è arrivata la nostra Stella!
Inviato: 25 mag 2012, 11:29
Fine agosto 2011. Sole, mare, noi due sugli sdrai a berci un aperitivo osservando da lontano Gaia, che giocava con le amichette.
“ E se facessimo il secondo?”
Stella è arrivata così, quella sera o forse quella successiva, complice l’aria di vacanza e “lo sguazzone”, aperitivo che sui lidi ferraresi si beve come acqua.
Il test qualche giorno prima del ritardo, io sinceramente non avevo neanche capito che Lu davvero non era stato attento. Ma mi sentivo strana, troppe lacrime per nulla, troppa nausea. Le due lineette son apparse subito, io ho buttato il test e fatto finta di nulla, con chiunque, prima di tutto con me stessa.
Il giorno del ritardo test positivissimo. Lo dico a Lu, anzi metto la mano in tasca per tirar fuori il test e lui mi dice: “se devi dirmi che sei incinta, lo so già. Sei troppo strana”. Mi abbraccia e mi bacia.
Da lì, una gravidanza tanto simile a quella avuta con Gaia, 3 mesi terribili di nausea e vomito, ma questa volta dovevo pensare alla mia prima bimba quindi ho continuato a far tutto lo stesso.
A 12 settimane, la scelta se fare o meno la villocentesi. Ho 35 anni e ho sempre detto che l’avrei fatta, ma ancora una volta non me la sono sentita e mi son accontentata del bitest. E lì, a quell’eco, ci han detto che in pancia non c’era Gioele come mi sentivo io… c’era Alice… già, perché abbiam sempre detto che se avessimo avuto un’altra figlia si sarebbe chiamata Alice.
Lo diciamo a Gaia, che da mesi ormai chiede un fratellino e lei, con gli occhi che si illuminano: “la mia sorellina si chiamerà STELLA”.
“Perché Gaia?” “Perché mi ricorda la mia nonna grande, lei è su una stella ora e io la saluto tutte le sere”.
E Stella sia.
So da subito che sarà cesareo, così è nata Gaia e così nascerà lei, per scelta mia. Ho un bellissimo ricordo del mio primo parto, e non ho paura di ripetere l’esperienza.
Arriva il 18 maggio, tra eco mensili con Gaia sempre presente, lei sempre addosso al pancione, a comunicare a quella sorellina. Io, scaramantica come sono, mi impongo di non pensare a nulla. Andrà bene e basta.
Il 18 maggio mi alzo alle 5, scrivo sulle maggioline e sulle emiliane, son tranquilla e felice. Ultima foto al pancione poi si va. Arrivo in ospedale e subito mi fanno fretta: sono la prima, forza devo vestirmi. In un attimo, ultimo bacio a Lu e via verso la sala operatoria. E inizia il panico, quello che mai avrei creduto di avere. Son tutti gentilissimi, arriva l’anestesista, via con la spinale. Ma… niente, non riesce a infilare il catetere nella schiena, mi buca varie volte e io inizio a piangere: “per favore non la totale, io devo vedere mia figlia uscire”. Mi tranquillizzano ed ecco che riescono ma… niente, sento le gambe, sento la pancia, sento tutto. Mi infilano il catetere e dicono: “noi iniziamo a tagliare, non possiamo aspettare più, se senti male ti addormentiamo”. E proprio in quel momento la sensazione di caldo alle gambe: l’anestesia sta facendo effetto.
Ravanano nella mia pancia, troppo a lungo, Gaia l’avevan tirata fuori in un attimo… “la vedete?” “ no per ora no troppe aderenze, che brutto utero troppe aderenze” e poi finalmente sento un urlo, sono le 8:51, una piccola aquila, eccola. La mia domanda più stupida “è davvero una bimba?” “ un attimo che la giriamo, eh sì è proprio una bimba” me la fan vedere è microscopica e bellissima (mi dicono poi che a 38 settimane 3350 x 49 cm son misure di tutto rispetto) poi la portano via. Piango di nuovo, di gioia questa volta.
Mi dicon subito che probabilmente starà in culletta qualche ora per abituarsi gradualmente a star fuori dalla pancia.
Mi cuciono e io mi addormento da quanto sono rilassata ora. Al momento di tornare in camera, vedo i miei nel corridoio, le facce preoccupate, li saluto sorridendo ma non riusciamo a dirci niente. Arrivo in camera e… Lu è già lì, con un fagottino rosa e urlante in braccio, il nostro secondo miracolo.
“Lu ma l’hai fatta vedere ai miei?” No non sapeva che ci fossero i miei. Lo spedisco subito in corridoio a mostrare la piccola e io intanto faccio la telefonata che sogno da 9 mesi, alla scuola materna: “ Pronto, mi passate Gaia per favore? Gaia amore la tua sorellina è nata e non vede l’ora di conoscerti”.
Lu torna e abbiamo quello che con Gaia non abbiamo avuto; tanto tempo solo per noi 3, l’orario visite è lontano può star solo lui con me, con noi. Sono felice, sto bene. Stella è un aquilotto urlante, odia farsi cambiare, protesta sempre.
All’orario di visita a mezzogiorno arrivano i miei e mio cognato, ma io aspetto con ansia la visita della sera… ecco il mio amore grande, Lu le ha chiuso gli occhi e la piazza davanti a sua sorella…
“oh mamma ma come me l’hai fatta carina! Ciao Stellina io sono tua sorella, adesso ti prendo in braccio così smetti di piangere” e sì, le mettiamo Stella in braccio e lei smette di piangere, le mie due bimbe si guardano negli occhi, i miei due miracoli sono lì, davanti a me. Momenti di pura felicità.
