CATERINA...E I PROGRAMMI DI MAMMA SALTANO
Inviato: 13 mag 2010, 0:08
Sono passati poco più di 17 mesi dalla nascita di Paolo e siamo pronti ad accogliere la principessina di casa: mi sembra ancora impossibile, come quando ho fatto il test, e non riesco ad immaginare come sarà la nostra nuova vita a 4. Il cesareo è stato programmato per il 4 gennaio dopo che il gine ha assecondato il mio desiderio di far nascere la piccola nell’anno nuovo nonostante siamo a ridosso del termine e invece da noi di prassi si programmino i cesarei verso la 38 settimana.
La gravidanza è stata costellata di paure per i due cesarei ravvicinati e per il mio peso di partenza veramente troppo basso ma è comunque volata e a 20 giorni dal parto inizio la trafila del prericovero e invece di agitarmi ulteriormente mi tranquillizzo. Da qui saranno giorni strani in cui si alternano diverse emozioni: la voglia e l’impazienza di conoscere la piccola, l’ansia della sala operatoria e la paura che possa succedere qualcosa, il dover stare 5 giorni lontana dal mio cucciolo che potrò vedere in H ma non potrò mettere a letto e alzarlo la mattina.
Due giorni prima del ricovero ultimo controllo in H, io ho delle contrazioni che non si vedono minimamente al tracciato quindi me ne sto tranquilla anche se mi danno parecchio fastidio. Ho saputo dal mio gine che sarà assistito all’intervento dal primario e non posso che essere felice visto che il precendente cesareo me lo hanno fatto proprio loro due e mi hanno rimessa in piedi in fretta.
Il giorno prima del ricovero vado a pranzo dai suoceri, a mangiare una bella torta dai vicini e praticamente fino alle 4 non penso molto a quello che accadrà il giorno dopo. Quando rientriamo a casa finisco la valigia o meglio continuo a correre in tondo scrivendo post-it ovunque per il socio e mia sorella che dovevano organizzare il piccolo e fare le lavatrici e pian piano viene pronta la valigia. Nel frattempo Paolo fa la cacca 3 volte e penso che magari ha mangiato troppo fuori regola e spero che non ci siano denti o dissenterie in ballo. Faccio una cena leggera pensando che non mangerò per ben 2 giorni e attendo la zia per il clistere preoperatorio. Fortuna che non mi fa troppo male la pancia e riesco pure a dormire.
Alle 5.30 eccoci svegli, pronti per la nostra giornata speciale…io e il maritino ci concediamo una bella doccia assieme consapevoli che al rientro non avremo molto tempo per queste cose e poi ci organizziamo per la partenza mentre mio papà si occuperà di Paolo fino all’arrivo di mia sorella.
Ci avviamo verso l’ospedale, fuori c’è buio e pochissima gente…la sensazione è strana, c’è un misto di trepidazione e paura, voglia che sia già pomeriggio perché già mi manca il mio cucciolo che ho baciato pochi minuti prima ancora addormentato nel suo lettino. Il marito non parla, forse anche lui sta elaborando pensieri contrastanti.
Alle 7 siamo in reparto, mi danno una stanza (la stessa dell’altra volta), mi fanno accomodare sul letto vestita e mi fanno subito l’antibiotico (ho i tamponi positivi), poi mi lasciano qualche minuto sola col marito e intanto arriva la mia compagna di stanza che farà il cesareo dopo di me.
Dopo aver fatto sistemare la mia compagna, arrivano a prepararmi: una gioia dietro l’altra, le calze, il catetere e il controllo della depilazione (meno male avevo fatto la ceretta e andava bene così), mi fanno il tracciato e alle 8.10 vengono a prendermi e mi portano in sala operatoria…arrivo al piano e mi fanno spostare su un lettino leggermente più duro dove rimarrò fino all’inizio dell’intervento.
