LA NASCITA DEL MIO RANOCCHIETTO GIORGIO
Inviato: 14 nov 2007, 23:25
Ha appena fatto una delle sue poppate beate e pacifiche e nn mi sembra vero che lo sto allattando al seno come Alessandro. Io che ero pessimista e io che mi dicevo fra me che l’avrei fatto nascere dopo l’arrivo di mamma (la sua nonna) dall’America…..invece…..tutto comiciò cn un martedì strano il 6 novembre, quando mi alzo e nn mi sento bene, sono giorni che sono strana, lo stomaco sottosopra, inappetenza generale, nausea, un malessere che mi fa dire a Giovanni che non me la sento di accompagnare come sempre Sara e Alessandro a scuola. Si offre lui e quindi resto in casa e sarò sola per il resto della giornata. I bimbi saranno presi a scuola dai suoceri per cui ho tutto il giorno davanti per riposarmi e fare le mie cosette in casa cn tranquillità.
Giorni prima Giovanni mi aveva chiesto se gli sistemavo i suoi vestiti nell’armadio per cui tutto il giorno nn faccio altro che inscatolare e mettere via, riposarmi, mangiucchiare qualcosa ma lo stomaco nn collabora, mi sento comunque bene, sono abbastanza sciolta anche se sono una balenottera. Decido la cena: pasta col radicchio, almeno me la gusto con la mia famiglia, mi piace tantissimo questo primo.
Poi sistemo la cucina, sono stanca morta e quindi decido di addormentare Alessandro nel lettone. Così mi riposo e magari mi addormento. Infatti è così, scopro poi che è stato Giovanni a portare Alessandro nel suo lettino. Sara dorme già.
Non mi accorgo neanche di quando lui viene a letto. Anche perché sono veramente stravolta. Durante l’addormentamento di Alessandro però sento degli strani doloretti alla schiena e mi dico che è stato tutto lo strapazzo del cambio di stagione di Giovanni!
Alle 2.30 però mi sveglio. Ho un dolore strano che mi parte dalla schiena e che non mi fa chiudere occhio, vado in bagno e i dolori continuano. Sono molto regolari, dureranno a intervalli di 15 minuti per scendere a 10. Partono dalla schiena e mi tolgono il fiato e mi induriscono la pancia: ecco le prime contrazioni. Che bello sono sopportabili, ma nn so se sono quelli di inizio o sono un falso allarme. Prendo carta e penna e inizio a scrivere l’ora e la durata….prima ogni 15 minuti, per un ora con durata di 40/45 secondi. Poi 10 minuti. Dopo un paio regolari a 10 minuti decido di svegliare Giovanni. Se continuano così dovremmo chiamare i suoi genitori che vengano qua perché nn possiamo lasciare Sara e Alessandro da soli nel caso si partisse per l’ospedale.
Tutto questo dura fino alle 3.45. Le contrazioni ci sono e sono dolorose, vado in bagno parecchie volte. Allora Giovanni decide di chiamare i suoi che si presentano alle 4.15. Ora in cui partiamo per l’ospedale con la valigia ignari di tutto e consapevoli che forse fra poco potremo conoscere Giorgio.
Arriviamo in ospedale, Giovanni nn vuole portare su la valigia. Io propendo per il si, nn sia mai.
Saliamo, mi aspettano dato che prima di partire da casa avevo già chiamato la sala parto anche perché essendo al terzo figlio volevo consigli.
Mi fanno accomodare al ps ostetrico, arriva la gine di turno con un’ostetrica.
Mi fa la cartella e poi mi visita. Sono le 4.50 ora del mio ricovero. Dilatazione ferma a quella di due settimane fa, sacco integro, contrazioni al tatto e decide di trattenermi. Mi accompagna in sala travaglio per un tracciato. Qualche contrazione a picco c’è ma nn sono regolari, voglio tornare a casa dato che si erano quasi fermate. Il tracciato dura una quarantina di minuti in cui vediamo al monitor solo 3 contrazioni efficaci.
Mi fanno salire in camera, mi dicono di svestirmi e mettermi vestaglia e camicia e con Giovanni fino alle 7.15 nn faccio altro che camminare per il corridoio in corsia appoggiandomi a lui, chiacchierando del più e del meno, lui ti massaggia la schiena, ti stringe le mani, la schiena mi fa male, sento le contrazioni avvicinarsi e essere molto dolorose.
