Amore e... GIOIA nella nostra famiglia!
Inviato: 1 mag 2009, 18:35
Ed ecco che torno a raccontare una delle esperienze più forti della mia vita. Gioia è nata il 22 aprile 2009. La mia seconda figlia. Una bimba bellissima e dolcissima che sembrava volesse nascere con troppo anticipo già a febbraio, e invece, senza farmaci e senza riposo, si è fatta giustamente attendere fino alla 39° settimana. Meno male! Ha scongiurato la possibilità di nascere prematura e allo stesso tempo è riuscita a darmi la possibilità di laurearmi! Fantastica bimba insomma…
Ma vediamo di raccontarvi come è andata…
Il 20 aprile alle 16.30 vengo proclamata dottoressa in architettura civile presso il Politecnico di Milano, con un mega pancione e gli sguardi allibiti di professori e compagni di università. Tutti a farmi i doppi complimenti e a chiedermi come avevo fatto a preparare la tesi in tempo e io che rispondevo come potevo a tutte le domande mentre Gioia mi calciava allegramente nel pancione.
E’ stata una giornata lunga, ma stavo bene e anche Martino (il mio primo bimbo di 22 mesi) è stato molto bravo.
La sera del 21 aprile super festa di laurea con amici e parenti: un aperitivo all’aperto e poi una cena in un locale della mia zona. 40 persone tutte per festeggiare la mia laurea. Il pancione pesa tantissimo e Gioia fa dei movimenti strani. Inoltre è dal pomeriggio che ho delle contrazioni fortine, ma sopportabilissime e irregolari. Per tutta la cena le contrazioni continuano, sempre forti, ma irregolari e sopportabili. Così io riesco a divertirmi moltissimo, a fare il mio discorso, e a mangiare di gusto, anche le due torte… una con scritto: “CONGRATULAZIONI DOTTORESSA SERENA” e l’altra con scritto: “E…IN BOCCA AL LUPO PER IL PROSSIMO EVENTO!” .
A mezzanotte scatta il giorno 22 aprile. Io, Tito e Martino arriviamo a casa. Martino se ne va diritto nel suo lettino perché è stanchissimo, mentre io e Tito ci mettiamo sul divano per vedere ogni quanto ho le contrazioni. E allora….contiamo…. eccone una! Eccone un’altra… sono passati 9 minuti. Eccone un’altra! Sono passati 12 minuti. Un’altra ancora! Sono passati 7 minuti…
Noooo…troppo irregolari e troppo leggere per essere quelle giuste! Allora decidiamo di andare a dormire. Non è ancora il momento.
Ci addormentiamo.
Ore 3.19…doloreeee!!!
Una contrazione forte. Tanto forte da svegliarmi e farmi guardare l’ora sulla radiosveglia. Erano appunto le 3.19. Chiamo mio marito e gli dico: “Mi sa che ci siamo, me n’è venuta una forte, adesso ne aspetto un’altra per vedere l’intensità, ma mi sa che è meglio che ti prepari”. Lui abbastanza agitato comincia a vestirsi, va in bagno e si prepara. Intanto a me vengono altre 2 contrazioni, dolorose, sopportabili e irregolari. Dubbiosa per l’irregolarità e il dolore sopportabile mi dico dentro di me…”chissà quanto ci vorrà prima che mi dilati!”.
Comunque chiamo mia mamma che viene immediatamente a tenere Martino e io e Tito partiamo verso l’ospedale di Trento che dista 40 minuti da casa nostra.
In macchina le contrazioni sono sempre dolorose,ma molto irregolari: ogni 8, ogni 6, ogni 9, ogni 3 minuti… Mah!
Arriviamo in ospedale alle 4.40 del mattino. Mi fermo sul corridoio per una contrazione forte. L’ostetrica mi vede arrivare e mi fa accomodare per la visita. Mi fa le solite domande di routine e poi si avvicina al lettino per visitarmi. Appena mi visita mi guarda con due occhi sbarrati e stupiti e mi dice: ”Ma lei è di 9 cm!!! Quasi dilatazione completa! Se aspettava ancora un po’ a venire, lei partoriva in macchina!”. Io incredula e felicissima la guardo come un pesce lesso perché non ci credo!
