore 05.26: è arrivata la nostra Principuzza dei sorrisi!
* I figli sono l'ultima occasione per diventare persone migliori *

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Re: Quando il nostro passato condiziona troppo il nostro essere mamma

Messaggio da mammaely » 22 nov 2012, 18:20

grazie memina... :cuore :cuore
grazie anche alle altre ovviamente :ok
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Re: Quando il nostro passato condiziona troppo il nostro essere mamma

Messaggio da mammaely » 22 nov 2012, 18:25

ho trovato questo articolo, interessantissimo, lo posto qui e anche nell'altro post



In questi giorni si aprono le scuole. L’inizio dell’anno scolastico dovrebbe essere un momento gioioso per i bambini e i loro genitori. Ma per quelle mamme e, più raramente, per quei papà che portano i loro figli alla materna l’ingresso nella scuola sarà un percorso a ostacoli, una specie di incubo kafkiano che si chiama inserimento. Il programma varia a seconda dell’Istituto ma, quasi sempre, prevede un paio di settimane in cui i bambini devono adattarsi al nuovo ambiente progressivamente per non subire traumi e quindi vengono accompagnati da uno dei genitori in classe: all’inizio restano per una quantità di tempo minima che poi lentamente aumenta fino ad arrivare al tempo pieno. Un fenomeno tutto italiano che spesso obbliga la mamma o il papà persino a prendersi le ferie.

L’anno scorso è toccato anche a noi. Alla scuola materna di Via Mantegna a Milano hanno deciso a priori, senza nemmeno conoscere i pargoli, che i nostri due gemelli dovevano iniziare con un’ora di asilo al giorno e uno dei genitori doveva sempre essere presente. Ma io ero a Londra per lavoro e questo ha creato un primo problema visto che Eva e Bruno erano in classi diverse. Quale madre snaturata va all’estero in un momento così importante (sottinteso potenzialmente difficile/traumatico) per i propri figli? Come mai non si sente immensamente in colpa? Ma tant’è le maestre hanno dovuto far buon viso a cattivo gioco e accontentarsi della tata (e di mio marito ovviamente). Io mi sono presentata quando ormai la settimana di passione era quasi finita. Ero in classe con Bruno che giocava senza problemi, dopo cinque minuti ho cominciato a friggere, la mia presenza mi sembrava totalmente inutile. Così ho chiesto alla maestra se me ne potevo andare visto che il bambino era chiaramente “inserito”. Ma lei mi ha risposto scandalizzata di no, che la prassi era aspettare almeno una mezz’ora a prescindere da come si comportava il pargolo.

La domanda che vi pongo è la seguente: perché dobbiamo drammatizzare in questo modo un evento naturale e piacevole come l’ingresso alla materna? Cosa devono pensare i nostri figli? Che li stiamo portando in un luogo pericoloso dove forse non vorranno restare perché sicuramente è meglio passare il tempo con la mamma? E poi ci lamentiamo dei bamboccioni che a trent’anni stanno ancora a casa con i genitori! Ma se glielo abbiamo insegnato noi tra mille premure, paure, apprensioni supportate dalla psicologia da salotto che è tanto in voga.

E’ vero. Un tempo i nostri nonni si facevano pochi problemi. E spesso crescevano i figli a suon di sganassoni. Ma oggi siamo passati all’eccesso opposto. Alleviamo i nostri bambini come se fossero fatti di porcellana, crediamo che possano rimanere segnati a vita se perdono un giocattolo che gli è caro, li copriamo fino a farli scoppiare di caldo per paura che si ammalino (non a caso siamo il Paese delle correnti d’aria e della cervicale), chiediamo se e cosa hanno mangiato come se ci fosse il rischio che muoiano di fame. Non capiamo che il regalo più grande che possiamo fargli è l’indipendenza, la capacità di camminare con le proprie gambe, di non temere gli altri.
In altre parti del mondo non è così. L’inserimento non esiste. Ne ho avuto la prova venerdì scorso quando è iniziato il primo anno di materna nella scuola britannica di Milano, Sir James Henderson School. Io e mio marito abbiamo portato i bambini in due classi diverse dove sono stati accolti con grande serenità. Dopo cinque minuti Eva dipingeva, Bruno giocava. Ho detto a una delle due maestre: “Vedo che il bambino è tranquillo, io andrei”. Lei mi ha risposto: “Signora prima se ne va e più facile sarà il mio compito!”. Non potevo credere alle mie orecchie. Tempo pieno da subito e senza drammi. Certo qualcuno piangeva. E allora la mamma rimaneva lì per qualche minuto in più. Ma poi se ne andava comunque e il piccolo dopo poco smetteva. Come è normale che sia, tranne che qui da noi. Tanto che la direttrice della lower school, Angela Dean, si è sentita in dovere di fare ai genitori il seguente discorso:

