La nascita del 'piccolo' Fabio
Inviato: 19 ago 2007, 16:35
Il mio parto è stato un parto indotto alla 41+3 con anestesia spinale al Buzzi di Milano, la nascita di Fabio è avvenuta il 15 Dicembre 2005 alle 15:50.
La sera del 14-12-2005 sono stata ricoverata e dopo aver assaggiato in anteprima la cucina dell’ospedale mi hanno fatto il monitoraggio dalle 21:00 per circa un’oretta. Avevo qualche piccola contrazione e la dilatazione era di circa un centimetro, quindi mi hanno danno mezza compressa di un farmaco (Cytotec) che utilizzano al Buzzi per indurre il parto. Non è successo niente e mi hanno rimandato in camera. Mio marito sarebbe tornato al mattino successivo, sempre che non avessi cominciato il travaglio la notte. Durante la notte ho avuto le contrazioni per circa 3 ore, ma fortunatamente ero in camera da sola ed ho potuto camminare e andare avanti e indietro senza disturbare nessuno, dormendo seduta tra una contrazione e l’altra.
Alle 7:35, dopo colazione, sono stata riattaccata al monitoraggio in sala travaglio e dopo un’ora ho cominciato ad avere delle contrazioni più serie. Alle 9:30 mi hanno rotto il sacco, non è stato per niente fastidioso, se non fosse stato per la padella gelata sotto il sedere!
Da quel momento le contrazioni sono andate aumentando , ma le riuscivo a controllare grazie alla respirazione e dalla consolazione che la dilatazione proseguiva bene. Man mano però il dolore aumentava e io non riuscivo a sopportarlo, stavo sempre peggio e non riuscivo neanche a respirare. Mi ricordo solo che mi sono aggrappata a tutto ciò che c’era in camera e che mi sono messa carponi per terra dal dolore. Non c’era respirazione che mi aiutasse, né il supporto del marito, né l’aiuto delle ostetriche. Mi sentivo come se stessi per morire e allora mio marito ha chiesto che mi facessero l’epidurale, la ginecologa mi ha visitato e ha detto che non valeva la pena farla perché ero già dilatata di più di 6 cm e che non aveva senso farmi un buco nella schiena. Io volevo urlare ma non riuscivo e allora mio marito si è “incavolato” e finalmente mi hanno portato in sala operatoria. Non riuscivo neanche a stare in piedi e a tenere gli occhi aperti, mi hanno fatto sedere e lì l’anestesista più antipatica di tutto l’Ordine dei Medici ha cominciato ad urlarmi dietro perché non mi piegavo abbastanza e perché non stavo ferma (avevo contrazioni ogni 30 secondi e tremavo come una foglia), fortunatamente l’infermiera era molto carina e mi ha aiutato tantissimo.
Erano le 11:20, mi hanno rimessa sul letto, e tempo 3 minuti le gambe hanno cominciato a formicolare, come quando si prende troppo freddo in montagna, e ho visto la luce…il dolore era scomparso ed il sorriso era ricomparso sul mio volto. Mi sentivo benissimo, mi sarei potuta mettere a saltare la corda coi cavi del monitoraggio o giocare ai quattro cantoni con le ostetriche. Sentivo le contrazioni, ma erano come quelle della notte passata. Non potevo credere che fino a 5 minuti prima pensavo di morire e con così poco stavo così bene. L’anestesista è venuta a spiegarmi che mi aveva fatto una spinale leggera perché la dilatazione era già avanzata e che quindi non ci sarebbe stato il tempo di farmi l’epidurale, in più ero troppo contratta per una manovra delicata come l’inserimento del cateterino. Io la volevo baciare in bocca per il miracolo che aveva compiuto!
Le contrazioni hanno proseguito per circa 3 ore ancora, io camminavo per la stanza per facilitare la discesa. La dilatazione era quasi 10 cm e l’ostetrica nuova che era arrivata col cambio turno mi diceva che toccava i capelli del mio Fabio. Io riuscivo tra una contrazione e l’altra a fare battute e parlare di ristoranti, mi sono mangiata due barrette di cereali e cioccolato e un po’ di caramelle, come mi avevano consigliato, per avere più energia possibile per la fase espulsiva.
Le contrazioni stavano però rallentando e quindi mi hanno fatto un po’ di Ossitocina in una flebo ed ho cominciato a sentire la voglia di spingere e nello stesso momento di fare la cacca e l’ostetrica mi ha detto di non farmi problemi, perché avrei fatto più spazio per l’uscita di Fabio, anzi me la spingeva fuori da dentro la vagina e mi ha chiesto pure se prendevo il ferro, perché capiva la mia stitichezza!