Mi mettono in sala travaglio col monitoraggio attaccato. Continuano a chiedermi lei e la ginecologa se sento bisogno di spingere, ma ancora no. La piccola sta bene, il suo cuoricino è perfetto. Le mie contrazioni continuano sempre + insistenti e forti. Avevo ancora i pantaloni e la maglia, così chiedo se posso spogliarmi, altrimenti partorisco la bimba con i pantaloni ancora addosso…e l’ostetrica sorridendo mi dice di fare come sono + comoda. Così alle 5.20 mi metto la camicia da notte. Poi l’ostetrica mi dice di provare a stare sullo sgabellino. Io mi siedo volentieri. Le contrazioni sono sempre + forti, ma non ho ancora desiderio di spingere. Alle 5.50 mi portano in sala parto, in posizione sulla sedia da parto e l’ostetrica mi rompe le acque. Appena rotte le acque…sento un bisogno sfrenato di spingere! Lo dico all’ostetrica e lei mi dice:”Perfetto, dai! Allora spingi!”
Spingo con tutta la forza che ho. Perfetto, prima spinta e sento già la testina che è scesa. L’ostetrica mi dice che la piccola ha tanti capelli! Ecco la seconda contrazione e io spingo ancora con enorme forza liberatoria e… esce la testina! Aspetto la prossima contrazione… ed eccola! Spingo per la terza ed ultima volta…e vedo la mia bambina tra le mani dell’ostetrica. Sono le 6.01 del 22 aprile.
E’ bellissima! E’ il più spettacolare fiorellino di primavera che io abbia mai visto!
Me la mettono sul seno ancora tutta sporca e lei, cucciola, si attacca per mangiare. Le dico: ”Ciao amore mio…” lei ha degli occhioni grandi e intensi. Che bella che è! La mia Gioia. Tito piange e anch’io. Ci abbracciamo e ci baciamo. Siamo in 4 ora!
Gioia è nata in 2 ore e 40 minuti dalla prima contrazione importante. E’ nata in un’ora e 20 minuti dal momento del mio ricovero. In un lampo insomma.
Complicazioni:
Qui arriva la fase brutta. Chi non se la sente, non legga.
Mentre tengo Gioia tra le braccia in sala parto, l’ostetrica e la ginecologa provano a fare uscire la placenta. Però niente! Sembra ancorata col cemento.
Ad un certo punto sento Gioia che pesa tantissimo e chiedo che qualcuno me la prenda dalle braccia perché non riesco + a tenerla. Pesa troppo. Mi sento svenire. L’ostetrica da l’allarme a tutti con un citofono. La ginecologa dice semplicemente a mio marito che devono lasciare libera la sala parto in fretta per un’altra partoriente e che mi portano a fare un veloce raschiamento. Mio marito resta lì con Gioia tranquillo, senza capire niente. Per fortuna che non ha capito niente..
Io in pochi minuti mi trovo in sala operatoria. Sto malissimo, mi mancano le forze e ho delle contrazioni fortissime. Se prima stavo in sala parto con un’ostetrica e una ginecologa, ora sono in sala operatoria con almeno 15 persone che urlano e corrono di qua e di là, dicendo nomi strani di medicine e attrezzi. Io riesco a dire loro soltanto: “Vi prego, salvatemi…”
Non vedo l’ora che mi addormentino e quando lo fanno sento un sollievo enorme.
Mi risveglio 1 ora dopo. Mi sento felicissima di avercela fatta. Sapevo quello che avevo rischiato e sapevo di avercela fatta. Sono salita in camera alle 7.30 e c’era mio marito ad aspettarmi. Non ricordo molto, ma so che ho rivisto la mia piccola tesorina alle 9.30. Intanto lei era stata nella culla termica con Tito vicino.
In pratica la placenta non era uscita e io avevo avuto una forte emorragia. Hanno dovuto rimuovermi la placenta manualmente e poi raschiare l’utero e fermare l’emorragia.
I ginecologi mi hanno detto che se avessi partorito 60 anni fa sarei morta.
Grazie Signore che ci hai dato la scienza della medicina, che ci hai dato gli ospedali e della gente qualificata e prontissima che ci lavora per salvarci la vita….se no io non sarei qui a scrivere tutto ciò e non potrei godermi la mia splendida famiglia rinnovata.
Tito, Martino, Gioia vi amo con tutta me stessa.