Mi portano in una sala antistante la sala dove sarò operata…mi spavento perché con Paolo il cesareo è stato d’urgenza e mi hanno portato in una sala piccolissima…lì ero in una grandissima stanza…finalmente si avvicina l’amico di mamma e papà, assistente infermiere dell’anestesista, che mi terrà compagnia per tutto l’intervento e comincia a prepararmi per le flebo. Chiacchieriamo della sua nipotina e del mio nervosismo, davanti a me un grandissimo orologio scandisce il tempo e a quel punto ero diventata impaziente, volevo che si iniziasse il prima possibile per poter abbracciare finalmente mia figlia e mio marito e poi anche il piccolo Paolo. Il primo ad arrivare è l’anestesista, viene a salutarmi e poi scherza con l’infermiere, l’atmosfera è distesa e quando arriva il gine mi portano nella sala grande, sono le 8.40 e penso: ci siamo, tra pochissimo vedrai Caterina e il papà non sarà più preoccupato. Invece non si inizia…tutti chiacchierano tranquilli per un po’ poi il mio gine si spazientisce perché il pediatra non arriva…ecco sono le 9.15 e finalmente l’anestesista si avvicina e mi dice che si iniziano le danze. Mi fa mettere seduta, mi fa una piccola puntura e poi l’anestesia…non sento praticamente niente (forse un pizzichio nella schiena) e poi pian piano il formicolio e le gambe che non si muovono più. Spalanco gli occhi per la sorpresa quando non vedo il primario ma un altro gine al suo posto (lui è solito ricucire con le graffette invece che con i punti intradermici), ma so che il mio gine mi ha promesso una bella cicatrice. Mi pizzicano la pancia e sento ancora, poi sento che iniziano a passare il disinfettante e mi scappa un GUARDATE CHE SENTO ANCORA! L’amico infermiere che è sempre dietro di me di dice di stare tranquilla che sento perché l’anestesia è leggera ma che hanno già tagliato quindi devo stare tranquilla. Nel frattempo mi avvicinano al viso un respiratore dove mi ossigeno ogni tanto…credo che fosse misto a qualche sostanza rilassante perché ogni tanto mi partiva un po’ di agitazione. Intanto sento tirare e lavorare finchè si sente il gine dire: LIBERA IL BRACCINO e poi un bellissimo e dolcissimo pianto…e io ho già un sorriso stampato in viso: sono le 9.36 ed è nata Caterina!
La vedo di sfuggita mentre la passano al pediatra per il controllo, mi sembra un batuffolo con tanti capelli e poi l’ostetrica me l’avvicina e mi permette di baciarla…è stata un’emozione bellissima, amore a prima vista, lei era lì avvolta nel telo con tantissimi capelli neri e gli occhietti chiusi che si beava dei baci della sua mamma.
Una volta che hanno tolto Caterina dal mio sguardo l’agitazione e l’impazienza erano sovrane: non vedevo l’ora di scendere in reparto da lei e dal suo papà. L’amico infermiere mi assisteva e mi bagnava le labbra con una garzina perché sentivo una secchezza di bocca e gola che non avevo provato nel cesareo precedente…a dire il vero niente è stato uguale, nemmeno quello che ho sentito fare sulla mia pancia.
Finito l’intervento mi riportano nella sala antistante…e lì i minuti non passano mai…le barelliere non arrivano…fanno in tempo ad iniziare il cesareo successivo prima che mi riportino in stanza…sono le 10.30, mia figlia è nata da un’ora e io sono qui sola e nessuno viene a prendermi. Finalmente qualcuno all’orizzonte che aveva la pretesa che riuscissi a collaborare per spostarmi da un letto all’altro…ma dove vivete, non riesco ancora a muovere le gambe!!
Arrivo in reparto e mio marito mi viene incontro dal nido, mi bacia sulla fronte e mi dice che sono stata bravissima.