“Uno dei nostri obiettivi è l’indipendenza. Sappiamo che l’approccio in Italia è molto protettivo. Gli mettete sempre voi il maglione, gli preparate la cartella. Per favore cercate di cambiare atteggiamento e rendete i vostri figli più autonomi. Altrimenti a scuola si aspetteranno da noi lo stesso comportamento!”.

E’ ora che noi mamme italiane impariamo ad allentare la corda, a essere più leggere, a non rimuginare. Una volta una mia amica mi ha confessato di provare un immenso piacere ad avere i figli che piangevano non appena usciva di casa: “Mi fa sentire la più importante”. Senza rendersi conto di quanto così li rendeva insicuri, negandogli la libertà di crescere cittadini del mondo.
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Re: Quando il nostro passato condiziona troppo il nostro essere mamma

Messaggio da Zzz... » 22 nov 2012, 18:47

Ohmioddio, e ti pareva che non si partiva da giralamoda per andare a finire che solo tu sai crescere i figli indipendenti :x:
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Re: Quando il nostro passato condiziona troppo il nostro essere mamma

Messaggio da primomaggio » 22 nov 2012, 19:03

mammaely ha scritto:tu dicevi anche che non lo manderesti mai in trasferta da solo...
perchè?
per quale motivo?
io mi fido al cento per cento delle insegnanti, Denise son 5 anni che pattina, tre a livello agonistico, la societa' fa trasferte, stages e pernottamenti con la squadra da 25 anni, le insegnanti son fidate, le atlete piu' grandi danno una mano coi piccoli.... cosa c'è di cosi terribile? Loro ci son sempre andate stravolentieri, non è che le ho mai cacciate sul pullman piangenti, anzi, quando sono là ci sentiamo via telefono, loro son entusiaste, e quando tornano hanno un sacco di cose da raccontare, sono esperienze, io il culetto non glielo lavo da anni, e sono contenta cosi, credo che abbiano tutte le facolta' x farlo, io credo che sottovalutare i nostri figli non vada bene.

vi faccio un esempio (estremo, lo so, ma è per farvi capire)
Mia nonna mi raccontava sempre che lei a sette anni era stata ritirata da scuola perhcè eraanto il suo fratellino, ha perso l'anno di seconda elementare perchè la mattina stava a casa ad accudire il fratellino, mentre i genitori lavoravano.




ora, so che questo è un esempio estremo, anni luce da noi, ora sarebbe da assistenza sociale, chiaro, ma lei l'ha fatto. significa che un bimbo a sette anni ha facolta' ben maggiori di quelle che di solito gli vengono "concesse".

oggi ci son bimbi di sette anni che NON SON IN GRADO NEMMENO DI ALLACCIARSI LE SCARPE, ma ci rendiam conto?? è un bene secondo voi questo?? ok, ascoltare se stessi, ok star bene, ma bisogna anche renderli un po scafati con la vita, altrimenti per quanto si sappiano ascoltare non sapreanno poi affrontare le situazioni pratiche e concrete, e in questo credo c'entri anche poco il mio problema, perchè io ricordo chiaramente che a partire dal nido, la materna ecc... si lavora TANTISSIMO sull'autonomia dei bimbi, sul far da soli, sul spersela cavare ecc....
Non lo manderei perché PER ME l'esperienza AGONISTICA fuori casa DA SOLO non è adatta ad un bambino della sua età... e ti dirò, se vedessi i suoi allenamenti di calcio, vedresti che su questa lunghezza d'onda lo sono pure i suoi allenatori, che strutturano le attività come un gioco e PER ME a quest'età lo sport un gioco deve essere. Sono consapevole che questa è un'opinione, non ho nessuna intenzione di portarti a pensarla come me, solo che tu citi spesso questa cosa dello sport e ti volevo presentare una scelta diversa dalla tua, scelta appunto, del tutto consapevole.
Se poi vuoi proprio morire d'orrore, ti racconterò che mia nipote fa sport agonistico a ottimi livelli e i suoi genitori, alla di lei veneranda età di anni 15, l'accompagnano alle gare, non perché non la ritengano capace, ma perché amano condividere con lei quei momenti.
L'idea di una BAMBINA di 7 anni che è stata ritirata da scuola per accudire un neonato per te conferma la tua teoria, per me la mia. Parliamo di altri tempi, per carità... ma a 7 anni un bambino ha diritto di essere tale e il fatto che materialmente sia capace di una cosa, non vuol dire che lo sia moralmente.

