Edoardo. Il Cobrino che voleva nascere...
Inviato: 16 giu 2010, 13:41
Questo piccolo miracolo arriva dopo quasi nove anni di ricerca, dopo una grande tragedia che ha portato via le bambine più belle del mondo. Edoardo è il riscatto, è la forza della speranza che, in mezzo a tanto dolore, riesce a trovare la forza per andare comunque avanti.
Il test positivo che annunciava l’arrivo della cicogna è stato il 4 ottobre, era il giorno dell’onomastico di mio marito, non potrò mai e poi mai dimenticarlo.
I mesi di gravidanza sono passati lentamente, soprattutto quando li vedi passare completamente a letto da sola, il 23 dicembre ho fatto il cerchiaggio a Careggi, e da allora ho vissuto in un perenne stato di ansia e panico. Avevo paura che riaccadesse l’incubo.
Febbraio è stato un mese durissimo per me, era il mese in cui le Caccoline erano volate via, e visto che entrambe le volte ero rimasta incinta di settembre, le settimane più o meno coincidevano.
Mi ricordo che quei giorni avevo continui attacchi di panico, giorno e notte, mio marito quando era a casa si sedeva ai piedi del letto e cercava di tranquillizzarmi e calmarmi. Alcune volte ci riusciva, altre no.
Poi dopo questo ostacolo i mesi sono trascorsi meglio, sino a che mi sono trovata a levare il cerchiaggio senza che riuscissi a realizzare che, forse forse, questa volta alla fine sarei tornata a casa con un bimbo, e non con un immenso vuoto.
Il Prof. Che mi aveva in cura aveva detto che la data ultima per il tc programmato era il 9 giugno, visto che sarei stata esattamente a 39+0, quindi buonina buonina ho cercato di arrivare a quella data.
Il giorno 8 giugno sono stata ricoverata, sono arrivata in ospedale con mio marito cercando di pensare che dovevo andare a fare una addomino plastica… così da cercare di mantenere la calma.
In camera ero con una ragazza Peruviana molto carina e dolce, che aveva partorito qualche giorno prima, un bambino bellissimo di nome Evier Francesco… che la notte ha pianto talmente tanto che pensavo fosse la rincarnazione di Pavarotti….
La notte tra il giorno 8 e il 9 giugno non ho voluto visite in ospedale, volevo stare sola, pensare e rendermi conto di quello che sarebbe successo, e soprattutto avere ancora un po’ di intimità esclusiva con il Cobrino…
La mattina del 9 giugno ero emozionata, agitata, impaurita e terrorizzata… sapevo che c’erano due Tc programmati ma non sapevo se ero la prima o la seconda, intanto mio marito per sicurezza era arrivato a Careggi nelle primissime ore del mattino. Con se aveva la videocamera, la macchina fotografica, il fiocco fatto da Winniepooh e il mio cellulare.
Verso le 8.30 viene una infermiera a chiamarmi. Ero la prima.
Mio marito viene con noi… era dolcissimo con quello zainetto… lo guardavo e pensavo a come da li a qualche ora potesse essere o felicissimo o ricadere in un dolore immenso… perché sino alla fine non ci ho creduto fino in fondo.
L’infermiera mi dice di salutare il marito perché doveva stare fuori dalle sale parto… mi giro… ci guardiamo… io gli dico “vado eh!...”… gli do un bacio ed entro…
Lì mi portano in una stanza, mi fanno sdraiare e arriva l’ostetrica che dovrà seguirmi durante l’operazione… la guardo… era la stessa ostetrica che poco prima di fare il cerchiaggio era venuta da me perché mi aveva vista piangere… ci siamo subito riconosciute e abbiamo iniziato a chiaccherare. La sua presenza è stata una manna dal cielo per me.
Così si siede accanto al mio letto e mi fa un po’ di domande… poi prende due braccialini di plastica e mi chiede il nome del bimbo… nome che avevo sempre rifiutato di dire a voce alta per poterlo rendere credibile e vero. Alla sua domanda rispondo “Edoardo…”… lei mi dice che è un bellissimo nome, che è il nome di uno dei suoi figli. E con il pennarello indelebile verde lo scrive in entrambi i bracciali… e il mio me lo mette subito al polso…. Nessun bracciale al mondo era prezioso e bello come quello.
E poi iniziano a farmi diverse flebo preparatorie.
Quando mi portano nella sala operatoria ero agitatissima… quando poi vedo che è stra colma di specializzandi mi sale il panico… dentro erano non meno di una quindicina. Sembrava di essere in una puntata di Grey’s Anatomy.
Arriva il medico e mi dice come mi devo mettere per farmi fare la epidurale. Avevo letto su internet che la puntura era indolore e immediata… ovviamente per me non poteva esser così… mi ha bucato una infinità di volte, non riusciva a trovare il punto giusto, e ogni volta mi partivano le scosse elettriche alla gamba sinistra… mi scendevano i lacrimoni dalla disperazione, poi alla fine , prova e riprova, è riuscita a trovare il punto giusto e ad addormentarmi a dovere.