Una volta in stanza attendo la piccola per il contatto pelle a pelle…quella mattina ci sono un sacco di tempi morti e così mi hanno fatto attendere tantissimo, io davo di matto, continuavo a chiedere dove cavolo erano finiti tutti visto che io ero in stanza senza la piccola…ho mandato il socio a chiedere più di una volta e finalmente eccola, la mia principessa, tutta per noi con solo il pannolino pronti per il contatto pelle a pelle…peccato che dorma e che io abbia paura a maneggiarla…mi sembra così piccola, non si vuole attaccare ha troppo sonno la signorina così chiudo gli occhi e assaporo il suo buonissimo profumo. Mio marito è lì con noi, è emozionato e silenzioso, forse anche lui cerca di realizzare che siamo in 4.
Quando rimaniamo soli (la piccola deve ancora essere lavata e vestita) gli dico che lo aspetto con Paolo nel pomeriggio e forse mi renderò conto che siamo in 4.
Purtroppo qui inizia il travaglio…i miei ci avvisano che Paolo ha scaricato tante volte e forse non è il caso di portarlo da noi…ok, lo vedrò domani, sentite che vi dice il pediatra domattina.
La mattina successiva arriva la doccia fredda, il mio piccolino è ricoverato in pediatria con una brutta gastroenterite che lo ha disidratato e mio marito ricoverato con lui…scoppio in lacrime, la degenza senza figlio e marito (unici a poter entrare al di fuori degli orari di visita) accanto mi spaventa. Fortunatamente saranno molto comprensivi e permetteranno ai miei genitori e anche ad alcune amiche di alternarsi a farmi compagnia chiudendo molti occhi. Il marito riusciva a scendere ogni tanto dalla pediatria quando mio papà gli dava il cambio. Finalmente il giovedì il piccolo sta meglio ed ha il permesso dal pediatra di scendere a trovare la mamma…io e Caterina ci prepariamo emozionate, nella culletta con lei c’è un grande pacco regalo per Paolo…eccoli entrare dalla porta, Paolo fa un sorriso meraviglioso, io ho i lucciconi agli occhi e lo abbraccio…è bianchissimo e la prima cosa che fa è farmi vedere il cerotto dove ha tenuto la flebo per 48 ore consecutive, mi si stringe il cuore, vorrei prenderlo in braccio ma non ci riesco da due giorni ho un dolore lombare allucinante e pure un po’ di febbre.
L’incontro tra Paolo e Caterina è stato splendido, lui sembra aver capito in pochissimi secondi che la pancia che mamma non aveva più ora era una splendida batuffolina nella culla.
Ha voluto che la mettessimo sul mio letto vicino a lui, poi si è addormentato sul mio letto con la culla a fianco, non potevo spostarla: una tenerezza infinita.
Purtroppo a causa di qs febbre che non mi abbandonava il pomeriggio, il venerdì non vengo dimessa, scoppio in lacrime e la seconda doccia fredda è arrivata da lì a qualche ora: Paolo è dai miei perché il socio è a letto con febbrone e gastroenterite, sono di nuovo sola ma fortunatamente le amiche non mi hanno fatto mancare la loro vicinanza e anche i messaggi mi risollevavano il morale.
Il sabato (ormai in 5 giornata) hanno finalmente scoperto la natura della febbre e del dolore lombare, sembrava ormai che tutto fosse in discesa e invece a Caterina sale l’ittero e comincia ad avere tremori: un bruttissimo spavento, la provvidenza ha voluto che fossimo ancora ricoverate, la mettono sotto la lampada e la domenica le fanno un’eco alla fontanella: tutto è a posto, si attende solo che si abbassi l’ittero e sono ancora sola, senza il marito che ovviamente non viene in H per non attaccarci malanni.
Il martedì, finalmente dopo 9 giorni ci dimettono e la gioia più grande è stata quella di vedere riunita la famiglia, di riabbracciare il mio piccolo Paolo e mio marito.
