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Ettore... la mia vita ha fatto una curva

Inviato: 29 lug 2011, 18:21
da elena1972
DPP 23 Novembre. Una bruttissima data, ho pensato speriamo di no... speriamo anticipi, speramo ritardi, ma non proprio il 23, per favore... non l'ho mai detta a nessuno. Ho sempre detto "fine novembre", soprattutto a mia mamma, non le potevo dire che il suo primo nipote sarebbe nato proprio il giorno in cui un maledetto male ci aveva portato via un marito e padre amatissimo e meraviglioso. Anche se adesso, ripensandoci, sarebbe stato un modo di esorcizzare quel giorno, di farlo rinascere... ma tanto, comunque, Ettore aveva altri piani.
La sera del 17, e' un sabato, andiamo in ospedale per un monitoraggio programmato, e incontriamo P. fuori dal reparto. Io e sua moglie L. abbiamo quasi la stessa dpp, vuoi vedere che... eh si, P. e' raggiante, L. e' in sala travaglio e di li' a poco lo chiameranno per il parto. Con un po' di timore, pensando che di li' a poco tocchera' a noi, lo salutiamo, lo abbracciamo, e andiamo a fare il monitoraggio: Ettore e' vitalissimo, scalcia, pero' il gine trova un accenno di invecchiamento della placenta. Niente di che, ma mi vuole rivedere dopo due giorni, il 19 pomeriggio.
E cosi', meno di 48 ore dopo, siamo di nuovo in ospedale, e L. e P. sono ovviamente ancora li' con la loro bellissima bambina, nata da meno di un giorno. Purtroppo L. ha avuto un travaglio lunghissimo, quando l'avevamo incontrata noi sabato sera aveva appena cominciato e V. e' nata quasi 12 ore dopo...
Speriamo che non sia cosi' anche per te, cucciolo Ettore...
Il gine mi trova bene, trova bene Ettore ma... "signora, la placenta si sta un po' invecchiando, il liquido c'e' ma questo bambino ormai e' meglio farlo nascere... quindi, se domani non succede niente, mercoledi' mattina ci vediamo qui in ospedale che induciamo. Si ricordi che domani sono in ospedale fino alle 13:00"
Ce ne torniamo a casa un po' frastornati, siamo arrivati alla fine dell'avventura gravidanza e non ce ne siamo neanche accorti, quante cose sono successe con Ettore nella pancia, bellissime e brutte (piccolo mio, un giorno ti raccontero' dello spavento terribile che ci hai fatto prendere durante l'amnio, dei miei pianti in quella notte terribile, la piu' brutta della mia vita, e dello sguardo di tuo padre quando mi ha confessato che, dopo che mi aveva lasciato in ospedale, se ne era andato a piangere a casa di M. e J.... ), quanti sogni, e ora stiamo per conoscerlo... dico a P. "domani non andare all'universita'... ho un presentimento!" P. mi guarda negli occhi e capisce qualcosa, non so forse ci ha letto la paura di restare sola a rendermi conto che stava tutto iniziando (in fondo, anche se andava a fare lezione, bastava un mio squillo e sarebbe arrivato dopo 10 min. con la moto), quindi manda un messaggio e annulla lezione e ricevimento studenti...
e una volta a casa va a fare la spesa e torna carico di roba come non potete immaginare... pacchi e pacchi di pasta, sughi pronti, acqua, succhi di frutta, carne da surgelare, verdura... :urka alla mia faccia sorpresa, mi risponde con quella che secondo me e' una delle cose piu' romantiche che mi abbia mai detto: "Dopo che torniamo a casa con Ettore, non voglio uscire di casa e lasciarvi neanche per un secondo".
L'indomani mattina, mi alzo riposata dopo una bella notte di sonno, faccio la mia bella colazione, guardo sconsolata le scatole che sono ancora li' dopo il trasloco di appena un mese prima... e comincio a sentire qualcosa di strano alla base della schiena. P. va a comprare il giornale, e quando torna mi trova sul divano a contare... in neanche 15 minuti i dolori sono diventati piu' forti.
Un po' di panico c'e', ma anche stupore e serenita', perche' mi stendo sul nostro letto, P. mi tiene la mano e conta, conta tra una contrazione e l'altra, conta durante la contrazione e mi dice "resisti resisti mancano solo 5 secondi" (poi scopriro' che imbrogliava per farmi stare meglio, mi diceva che mancava meno cosi' potevo sopportare...), mi tiene la mano, mi accarezza. Io mi ricordo quei minuti (ore?) come se li avessi passati galleggiando, fluttuando in un mare arancione (naturalmente era il colore del copriletto), salendo le onde del dolore e discendedole. Quando le contrazioni sono fisse ogni 7 minuti, guardiamo l'orologio e vediamo che sono le 12:30. Sono passate piu' di 3 ore, forse e' il caso di andare in ospedale... al limite ci rimandano indietro, ma voglio che mi veda e decida il mio gine. Mi also per vestirmi, subito dopo una contrazione, pensando che ho ben 7 minuti di tempo per infilarmi i vestiti, ma le bastarde mi imbrogliano e scendono di colpo a 5 minuti di intervallo. La successiva mi trova a meta' dei pantaloni, e cosi', con una gamba infilata e l'altra no, mi appoggio al letto, e comincio un lamento/nenia in crescendo che secondo me i vicini hanno pensato stessi per morire.
Non so come mi ritrovo in ascensore, non so come faccio il tragitto in macchina (mi pare di ricordare che una vicina di pianerottolo sia stata con me nell'atrio del palazzo mentre P. andava a prendere la macchina parcheggiata 100 mt piu' giu'). Mi ricordo solo che tenevo gli occhi chiusi...
