MARTA....o dell'arrivo di una pigrotta
Inviato: 9 mag 2010, 16:57
La mia piccola Marta è attesa per il 13 aprile. E’ lunedì 19 e non è accaduto ancora nulla, non ne posso più, ho una pancia enormissima e la schiena dolente da morire da 3 settimane, ormai ho perso la mia indipendenza e sto praticamente chiusa in casa....così quel lunedì Tony mi costringe ad uscire insieme a lui per fare una lunga e faticosissima passeggiata visto che altri metodi, come la classica doccia caldissima, non hanno sortito alcun effetto.
La notte stessa invece mi sveglio e mi alzo per fare pipì, è circa l’una e mezza e trovo sulla carta igienica il tappo mucoso, nel frattempo mi rendo conto di avere contrazioni non dolorose ma regolari ogni cinque minuti circa!!!! Finalmente è arrivato il momento tanto atteso! Corro a svegliare Tony e glielo dico e subito decidiamo di andare in ospedale, abitiamo lontano e anche se è notte e non c’è traffico la strada è lunga...nel giro di mezz’ora siamo al pronto soccorso dell’ospedale prescelto, non ho paura né sono agitata, non vedo l’ora di conoscere la mia piccola e penso che non manchi molto.
Sono circa le 2.40 e ho la prima delusione di una lunga serie......dilatazione di 1 cm!!!!!!!!! Mi ricoverano perché comunque ci siamo.
Arrivata in reparto mi sottopongono a tracciato e mi fanno l’anamnesi, le contrazioni sono ormai belle forti, ma irregolari e non sono nemmeno lontanamente in fase di travaglio (e come caspita è il travaglio allora????). Tony è sempre al mio fianco.
Dopo il tracciato mi accompagnano nella mia stanza, dove permettono anche a Tony di restare, non se ne andrà più fino a dopo il parto...
Dopo poco arriva un’infermiera che mi fa un prelievo, poi faccio colazione e conosco le mie compagne di stanza, che sono entrambe simpatiche e con le quali trascorrerò una serena degenza. Ascolto le loro esperienze e decido che forse per l’epidurale posso pensarci ancora su, che forse ce la posso fare da sola se il travaglio è “tutto lì”! Ah ah ah, illusa mentecatta....
Passano le ore, sono circa le 10.30 e le contrazioni sono sempre più dolorose, ma nessuno mi visita...arriva la mia ginecologa alla quale avevo mandato un sms, lei però non è di quel reparto, ma mi dice che sono in ottime mani e che sta andando tutto bene.... Chiamiamo un’infermiera per chiedere quando mi visiteranno, mi sento un po’ abbandonata a me stessa, invece loro, lo capisco dopo, sono ben consapevoli della situazione, siamo noi a non averlo capito.....la strada è ancora lunga! Finalmente mi fanno un altro tracciato e poi mi visitano e la sentenza è dura da accettare, ancora 1 cm di dilatazione e collo dell’utero in fase di appianamento, e io che pensavo di essere molto più avanti!
Sono tanto stanca, la schiena mi fa male da morire, avevo male da prima, non riesco a stare in piedi per molto, né tantomeno a camminare, la posizione più comoda è per assurdo da sdraiata perché tra una contrazione e l’altra (ogni 5/7 minuti) riesco ad addormentarmi e a recuperare un po’ di forze, mi sento in trance, come se mi avessero drogato, Tony mi parla e io sono lucidissima, ma gli rispondo sempre da un dormiveglia doloroso....nel frattempo le mie vicine ricevono visite e tutti mi guardano con comprensione e tenerezza, sarà lunga ma presto passerà tutto, è solo questo pensiero che mi dà la forza.
A metà pomeriggio Tony va in sala visite a sollecitare un ulteriore controllo e lì mi sento morire: 2 cm di dilatazione e collo dell’utero quasi appianato, a quel punto dico che VOGLIO l’epidurale, oppure un cesareo, che facciano loro, ma che facciano qualcosa, io non ne posso più, sono lì da 16 ore e sono a soli 2 cm e il travaglio non è ancora cominciato!!!!!!!!!!! Ecco che viene fuori il carattere da principala.......... Devo dire che il personale è stato tutto sempre super professionale e competente, sia durante che dopo, e soprattutto durante il travaglio attivo e il parto, ma in quel momento io avrei sbranato chiunque.