A 4 mesi di distanza non abbiamo ancora assaporato la normalità ma quando vedo con quanta tenerezza Paolo cerca di coinvolgere la sorellina in quello che fa e con quanta dolcezza la accarezza mi sento la persona più felice del mondo.
un doveroso ringraziamento:
a mio marito e mio figlio che mi hanno fatto sentire la loro presenza sempre nonostante l'impossibilità di vederci
alle nostre famiglie che ci hanno aiutato
alle amiche che mi hanno tenuto compagnia in H
alle luglioline che con i loro sms e telefonate non mi hanno mai lasciata sola
alle gennarine che mi aggiornavano sulle pancine e mi tenevano compagnia
GRAZIE DI CUORE
La gravidanza è stata costellata di paure per i due cesarei ravvicinati e per il mio peso di partenza veramente troppo basso ma è comunque volata e a 20 giorni dal parto inizio la trafila del prericovero e invece di agitarmi ulteriormente mi tranquillizzo. Da qui saranno giorni strani in cui si alternano diverse emozioni: la voglia e l’impazienza di conoscere la piccola, l’ansia della sala operatoria e la paura che possa succedere qualcosa, il dover stare 5 giorni lontana dal mio cucciolo che potrò vedere in H ma non potrò mettere a letto e alzarlo la mattina.
Due giorni prima del ricovero ultimo controllo in H, io ho delle contrazioni che non si vedono minimamente al tracciato quindi me ne sto tranquilla anche se mi danno parecchio fastidio. Ho saputo dal mio gine che sarà assistito all’intervento dal primario e non posso che essere felice visto che il precendente cesareo me lo hanno fatto proprio loro due e mi hanno rimessa in piedi in fretta.
Il giorno prima del ricovero vado a pranzo dai suoceri, a mangiare una bella torta dai vicini e praticamente fino alle 4 non penso molto a quello che accadrà il giorno dopo. Quando rientriamo a casa finisco la valigia o meglio continuo a correre in tondo scrivendo post-it ovunque per il socio e mia sorella che dovevano organizzare il piccolo e fare le lavatrici e pian piano viene pronta la valigia. Nel frattempo Paolo fa la cacca 3 volte e penso che magari ha mangiato troppo fuori regola e spero che non ci siano denti o dissenterie in ballo. Faccio una cena leggera pensando che non mangerò per ben 2 giorni e attendo la zia per il clistere preoperatorio. Fortuna che non mi fa troppo male la pancia e riesco pure a dormire.
Alle 5.30 eccoci svegli, pronti per la nostra giornata speciale…io e il maritino ci concediamo una bella doccia assieme consapevoli che al rientro non avremo molto tempo per queste cose e poi ci organizziamo per la partenza mentre mio papà si occuperà di Paolo fino all’arrivo di mia sorella.
Ci avviamo verso l’ospedale, fuori c’è buio e pochissima gente…la sensazione è strana, c’è un misto di trepidazione e paura, voglia che sia già pomeriggio perché già mi manca il mio cucciolo che ho baciato pochi minuti prima ancora addormentato nel suo lettino. Il marito non parla, forse anche lui sta elaborando pensieri contrastanti.
Alle 7 siamo in reparto, mi danno una stanza (la stessa dell’altra volta), mi fanno accomodare sul letto vestita e mi fanno subito l’antibiotico (ho i tamponi positivi), poi mi lasciano qualche minuto sola col marito e intanto arriva la mia compagna di stanza che farà il cesareo dopo di me.
Dopo aver fatto sistemare la mia compagna, arrivano a prepararmi: una gioia dietro l’altra, le calze, il catetere e il controllo della depilazione (meno male avevo fatto la ceretta e andava bene così), mi fanno il tracciato e alle 8.10 vengono a prendermi e mi portano in sala operatoria…arrivo al piano e mi fanno spostare su un lettino leggermente più duro dove rimarrò fino all’inizio dell’intervento.
