Lì per lì mi sembrava la cosa più logica e sensata, mi sembrava fattibile! Non avevo alternativa migliore, volevo tornare indietro, non mi aspettavo un dolore così. Dieci volte i dolori del ciclo?? Devo ricordarmi chi me l'aveva detto per dirgli che sono mille le volte.
E' stato bello andare in ospedale la sera di S. Valentino. Ho pensato: "saranno tutti a cena fuori, sarà tranquillo in ospedale". Io, che avevo l'incubo del trasferimento in altra struttura, dell'epidurale dolorosa come la biopsia ossea che ho fatto 15 anni fa, dei due giri di cordone intorno al collo, di ecografie apparentemente meravigliose ma con sorprese finali, di fare la cacca...

Vittoria si fa sentire all'improvviso, senza preavviso. Le contrazioni preparatorie iniziano solo quel giorno. Quella di mezzogiorno mi fa venire le lacrime. Quella delle 16 dura poco. Quella delle 17 uguale. Alle 17.30 inizio a scrivermele. Quella delle 18, delle 19... Quella delle 19.30 mi da dà pensare: solo 30 minuti di intervallo?
Lui: "Dobbiamo andare?". Io: "Ma no dai, ti pare che è oggi? Ci sono giorni e giorni di preparazione".
Alle 20, alle 20.33, 21.03, 21.33, 21.50. "Amore, mi sa che intanto andiamo...". "Allora ho fatto bene a rimanere vestito!".
Alle 22.10 saliamo in macchina, io arranco sul sedile piegata in due dal dolore. Zucchero canta "Diamante" su Dimensione Suono 2. "Che bella... Questa canzone me la ricorderò per sempre... Sarà la nostra ninnananna", penso.
30 KM volati via. Arriviamo alle 23 e sì, non c'è nessuno in ospedale, così incredibilmente affollato di giorno.
Prendiamo l'ascensore, si chiudono le porte e arriva la contrazione. Ma che cavolo, ma mi avevano detto che le sentivi arrivare, poi pian piano salivano di intensità e poi scendevano! Qui arrivano e scoppiano immediatamente! Non sono normale, lo sapevo che non dovevo credergli.
23.30: monitoraggio. Visita: 3 cm. Non ci posso credere, sta succedendo veramente. "Signora, dica a suo marito di andare a prendere la valigia in macchina". Mi arriva tutto da lontano.
Ore 00.15: registrazione fra le contrazioni. Mamma che male assurdo, inspiegabile. E sembra che questo non sia niente... No, non fa per me. Devo chiedere l'epidurale ORA.
Mi spoglio, metto la camicia da notte XXXL che ha preso mia madre convinta che sarei arrivata con una pancia enorme, invece è una pancia elegante, tonda, di quelle che si vede che è femmina.
Mi sdraio sul lettino della stanzetta travaglio. Per fortuna che è singola. Emanuele mi tiene la mano, lui è di gesso, come al solito. Sembra stia facendo la spesa, invece attende con me un tempo lì per lì indeterminato dopo il quale conosceremo nostra figlia. La nostra Lenticchia, come ormai ci siamo abituati a chiamarla sempre.
"Signora, si faccia qualche corridoio". Ci provo, ma dobbiamo fermarci ogni 5 minuti. Io sto troppo male, non riesco a camminare. Ma poi invece sì. Poi non più, poi di nuovo sì. Penso che la contrazione sia un corpo estraneo che ti possiede, perché è strabiliante quanto faccia male in quei secondi e come passi tutto improvvisamente e torni lucida in un lampo. Cerco di spiegarlo a mio marito, dice che capisce. Boh! Vabbè, la prendo per buo... AHIAAAAA!!!.
No, basta, non ce la faccio più, e sono solo a 3 cm. L'ostetrica mi vede da lontano piegata ad angolo retto, ci chiama, mi dice che mi fa l'epidurale. Oddio grazie! Mi ricordo della ginecologa che mi disse: "Quando sei lì e ti propongono l'epidurale, tu dì di sì! Non fare la wonder woman che pensi di poter resistere perché poi è troppo tardi. Loro sanno quando è il momento giusto per farla.". Avoja! Mi fido ciecamente. E chi ci pensa a resistere!
Eccolo il momento terribile, il momento temuto più del parto. Ho paura di quella puntura, ho paura di stramazzare dal dolore, ho paura che non riescano a farmela, ho paura di rimanere paralizzata! E ci mette un po' a farmela perché dice che "ho un muro" sulla colonna vertebrale. Dice che tutti i KG della gravidanza li ho messi lì

