è nata una cantante lirica: AIDA
Inviato: 24 nov 2010, 14:45
Sono le 5.30 di mattina ed io mi sveglio a causa soliti dolori mestruali che ho già da almeno 3 settimane. Mi preoccupo? Certo che no, faccio quello che faccio sempre in questi casi: cammino, bevo una cosa calda, mi rannicchio in attesa che passino. Con tutte le false partenze che ho avuto, questa mi sembra proprio una di quelle. Alle 8 ho la visita post termine quindi comunque a breve saprò se c’è qualcosa di nuovo o se sono solo dolori X.
Ci spero tanto che sia tu che stai per arrivare perché ho una voglia matta di vederti.
Ci spero tanto perché ho una voglia matta di coccolarti, abbracciarti e darti mille bacini.
Ci spero tanto perché ho una voglia matta di perdermi nei tuoi occhi, chiunque tu sia, Aida o Nicolas!
Mi preparo per andare e per precauzione io e mia mamma, portiamo dietro la valigia perché non si sa mai. Arrivo mi attaccano il monitoraggio di un’ora. Ecco che arrivano le prime blande contrazioni. Certo fanno male, ma io spero con tutto il cuore che aumentino e che mi conducano velocemente ad averti fra le mie braccia.
Il monitoraggio finisce ed è ora della visita. La ginecologa mi guarda sorridendo e dice: “la teniamo qui sa, è già di tre centimetri ed in travaglio”. Mi sento avvampare dall’emozione. Travaglio, che bella parola… Dopo 40 settimane e 5 giorni di dolce attesa, ora è questione di ore e ti conoscerò… sento il cuore che batte all’impazzata e son certa che lo senti anche tu laggù. Avviso il tuo papà lontano che stai per nascere. Mi mettono in una stanza dove condivido parte del travaglio con altre due ragazze nella mia stessa situazione. Vengono mio fratello, mio cugino e la sua ragazza. Fra una contrazione e l’altra parlo, interagisco per quanto possibile perché man mano che vado avanti nel travaglio ho sempre più la testa presa da te, che stai per nascere, cuoricino sotto il mio cuore. A mezzogiorno arriva il mangiare ma io riesco solo a prendere qualche cucchiaio di minestra e una forchettata di purè. Allora mi alzo, cammino, bevo tanto, mi tocco la pancia sperando che tu decida di rivelarti presto. Alle 14 mi spostano in una sala travaglio/parto sola. Le contrazioni aumentano di intensità di due minuti in due minuti. Io mi chino in avanti per respirare meglio. Provo anche a sdraiarmi ma va peggio. Alle 15.30 arriva l’ostetrica e mi mette una borsa dell’acqua calda sulla schiena a livello lombare. Le contrazioni che seguono le ricorderò come il VERO travaglio. Di contrazione in contrazione, sembra di salire una scala dove ogni gradino è sempre più faticoso ma dove alla fine ci sei tu quindi mi piego in avanti e su consiglio dell’ostetrica, mi lascio invadere da quel dolore agrodolce. Alle 17.10 chiedo di andare in bagno perché sento la vescica che scoppia. Chiedo poi all’ostetrica se mi può visitare perché sento un peso immenso lì sotto. Lei lo fa anche se dice: “Secondo me manca ancora un bel po’ ma comunque vediamo”. Fa le sue cose ed esclama: “Inaspettatamente sei dilatata di 9 cm, se fai una bella spina sarai dilatata del tutto ed andiamo a partorire”. Non ci credo, mi viene da piangere, faccio quello che mi dice anche se è faticoso. Sto per darti alla luce ed ho una voglia matta di farti uscire al più presto. L’ostetrica mi accompagna in sala travaglio/parto e mi dice di mettermi come voglio. Mi metto carponi perché è l’unica posizione nella quale respiro. L’ostetrica dice: “fai un paio di spinte e rompiamole acque”. Nel mentre esce per andare ad avvertire l’equipe. Dentro c’è mia mamma anche se in quel momento potevano esserci dieci eserciti di clown saltellanti che non me ne sarei accorta… Sono le 17.20, che il parto abbia inizio. Con una spinta rompo le acque. Mi dicono di aspettare la prossima contrazione per spingere. Aspetto e quando è ora spingo spingo e ancora spingo. Niente, butto un paio di contrazioni a vuoto dopo di ché sento che stai scendendo. L’ostetrica conferma… ti vede i capelli e me lo dice. sono super motivata. Aspetto la contrazione seguente e mi carico di una forza incredibile. Spingo spingo e ancora spingo. Sento che stai scivolando via, allora spingo ancora ed ancora più forte fino a quando sento che sei fuori. Avevo così tanta fretta che con una spinta sola ti ho fatta uscire del tutto. Sento che inizi a strillare come una cantante lirica e dopo la conferma: “è nata Aida” sono le 17.46 ed io son completamente invasa dal sentimento più grande del mondo, l’amore che una madre nutre per i propri pargoli. Mi fanno girare e finalmente posso vederti e stringerti e darti mille bacini ed annusarti e viverti. Strilli a più non posso ma ti fermi un secondo per aprire gli occhi ed io mi ci perdo. “questa è la mia bimba! Sono mamma, è meraviglioso”.
p.s: oltre a te ho vinto 4 punti esterni per la foga di averti fatta nascere con una sola spinta.
