io viveva una situazione che, rispetto alla tua, era zucchero filato, ma che non mi lasciava 1 giorno che fosse 1 di serenità e che mi stava per costare il matrimonio. alla nascita di giulio (chiaramente) la situazione è notevolmente peggiorata, casa era una specie di comune (nonostante me...) e io ho fatto le valigie, dicendo al socio che se veniva era bene, se no poteva rimanere con mamma e fratello.
detta così, pare facile...
lui chiaramente è venuto con noi, continuando però imperterrito a "dare la colpa" a me. e allora, te la devo dire tutta, io mi sentivo depressa, in colpa e maledivo il giorno in cui avevo accettato di andare a vivere vicino a quei personaggi. ho sempre dato la colpa a loro, alla loro maleducazione, alla loro invadenza...
tutto vero. ma c'è un ma. grosso come una montagna. la colpa non era mia (e fin qui...), ma in realtà non era neanche loro: era del socio. e oggi questa cosa per fortuna ce l'ha chiara anche lui.
perché per educazione, debolezza, amore verso i suoi o non so cos'altro lui non era in grado di arginarli, non era in grado di prendere posizione, di tagliare il famoso cordone ombelicale e vivere la SUA famiglia.
ma quando ci siamo allontanati da loro (dio benedica quel giorno...


quindi... il consiglio che ti do lo deduci dal racconto. una gollina un giorno mi disse che dai parenti devi abitare abbastanza vicina da non dover fare le valigie per andarli a trovare, ma abbastanza lontana da non poter andare in pantofole... credo avesse perfettamente ragione!!!
in bocca al lupo!!!
