Finalmente Lady Camilla

[deddola23]

Avevo, a suo tempo, raccontato velocemente il mio parto ma ora il senno di poi e ancora la memoria freschissima legata a quel momento (e chi se lo dimentica!) mi spingono a rinarrarlo e và, ci aggiungo anche un pizzico di ironia che non guasta mai.

Prima parte:
La data prevista del parto era stata pronosticata dal mio ginecologo, dalla capo ostretica più tutto il corpo infermieri del reparto ostetricia in collaborazione con il Mago Zurlì e Otelma per il 27 settembre 2006. Contando che il “mio tempo” sarebbe stato il 21 settembre, aggiungendo i sei giorni di margine, analizzando le fasi lunari, contando i giorni del calendario Maya, quello Giuliano e “L’Almanacco del giorno dopo” effettivamente tutto lasciava pensare che la data prevista sarebbe stata alla fine di settembre.
La previsione risultò meno efficace di quella del Millennium Bug e la mia pancia continuò a lievitare per altri lunghi, interminabili, infiniti 9 giorni finché durante la sera del 4 ottobre, completamente snervata dall’attesa, dai dolori lancinanti alla schiena neanche fossi stata presa a mazzate da un ultrà del Catania, dal fatto che le mie gambe facessero concorrenza alle zampe di Dumbo pensieri perversi cominciarono ad invadermi la mente e mentre ero indecisa tra lanciarmi in picchiata dalla rampa di scale del mio palazzo e atterrare in doppia carpiata davanti al portone d’entrata o mettere il dvd di Jane Fonda sulla lezione di step aerobico/acrobatico e saltare come un’ossessa da rave party tutta la notte per sfrattare quella pigra di Camilla che minimamente accennava l’intenzione di affacciarsi al mondo, decisi che la cosa migliore era quella di andarmene a letto, anche perché avendo l’agilità di un capodoglio arenato sulla spiaggia il massimo del movimento che mi era permesso era sollevare a fatica le dita dei piedi.
Con le prime luci dell’alba del 5 ottobre ecco arrivare un segnale significativo: la sensazione che un liquido denso fuoriuscisse in zona basso ventre. Senza neanche l’ombra di dubbio corsi in bagno agile come una gazzella, gli ultimi sprazzi di energia, per assistere all’evento rottura acque e invece scopro che era sangue che scendeva a catinelle. Con un urlo frutto dell’incrocio tra quello di Tarzan e Wanna Marchi ai tempi d’oro delle televendite e nell’acme dei suoi momenti d’isteria acuta se qualcuno osava mettere in dubbio l’efficacia dei ritrovati che pubblicizzava ho svegliato mio marito con bolla al naso e l’ho scaraventato dal letto che ancora farfugliava frasi incomprensibili tipici della fase Rem.
Una volta arrivati all’ospedale il flusso aveva subìto un arresto a differenza del mio stato d’ansia che era arrivato all’ennesima potenza senza contare che prendendo l’ascensore per arrivare al reparto Ginecologia sono rimasta sola assieme all’infermiere che mi sorreggeva e ad un prete ottuagenario che con una sensibilità alla Madre Teresa di Calcutta ma anche un po’ di Alzheimer in atto mi disse che era in procinto di dare l’estrema unzione ad un malato terminale al piano superiore a quello in cui ero diretta io. Mentre ero nel dubbio su chi stesse peggio se il prete o il malato con un piede più di là che di qua si aprono le provvidenziali porte dell’ascensore prevenendo il prolungamento della presenza del sacerdote incarnazione di un gufo ma soprattutto una denuncia nei miei confronti da parte dell’infermiere per molestie sessuali visto che stavo per afferrare i suoi gioielli di famiglia per scaramanzia.
Una volta entrata nella stanza delle visite non ho dato neanche il tempo all’ennesimo ginecologo di turno di chiedermi il motivo per cui fossi lì e ormai senza più un briciolo di ritegno e inibizione visto il mio passato trascorso fatto di numerosi ricoveri per cisti endometriosiche e gli infiniti controlli durante i nove mesi di attesa tra tamponi vaginali, pap test, ecografia interne e ispezioni al limite del porno mi sono spogliata con una velocità da fare concorrenza a Cicciolina nei suoi spettacoli hard.
L’ ecografia di controllo constata una rottura di capillari dovuta alla pressione provocata da Camilla che stava concedendomi la grazia di muoversi.
Decidono di ricoverarmi e dopo una serie di trenini cantando “ehi, me amigo Charlie ohhohooo…” per festeggiare la decisione della mia entrata in ospedale cominciano le prime avvisaglie delle tanto attese doglie.
I dolori erano esattamente quelli del ciclo mestruale ed essendo assolutamente gestibili ho cominciato a sentirmi una vera donna chiedendomi come mai fosse così insopportabile per molte affrontare i dolori del parto.
All’ora di pranzo quelle che credevo doglie spariscono improvvisamente e attaccandomi al bavero di qualsiasi infermiera di passaggio, inserviente, portantino per sapere cosa mi stesse succedendo il nulla prende il sopravvento. Niente, nada, Camilla mi stava tirando un altro bidone.
Il pomeriggio trascorre lento assieme a marito, famigliari, amici che nel frattempo decidendo di ammazzare un pò il tempo avevano chiamato un giudice del Guinnes dei Primati per determinare se riuscissi a raggiungere il record mondiale del “maggior numero di camminate per il corridoio”. Dopo avere vinto il primato, provocato una voragine in corrispondenza di dove mettevo i piedi causando le ire dell’assessore alle infrastrutture che il giorno prima aveva tagliato il nastro inaugurando con successo la ristrutturazione del reparto maternità e un accenno di humus che si stava formando in tutto il mio corpo per l’attesa tutti i miei visitatori decidono di andarsene a casa, marito compreso che dietro mia insistenza ha deciso di salutarmi poiché stava prendendo le sembianze di una statuetta del presepe.
Rimango sola. Decido di attaccare bottone alla mia vicina di letto che aveva partorito il giorno prima e mentre le riversavo tutte le mie frustrazioni con una veemenza di un ospite di “C’è posta per te” che chiede perdono alla prozia che gli porta rancore dal lontano ’68, finalmente il mio desiderio di liberarmi una volta per tutte di quella specie di cofano della 500 che avevo incollato davanti viene esaudito…