Ci spero tanto che sia tu che stai per arrivare perché ho una voglia matta di vederti.
Ci spero tanto perché ho una voglia matta di coccolarti, abbracciarti e darti mille bacini.
Ci spero tanto perché ho una voglia matta di perdermi nei tuoi occhi, chiunque tu sia, Aida o Nicolas!
Mi preparo per andare e per precauzione io e mia mamma, portiamo dietro la valigia perché non si sa mai. Arrivo mi attaccano il monitoraggio di un’ora. Ecco che arrivano le prime blande contrazioni. Certo fanno male, ma io spero con tutto il cuore che aumentino e che mi conducano velocemente ad averti fra le mie braccia.
Il monitoraggio finisce ed è ora della visita. La ginecologa mi guarda sorridendo e dice: “la teniamo qui sa, è già di tre centimetri ed in travaglio”. Mi sento avvampare dall’emozione. Travaglio, che bella parola… Dopo 40 settimane e 5 giorni di dolce attesa, ora è questione di ore e ti conoscerò… sento il cuore che batte all’impazzata e son certa che lo senti anche tu laggù. Avviso il tuo papà lontano che stai per nascere. Mi mettono in una stanza dove condivido parte del travaglio con altre due ragazze nella mia stessa situazione. Vengono mio fratello, mio cugino e la sua ragazza. Fra una contrazione e l’altra parlo, interagisco per quanto possibile perché man mano che vado avanti nel travaglio ho sempre più la testa presa da te, che stai per nascere, cuoricino sotto il mio cuore. A mezzogiorno arriva il mangiare ma io riesco solo a prendere qualche cucchiaio di minestra e una forchettata di purè. Allora mi alzo, cammino, bevo tanto, mi tocco la pancia sperando che tu decida di rivelarti presto. Alle 14 mi spostano in una sala travaglio/parto sola. Le contrazioni aumentano di intensità di due minuti in due minuti. Io mi chino in avanti per respirare meglio. Provo anche a sdraiarmi ma va peggio. Alle 15.30 arriva l’ostetrica e mi mette una borsa dell’acqua calda sulla schiena a livello lombare. Le contrazioni che seguono le ricorderò come il VERO travaglio. Di contrazione in contrazione, sembra di salire una scala dove ogni gradino è sempre più faticoso ma dove alla fine ci sei tu quindi mi piego in avanti e su consiglio dell’ostetrica, mi lascio invadere da quel dolore agrodolce. Alle 17.10 chiedo di andare in bagno perché sento la vescica che scoppia. Chiedo poi all’ostetrica se mi può visitare perché sento un peso immenso lì sotto. Lei lo fa anche se dice: “Secondo me manca ancora un bel po’ ma comunque vediamo”. Fa le sue cose ed esclama: “Inaspettatamente sei dilatata di 9 cm, se fai una bella spina sarai dilatata del tutto ed andiamo a partorire”. Non ci credo, mi viene da piangere, faccio quello che mi dice anche se è faticoso. Sto per darti alla luce ed ho una voglia matta di farti uscire al più presto. L’ostetrica mi accompagna in sala travaglio/parto e mi dice di mettermi come voglio. Mi metto carponi perché è l’unica posizione nella quale respiro. L’ostetrica dice: “fai un paio di spinte e rompiamole acque”. Nel mentre esce per andare ad avvertire l’equipe. Dentro c’è mia mamma anche se in quel momento potevano esserci dieci eserciti di clown saltellanti che non me ne sarei accorta… Sono le 17.20, che il parto abbia inizio. Con una spinta rompo le acque. Mi dicono di aspettare la prossima contrazione per spingere. Aspetto e quando è ora spingo spingo e ancora spingo. Niente, butto un paio di contrazioni a vuoto dopo di ché sento che stai scendendo. L’ostetrica conferma… ti vede i capelli e me lo dice. sono super motivata. Aspetto la contrazione seguente e mi carico di una forza incredibile. Spingo spingo e ancora spingo. Sento che stai scivolando via, allora spingo ancora ed ancora più forte fino a quando sento che sei fuori. Avevo così tanta fretta che con una spinta sola ti ho fatta uscire del tutto. Sento che inizi a strillare come una cantante lirica e dopo la conferma: “è nata Aida” sono le 17.46 ed io son completamente invasa dal sentimento più grande del mondo, l’amore che una madre nutre per i propri pargoli. Mi fanno girare e finalmente posso vederti e stringerti e darti mille bacini ed annusarti e viverti. Strilli a più non posso ma ti fermi un secondo per aprire gli occhi ed io mi ci perdo. “questa è la mia bimba! Sono mamma, è meraviglioso”.
p.s: oltre a te ho vinto 4 punti esterni per la foga di averti fatta nascere con una sola spinta.