L’ostetrica in corsia allora mi chiede se voglio farmi controllare. Mi visita e mi dice che la dilatazione è andata avanti, sono quasi a 5 cm. Mi manda giù per un tracciato di controllo. Mi chiede anche se volevo anche un po’ di thè zuccherato, ma nn mi va. Scendo aiutata di Giovanni.
Nel mentre che lui mi lascia in sala travaglio convinto di starci una buona mezzora va a prendersi un caffè.
L’orologio segna le 7.40.
Tra che entro, spiego, trovo un letto disponibile per il tracciato e mi attaccano si fanno le 7.50.
Mi attaccano ma nn c’è versi, mi visitano e mi dicono che manca un solo piccolo bordino per arrivare a dilatazione completa. Infatti avrò 10 minuti di tracciato, mi radono, io chiedo di Giovanni che nn trovano, l’ostetrica di turno che nn è la mia amica Sandra perché smontata alle 21, risponde al telefono e mi dice che è la Sandra avvertita da Giovanni della situazione.
Nn mi rompono il sacco anche perché con una contrazione in sala parto lo romperò da sola, ma nn c’è tempo. Mi staccano tutto, sono le 8.05, sono a dilatazione completa, cn una sedia a rotelle mi portano di corsa in sala parto, nn trovo Giovanni alla porta e mi preoccupo, lo voglio, mi fanno salire sul lettino, arriva trafelato Giovanni, me lo trovo alle spalle, sono le 8.10, mi dicono di iniziare a spingere alle contrazioni, un male cane, arrivano e io spingo, con la prima efficace Giorgio lo sento scendere, alla contrazione successiva insieme al corpo di Giorgio il sacco si rompe il sacco e poi cn la successiva esce la testa ma l’ostetrica fa una faccia strana, lui è uscito di faccia per cui mi dice di fermarmi perché deve capire come far girare il bimbo per far uscire le spalle dato che è una posizione nn in regola, io faccio l’eccezione, in più ha due giri di cordone intorno al collo, infine poi lui tutto urlante e incazzoso esce, piange ed ha il cordone intorno al corpo a cintura di sicurezza. Data questa minima sofferenza fetale presunta mi dicono che nn possono farmi donare il sangue del cordone, tagliano il cordone e consegnano Giorgio al pediatra e neonatologo per visitarlo, per constatare che sta bene, piange, dopo 5 minuti me lo danno e li….nn ho capito più nulla. Mamma mia nn pensavo di riprovare emozioni osì grosse, così speciali, di essere di nuovo mamma, una tris mamma. Giorgio nasce il 7 novembre alle 8.18, pesava 3370gr per 51 cm., aiutato da un altro angelo biondo che si chiama Arianna. Un aiuto insostituibile come la mia Sandra.
Giovanni mi abbraccia, mi da un bacio e mi dice che mi ama tantissimo e che sono stata bravissima ancora una volta.
Mi suturano, 4 punti, 2 esterni e 2 interni, una piccola lacerazione, il getto dell’acqua ghiacciata mi rimette al mondo. Ora mi sento bene, parlo cn le ginecologhe di turno che mi medicano, il mio ginecologo nn era presente, nn è riuscito a arrivare in tempo. Mi verrà a salutare nella saletta del riposo dopo un’oretta. Mi portano appunto al riposo per le 2 ore successive, dove Giovanni esce per avvertire le persone, dove io mi addormento per un’ora dove faccio un sogno strano: camminavo a Marina di Pisa da sola, in piena notte, coi cavalloni pieni di schiuma alla mia sinistra e nn c’era nessuno, solo le piccole luci della passeggiata e un venticello neanche tanto freddo. Mi risveglio, sono le 10.30, arriva anche Giovanni che mi aveva vista dormiente e nn mi ha disturbato, chiama l’ostetrica che stacca la flebo del glucosio che mi avevano messo dopo il parto, aiutata da lei e da Giovanni, salgo su una sedia a rotelle per tornare a riposare su in camera nel mio letto.