Alternavo il trattenermi dallo spingere, quando l’ostetrica mi dava l’ok. Cominciavo a non resistere più, allora mi hanno trasferito in sala parto e mi hanno messa su una super “rampa di lancio” , e dopo aver afferrato le maniglie e posizionato i piedi, ho detto “CHE FIGATA!”, e lì ho cominciato a spingere, spingere, spingere e urlare sempre più forte, tanto che l’ostetrica mi ha detto che era meglio che risparmiassi le forze, perché così le sprecavo inutilmente, ma era una cosa più forte di me. Per un tempo che non so valutare (mio marito dice quasi un’ora) ho spinto fino a pensare che mi sarei aperta in due, poi dopo un paio di spinte incredibili ho sentito come un’esplosione lì sotto ed un fiume d’acqua che usciva, era la testa, e dopo un secondo ho sentito il resto del corpo che veniva fuori…..ce l’avevo fatta….ho sentito un piccolo lamento e poi avvolto in un telino mi hanno messo addosso il mio piccolo Fabio, e lui aveva gli occhi aperti e MI GUARDAVA. Non so quanti milioni di pensieri mi son venuti in quel momento, ma non mi sembrava possibile che dal mio corpo fosse uscito un altro essere umano, così perfetto, coi capelli, due piedoni enormi e un’espressione così stupita….
Mio marito ha tagliato il cordone e l’ha portato via per i primi controlli ed il bagnetto, e mentre mi facevano il lavoretto di ricucitura (un’ora ci hanno impiegato, mi sembrava che dovessero fare una tovaglietta a punto croce!) mio marito è corso a dirmi che era 4,080 kg!!!!! Avevo ragione ad urlare allora! Dopo qualche minuto è venuto a dirmi “nostro figlio ha le orecchie pelose, vedi cosa succede a tenere il gatto nel letto!!”
Sono stata poi portata nella stanza da cui si attende di essere trasferiti nella propria camera e lì nella penombra, da sola col mio piccolo, mentre fuori era buio e sentivo le sirene delle ambulanza mi sono sentita un treno di emozioni che mi investiva e mi sono messa a piangere per la gioia, per la stanchezza e per il aver compreso che avevo dato una vita.
E’ un miracolo che ogni giorno milioni di donne compiono , sarà una cosa naturale, ma a me sembra una cosa incredibile.
La sera del 14-12-2005 sono stata ricoverata e dopo aver assaggiato in anteprima la cucina dell’ospedale mi hanno fatto il monitoraggio dalle 21:00 per circa un’oretta. Avevo qualche piccola contrazione e la dilatazione era di circa un centimetro, quindi mi hanno danno mezza compressa di un farmaco (Cytotec) che utilizzano al Buzzi per indurre il parto. Non è successo niente e mi hanno rimandato in camera. Mio marito sarebbe tornato al mattino successivo, sempre che non avessi cominciato il travaglio la notte. Durante la notte ho avuto le contrazioni per circa 3 ore, ma fortunatamente ero in camera da sola ed ho potuto camminare e andare avanti e indietro senza disturbare nessuno, dormendo seduta tra una contrazione e l’altra.
Alle 7:35, dopo colazione, sono stata riattaccata al monitoraggio in sala travaglio e dopo un’ora ho cominciato ad avere delle contrazioni più serie. Alle 9:30 mi hanno rotto il sacco, non è stato per niente fastidioso, se non fosse stato per la padella gelata sotto il sedere!
Da quel momento le contrazioni sono andate aumentando , ma le riuscivo a controllare grazie alla respirazione e dalla consolazione che la dilatazione proseguiva bene. Man mano però il dolore aumentava e io non riuscivo a sopportarlo, stavo sempre peggio e non riuscivo neanche a respirare. Mi ricordo solo che mi sono aggrappata a tutto ciò che c’era in camera e che mi sono messa carponi per terra dal dolore. Non c’era respirazione che mi aiutasse, né il supporto del marito, né l’aiuto delle ostetriche. Mi sentivo come se stessi per morire e allora mio marito ha chiesto che mi facessero l’epidurale, la ginecologa mi ha visitato e ha detto che non valeva la pena farla perché ero già dilatata di più di 6 cm e che non aveva senso farmi un buco nella schiena. Io volevo urlare ma non riuscivo e allora mio marito si è “incavolato” e finalmente mi hanno portato in sala operatoria. Non riuscivo neanche a stare in piedi e a tenere gli occhi aperti, mi hanno fatto sedere e lì l’anestesista più antipatica di tutto l’Ordine dei Medici ha cominciato ad urlarmi dietro perché non mi piegavo abbastanza e perché non stavo ferma (avevo contrazioni ogni 30 secondi e tremavo come una foglia), fortunatamente l’infermiera era molto carina e mi ha aiutato tantissimo.