Le ostetriche, vista la situazione, chiamano quella che sarà la mia ostetrica in travaglio e parto che viene a visitarmi anche per farmi la prima delle due flebo di antibiotico (avevo il tampone rettale positivo per streptococco B), lei mi piace tantissimo, mi visita e mi dice che per lei non sono ancora in travaglio attivo e che 2 cm sono pochi per un’epidurale, dovrebbero essere almeno 4, ma vedendomi piegare in due dal male si rende conto della situazione, mi fa la flebo e accetta di portarmi giù prima del tempo, tanto tra la flebo, l’arrivo in sala travaglio e l’epidurale si spera che la dilatazione aumenti....... Continuo a ripetere che non sono una lamentosa, che non è mia abitudine, e che ho davvero tanto male....
Arriviamo giù io, lei e Tony (mi fa camminare, ma chi ce la fa?????), entriamo nel reparto travaglio e lì tra urla e imprecazioni delle altre partorienti mi accompagnano in una sala in cui poi mi raggiungerà l’anestesista, Tony deve restare fuori, sono sola, dolorante, mi appoggio ovunque, non ho più il mio letto per riposarmi, mi appoggio alla barella che però si muove ed è un supporto scomodo, da una sala travaglio adiacente una pazza scatenata al suo secondo parto, completamente dilatata, sembra interpretare il film “L’esorcista”, ne dice di tutti i colori a chiunque, urla, insulta, persino suo marito la abbandona, alla fine si vince un cesareo, che pretende da un bel po’ perché non accetta di spingere e dare alla luce il suo bimbo, io non riesco nemmeno ad avere paura, per fortuna mi rendo conto che la matta è lei e non gli altri i carnefici, per tutto il tempo non avrò mai provato paura, solo tanta voglia che tutto finisca e vada bene, ma nelle loro mani mi sento al sicuro e sono certa che Marta non avrà problemi, la mia ostetrica, Patrizia, è bravissima e io mi sento bene, mi rendo conto solo più tardi che sarà proprio lei a far nascere Marta e la cosa mi rende felice.
Arriva l’anestesista e mi spiega che durante la puntura per l’epidurale dovrò stare completamente immobile, io che ho sempre avuto il terrore puro e cieco degli aghi oramai mi faccio fare di tutto senza fiatare...
Già...ma come faccio a restare ferma? Ho una tosse pazzesca da due settimane e le contrazioni che mi stravolgono, ce la farò????? Ce la faccio. Mi fanno sedere sulla barella con i piedi appoggiati su uno sgabello e la schiena curvata in avanti, l’anestesista è bravissima e non sento quasi nulla, Patrizia accompagna poi me e Tony in un ambulatorio tutto per noi dove finirò il travaglio e dove mi posso finalmente sdraiare su un vero letto, lei inizia a compilare tutti i fogli per me e Marta, parliamo dell’Inter e della semifinale di Champion’s League che si sta disputando proprio in quel momento contro il Barcelona, Tony è dell’Inter e il marito dell’ostetrica è proprio a San Siro, sapremo poi da lui tramite lei che l’Inter ha vinto per 3 a 1!!!! Che bello, proprio la sera della nascita di Marta!!!!