Mi portano in una sala antistante la sala dove sarò operata…mi spavento perché con Paolo il cesareo è stato d’urgenza e mi hanno portato in una sala piccolissima…lì ero in una grandissima stanza…finalmente si avvicina l’amico di mamma e papà, assistente infermiere dell’anestesista, che mi terrà compagnia per tutto l’intervento e comincia a prepararmi per le flebo. Chiacchieriamo della sua nipotina e del mio nervosismo, davanti a me un grandissimo orologio scandisce il tempo e a quel punto ero diventata impaziente, volevo che si iniziasse il prima possibile per poter abbracciare finalmente mia figlia e mio marito e poi anche il piccolo Paolo. Il primo ad arrivare è l’anestesista, viene a salutarmi e poi scherza con l’infermiere, l’atmosfera è distesa e quando arriva il gine mi portano nella sala grande, sono le 8.40 e penso: ci siamo, tra pochissimo vedrai Caterina e il papà non sarà più preoccupato. Invece non si inizia…tutti chiacchierano tranquilli per un po’ poi il mio gine si spazientisce perché il pediatra non arriva…ecco sono le 9.15 e finalmente l’anestesista si avvicina e mi dice che si iniziano le danze. Mi fa mettere seduta, mi fa una piccola puntura e poi l’anestesia…non sento praticamente niente (forse un pizzichio nella schiena) e poi pian piano il formicolio e le gambe che non si muovono più. Spalanco gli occhi per la sorpresa quando non vedo il primario ma un altro gine al suo posto (lui è solito ricucire con le graffette invece che con i punti intradermici), ma so che il mio gine mi ha promesso una bella cicatrice. Mi pizzicano la pancia e sento ancora, poi sento che iniziano a passare il disinfettante e mi scappa un GUARDATE CHE SENTO ANCORA! L’amico infermiere che è sempre dietro di me di dice di stare tranquilla che sento perché l’anestesia è leggera ma che hanno già tagliato quindi devo stare tranquilla. Nel frattempo mi avvicinano al viso un respiratore dove mi ossigeno ogni tanto…credo che fosse misto a qualche sostanza rilassante perché ogni tanto mi partiva un po’ di agitazione. Intanto sento tirare e lavorare finchè si sente il gine dire: LIBERA IL BRACCINO e poi un bellissimo e dolcissimo pianto…e io ho già un sorriso stampato in viso: sono le 9.36 ed è nata Caterina!
La vedo di sfuggita mentre la passano al pediatra per il controllo, mi sembra un batuffolo con tanti capelli e poi l’ostetrica me l’avvicina e mi permette di baciarla…è stata un’emozione bellissima, amore a prima vista, lei era lì avvolta nel telo con tantissimi capelli neri e gli occhietti chiusi che si beava dei baci della sua mamma.
Una volta che hanno tolto Caterina dal mio sguardo l’agitazione e l’impazienza erano sovrane: non vedevo l’ora di scendere in reparto da lei e dal suo papà. L’amico infermiere mi assisteva e mi bagnava le labbra con una garzina perché sentivo una secchezza di bocca e gola che non avevo provato nel cesareo precedente…a dire il vero niente è stato uguale, nemmeno quello che ho sentito fare sulla mia pancia.
Finito l’intervento mi riportano nella sala antistante…e lì i minuti non passano mai…le barelliere non arrivano…fanno in tempo ad iniziare il cesareo successivo prima che mi riportino in stanza…sono le 10.30, mia figlia è nata da un’ora e io sono qui sola e nessuno viene a prendermi. Finalmente qualcuno all’orizzonte che aveva la pretesa che riuscissi a collaborare per spostarmi da un letto all’altro…ma dove vivete, non riesco ancora a muovere le gambe!!
Arrivo in reparto e mio marito mi viene incontro dal nido, mi bacia sulla fronte e mi dice che sono stata bravissima.
Una volta in stanza attendo la piccola per il contatto pelle a pelle…quella mattina ci sono un sacco di tempi morti e così mi hanno fatto attendere tantissimo, io davo di matto, continuavo a chiedere dove cavolo erano finiti tutti visto che io ero in stanza senza la piccola…ho mandato il socio a chiedere più di una volta e finalmente eccola, la mia principessa, tutta per noi con solo il pannolino pronti per il contatto pelle a pelle…peccato che dorma e che io abbia paura a maneggiarla…mi sembra così piccola, non si vuole attaccare ha troppo sonno la signorina così chiudo gli occhi e assaporo il suo buonissimo profumo. Mio marito è lì con noi, è emozionato e silenzioso, forse anche lui cerca di realizzare che siamo in 4.