Erano le 11:20, mi hanno rimessa sul letto, e tempo 3 minuti le gambe hanno cominciato a formicolare, come quando si prende troppo freddo in montagna, e ho visto la luce…il dolore era scomparso ed il sorriso era ricomparso sul mio volto. Mi sentivo benissimo, mi sarei potuta mettere a saltare la corda coi cavi del monitoraggio o giocare ai quattro cantoni con le ostetriche. Sentivo le contrazioni, ma erano come quelle della notte passata. Non potevo credere che fino a 5 minuti prima pensavo di morire e con così poco stavo così bene. L’anestesista è venuta a spiegarmi che mi aveva fatto una spinale leggera perché la dilatazione era già avanzata e che quindi non ci sarebbe stato il tempo di farmi l’epidurale, in più ero troppo contratta per una manovra delicata come l’inserimento del cateterino. Io la volevo baciare in bocca per il miracolo che aveva compiuto!
Le contrazioni hanno proseguito per circa 3 ore ancora, io camminavo per la stanza per facilitare la discesa. La dilatazione era quasi 10 cm e l’ostetrica nuova che era arrivata col cambio turno mi diceva che toccava i capelli del mio Fabio. Io riuscivo tra una contrazione e l’altra a fare battute e parlare di ristoranti, mi sono mangiata due barrette di cereali e cioccolato e un po’ di caramelle, come mi avevano consigliato, per avere più energia possibile per la fase espulsiva.
Le contrazioni stavano però rallentando e quindi mi hanno fatto un po’ di Ossitocina in una flebo ed ho cominciato a sentire la voglia di spingere e nello stesso momento di fare la cacca e l’ostetrica mi ha detto di non farmi problemi, perché avrei fatto più spazio per l’uscita di Fabio, anzi me la spingeva fuori da dentro la vagina e mi ha chiesto pure se prendevo il ferro, perché capiva la mia stitichezza!
Alternavo il trattenermi dallo spingere, quando l’ostetrica mi dava l’ok. Cominciavo a non resistere più, allora mi hanno trasferito in sala parto e mi hanno messa su una super “rampa di lancio” , e dopo aver afferrato le maniglie e posizionato i piedi, ho detto “CHE FIGATA!”, e lì ho cominciato a spingere, spingere, spingere e urlare sempre più forte, tanto che l’ostetrica mi ha detto che era meglio che risparmiassi le forze, perché così le sprecavo inutilmente, ma era una cosa più forte di me. Per un tempo che non so valutare (mio marito dice quasi un’ora) ho spinto fino a pensare che mi sarei aperta in due, poi dopo un paio di spinte incredibili ho sentito come un’esplosione lì sotto ed un fiume d’acqua che usciva, era la testa, e dopo un secondo ho sentito il resto del corpo che veniva fuori…..ce l’avevo fatta….ho sentito un piccolo lamento e poi avvolto in un telino mi hanno messo addosso il mio piccolo Fabio, e lui aveva gli occhi aperti e MI GUARDAVA. Non so quanti milioni di pensieri mi son venuti in quel momento, ma non mi sembrava possibile che dal mio corpo fosse uscito un altro essere umano, così perfetto, coi capelli, due piedoni enormi e un’espressione così stupita….
Mio marito ha tagliato il cordone e l’ha portato via per i primi controlli ed il bagnetto, e mentre mi facevano il lavoretto di ricucitura (un’ora ci hanno impiegato, mi sembrava che dovessero fare una tovaglietta a punto croce!) mio marito è corso a dirmi che era 4,080 kg!!!!! Avevo ragione ad urlare allora! Dopo qualche minuto è venuto a dirmi “nostro figlio ha le orecchie pelose, vedi cosa succede a tenere il gatto nel letto!!”
Sono stata poi portata nella stanza da cui si attende di essere trasferiti nella propria camera e lì nella penombra, da sola col mio piccolo, mentre fuori era buio e sentivo le sirene delle ambulanza mi sono sentita un treno di emozioni che mi investiva e mi sono messa a piangere per la gioia, per la stanchezza e per il aver compreso che avevo dato una vita.
E’ un miracolo che ogni giorno milioni di donne compiono , sarà una cosa naturale, ma a me sembra una cosa incredibile.