Ma vediamo di raccontarvi come è andata…
Il 20 aprile alle 16.30 vengo proclamata dottoressa in architettura civile presso il Politecnico di Milano, con un mega pancione e gli sguardi allibiti di professori e compagni di università. Tutti a farmi i doppi complimenti e a chiedermi come avevo fatto a preparare la tesi in tempo e io che rispondevo come potevo a tutte le domande mentre Gioia mi calciava allegramente nel pancione.
E’ stata una giornata lunga, ma stavo bene e anche Martino (il mio primo bimbo di 22 mesi) è stato molto bravo.
La sera del 21 aprile super festa di laurea con amici e parenti: un aperitivo all’aperto e poi una cena in un locale della mia zona. 40 persone tutte per festeggiare la mia laurea. Il pancione pesa tantissimo e Gioia fa dei movimenti strani. Inoltre è dal pomeriggio che ho delle contrazioni fortine, ma sopportabilissime e irregolari. Per tutta la cena le contrazioni continuano, sempre forti, ma irregolari e sopportabili. Così io riesco a divertirmi moltissimo, a fare il mio discorso, e a mangiare di gusto, anche le due torte… una con scritto: “CONGRATULAZIONI DOTTORESSA SERENA” e l’altra con scritto: “E…IN BOCCA AL LUPO PER IL PROSSIMO EVENTO!” .
A mezzanotte scatta il giorno 22 aprile. Io, Tito e Martino arriviamo a casa. Martino se ne va diritto nel suo lettino perché è stanchissimo, mentre io e Tito ci mettiamo sul divano per vedere ogni quanto ho le contrazioni. E allora….contiamo…. eccone una! Eccone un’altra… sono passati 9 minuti. Eccone un’altra! Sono passati 12 minuti. Un’altra ancora! Sono passati 7 minuti…
Noooo…troppo irregolari e troppo leggere per essere quelle giuste! Allora decidiamo di andare a dormire. Non è ancora il momento.
Ci addormentiamo.
Ore 3.19…doloreeee!!!