Patrizia prepara per me un tè caldo ben zuccherato e per Tony un bel caffè. Inizia l’effetto dell’epidurale, inizia il paradiso, sono circa le 21.30, sono in ospedale da 19 ore.....Patrizia mi rompe le membrane, Tony ha un brivido lungo la schiena nel vedere quella palettina che sembra piantarsi come un pugnale, io invece non sento nulla di nulla per fortuna. Lui dorme un po’, io ci provo ma non ci riesco. Dopo un’oretta Patrizia mi dice che dobbiamo iniziare il parto medico con l’ossitocina e che inizieranno le contrazioni vere e proprie. Arriva l’aiuto ostetrica, Giulia, una tirocinante giovane e dolcissima che per tutto il tempo mi starà accanto aiutandomi, massaggiandomi la schiena e dandomi forza psicologica! Partono le contrazioni, quelle vere, sono terribili ma visto il mio pregresso durano in fin dei conti abbastanza poco, non più di un’ora in tutto, sto un po’ in piedi e un po’ sdraiata, Patrizia mi visita, sono a 4 cm, è ufficiale: voglio morire! Mi fanno una seconda dose di analgesico e mi danno un po’ di sollievo dall’ossitocina. Arriva la dottoressa che sarà poi in sala parto a vedermi, perdo sangue, per un attimo mi spavento ma mi dicono che è normale, ho la cicatrice di un precedente intervento al collo dell’utero che ha risentito dell’ossitocina, non devo preoccuparmi, mi sospendono l’ossitocina e non sanguino più. Dopo quella che a me pare un’eternità mi visita Giulia, sono sempre a 4 cm...poi mi visita Patrizia e invece dice che ci siamo!!! Sono a 8 cm, possiamo andare in sala parto!!!!!!! Non ci credo, è troppo bello per essere vero, sono elettrizzata, è oltre mezzanotte, siamo al 21 aprile, mia figlia sarà del toro e non dell’ariete, penso a queste cose di alto livello intellettuale, mi ero studiata così bene quel segno e ora devo rifare tutto!
Arriviamo in sala parto, mi sistemano sul lettino, Tony è dietro di me, intorno a me ci sono due ostetriche, un ginecologo, una dottoressa e due infermiere, Patrizia mi spiega come e quando spingere, all’inizio sono imbranata poi pian piano le mie spinte sono sempre più efficaci, ricordo di aver sempre pensato che avrei fatto in modo di facilitare la nascita di Marta, ma una cosa è dirlo un’altra è farlo, fa male da morire, ma quando arriva la contrazione è automatico spingere, provano a farmi assumere altre posizioni ma io ho talmente male che mi affeziono alla classica da visita ginecologica e non mi schiodo da lì.
Dopo circa tre quarti d’ora mi dicono che manca poco, visitandomi si vede la testa, io per non smentirmi mai chiedo “sì ma........QUANTO poco?????”
voglio avere una stima del tempo....mi dicono mezz’oretta, mi sembra un’eternità ma ormai sono in ballo e ballo... mi dicono di afferrare le maniglie durante le spinte, quanto odio quelle maniglie, ce li vorrei mandare tutti, non riesco ad afferrarle, sono troppo piccola e le mie braccia non ci arrivano bene, le afferro con le punte delle dita, mi ritroverò uno stiramento muscolare che non è ancora guarito e che per due settimane sarà un vero e proprio tormento, la gioia è indicibile quando mi dicono che la testa finalmente si vede, poi sento un dolore terribile, un bruciore pazzesco, credo che mi abbiano inciso, invece mi dicono che mi sono lacerata spontaneamente ma che la lacerazione è laterale e piccola. Tutti mi sono vicino, mi incitano a non mollare, tifano come se fossero allo stadio durante la finale dei mondiali, io non urlo mai se non durante le due ultime spinte, ma è un urlo di liberazione e gioia, Tony mi è sempre vicino, mi dà da bere, mi bagna le labbra, soffre in silenzio quando vede che il ginecologo effettua una manovra con la maniglia per aiutarmi a partorire, non è un bello spettacolo ma io per fortuna non mi rendo conto di nulla. Ad un certo punto la sento...la sua testolina è uscita, mi sembra enorme e in effetti lo è, 36,5 cm di circonferenza cranica non sono pochi...con la prossima spinta so che uscirà mia figlia, mamma mia che emozione!