Mi sento confusa, stralunata, mi sembra vivere tutto un sogno, ma Giorgio è nato, adesso è alla nursery, io sono, nonostante la stanchezza, la donna più forte del mondo, ho tutto quello che ho sempre desiderato. Ho i miei quattro amori grandi e indescrivibili: Giovanni, Sara, Alessandro e Giorgio e nn chiedo più nulla. Sono così felice che mi scoppia il cuore. Adesso nn mi spaventa più nulla. E tutto il dolore degli ultimi tempi, la scomparsa di babbo, la nn presenza di mamma, tutte le fatiche e le incomprensioni si volatizzano per dare il posto ad un nuovo equilibrio che nessuno spezzerà, la mia nuova famiglia. Con un piccolo moretto in più.
Giorni prima Giovanni mi aveva chiesto se gli sistemavo i suoi vestiti nell’armadio per cui tutto il giorno nn faccio altro che inscatolare e mettere via, riposarmi, mangiucchiare qualcosa ma lo stomaco nn collabora, mi sento comunque bene, sono abbastanza sciolta anche se sono una balenottera. Decido la cena: pasta col radicchio, almeno me la gusto con la mia famiglia, mi piace tantissimo questo primo.
Poi sistemo la cucina, sono stanca morta e quindi decido di addormentare Alessandro nel lettone. Così mi riposo e magari mi addormento. Infatti è così, scopro poi che è stato Giovanni a portare Alessandro nel suo lettino. Sara dorme già.
Non mi accorgo neanche di quando lui viene a letto. Anche perché sono veramente stravolta. Durante l’addormentamento di Alessandro però sento degli strani doloretti alla schiena e mi dico che è stato tutto lo strapazzo del cambio di stagione di Giovanni!
Alle 2.30 però mi sveglio. Ho un dolore strano che mi parte dalla schiena e che non mi fa chiudere occhio, vado in bagno e i dolori continuano. Sono molto regolari, dureranno a intervalli di 15 minuti per scendere a 10. Partono dalla schiena e mi tolgono il fiato e mi induriscono la pancia: ecco le prime contrazioni. Che bello sono sopportabili, ma nn so se sono quelli di inizio o sono un falso allarme. Prendo carta e penna e inizio a scrivere l’ora e la durata….prima ogni 15 minuti, per un ora con durata di 40/45 secondi. Poi 10 minuti. Dopo un paio regolari a 10 minuti decido di svegliare Giovanni. Se continuano così dovremmo chiamare i suoi genitori che vengano qua perché nn possiamo lasciare Sara e Alessandro da soli nel caso si partisse per l’ospedale.
Tutto questo dura fino alle 3.45. Le contrazioni ci sono e sono dolorose, vado in bagno parecchie volte. Allora Giovanni decide di chiamare i suoi che si presentano alle 4.15. Ora in cui partiamo per l’ospedale con la valigia ignari di tutto e consapevoli che forse fra poco potremo conoscere Giorgio.
Arriviamo in ospedale, Giovanni nn vuole portare su la valigia. Io propendo per il si, nn sia mai.
Saliamo, mi aspettano dato che prima di partire da casa avevo già chiamato la sala parto anche perché essendo al terzo figlio volevo consigli.
Mi fanno accomodare al ps ostetrico, arriva la gine di turno con un’ostetrica.
Mi fa la cartella e poi mi visita. Sono le 4.50 ora del mio ricovero. Dilatazione ferma a quella di due settimane fa, sacco integro, contrazioni al tatto e decide di trattenermi. Mi accompagna in sala travaglio per un tracciato. Qualche contrazione a picco c’è ma nn sono regolari, voglio tornare a casa dato che si erano quasi fermate. Il tracciato dura una quarantina di minuti in cui vediamo al monitor solo 3 contrazioni efficaci.
Mi fanno salire in camera, mi dicono di svestirmi e mettermi vestaglia e camicia e con Giovanni fino alle 7.15 nn faccio altro che camminare per il corridoio in corsia appoggiandomi a lui, chiacchierando del più e del meno, lui ti massaggia la schiena, ti stringe le mani, la schiena mi fa male, sento le contrazioni avvicinarsi e essere molto dolorose.
L’ostetrica in corsia allora mi chiede se voglio farmi controllare. Mi visita e mi dice che la dilatazione è andata avanti, sono quasi a 5 cm. Mi manda giù per un tracciato di controllo. Mi chiede anche se volevo anche un po’ di thè zuccherato, ma nn mi va. Scendo aiutata di Giovanni.
Nel mentre che lui mi lascia in sala travaglio convinto di starci una buona mezzora va a prendersi un caffè.