Comunque chiamo mia mamma che viene immediatamente a tenere Martino e io e Tito partiamo verso l’ospedale di Trento che dista 40 minuti da casa nostra.
In macchina le contrazioni sono sempre dolorose,ma molto irregolari: ogni 8, ogni 6, ogni 9, ogni 3 minuti… Mah!

Arriviamo in ospedale alle 4.40 del mattino. Mi fermo sul corridoio per una contrazione forte. L’ostetrica mi vede arrivare e mi fa accomodare per la visita. Mi fa le solite domande di routine e poi si avvicina al lettino per visitarmi. Appena mi visita mi guarda con due occhi sbarrati e stupiti e mi dice: ”Ma lei è di 9 cm!!! Quasi dilatazione completa! Se aspettava ancora un po’ a venire, lei partoriva in macchina!”. Io incredula e felicissima la guardo come un pesce lesso perché non ci credo!

Mi mettono in sala travaglio col monitoraggio attaccato. Continuano a chiedermi lei e la ginecologa se sento bisogno di spingere, ma ancora no. La piccola sta bene, il suo cuoricino è perfetto. Le mie contrazioni continuano sempre + insistenti e forti. Avevo ancora i pantaloni e la maglia, così chiedo se posso spogliarmi, altrimenti partorisco la bimba con i pantaloni ancora addosso…e l’ostetrica sorridendo mi dice di fare come sono + comoda. Così alle 5.20 mi metto la camicia da notte. Poi l’ostetrica mi dice di provare a stare sullo sgabellino. Io mi siedo volentieri. Le contrazioni sono sempre + forti, ma non ho ancora desiderio di spingere. Alle 5.50 mi portano in sala parto, in posizione sulla sedia da parto e l’ostetrica mi rompe le acque. Appena rotte le acque…sento un bisogno sfrenato di spingere! Lo dico all’ostetrica e lei mi dice:”Perfetto, dai! Allora spingi!”
Spingo con tutta la forza che ho. Perfetto, prima spinta e sento già la testina che è scesa. L’ostetrica mi dice che la piccola ha tanti capelli! Ecco la seconda contrazione e io spingo ancora con enorme forza liberatoria e… esce la testina! Aspetto la prossima contrazione… ed eccola! Spingo per la terza ed ultima volta…e vedo la mia bambina tra le mani dell’ostetrica. Sono le 6.01 del 22 aprile.
E’ bellissima! E’ il più spettacolare fiorellino di primavera che io abbia mai visto!

Me la mettono sul seno ancora tutta sporca e lei, cucciola, si attacca per mangiare. Le dico: ”Ciao amore mio…” lei ha degli occhioni grandi e intensi. Che bella che è! La mia Gioia. Tito piange e anch’io. Ci abbracciamo e ci baciamo. Siamo in 4 ora!

Gioia è nata in 2 ore e 40 minuti dalla prima contrazione importante. E’ nata in un’ora e 20 minuti dal momento del mio ricovero. In un lampo insomma.

Complicazioni:
Qui arriva la fase brutta. Chi non se la sente, non legga.
Mentre tengo Gioia tra le braccia in sala parto, l’ostetrica e la ginecologa provano a fare uscire la placenta. Però niente! Sembra ancorata col cemento.
Ad un certo punto sento Gioia che pesa tantissimo e chiedo che qualcuno me la prenda dalle braccia perché non riesco + a tenerla. Pesa troppo. Mi sento svenire. L’ostetrica da l’allarme a tutti con un citofono. La ginecologa dice semplicemente a mio marito che devono lasciare libera la sala parto in fretta per un’altra partoriente e che mi portano a fare un veloce raschiamento. Mio marito resta lì con Gioia tranquillo, senza capire niente. Per fortuna che non ha capito niente..
Io in pochi minuti mi trovo in sala operatoria. Sto malissimo, mi mancano le forze e ho delle contrazioni fortissime. Se prima stavo in sala parto con un’ostetrica e una ginecologa, ora sono in sala operatoria con almeno 15 persone che urlano e corrono di qua e di là, dicendo nomi strani di medicine e attrezzi. Io riesco a dire loro soltanto: “Vi prego, salvatemi…”
Non vedo l’ora che mi addormentino e quando lo fanno sento un sollievo enorme.
Mi risveglio 1 ora dopo. Mi sento felicissima di avercela fatta. Sapevo quello che avevo rischiato e sapevo di avercela fatta. Sono salita in camera alle 7.30 e c’era mio marito ad aspettarmi. Non ricordo molto, ma so che ho rivisto la mia piccola tesorina alle 9.30. Intanto lei era stata nella culla termica con Tito vicino.
In pratica la placenta non era uscita e io avevo avuto una forte emorragia. Hanno dovuto rimuovermi la placenta manualmente e poi raschiare l’utero e fermare l’emorragia.
I ginecologi mi hanno detto che se avessi partorito 60 anni fa sarei morta.
Grazie Signore che ci hai dato la scienza della medicina, che ci hai dato gli ospedali e della gente qualificata e prontissima che ci lavora per salvarci la vita….se no io non sarei qui a scrivere tutto ciò e non potrei godermi la mia splendida famiglia rinnovata.
Tito, Martino, Gioia vi amo con tutta me stessa.