Riguardo a tuo figlio, magari mi sbaglio, ma a me pare che tu stessa ne abbia parlato come del "piccolo di casa" che è coccolato da tutti (nel topic sull'anticipo scolastico)... i primogeniti aprono la pista, gli ultimi sono gregari, quando loro arrivano ad una cosa, non è più una novità (qui ti parlo da ultimissima di casa, sia come sorella che tra i cugini). Non voleva essere un'offesa, e se l'ha presa come tale, me ne scuso.

Comunque, onestamente, io non ho nessuna intenzione di stare a dirti che come faccio io è bellissimo e meraviglioso, volevo solo darti un punto di vista diverso... Però poi, dalle tue risposte, mi pare di capire che tu sia così convinta di essere nel giusto, che non ha senso per me continuare a parlarne. :ciaociao

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Re: Quando il nostro passato condiziona troppo il nostro essere mamma

Messaggio da laura s » 22 nov 2012, 19:15

Ma posso dire un gigantesco ECCHISSENEFREGA???????????????

Già, a me di quanto dura l'inserimento all'asilo non me ne può fregar di meno. Facciano un pò quel che credono. Niente inserimento? Ok. Due settimane?? Vaaaa beeeneeee.
Basta che siano contenti loro. Per inciso, quello di Annalisa al nido è durato tre mattine, alla materna 15 giorni. Nel primo caso l'ho fatto di persona, nel secondo ho detto che sono una libera professionista e che non stessero a scassare e ci ho mandato tata e nonna alternate.
Ho pensato che l'inserimento di 15 gg fosse principalmente motivato da motivi organizzativi (non trovarsi subito con un sacco di bambini sconosciuti e non abituati alla vita in comunità a tempo pieno, considerando che sono classi di 25 bambini obbiettivamente piccoli con 2 sole maestre) e non da "protezionismo" e mi sembra una vaccata pazzesca pensare che da come si fa l'inserimento cambi l'indipendenza futura dei bambini.

Sport agonistico e gite fuori porta: boh dipende dal carattere del bambino. Ci vuole andare? E vada. Al limite se poi piange me lo vado a riprendere.

E non stiamo a fare di delle stronzate delle questioni basilari!

Per me basilare è altro...
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Re: Quando il nostro passato condiziona troppo il nostro essere mamma

Messaggio da laura s » 22 nov 2012, 19:15

Scusate dò per scontato che asterischi il mio turpiloquio... :urka
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Re: Quando il nostro passato condiziona troppo il nostro essere mamma

Messaggio da mammaely » 22 nov 2012, 19:22

ma anche noi andiamo alle gare, ci mancherebbe, ma gli stages per dire, no. Sono a porte chiuse, altrimenti col cavolo che si concentrerebbero, e siccome SI PAGANO a parte, meglio ceh faccian quel che han da fare, no?

Io comunqne non dico di avere la verita' in tasca, ma per me va bene cosi, qui nn c'entrava il discorso autonomia, il post era un altro....
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Re: Quando il nostro passato condiziona troppo il nostro essere mamma

Messaggio da laura s » 22 nov 2012, 19:23

mammaely ha scritto:ma anche noi andiamo alle gare, ci mancherebbe, ma gli stages per dire, no. Sono a porte chiuse, altrimenti col cavolo che si concentrerebbero, e siccome SI PAGANO a parte, meglio ceh faccian quel che han da fare, no?
Concentrazione, pagare gli stages... ma che sport fa??? E quanti anni ha???
Solo io penso che lo sport prima dei 10 anni serva giusto a fare scarico motorio e imparare a stare in gruppo??
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Re: Quando il nostro passato condiziona troppo il nostro essere mamma

Messaggio da mammaely » 22 nov 2012, 19:27

fanno pattinaggio artistico, da quando aveva 4 anni, dai sei a livello agonistico, 4 allenamenti a settimana, piu' a volte il sabato, gare varie sparse durante l'anno (provinciali, regionali, trofei, aics,manifestazioni di spettacolo...)