Detto fatto, eccola, Marta è uscita come una saponetta! Guardo l’orologio, è l’1.45 di notte. Mi sento in paradiso, Tony è fuori di sé dalla gioia, chiedo subito se è una femmina e Tony mi dice di sì! Me la appoggiano subito sulla pancia, è bellissima, è la bimba più bella del mondo ed è la nostra bimba........pesa 3,330 kg, penso che è un insieme di numeri perfetti e che porterà bene.
Chiedo a Patrizia se Tony può tagliare il cordone ombelicale, dice di sì! Con molta emozione Tony recide il primo legame con la mia bimba, purtroppo non possiamo donare il cordone perché è troppo sottile, è spesso soltanto un dito. Puliscono e vestono Marta e la consegnano alle braccia trepidanti e sicure del suo papà. Finalmente anche lui è con lei! Dopo il secondamento e l’eterna cucitura della lacerazione ci portano in sala risveglio e poi in stanza, sono le 4 del mattino, Tony va a dormire da mia mamma, che vive lì vicino, io dormo un paio d’ore, poi faccio colazione e infine mi portano Marta...inizia la mia avventura da mamma!
La notte stessa invece mi sveglio e mi alzo per fare pipì, è circa l’una e mezza e trovo sulla carta igienica il tappo mucoso, nel frattempo mi rendo conto di avere contrazioni non dolorose ma regolari ogni cinque minuti circa!!!! Finalmente è arrivato il momento tanto atteso! Corro a svegliare Tony e glielo dico e subito decidiamo di andare in ospedale, abitiamo lontano e anche se è notte e non c’è traffico la strada è lunga...nel giro di mezz’ora siamo al pronto soccorso dell’ospedale prescelto, non ho paura né sono agitata, non vedo l’ora di conoscere la mia piccola e penso che non manchi molto.
Sono circa le 2.40 e ho la prima delusione di una lunga serie......dilatazione di 1 cm!!!!!!!!! Mi ricoverano perché comunque ci siamo.
Arrivata in reparto mi sottopongono a tracciato e mi fanno l’anamnesi, le contrazioni sono ormai belle forti, ma irregolari e non sono nemmeno lontanamente in fase di travaglio (e come caspita è il travaglio allora????). Tony è sempre al mio fianco.
Dopo il tracciato mi accompagnano nella mia stanza, dove permettono anche a Tony di restare, non se ne andrà più fino a dopo il parto...
Dopo poco arriva un’infermiera che mi fa un prelievo, poi faccio colazione e conosco le mie compagne di stanza, che sono entrambe simpatiche e con le quali trascorrerò una serena degenza. Ascolto le loro esperienze e decido che forse per l’epidurale posso pensarci ancora su, che forse ce la posso fare da sola se il travaglio è “tutto lì”! Ah ah ah, illusa mentecatta....


A metà pomeriggio Tony va in sala visite a sollecitare un ulteriore controllo e lì mi sento morire: 2 cm di dilatazione e collo dell’utero quasi appianato, a quel punto dico che VOGLIO l’epidurale, oppure un cesareo, che facciano loro, ma che facciano qualcosa, io non ne posso più, sono lì da 16 ore e sono a soli 2 cm e il travaglio non è ancora cominciato!!!!!!!!!!! Ecco che viene fuori il carattere da principala.......... Devo dire che il personale è stato tutto sempre super professionale e competente, sia durante che dopo, e soprattutto durante il travaglio attivo e il parto, ma in quel momento io avrei sbranato chiunque.
Le ostetriche, vista la situazione, chiamano quella che sarà la mia ostetrica in travaglio e parto che viene a visitarmi anche per farmi la prima delle due flebo di antibiotico (avevo il tampone rettale positivo per streptococco B), lei mi piace tantissimo, mi visita e mi dice che per lei non sono ancora in travaglio attivo e che 2 cm sono pochi per un’epidurale, dovrebbero essere almeno 4, ma vedendomi piegare in due dal male si rende conto della situazione, mi fa la flebo e accetta di portarmi giù prima del tempo, tanto tra la flebo, l’arrivo in sala travaglio e l’epidurale si spera che la dilatazione aumenti....... Continuo a ripetere che non sono una lamentosa, che non è mia abitudine, e che ho davvero tanto male....