Quando arriviamo in ospedale, cominciano le comiche: P. entra a tutta velocita' nell'ingresso del pronto soccorso, la guardia esce subito "non puo' lasciare la macchina li'". P. gli lancia le chiavi urlando "mia moglie sta partorendo, la metta dove vuole". In quel momento, dall'ospedale sta uscendo un giovane medico, che, vedendomi aggrappata a P., incapace di muovermi durante le contrazioni che si sono fatte vicinissime, capisce al volo la situazione: lo vedo gettare di lato la cartella, affiancare P. sostenendomi dall'altro lato e allo stesso tempo gridare "una barella, una barella".
Nonostante il dolore, a me viene da ridere, sembra una scena da E.R.: mi caricano su una barella e mi portano di corsa al piano di sopra, in ostetricia. Io vedo il soffitto dell'ospedale scorrere sopra di me, le luci al neon che appaiono e scompaiano, facce di infermiere sorridenti che mi guardano dall'alto e mi incoraggiano "forza che lo fa nascere", gente che grida "fate passare, fate passare", giuro mancava solo la sigla e i titoli di testa del telefilm. E poi, come un fulmine, il pensiero "va a vedere, sicuramente tutto 'sto casino e quando mi visiteranno saro' di neanche 3 cm" !!
Quando arrivo di sopra, e' un trambusto continuo: mi vestono, mi spogliano, entro in sala travaglio, entra il mio gine, mi visita "signora, lo voleva fare a casa? Siamo a 6 cm, quanto ci ha messo a decidersi a venire?", chiama l'anestetista che ho chiesto per l'epidurale e mannaggia a me me la potevo pure evitare... a me pare di non sentirle piu' 'ste contrazioni, anche se la pancia diventa durissima. Con tutto questo casino, ginecologi e ostetriche che entrano e mi visitano, non mi sono fatta un secondo di travaglio da sola in ospedale. Sono le 14:00 e il gine mi scolla le membrane, e tutto accelera. Mi portano in sala parto, chiamano P. che e' rimasto fuori ma praticamente e' stato coinvolto in tutto perche' ogni 10 minuti usciva l'ostetrica Nives (meravigliosa) che gli diceva cosa stava succedendo (poi P. mi raccontera' che una guardia giurata - un'altra - lo voleva allontanare dall'atrio davanti alla sala parto e farlo aspettare in sala d'aspetto... "lei e' pazzo, li' dentro c'e' mia moglie che sta facendo nascere mio figlio" gli ha detto, rischiando pure la lite...)
Da quando P. e' dietro di me in sala parto, che mi tiene la testa mentre cerco di spingere anche se non sento piu' le contrazioni, i miei ricordi diventano sempre piu' simili a un film comico. Il mio gine che, improvvisamente passato al tu, mi rimprovera "spingi, e spingi no?" e io "ma quando? Non sento niente" e lui "ma come non senti niente, la sento io, guarda, guarda" mi dice, picchiettandomi la pancia.
Nives, ravanando la sotto, lo guarda e gli dice "ci pensi tu?"
E io lo vedo, come al rallentatore, questo omone sui 100 kg che sembra un giocatore di rugby, testa rasata e camice verde, occhialini dorati e sguardo compassato, che si abbassa su di me per cominciare a spingere con le braccia (maledetta Kristeller o come si scrive). E naturalmente, come da copione di film comico, io che cosa ho fatto? Ho cominciato a picchiarlo sulla schiena, urlando "no, vattene, fermo, fermo, vattene".
Lo dovrei ringraziare non una ma cento volte, in due minuti Ettore e' fuori (povero, aveva un giretto di cordone). E quando lo sento sgusciare fuori da me, alle 15:30, dopo solo 9 ore dall'inizio di tutto, dopo un travaglio fatto praticamente quasi tutto a casa mia, nel mio letto, con mio marito che mi tiene la mano e nessun altro, non sento piu' niente. Letteralmente, sono diventata sorda. Non ho ricordi di suoni in quei momenti, tranne nel silenzio generale la mia voce che dice "ma perche' non piange? P. perche' non piange?"
E poi, come se fosse un presagio della dolcezza e dell'allegria di questo bambino che mi ha cambiato per sempre la vita e la testa e il cuore, Ettore, questo cosino violetto e raggrinzito, sporco e minuscolo, allarga le braccette scheletriche e fa solo un breve "Ngue!".
"Piange, piange, non si preoccupi" dice il mio gine, ritornato improvvisamente alla formalita' del "lei" dopo che l'ho picchiato e quasi preso a male parole (chissa' cosa sono abituati a sentire durante i travagli e i parti, poveri loro...). Dopo che l'hanno pulito e avvolto in un asciugamano, me lo mettono sul petto e Ettore, con gli occhietti ancora chiusi, comincia a toccarmi la faccia, la bocca, gli occhiali (occavolo, mi sono dimenticata di togliermeli...), e quando P. avvicina la mano al suo viso (e' ancora dietro di me), Ettore imprevedibilmente gli afferra un dito e stringe forte, forte...
Questa immagine rimarra' per sempre davanti ai miei occhi, la manina di mio figlio appena nato che stringe il dito di suo padre. E nella testa per sempre la frase che descrive la maternita' nel modo migliore che io abbia mai sentito (copyright A.M. - grazie!), e che si applica al 100% a quello che sento io da 3 anni, 8 mesi, 9 giorni, 1 ora e una manciata di minuti: quando nasce tuo figlio la tua vita fa una curva, e dove stavi andando prima non te lo ricordi piu'.

