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Articolo su focus in materia di conservazone

Prelevamento e conservazione delle cellule staminali del cordone ombelicale. Informazioni e domande agli esperti.
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frefera
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Articolo su focus in materia di conservazone

Messaggio da frefera » 21 giu 2011, 21:53

Ciao ragazze leggevo oggi su Focus un articolo sulla conservazione del cordone ombelicale che mi ha suscitato dei dubbi e ve li sottopongo.
L'articolo lasciava intendere la scarsa convenienza nella conservazione presso banche estere del cordone ombelicale, x 2 principali motivi:
- il primo di natura, x così dire, logistica: l'articolo sottolineava come non ci sia nessuna garanzia nel fatto che i cordoni ombelicali arrivino a destinazione senza che venga interrotta la catena del freddo e che siano quindi perfettamente conservati x un eventuale riutilizzo nell'evenienza sfortunata in cui ci sia bisogno;

- il secondo di natura quantitativa: spiegava infatti che la quantità di cellule che sono presenti in un singolo cordone basterebbero x una persona di circa 40kg massimo, quindi andrebbe bene al massimo x un adolescente, mentre sarebbe difficile usarlo dopo una certa età e x i consanguinei (l'idea che potesse essere usato anche x me e mio marito se ci dovesse venire un malanno mi spingeva ulteriormente verso l'opzione della conservazione, ma evidentemente non è così..)

- in conseguenza di tutto ciò l'articolo riteneva + utile alla comunità la donazione pubblica, poiché qualora questa seconda opzione venisse usata in massa si avrebbe una banca di staminali molto più grande di quella attuale, con molte più probabilità di trovare delle staminali compatibili.

Un'altra cosa che mi ha colpito è che di tutti i cordoni ombelicali donati negli ultimi anni (circa 19mila) solo 4500 sono stati ritenuti ben conservati per poter essere riutilizzati nelle cure. In sostanza si rischia di spendere i soldi x ritrovarsi, al momento del bisogno(speriamo mai) senza la possibilità di utilizzare le cellule...

Voi cosa ne pensate?
Forse se tutti optassero x una donazione pubblica si aumenterebbero le possibilità di trovare un donatore compatibile, senza bisogno di ricorrere a banche dati straniere private...
Meditate, poi fatemi sapere cosa ne pensate!
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frefera
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Re: Articolo su focus in materia di conservazone

Messaggio da frefera » 21 giu 2011, 22:04

http://www.corriere.it/salute/sportello ... 6ba6.shtml" onclick="window.open(this.href);return false;
anche questo articolo può chiarire le idee..
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Re: Articolo su focus in materia di conservazone

Messaggio da daneb81 » 22 giu 2011, 8:20

io sapevo queste cose....infatti, nonostante anche io all'inizio pensassi di rivolgermi a qualche società per la conservazione, alla fine ho optato per la donazione (che, per fortuna, è andata a buon fine!!!).
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Re: Articolo su focus in materia di conservazone

Messaggio da ottyx » 24 giu 2011, 14:12

Ho chiesto chiarimenti anche io, mi hanno risposto: forum/viewtopic.php?f=88&t=38410&start=80" onclick="window.open(this.href);return false;
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Re: Articolo su focus in materia di conservazone

Messaggio da Katarina » 25 giu 2011, 9:39

Però i giornalisti di Focus non sono onesti sulla situazione della donazione di cordone in Italia.
Nella mia Regione (e stiamo parlando del Piemonte non di Wallis e Futuna) un solo ospedale è organizzato per il prelievo al momento del parto e per esempio io non ci partorirò perché è una fabbrica :che_dici
In ogni caso anche in questo ospedale, la conservazione è possibile solo se il parto avviene di settimana in un giorno non festivo e non di notte...ci si chiede poi perché ci siano così poche donazioni? :x:

Per quanto riguarda invece la conservazione autologa, posso in qualche modo comprendere lo scupolo di alcuni di non voler cadere nell'individualismo più assoluto anche per quanto riguarda la medicina e i trapianti però parlerò molto onestamente. Noi siamo una famiglia di "donatori", mio marito dona il sangue, io non posso perché soffro di una malattia rara ma entrambi siamo donatori d'organi (strano a dire ma quelli posso donarli), quindi siamo sensibili alle tematiche della donazione, ma abbiamo scelto per il bambino che nascerà la conservazione autologa del cordone.
In primis perché in altri paesi che non sono l'Italia i trapianti autologhi sono una realtà comprovata per una multitudine di patologie rare e onestamente se un mio figlio avesse bisogno di un'operazione di quel tipo in futuro non avrei certo problemi a spostarmi in questi paesi con tanto di cellule crioconservate al seguito per dargli le migliori possibilità di guarigione o miglioramento.
Infine parlo da persona che soffre di una malattai rara che si è manifestata intorno ai 20 anni e che so, per gli studi che sono fatti e portati avanti, sarà trattabile un giorno (non domani, ma forse tra dieci anni o più) che investire sul progresso scientifico è un ottimo rischio da prendere. Io vorrei che tutto andasse bene per mio figlio ma non posso saperlo adesso, la mia malattia per esempio non è ereditaria, non era prevedibile. Potrebbe succedergli la stessa cosa, quindi mi sento di "provarci".
Magari poi non sarà servito o la scienza non avrà ancora fatto i progressi necessari ma avrò messo dalla sua parte tutte le "chances" possibili.
:bacio
3 Settembre 2011 - Elizabeth

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Re: Articolo su focus in materia di conservazone

Messaggio da zione » 29 giu 2011, 18:55

Se per la conservazione non son rose e fiori...