Denise ha 9 anni, Irene 6, a loro piace immensamente, non hanno mai tirato indietro, mai, se son malate cioccano per andar ad allenamento, ovvio che i primi anni eran giocosi, ma anche ora, i dieci minuti finali magari le fan giocare, ma qnd si allenano si allenano, visto che poi le gare son toste, e in 4 minuti di disco ti giochi tutta una stagione di sacrificio.

GLi stages, si, si pagano a parte, perhcè viene un'allenatrice particolare, che si fa pagare, e . si, si devono concentrare soprauttto per certi esercizi... ma come in tutte le cose.

vuoi vedere il sito della polisportiva :P
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Re: Quando il nostro passato condiziona troppo il nostro essere mamma

Messaggio da laura s » 22 nov 2012, 19:38

mammaely ha scritto:fanno pattinaggio artistico, da quando aveva 4 anni, dai sei a livello agonistico, 4 allenamenti a settimana, piu' a volte il sabato, gare varie sparse durante l'anno (provinciali, regionali, trofei, aics,manifestazioni di spettacolo...)

Denise ha 9 anni, Irene 6, a loro piace immensamente, non hanno mai tirato indietro, mai, se son malate cioccano per andar ad allenamento, ovvio che i primi anni eran giocosi, ma anche ora, i dieci minuti finali magari le fan giocare, ma qnd si allenano si allenano, visto che poi le gare son toste, e in 4 minuti di disco ti giochi tutta una stagione di sacrificio.

GLi stages, si, si pagano a parte, perhcè viene un'allenatrice particolare, che si fa pagare, e . si, si devono concentrare soprauttto per certi esercizi... ma come in tutte le cose.

vuoi vedere il sito della polisportiva :P
Guarda, sono sincera: dissento completamente su questa modalità educativa. Soprattutto se l'obiettivo finale è evitare che abbiano problemi di anoressia, ma comunque in ogni caso.
Per me un bambino deve giocare divertirsi giocare giocare e giocare. L'agonismo sotto i 10 anni non lo contemplo proprio, nemmeno a livello ipotetico. So che se fossi stata la madre di Beethoven non avremmo Beethoven, ma sotto i dieci anni io mio figlio a fare agonismo serio non ce lo metto nemmeno morta.
E non pensare che sia una che non ha mai fatto sport, ho fatto nuoto sicronizzato in agonismo per alcuni anni (medie e ginnasio) e proprio perchè so che cosa vuol dire non ci penso nemmeno a infilare un bambino piccolo nella spirale per me pericolosissima disciplina - impegno - superare se stessi...
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Re: Quando il nostro passato condiziona troppo il nostro essere mamma

Messaggio da primomaggio » 22 nov 2012, 19:41

mammaely ha scritto:
Io comunqne non dico di avere la verita' in tasca, ma per me va bene cosi, qui nn c'entrava il discorso autonomia, il post era un altro....
mammaely ha scritto:alla festina c'era solo Irene, qnd ho scritto bambine intendevo lei e le amichette, io credo che potrebbe piacere loro, perchè per quanto sian bimbe semplici, senza manie sul vestire ecc, son sempre "femmene" e vedo che per dire, quando le faccio giocare coi miei vestiti, accessori, foulardes ecc, si divertono da morire, Denise ogni tanto si prova le mie scarpe (lei ha il 37, io il 39,tra poco mi prende :fischia ) insomma, si, credo che potrebbe piacere, ma sicuramente c'è anche la componente che dici tu, cioè che io nn ce l'ho avuto da bimba.

Lo stesso motivo che mi spinge a tenerle piu' possibile all'aria aperta, far loro frequentare gli amichetti, fare sport, sentirsi libere, indipendenti, orgogliose di se stesse, tutte cose che A ME SON STATE SEMPRE IMPEDITE, fin quando a sedici anni me ne son andata di casa, e mi son presa tutto da sola, tutto in una volta, liberta', indipendenza, amicizie, il tutto nella maniera piu' sbagliatapossibile ovviamente, un disastro.

hai ragione,si, anche sul mangiare, io davanti a loro cerco di mangiare, anche se poco, non do mai peso al peso (perdona il gioco di parole), insisto sul mangiar sano ma PER UN MOTIVO DI SALUTE, non x un fatto di linea...