Re: Ettore... la mia vita ha fatto una curva

Inviato: 29 lug 2011, 21:36
da SuzieQ
belllissimo racconto. e che frase stupenda :cuore

Re: Ettore... la mia vita ha fatto una curva

Inviato: 29 lug 2011, 21:53
da Giulia80
Bello bello bello :cuore :cuore :cuore

Re: Ettore... la mia vita ha fatto una curva

Inviato: 29 lug 2011, 22:31
da mongettina
MAMMA MIA CHE EMOZIONEEEEEEEEEEEE CE LA FARòòò ANCHE IO PRIMA O POIIIIIII :bacetto

Re: Ettore... la mia vita ha fatto una curva

Inviato: 30 lug 2011, 21:46
da Roblin
Io devo partorire a settembre... ho le lacrime. Grazie

Re: Ettore... la mia vita ha fatto una curva

Inviato: 31 lug 2011, 9:52
da MammaVale
Meraviglioso....
Una frase bellissima e veritiera. :cuore :cuore :cuore :cuore

Re: Ettore... la mia vita ha fatto una curva

Inviato: 31 lug 2011, 12:48
da AleLu
Racconto stupendo :cuore la frase è bellissima e piena di significato :cuore

Re: Ettore... la mia vita ha fatto una curva

Inviato: 31 lug 2011, 17:00
da Silvietta7885
ti rubo la frase :prr
e :congratulations:

Re: Ettore... la mia vita ha fatto una curva

Inviato: 31 lug 2011, 20:07
da Iolanda
Racconto magnifico, ho i brividi :buuu

Re: Ettore... la mia vita ha fatto una curva

Inviato: 2 ago 2011, 15:36
da Aleon
Ho letto tutto il racconto con le lacrime agli occhi......grazie per aver condiviso la tua esperienza..
Partorirò fra 20 giorni la mia prima figlia e so che anche la mia vita non sarà più la stessa... Grazie :cuore

Re: Ettore... la mia vita ha fatto una curva

Inviato: 9 ago 2011, 14:29
da Alikucciola
complimenti per il racconto semplicemente meraviglioso...... :cuore

mi hai regalato una lacrima... mi hai regalato un'emozione....
spero davvero che presto anche la mia vita faccia quella meravigliosa curva.....

grazie :cuore