Arriviamo giù io, lei e Tony (mi fa camminare, ma chi ce la fa?????), entriamo nel reparto travaglio e lì tra urla e imprecazioni delle altre partorienti mi accompagnano in una sala in cui poi mi raggiungerà l’anestesista, Tony deve restare fuori, sono sola, dolorante, mi appoggio ovunque, non ho più il mio letto per riposarmi, mi appoggio alla barella che però si muove ed è un supporto scomodo, da una sala travaglio adiacente una pazza scatenata al suo secondo parto, completamente dilatata, sembra interpretare il film “L’esorcista”, ne dice di tutti i colori a chiunque, urla, insulta, persino suo marito la abbandona, alla fine si vince un cesareo, che pretende da un bel po’ perché non accetta di spingere e dare alla luce il suo bimbo, io non riesco nemmeno ad avere paura, per fortuna mi rendo conto che la matta è lei e non gli altri i carnefici, per tutto il tempo non avrò mai provato paura, solo tanta voglia che tutto finisca e vada bene, ma nelle loro mani mi sento al sicuro e sono certa che Marta non avrà problemi, la mia ostetrica, Patrizia, è bravissima e io mi sento bene, mi rendo conto solo più tardi che sarà proprio lei a far nascere Marta e la cosa mi rende felice.
Arriva l’anestesista e mi spiega che durante la puntura per l’epidurale dovrò stare completamente immobile, io che ho sempre avuto il terrore puro e cieco degli aghi oramai mi faccio fare di tutto senza fiatare...
Già...ma come faccio a restare ferma? Ho una tosse pazzesca da due settimane e le contrazioni che mi stravolgono, ce la farò????? Ce la faccio. Mi fanno sedere sulla barella con i piedi appoggiati su uno sgabello e la schiena curvata in avanti, l’anestesista è bravissima e non sento quasi nulla, Patrizia accompagna poi me e Tony in un ambulatorio tutto per noi dove finirò il travaglio e dove mi posso finalmente sdraiare su un vero letto, lei inizia a compilare tutti i fogli per me e Marta, parliamo dell’Inter e della semifinale di Champion’s League che si sta disputando proprio in quel momento contro il Barcelona, Tony è dell’Inter e il marito dell’ostetrica è proprio a San Siro, sapremo poi da lui tramite lei che l’Inter ha vinto per 3 a 1!!!! Che bello, proprio la sera della nascita di Marta!!!!

Arriviamo in sala parto, mi sistemano sul lettino, Tony è dietro di me, intorno a me ci sono due ostetriche, un ginecologo, una dottoressa e due infermiere, Patrizia mi spiega come e quando spingere, all’inizio sono imbranata poi pian piano le mie spinte sono sempre più efficaci, ricordo di aver sempre pensato che avrei fatto in modo di facilitare la nascita di Marta, ma una cosa è dirlo un’altra è farlo, fa male da morire, ma quando arriva la contrazione è automatico spingere, provano a farmi assumere altre posizioni ma io ho talmente male che mi affeziono alla classica da visita ginecologica e non mi schiodo da lì.
Dopo circa tre quarti d’ora mi dicono che manca poco, visitandomi si vede la testa, io per non smentirmi mai chiedo “sì ma........QUANTO poco?????”


Chiedo a Patrizia se Tony può tagliare il cordone ombelicale, dice di sì! Con molta emozione Tony recide il primo legame con la mia bimba, purtroppo non possiamo donare il cordone perché è troppo sottile, è spesso soltanto un dito. Puliscono e vestono Marta e la consegnano alle braccia trepidanti e sicure del suo papà. Finalmente anche lui è con lei! Dopo il secondamento e l’eterna cucitura della lacerazione ci portano in sala risveglio e poi in stanza, sono le 4 del mattino, Tony va a dormire da mia mamma, che vive lì vicino, io dormo un paio d’ore, poi faccio colazione e infine mi portano Marta...inizia la mia avventura da mamma!