L’orologio segna le 7.40.
Tra che entro, spiego, trovo un letto disponibile per il tracciato e mi attaccano si fanno le 7.50.
Mi attaccano ma nn c’è versi, mi visitano e mi dicono che manca un solo piccolo bordino per arrivare a dilatazione completa. Infatti avrò 10 minuti di tracciato, mi radono, io chiedo di Giovanni che nn trovano, l’ostetrica di turno che nn è la mia amica Sandra perché smontata alle 21, risponde al telefono e mi dice che è la Sandra avvertita da Giovanni della situazione.
Nn mi rompono il sacco anche perché con una contrazione in sala parto lo romperò da sola, ma nn c’è tempo. Mi staccano tutto, sono le 8.05, sono a dilatazione completa, cn una sedia a rotelle mi portano di corsa in sala parto, nn trovo Giovanni alla porta e mi preoccupo, lo voglio, mi fanno salire sul lettino, arriva trafelato Giovanni, me lo trovo alle spalle, sono le 8.10, mi dicono di iniziare a spingere alle contrazioni, un male cane, arrivano e io spingo, con la prima efficace Giorgio lo sento scendere, alla contrazione successiva insieme al corpo di Giorgio il sacco si rompe il sacco e poi cn la successiva esce la testa ma l’ostetrica fa una faccia strana, lui è uscito di faccia per cui mi dice di fermarmi perché deve capire come far girare il bimbo per far uscire le spalle dato che è una posizione nn in regola, io faccio l’eccezione, in più ha due giri di cordone intorno al collo, infine poi lui tutto urlante e incazzoso esce, piange ed ha il cordone intorno al corpo a cintura di sicurezza. Data questa minima sofferenza fetale presunta mi dicono che nn possono farmi donare il sangue del cordone, tagliano il cordone e consegnano Giorgio al pediatra e neonatologo per visitarlo, per constatare che sta bene, piange, dopo 5 minuti me lo danno e li….nn ho capito più nulla. Mamma mia nn pensavo di riprovare emozioni osì grosse, così speciali, di essere di nuovo mamma, una tris mamma. Giorgio nasce il 7 novembre alle 8.18, pesava 3370gr per 51 cm., aiutato da un altro angelo biondo che si chiama Arianna. Un aiuto insostituibile come la mia Sandra.
Giovanni mi abbraccia, mi da un bacio e mi dice che mi ama tantissimo e che sono stata bravissima ancora una volta.
Mi suturano, 4 punti, 2 esterni e 2 interni, una piccola lacerazione, il getto dell’acqua ghiacciata mi rimette al mondo. Ora mi sento bene, parlo cn le ginecologhe di turno che mi medicano, il mio ginecologo nn era presente, nn è riuscito a arrivare in tempo. Mi verrà a salutare nella saletta del riposo dopo un’oretta. Mi portano appunto al riposo per le 2 ore successive, dove Giovanni esce per avvertire le persone, dove io mi addormento per un’ora dove faccio un sogno strano: camminavo a Marina di Pisa da sola, in piena notte, coi cavalloni pieni di schiuma alla mia sinistra e nn c’era nessuno, solo le piccole luci della passeggiata e un venticello neanche tanto freddo. Mi risveglio, sono le 10.30, arriva anche Giovanni che mi aveva vista dormiente e nn mi ha disturbato, chiama l’ostetrica che stacca la flebo del glucosio che mi avevano messo dopo il parto, aiutata da lei e da Giovanni, salgo su una sedia a rotelle per tornare a riposare su in camera nel mio letto.
Mi sento confusa, stralunata, mi sembra vivere tutto un sogno, ma Giorgio è nato, adesso è alla nursery, io sono, nonostante la stanchezza, la donna più forte del mondo, ho tutto quello che ho sempre desiderato. Ho i miei quattro amori grandi e indescrivibili: Giovanni, Sara, Alessandro e Giorgio e nn chiedo più nulla. Sono così felice che mi scoppia il cuore. Adesso nn mi spaventa più nulla. E tutto il dolore degli ultimi tempi, la scomparsa di babbo, la nn presenza di mamma, tutte le fatiche e le incomprensioni si volatizzano per dare il posto ad un nuovo equilibrio che nessuno spezzerà, la mia nuova famiglia. Con un piccolo moretto in più.