La nascita della mia principessa ILARIA...(lungo)
Inviato: 6 gen 2009, 19:44
E’ iniziato tutto in una gelida giornata di Dicembre ad Ancona; il 28/12 alle ore 8.00 avevo appuntamento in ospedale per il ricovero programmato per propess…induzione al parto con inserimento del gel; avrebbe dovuto ammorbidire il collo dell’utero e provocare le prime contrazioni dopodiché si sarebbe passati alle flebo di ossiticina per attivare le contrazioni e quindi il travaglio che avrebbe finalmente portato alla nascita della mia Ilaria.
Mi ricoverano direttamente in sala travaglio; quattro stanzine separate da pareti a soffietto con monitor, un lettino ed uno sgabello per il maritino.
Iniziano a farmi il monitoraggio per circa mezz’ora dopodiché silenzio totale per circa due ore.
Chiedo informazioni e mi rispondono che il personale in servizio è ridotto e che una serie di emergenze (tre cesarei e due PS) faranno slittare la mia induzione al pomeriggio…nel frattempo, tanto per gradire, ascolto il travaglio delle altre due donne ed il panico mi assale.
Per fortuna, ho con me un libro per cui cerco di non pensare a quello che dovrò affrontare; mando il maritino in albergo (perché ho deciso di partorire a 130 Km da casa) a riposare e nel pomeriggio chiedo informazioni…stessa risposta: essendo due sole ostetriche ed avendo già due donne in travaglio attivo non possono indurmi.
Si arriva alle 19 quando il ginecologo di turno viene a visitarmi dicendomi che a seguito della chiamata del primario (che mi ha messo in agenda per il ricovero) hanno deciso di indurmi in serata, appena avrebbero partorito le altre due donne.
Tra le 19.30 e le 20.00 le urla delle due donne si fanno sempre più insistenti e la paura arriva al culmine sfociando in un pianto incontrollato.
Alle 20.10 mi inseriscono il propess e mi attaccano al monitor; dicono che dovrà essere mantenuto per 24h dopodiché si passerà all’ossiticina se non dovesse succedere nulla, ma che mi controlleranno ogni due ore in quanto la mia bimba ha un’unica arteria ombelicale; bisogna quindi monitorare come reagiscono il mio fisico e la mia piccola al propess; mi dicono poi di riposare tranquilla perché prima della mattina seguente non sarebbe successo nulla.
Alle 23.00 mando in albergo il maritino e cerco di dormire un pochino…riesco a riposare fino alle 2.15 quando mi sveglio con piccoli dolori costanti al basso ventre e con il bisogno di andare in bagno…non posso però andare da sola; mi devono staccare i macchinari ma in sala non c’è nessuno e dopo dieci minuti di attesa chiedo alla signora affianco se può suonare il campanello.
Dopo cinque minuti arriva un’infermiera che mi dice di aspettare ancora dieci minuti l’arrivo dell’ostetrica; la vedo entrare quasi scocciata, mi stacca i macchinari e quando ritorno dal bagno tra un dolore e l’altro, riferendo delle contrazioni mi sento rispondere che è normale, che è l’utero che si sta preparando e di rimettermi a dormire perché è la mia soglia del dolore che è molto bassa.
Nell’ora successiva chiedo di andare in bagno cinque volte e non per fare pipì, con dolori sempre più forti che partono dal basso ventre per diventare fitte intensissime che si estendono lungo tutta la schiena.
Alle 3.20 chiamo mio marito che nel giro di 10 minuti si precipita al mio fianco e chiede all’ostetrica di visitarmi;lei mi fa alzare ed entrare in una stanza e dopo averla chiusa mi fa una bella ramanzina sulla mia soglia del dolore molto bassa, sul fatto che è impossibile che i dolori siano insopportabili…comunque vista l’insistenza di mio marito mi fa una visita e dopo un attimo di incredulità dice che sto iniziando a dilatarmi, sono a 1,5 cm; di solito questo non accade per cui mi fa rimettere a letto e chiama la gine di turno che arriva dopo mezz’ora per constatare che sono dilatata di 3 cm.