Invece ci riesce proprio quando arriva la contrazione. Non devo muovermi. Caxxooooooooo ahiaaa!!! OK, è fatta. No, sono fatta! Sono fatta di droga, la sensazione più bella che ci sia. Mi viene un sorriso così

Le due ore successive passano in un lampo, un po' seduta sul pallone enorme, un po' sul letto. Chiacchieriamo del più e del meno fra due dita ostetriche dentro, il sacco che si rompe, l'eco del monitoraggio, la linea delle contrazioni impazzita e io che la guardo beata.
Sono a 8 cm alle 04.30. I dolori ricominciano a farsi sentire forti. Chiedo un rabbocco, ma è troppo tardi. "No dai, giuro me lo faccio bastare ma fammelo!". Mi rifanno una dose, ma io sento ancora tutto. Oddio che succede? Ommamma mi viene da spingere!!!
Sono a 10 cm, sento qualcosa che spinge da dentro e non riesco a trattenere! "No, aspetta, asp... Non ce la facciooooooohhhhhhhiaaaaaaa!".
Mi dicono di alzarmi che andiamo in sala parto. A-L-Z-A-R-M-IIII? Ma che siete matti? Non ci riesco!
Invece sì, ci devo riuscire per forza. Saranno stati dieci passi, i più lunghi della mia vita. Arriviamo davanti la sedia. No... Non posso sedermi, c'è questa cosa che spinge...
Invece sì, mi siedo. Gambe su. Mamma che posizione scomoda che è quella ginecologica!
Emanuele rimane fuori dietro la parete perché nella sedia accanto c'è una donna che stanno ricucendo e non si può passarle davanti. Meglio così, non sono in me, non sono io. D'altronde non ero poi così convinta di farlo entrare.
"Dai cara spingi". E spingo, ma non è come la spinta che ci hanno fatto provare al corso preparto! Lì ero stata brava, tutta bella sorridente, lì il mio perineo è stato encomiabile. Invece spingo con la gola, proprio come non si doveva fare

"Forza cara, devi spingere BENE!". E spingo, mi sembra di spingere, spingere, spingere... "Aspetta la contrazione e SPINGI!". Ma io non lo so fare! "Dai dai dai dai dai dai!". Oddio... oddio... No ti prego... "Dai che la prossima esce!". Non è vero, non ci credo. L'ostetrica ha un punto di vista diverso dal mio. Io sono dietro che spingo a fiducia, lei è davanti che vede cosa succede e lo sa se alla prossima esce o no. Non le credo. "No... Lasciala dentro. Non ce la faccio più... Ti giuro è IMPOSSIBILE spingere più di così!". L'ho pensato davvero, non sapevo cosa fare ma non mi interessava più. Non volevo più niente, sarei potuta morire lì senza problemi.
Ma spingo. Anzi: SPINGO!!!. Dieci secondi di silenzio e sento un groviglio uscire fuori. "Perché non piange???". Silenzio. Ma eccola, ecco la sua voce, le sue prime note, quel grido che diceva ho freddo, che succede?, dove sono?, dov'è l'acqua?. Eccola, piena di capelli che si vedevano dalle ecografie. Eccola, pelle rosa priva di sofferenza fetale. Eccola a 10 cm da me. "Chiamate lui...", riesco a sussurrare. E siamo in tre, ci guardiamo, il nostro primo sguardo di famiglia, dove capisco cosa è successo, per cosa l'abbiamo fatto. "Ciao amore..." le sussurro. Lei piange, ha un odore buonissimo che ricorderò per sempre. "Ciao piccolina...". Guardo Emanuele, respiro strozzato. Lui ha le stelline luccicanti negli occhi, io non gliele ho mai viste. Lei è con noi, siamo in tre, senti quanto profuma! Apgar 9, 10. Altro incubo...
"Papà vada a prendere il primo cambietto". Prima di andare mi bacia. "Ti amo". "No... Io ti amo, sei stata bravissima...".
Lei è con noi dal 15 febbraio 2012, dalle 5.26 di mattina.
E' difficile, è tanto dura, ancora non ci capiamo, ma ce la farò... Il suo nome non è stato messo a caso.
Ti amo infinitamente piccola mia.