“ E se facessimo il secondo?”
Stella è arrivata così, quella sera o forse quella successiva, complice l’aria di vacanza e “lo sguazzone”, aperitivo che sui lidi ferraresi si beve come acqua.
Il test qualche giorno prima del ritardo, io sinceramente non avevo neanche capito che Lu davvero non era stato attento. Ma mi sentivo strana, troppe lacrime per nulla, troppa nausea. Le due lineette son apparse subito, io ho buttato il test e fatto finta di nulla, con chiunque, prima di tutto con me stessa.
Il giorno del ritardo test positivissimo. Lo dico a Lu, anzi metto la mano in tasca per tirar fuori il test e lui mi dice: “se devi dirmi che sei incinta, lo so già. Sei troppo strana”. Mi abbraccia e mi bacia.
Da lì, una gravidanza tanto simile a quella avuta con Gaia, 3 mesi terribili di nausea e vomito, ma questa volta dovevo pensare alla mia prima bimba quindi ho continuato a far tutto lo stesso.
A 12 settimane, la scelta se fare o meno la villocentesi. Ho 35 anni e ho sempre detto che l’avrei fatta, ma ancora una volta non me la sono sentita e mi son accontentata del bitest. E lì, a quell’eco, ci han detto che in pancia non c’era Gioele come mi sentivo io… c’era Alice… già, perché abbiam sempre detto che se avessimo avuto un’altra figlia si sarebbe chiamata Alice.
Lo diciamo a Gaia, che da mesi ormai chiede un fratellino e lei, con gli occhi che si illuminano: “la mia sorellina si chiamerà STELLA”.
“Perché Gaia?” “Perché mi ricorda la mia nonna grande, lei è su una stella ora e io la saluto tutte le sere”.
E Stella sia.
So da subito che sarà cesareo, così è nata Gaia e così nascerà lei, per scelta mia. Ho un bellissimo ricordo del mio primo parto, e non ho paura di ripetere l’esperienza.
Arriva il 18 maggio, tra eco mensili con Gaia sempre presente, lei sempre addosso al pancione, a comunicare a quella sorellina. Io, scaramantica come sono, mi impongo di non pensare a nulla. Andrà bene e basta.
Il 18 maggio mi alzo alle 5, scrivo sulle maggioline e sulle emiliane, son tranquilla e felice. Ultima foto al pancione poi si va. Arrivo in ospedale e subito mi fanno fretta: sono la prima, forza devo vestirmi. In un attimo, ultimo bacio a Lu e via verso la sala operatoria. E inizia il panico, quello che mai avrei creduto di avere. Son tutti gentilissimi, arriva l’anestesista, via con la spinale. Ma… niente, non riesce a infilare il catetere nella schiena, mi buca varie volte e io inizio a piangere: “per favore non la totale, io devo vedere mia figlia uscire”. Mi tranquillizzano ed ecco che riescono ma… niente, sento le gambe, sento la pancia, sento tutto. Mi infilano il catetere e dicono: “noi iniziamo a tagliare, non possiamo aspettare più, se senti male ti addormentiamo”. E proprio in quel momento la sensazione di caldo alle gambe: l’anestesia sta facendo effetto.
Ravanano nella mia pancia, troppo a lungo, Gaia l’avevan tirata fuori in un attimo… “la vedete?” “ no per ora no troppe aderenze, che brutto utero troppe aderenze” e poi finalmente sento un urlo, sono le 8:51, una piccola aquila, eccola. La mia domanda più stupida “è davvero una bimba?” “ un attimo che la giriamo, eh sì è proprio una bimba” me la fan vedere è microscopica e bellissima (mi dicono poi che a 38 settimane 3350 x 49 cm son misure di tutto rispetto) poi la portano via. Piango di nuovo, di gioia questa volta.
Mi dicon subito che probabilmente starà in culletta qualche ora per abituarsi gradualmente a star fuori dalla pancia.
Mi cuciono e io mi addormento da quanto sono rilassata ora. Al momento di tornare in camera, vedo i miei nel corridoio, le facce preoccupate, li saluto sorridendo ma non riusciamo a dirci niente. Arrivo in camera e… Lu è già lì, con un fagottino rosa e urlante in braccio, il nostro secondo miracolo.
“Lu ma l’hai fatta vedere ai miei?” No non sapeva che ci fossero i miei. Lo spedisco subito in corridoio a mostrare la piccola e io intanto faccio la telefonata che sogno da 9 mesi, alla scuola materna: “ Pronto, mi passate Gaia per favore? Gaia amore la tua sorellina è nata e non vede l’ora di conoscerti”.
Lu torna e abbiamo quello che con Gaia non abbiamo avuto; tanto tempo solo per noi 3, l’orario visite è lontano può star solo lui con me, con noi. Sono felice, sto bene. Stella è un aquilotto urlante, odia farsi cambiare, protesta sempre.
All’orario di visita a mezzogiorno arrivano i miei e mio cognato, ma io aspetto con ansia la visita della sera… ecco il mio amore grande, Lu le ha chiuso gli occhi e la piazza davanti a sua sorella…
“oh mamma ma come me l’hai fatta carina! Ciao Stellina io sono tua sorella, adesso ti prendo in braccio così smetti di piangere” e sì, le mettiamo Stella in braccio e lei smette di piangere, le mie due bimbe si guardano negli occhi, i miei due miracoli sono lì, davanti a me. Momenti di pura felicità.