Comincio a chiedere l’epidurale ma nessuno sembra ascoltarmi, anzi la ginecologa dice che per aiutare la dilatazione conviene fare un antispastico, il quale ha come unico risultato quello di aumentare la frequenza e l’intensità delle contrazioni, ne ho una ogni 2 minuti con intensità dell’80%; cerco di respirare profondamente ma la frequenza ravvicinata non mi permette di riprendere fiato ed ossigeno e di conseguenza anche la bimba comincia a soffrire: il suo battito passa da 136 battiti al minuto a 96 quando arriva la contrazione.
Con questo quadro l’anestesista non si sente di rischiare con l’epidurale e nonostante io sia già dilatata di 5 cm e la testa della bimba sia già incanalata, alle 6.15 mi comunicano di aver deciso precauzionalmente di fare un cesareo in quanto la bimba va in sofferenza ogni volta che ho una contrazione.
Alle 7.00 la sala operatoria è pronta e mi portano via con le contrazioni che continuano ad essere più intense e che mi fanno contorcere sulla barella e con il ricordo del maritino che mi saluta con un’espressione cadaverica, preoccupatissimo di non potermi stare vicino in un momento così difficile.
Arrivati in sala operatoria mi praticano la spinale e tutto il dolore delle contrazioni svanisce miracolosamente in un attimo.
Rimango vigile ed attenta anche se un telino mi maschera la vista dell’operazione al basso ventre e finalmente dopo un po’ di movimentazione sento il primissimo vagito di mia figlia….tutto il dolore provato fino a quel momento è stato cancellato immediatamente da quel pianto di neonato.
Mi avvicinano al viso quel piccolo fagottino ancora tutto sporco che piange disperato fino a quando non sente la mia voce: tutto d’un tratto il pianto svanisce per lasciare il posto ad un’espressione meravigliata nel sentire una voce familiare...la vedo che mi cerca e d’un tratto sento il mio viso bagnato da calde lacrime di gioia, ho giusto il tempo di baciarla che la portano via per lavarla e portarla tra le braccia del papà.
Rimango in sala operatoria fino alle 9.45, quando mi portano nella mia camera e mi raggiunge immediatamente il maritino con il nostro fagottino d’amore; arriva l’infermiera del nido che subito mi mette la bimba sul petto e lei cerca freneticamente il capezzolo per ciucciare….da quel momento è rimasta sempre con noi e, ad oggi, devo ancora capacitarmi che questa piccola creatura indifesa ha cambiato per sempre la mia vita e che ora tutte le me decisioni saranno influenzate da quest’essere indifeso che mi fa sciogliere il cuore con il suo solo sguardo.
Ecco…ora siamo semplicemente noi tre…una nuova famiglia.
Mi ricoverano direttamente in sala travaglio; quattro stanzine separate da pareti a soffietto con monitor, un lettino ed uno sgabello per il maritino.
Iniziano a farmi il monitoraggio per circa mezz’ora dopodiché silenzio totale per circa due ore.
Chiedo informazioni e mi rispondono che il personale in servizio è ridotto e che una serie di emergenze (tre cesarei e due PS) faranno slittare la mia induzione al pomeriggio…nel frattempo, tanto per gradire, ascolto il travaglio delle altre due donne ed il panico mi assale.
Per fortuna, ho con me un libro per cui cerco di non pensare a quello che dovrò affrontare; mando il maritino in albergo (perché ho deciso di partorire a 130 Km da casa) a riposare e nel pomeriggio chiedo informazioni…stessa risposta: essendo due sole ostetriche ed avendo già due donne in travaglio attivo non possono indurmi.
Si arriva alle 19 quando il ginecologo di turno viene a visitarmi dicendomi che a seguito della chiamata del primario (che mi ha messo in agenda per il ricovero) hanno deciso di indurmi in serata, appena avrebbero partorito le altre due donne.
Tra le 19.30 e le 20.00 le urla delle due donne si fanno sempre più insistenti e la paura arriva al culmine sfociando in un pianto incontrollato.
Alle 20.10 mi inseriscono il propess e mi attaccano al monitor; dicono che dovrà essere mantenuto per 24h dopodiché si passerà all’ossiticina se non dovesse succedere nulla, ma che mi controlleranno ogni due ore in quanto la mia bimba ha un’unica arteria ombelicale; bisogna quindi monitorare come reagiscono il mio fisico e la mia piccola al propess; mi dicono poi di riposare tranquilla perché prima della mattina seguente non sarebbe successo nulla.