A quel punto entra il Professore che mi avrebbe operato… io ero in ansia… ma cercavo di pensare di essere in un altro posto… ma quando ho sentito l’odore di carne bruciata è stato difficile farlo, questo particolare non lo sapevo e non ero preparata a questo schifo… in più sapevo che in 5 minuti il bimbo sarebbe dovuto uscire dalla pancia, invece le uniche cose che erano uscite, erano una marea di parolacce dalla bocca del Dottore… Edoardo aveva un giro di cordone al collo e uno alla gamba, non sarebbe mai potuto nascere naturalmente.
Dopo mezz’ora il medico alle mie spalle mi dice “… sta per nascere…”… tempo un secondo e io sento un brevissimo “Weee…”… mi giro e vedo passare un bimbo, gli vedo la schiena e il sedere, lo adagiano su un carrellino e lo portano subito via… e io a dire “E’ vivo vero? E’ vivo vero?”… e tutti a dirmi che aveva pianto e che stava benissimo… erano le 10.02.
Il Prof. Continua l’operazione.. per richiudermi ci ha messo oltre un’ora… un’ora di parolacce in cui pure gli specializzandi che lo assistevano si erano talmente impauriti che ogni dieci minuti facevano cadere a terra i bisturi… io tremavo come una foglia, avevo nausee perenni.
Dopo un po’ chiedo dove fosse il bimbo e mi dicono che era con il Babbo… che stava bene e che era un bimbo con dei lineamenti molto fini… poi vedendomi agitata e in ansia me lo hanno portato 10 secondi… me lo hanno avvicinato al viso… era così bello, profumato, era mio. Aveva gli occhi aperti, i capelli ancora umidi dal bagnetto e si guardava intorno… bello.
Dopo l’operazione mi hanno risistemata, mi hanno messo su una barella e cercavano un posto dove lasciarmi li un’oretta prima di riportarmi in stanza. Quindi mi hanno fatto passare davanti alla stanza dov’era mio marito e il bimbo… mio marito era lì… con il suo zainetto sulle spalle, felice felice e felice… continuava a dirmi che Edoardo era bellissimo, e se poteva avvisare i parenti stretti della nascita avvenuta. Io gli dico di si, e poi mi portano nella stanza pre operatoria per riposare un pochetto da sola. Dopo qualche minuto arriva l’ostetrica con il mio Edoardo fra le braccia e me lo mette sul petto… lui piangeva, aveva fame, si ciucciava i polsi e i dorsi delle mani… allora gli ho allungato un dito, lui lo ha messo subito in bocca e ha iniziato a ciucciare… e li il mio cuore si è definitivamente sciolto… il piccolo Cobrino non era un dinosauro ne un Cobrasauro, era l’essere più perfetto del mondo… l’essere che ha riportato la parola GIOIA in una famiglia devastata dal dolore.
Il test positivo che annunciava l’arrivo della cicogna è stato il 4 ottobre, era il giorno dell’onomastico di mio marito, non potrò mai e poi mai dimenticarlo.
I mesi di gravidanza sono passati lentamente, soprattutto quando li vedi passare completamente a letto da sola, il 23 dicembre ho fatto il cerchiaggio a Careggi, e da allora ho vissuto in un perenne stato di ansia e panico. Avevo paura che riaccadesse l’incubo.
Febbraio è stato un mese durissimo per me, era il mese in cui le Caccoline erano volate via, e visto che entrambe le volte ero rimasta incinta di settembre, le settimane più o meno coincidevano.
Mi ricordo che quei giorni avevo continui attacchi di panico, giorno e notte, mio marito quando era a casa si sedeva ai piedi del letto e cercava di tranquillizzarmi e calmarmi. Alcune volte ci riusciva, altre no.
Poi dopo questo ostacolo i mesi sono trascorsi meglio, sino a che mi sono trovata a levare il cerchiaggio senza che riuscissi a realizzare che, forse forse, questa volta alla fine sarei tornata a casa con un bimbo, e non con un immenso vuoto.
Il Prof. Che mi aveva in cura aveva detto che la data ultima per il tc programmato era il 9 giugno, visto che sarei stata esattamente a 39+0, quindi buonina buonina ho cercato di arrivare a quella data.
Il giorno 8 giugno sono stata ricoverata, sono arrivata in ospedale con mio marito cercando di pensare che dovevo andare a fare una addomino plastica… così da cercare di mantenere la calma.
In camera ero con una ragazza Peruviana molto carina e dolce, che aveva partorito qualche giorno prima, un bambino bellissimo di nome Evier Francesco… che la notte ha pianto talmente tanto che pensavo fosse la rincarnazione di Pavarotti….
La notte tra il giorno 8 e il 9 giugno non ho voluto visite in ospedale, volevo stare sola, pensare e rendermi conto di quello che sarebbe successo, e soprattutto avere ancora un po’ di intimità esclusiva con il Cobrino…
La mattina del 9 giugno ero emozionata, agitata, impaurita e terrorizzata… sapevo che c’erano due Tc programmati ma non sapevo se ero la prima o la seconda, intanto mio marito per sicurezza era arrivato a Careggi nelle primissime ore del mattino. Con se aveva la videocamera, la macchina fotografica, il fiocco fatto da Winniepooh e il mio cellulare.