Quando rimaniamo soli (la piccola deve ancora essere lavata e vestita) gli dico che lo aspetto con Paolo nel pomeriggio e forse mi renderò conto che siamo in 4.
Purtroppo qui inizia il travaglio…i miei ci avvisano che Paolo ha scaricato tante volte e forse non è il caso di portarlo da noi…ok, lo vedrò domani, sentite che vi dice il pediatra domattina.
La mattina successiva arriva la doccia fredda, il mio piccolino è ricoverato in pediatria con una brutta gastroenterite che lo ha disidratato e mio marito ricoverato con lui…scoppio in lacrime, la degenza senza figlio e marito (unici a poter entrare al di fuori degli orari di visita) accanto mi spaventa. Fortunatamente saranno molto comprensivi e permetteranno ai miei genitori e anche ad alcune amiche di alternarsi a farmi compagnia chiudendo molti occhi. Il marito riusciva a scendere ogni tanto dalla pediatria quando mio papà gli dava il cambio. Finalmente il giovedì il piccolo sta meglio ed ha il permesso dal pediatra di scendere a trovare la mamma…io e Caterina ci prepariamo emozionate, nella culletta con lei c’è un grande pacco regalo per Paolo…eccoli entrare dalla porta, Paolo fa un sorriso meraviglioso, io ho i lucciconi agli occhi e lo abbraccio…è bianchissimo e la prima cosa che fa è farmi vedere il cerotto dove ha tenuto la flebo per 48 ore consecutive, mi si stringe il cuore, vorrei prenderlo in braccio ma non ci riesco da due giorni ho un dolore lombare allucinante e pure un po’ di febbre.
L’incontro tra Paolo e Caterina è stato splendido, lui sembra aver capito in pochissimi secondi che la pancia che mamma non aveva più ora era una splendida batuffolina nella culla.
Ha voluto che la mettessimo sul mio letto vicino a lui, poi si è addormentato sul mio letto con la culla a fianco, non potevo spostarla: una tenerezza infinita.
Purtroppo a causa di qs febbre che non mi abbandonava il pomeriggio, il venerdì non vengo dimessa, scoppio in lacrime e la seconda doccia fredda è arrivata da lì a qualche ora: Paolo è dai miei perché il socio è a letto con febbrone e gastroenterite, sono di nuovo sola ma fortunatamente le amiche non mi hanno fatto mancare la loro vicinanza e anche i messaggi mi risollevavano il morale.
Il sabato (ormai in 5 giornata) hanno finalmente scoperto la natura della febbre e del dolore lombare, sembrava ormai che tutto fosse in discesa e invece a Caterina sale l’ittero e comincia ad avere tremori: un bruttissimo spavento, la provvidenza ha voluto che fossimo ancora ricoverate, la mettono sotto la lampada e la domenica le fanno un’eco alla fontanella: tutto è a posto, si attende solo che si abbassi l’ittero e sono ancora sola, senza il marito che ovviamente non viene in H per non attaccarci malanni.
Il martedì, finalmente dopo 9 giorni ci dimettono e la gioia più grande è stata quella di vedere riunita la famiglia, di riabbracciare il mio piccolo Paolo e mio marito.
A 4 mesi di distanza non abbiamo ancora assaporato la normalità ma quando vedo con quanta tenerezza Paolo cerca di coinvolgere la sorellina in quello che fa e con quanta dolcezza la accarezza mi sento la persona più felice del mondo.
un doveroso ringraziamento:
a mio marito e mio figlio che mi hanno fatto sentire la loro presenza sempre nonostante l'impossibilità di vederci
alle nostre famiglie che ci hanno aiutato
alle amiche che mi hanno tenuto compagnia in H
alle luglioline che con i loro sms e telefonate non mi hanno mai lasciata sola
alle gennarine che mi aggiornavano sulle pancine e mi tenevano compagnia
GRAZIE DI CUORE