Per la donazione non va certo meglio: http://archiviostorico.corriere.it/2011 ... 6026.shtml" onclick="window.open(this.href);return false;

.

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Re: Articolo su focus in materia di conservazone

Messaggio da gattoleo » 1 lug 2011, 8:33

Ciao a tutti, ho letto con attenzione la discussione emersa in seguito alla pubblicazione dell'articolo su focus che peraltro avevo letto anche io.
Condivido perfettamente ciò che ha scritto Katarina.
l'ospedale in cui ho partorito non fa parte del circuito della donazione, pertanto la donazione non l'avrei potuta fare - la donazione non avviene in tutti gli ospedali ed in più è molto limitata (avviene sono il alcuni orari e non i festivi) ecco perchè i numeri sono così bassi - pensate 4000 sacche conservate su 560.000 parti.
A quel punto mi sono informata per la conservazione privata, la mia fortuna è quella di avere un cognato medico che mi ha aiutata nella scelta.
Non è stato semplice in quanto non tutto ciò che si legge su internet è realtà e molti di quelli che si trovano nell'area dedicata alla raccolta delle cellule staminali sono agenzie commerciali e non laboratori veri e propri.
Noi le abbiamo analizzate tutte ponendo loro domande chiare che riguardavano la raccolta, il trasporto - focus ha detto bene, il trasporto pare essere una delle fasi più delicate in quanto bisogna mantenere la catena del freddo e trasportarlo presso il laboratorio in tempi brevissimi (mi spiegava mio cognato che le cellule devono essere congelate entro 48 ore dal momento della raccolta),pertanto il trasporto deve essere "dedicato" (riporto ciò che mi è stato detto) - le certificazioni del laboratorio e le garanzie che offrono.
Dopo una attenta analisi abbiamo fatto un paio di visite presso i laboratori scelti e ci siamo fidati di uno che offre tutte le garanzie sopra riportate, e debbo dire che sono stati molto efficienti. IL mio piccolo Ale è nato il 05 Marzo, il campione è stato ritirato in giornata, all'arrivo in laboratorio mi hanno chiamata per chiedermi conferma dei dati anagrafici e dopo 15 giorni mi sono arrivati i referti delle analisi che hanno fatto sul campione per verificarne la qualità. le cellule contenute sono moltissime ed io e la mia famiglia ne siamo felici. La speranza è quella di non doverle mai usare ma se dovesse capitare qualcosa non avrei il rimpianto ed il rimorso di non aver compiuto questo gesto.
E sempre come diceva Katarina esistono innumerevoli casi esteri in cui il trattamento autologo viene fatto e con ottimi risultati, l'Italia non vuole ammettere ciò che è evidente, mi domando il pechè. riporto un sito fatto da mamme americane che descrivono la loro storia e il loro vissuto a me è stato molto utile http://www.parentsguidecordblood.org" onclick="window.open(this.href);return false;
un bacio

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Re: Articolo su focus in materia di conservazone

Messaggio da zione » 7 lug 2011, 0:46

gattoleo ha scritto:...focus ha detto bene, il trasporto pare essere una delle fasi più delicate in quanto bisogna mantenere la catena del freddo...
Non ho letto l' articolo di Focus, ma scritto così è sbagliato (in passato hanno anche confuso virione con virus).
Durante il trasporto non può esserci nessuna catena del freddo.
Nessuno sbalzo di temperatura, nessuno shock termico.
La vitalità in queste condizioni arriva quasi a 100 ore, anche se , ovviamente, se devono congelarle, prima lo fanno meglio è.

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Re: Articolo su focus in materia di conservazone

Messaggio da zione » 7 lug 2011, 10:02

Edit...
non posso correggere di sopra, continuo qui.

Quando si parla di "catena del freddo", quasi tutti pensano ai -18 °C dei surgelati.
Per il sangue e gli emoderivati, la temperatura dipende dalla cellula che voglio preservare, dall' anticoagulante impiegato.
Parliamo di temperature mantenute con attenzione, oscillanti tra i 2 e gli 8 °C.
Non banale, ma nemmeno così critico e difficile.
Non c'è da fasciarsi la testa, l' AVIS trasporta sangue ed emoderivati da decenni e decenni, la tecnica è nota e rinota.

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Re: Articolo su focus in materia di conservazone

Messaggio da zione » 7 lug 2011, 10:14

Non solo, alcune strutture pubbliche valutano i kit di trasporto per la conservazione privata.
Vedi il caso del Piemonte, tramite il Servizio Immunotrasfusionale del Regina Margherita:
http://www.oirmsantanna.piemonte.it/sit ... _02_11.pdf" onclick="window.open(this.href);return false;

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