Io ho risposto a quello che hai scritto tu. Sei tu che hai messo insieme autonomia, sport e tutto il resto.
Comunque, guarda, io proprio non amo discutere, questo è forum per scambiarsi opinioni, se le mie possono darti uno spunto di dialogo con qualcuno che la pensa diversamente da te e non per questo pensa di star tarpando le ali al proprio figlio, bene, altrimenti, a che serve che io ti risponda? A nulla, ne prendo atto. :sorrisoo

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Re: Quando il nostro passato condiziona troppo il nostro essere mamma

Messaggio da primomaggio » 22 nov 2012, 19:41

laura s ha scritto:
mammaely ha scritto:ma anche noi andiamo alle gare, ci mancherebbe, ma gli stages per dire, no. Sono a porte chiuse, altrimenti col cavolo che si concentrerebbero, e siccome SI PAGANO a parte, meglio ceh faccian quel che han da fare, no?
Concentrazione, pagare gli stages... ma che sport fa??? E quanti anni ha???
Solo io penso che lo sport prima dei 10 anni serva giusto a fare scarico motorio e imparare a stare in gruppo??

NO, non sei la sola!

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Re: Quando il nostro passato condiziona troppo il nostro essere mamma

Messaggio da mammaely » 22 nov 2012, 19:46

allora iniziano facendo motricita'
poi continuano,entrano nei principianti, poi continuano, diventano grandi, e brave
cosa dovrebbero fare? continuare a girare intorno o tenerle nella motricita' quando son cresciute?
tutti gli sport andando avanti sono cosi'... ripeto denies lofa da 5 anni. mica tre mesi, è il suo pane!
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Re: Quando il nostro passato condiziona troppo il nostro essere mamma

Messaggio da mammaely » 22 nov 2012, 19:59

partito invio

dicevo, che lo fa da 5 anni, anche lì come in tutte le cose si cresce, ci si evolve, che senso avrebbe far sempre le stesse cose? se vai a pallavolo è uguale, cominci a far partite, no? quando l'anno scorso in terza ha cominciato ad aver da studiare, è entrata un po in crisi, ma perchè non aveva un metodo di studio, che poi abbiam "studiato" assieme,quidni come vedete, quando serve, aiuto chi devo aiutare, se vedo che la maestra non è riuscita a farsi capire (e in quel caso era stato proprio cosi, lei non sapeva studiare)... beh... dicevo, le avevo proposto di entrare nella squadra amatoriale, c'è anceh questa possibilita' all'interno della nostra polisportiva, ma fanno veramente poco o niente, sempre le stesse cose, per forza di cose, due allenamenti a settimana di un ora, una gara o due l'anno, girano in tondo in pratica, e lei mi ha detto che piuttosto avrebbe smesso, perchè non le piaceva quel gruppo, perchè appunto era noioso... cosa dovevo fare? tirarla indietro e farla andar controvoglia? o farle smettere quel che le piaceva tanto e per cui aveva tanto sudato e faticato? ditemi voi....

Per un periodo ha saltato un allenamento, invece di 4 volte ci andava 3, concordato con l'allenatrice, che seppur severa è una persona estremamente umana nonchè insegnante di sostegno quindi in grado di capire e valutare i bimbi prima di tutto come persone e POI come atlete... poi il ritmo dello studio s'è assestato e ha ripreso, ovviamente a volte capita che per una ricerca, un compito lungo, un interrogazione salti, non casca il mondo, ma vedo che va piu' ceh bene cosi, la sera è stanca, certo, ma è una stanchezza sana, la vedo serena, molto di piu' di quando per dire la domenica piove e magari ce n'è uno malato e si sta a casa tutto il giorno, la sera son nervose, irritabili, non son abituate a non far niente, un po piace, ma tutto un pomerigio non ce le vedrei proprio, poi per dire, oggi che è giovedi ed è giorno libero siam state a casa, loro hanno giocato, Denise è tornata alle 4, ha finito i compiti, ha letto un po, ma tutti i pomeriggi sarebbe pesante, le conosco...
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