Verso le 8.30 viene una infermiera a chiamarmi. Ero la prima.
Mio marito viene con noi… era dolcissimo con quello zainetto… lo guardavo e pensavo a come da li a qualche ora potesse essere o felicissimo o ricadere in un dolore immenso… perché sino alla fine non ci ho creduto fino in fondo.
L’infermiera mi dice di salutare il marito perché doveva stare fuori dalle sale parto… mi giro… ci guardiamo… io gli dico “vado eh!...”… gli do un bacio ed entro…
Lì mi portano in una stanza, mi fanno sdraiare e arriva l’ostetrica che dovrà seguirmi durante l’operazione… la guardo… era la stessa ostetrica che poco prima di fare il cerchiaggio era venuta da me perché mi aveva vista piangere… ci siamo subito riconosciute e abbiamo iniziato a chiaccherare. La sua presenza è stata una manna dal cielo per me.
Così si siede accanto al mio letto e mi fa un po’ di domande… poi prende due braccialini di plastica e mi chiede il nome del bimbo… nome che avevo sempre rifiutato di dire a voce alta per poterlo rendere credibile e vero. Alla sua domanda rispondo “Edoardo…”… lei mi dice che è un bellissimo nome, che è il nome di uno dei suoi figli. E con il pennarello indelebile verde lo scrive in entrambi i bracciali… e il mio me lo mette subito al polso…. Nessun bracciale al mondo era prezioso e bello come quello.
E poi iniziano a farmi diverse flebo preparatorie.
Quando mi portano nella sala operatoria ero agitatissima… quando poi vedo che è stra colma di specializzandi mi sale il panico… dentro erano non meno di una quindicina. Sembrava di essere in una puntata di Grey’s Anatomy.
Arriva il medico e mi dice come mi devo mettere per farmi fare la epidurale. Avevo letto su internet che la puntura era indolore e immediata… ovviamente per me non poteva esser così… mi ha bucato una infinità di volte, non riusciva a trovare il punto giusto, e ogni volta mi partivano le scosse elettriche alla gamba sinistra… mi scendevano i lacrimoni dalla disperazione, poi alla fine , prova e riprova, è riuscita a trovare il punto giusto e ad addormentarmi a dovere.
A quel punto entra il Professore che mi avrebbe operato… io ero in ansia… ma cercavo di pensare di essere in un altro posto… ma quando ho sentito l’odore di carne bruciata è stato difficile farlo, questo particolare non lo sapevo e non ero preparata a questo schifo… in più sapevo che in 5 minuti il bimbo sarebbe dovuto uscire dalla pancia, invece le uniche cose che erano uscite, erano una marea di parolacce dalla bocca del Dottore… Edoardo aveva un giro di cordone al collo e uno alla gamba, non sarebbe mai potuto nascere naturalmente.
Dopo mezz’ora il medico alle mie spalle mi dice “… sta per nascere…”… tempo un secondo e io sento un brevissimo “Weee…”… mi giro e vedo passare un bimbo, gli vedo la schiena e il sedere, lo adagiano su un carrellino e lo portano subito via… e io a dire “E’ vivo vero? E’ vivo vero?”… e tutti a dirmi che aveva pianto e che stava benissimo… erano le 10.02.
Il Prof. Continua l’operazione.. per richiudermi ci ha messo oltre un’ora… un’ora di parolacce in cui pure gli specializzandi che lo assistevano si erano talmente impauriti che ogni dieci minuti facevano cadere a terra i bisturi… io tremavo come una foglia, avevo nausee perenni.
Dopo un po’ chiedo dove fosse il bimbo e mi dicono che era con il Babbo… che stava bene e che era un bimbo con dei lineamenti molto fini… poi vedendomi agitata e in ansia me lo hanno portato 10 secondi… me lo hanno avvicinato al viso… era così bello, profumato, era mio. Aveva gli occhi aperti, i capelli ancora umidi dal bagnetto e si guardava intorno… bello.
Dopo l’operazione mi hanno risistemata, mi hanno messo su una barella e cercavano un posto dove lasciarmi li un’oretta prima di riportarmi in stanza. Quindi mi hanno fatto passare davanti alla stanza dov’era mio marito e il bimbo… mio marito era lì… con il suo zainetto sulle spalle, felice felice e felice… continuava a dirmi che Edoardo era bellissimo, e se poteva avvisare i parenti stretti della nascita avvenuta. Io gli dico di si, e poi mi portano nella stanza pre operatoria per riposare un pochetto da sola. Dopo qualche minuto arriva l’ostetrica con il mio Edoardo fra le braccia e me lo mette sul petto… lui piangeva, aveva fame, si ciucciava i polsi e i dorsi delle mani… allora gli ho allungato un dito, lui lo ha messo subito in bocca e ha iniziato a ciucciare… e li il mio cuore si è definitivamente sciolto… il piccolo Cobrino non era un dinosauro ne un Cobrasauro, era l’essere più perfetto del mondo… l’essere che ha riportato la parola GIOIA in una famiglia devastata dal dolore.