Alle 23.00 mando in albergo il maritino e cerco di dormire un pochino…riesco a riposare fino alle 2.15 quando mi sveglio con piccoli dolori costanti al basso ventre e con il bisogno di andare in bagno…non posso però andare da sola; mi devono staccare i macchinari ma in sala non c’è nessuno e dopo dieci minuti di attesa chiedo alla signora affianco se può suonare il campanello.
Dopo cinque minuti arriva un’infermiera che mi dice di aspettare ancora dieci minuti l’arrivo dell’ostetrica; la vedo entrare quasi scocciata, mi stacca i macchinari e quando ritorno dal bagno tra un dolore e l’altro, riferendo delle contrazioni mi sento rispondere che è normale, che è l’utero che si sta preparando e di rimettermi a dormire perché è la mia soglia del dolore che è molto bassa.
Nell’ora successiva chiedo di andare in bagno cinque volte e non per fare pipì, con dolori sempre più forti che partono dal basso ventre per diventare fitte intensissime che si estendono lungo tutta la schiena.
Alle 3.20 chiamo mio marito che nel giro di 10 minuti si precipita al mio fianco e chiede all’ostetrica di visitarmi;lei mi fa alzare ed entrare in una stanza e dopo averla chiusa mi fa una bella ramanzina sulla mia soglia del dolore molto bassa, sul fatto che è impossibile che i dolori siano insopportabili…comunque vista l’insistenza di mio marito mi fa una visita e dopo un attimo di incredulità dice che sto iniziando a dilatarmi, sono a 1,5 cm; di solito questo non accade per cui mi fa rimettere a letto e chiama la gine di turno che arriva dopo mezz’ora per constatare che sono dilatata di 3 cm.
Comincio a chiedere l’epidurale ma nessuno sembra ascoltarmi, anzi la ginecologa dice che per aiutare la dilatazione conviene fare un antispastico, il quale ha come unico risultato quello di aumentare la frequenza e l’intensità delle contrazioni, ne ho una ogni 2 minuti con intensità dell’80%; cerco di respirare profondamente ma la frequenza ravvicinata non mi permette di riprendere fiato ed ossigeno e di conseguenza anche la bimba comincia a soffrire: il suo battito passa da 136 battiti al minuto a 96 quando arriva la contrazione.
Con questo quadro l’anestesista non si sente di rischiare con l’epidurale e nonostante io sia già dilatata di 5 cm e la testa della bimba sia già incanalata, alle 6.15 mi comunicano di aver deciso precauzionalmente di fare un cesareo in quanto la bimba va in sofferenza ogni volta che ho una contrazione.
Alle 7.00 la sala operatoria è pronta e mi portano via con le contrazioni che continuano ad essere più intense e che mi fanno contorcere sulla barella e con il ricordo del maritino che mi saluta con un’espressione cadaverica, preoccupatissimo di non potermi stare vicino in un momento così difficile.
Arrivati in sala operatoria mi praticano la spinale e tutto il dolore delle contrazioni svanisce miracolosamente in un attimo.
Rimango vigile ed attenta anche se un telino mi maschera la vista dell’operazione al basso ventre e finalmente dopo un po’ di movimentazione sento il primissimo vagito di mia figlia….tutto il dolore provato fino a quel momento è stato cancellato immediatamente da quel pianto di neonato.
Mi avvicinano al viso quel piccolo fagottino ancora tutto sporco che piange disperato fino a quando non sente la mia voce: tutto d’un tratto il pianto svanisce per lasciare il posto ad un’espressione meravigliata nel sentire una voce familiare...la vedo che mi cerca e d’un tratto sento il mio viso bagnato da calde lacrime di gioia, ho giusto il tempo di baciarla che la portano via per lavarla e portarla tra le braccia del papà.
Rimango in sala operatoria fino alle 9.45, quando mi portano nella mia camera e mi raggiunge immediatamente il maritino con il nostro fagottino d’amore; arriva l’infermiera del nido che subito mi mette la bimba sul petto e lei cerca freneticamente il capezzolo per ciucciare….da quel momento è rimasta sempre con noi e, ad oggi, devo ancora capacitarmi che questa piccola creatura indifesa ha cambiato per sempre la mia vita e che ora tutte le me decisioni saranno influenzate da quest’essere indifeso che mi fa sciogliere il cuore con il suo solo sguardo.
Ecco…ora siamo semplicemente noi tre…una nuova famiglia.
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e ora Ilaria è qui con te! 