…continua…..

[floddi]

che continua e continua.... porca pupattaola non tenermi sulle spine!!!!!

[deddola23]

a domani

[floddi]

a domani

vaffancuore.

[topinaf]

no daiiiii come a domani????

peggio che i telefilm....vogliamo la fine!!!!

[frab]

Daddola... o continui o ti sfrattiamo dai settembrini!!!!!!

[Arya]

Di adai, continua... è troppo forte quello che hai scritto.. altro che racconto del parto!! Qua è davvero uno spasso... :ahah figuriamoci mi hai fatto morire dal ridere... e hai scritto solo la prima parte...

AVANTI CONTINUA!!!! :prrrr

[deddola23]

ragazze sto lavorando per voi...domani la seconda puntata, check it out!

[Iolanda]

Noooooooooooooo!!
Non puoi lasciarci cosììììììììììììì

[isabilla]

hanno ragione, sei terribile

[whippet]

meno male...che avevo i crampi alla pancia , e me la stavo ridendo di gusto fino a che il mio compagno non mi ha mollato un delicato calcio negli stinchi ...vista l'ora !
non vedo l'ora del proseguo! aspetto con ansia! sei forte...magari vederlo così quel gg

[deddola23]

eccomi...

2 parte

ore 22.20
A causa della mia logorrea acuta la mia vicina di letto si è allontanata con il pretesto di passeggiare un po’ con il figlio, alla mia sinistra c’era un’altra ragazza (io mi trovavo in posizione mediana) che in quel momento era stata portata in sala travaglio e io ancora lì che mi giravo i pollici e fissavo stesa sul letto l’agghiacciante lampada bislunga ospedaliera al neon chiedendomi perché non intervenisse ogni tanto qualche designer che ci mettesse un po’ d’animo e arricchisse le stanze di degenza rendendole un po’ più umane invece di farle sembrare delle location da C.S.I. e mentre ero immersa nel mio dilemma ecco che vengo investita da una betoniera dell’Anas sui reni.
Non so come e non me lo chiedete perché neanche usando tutta l’immaginazione dei Fratelli Grimm e di Perrault riuscirei ad arrivare a spiegarvi come mai dalla posizione supina in cui mi trovavo mi sono ritrovata in ginocchio, di fianco al letto, aggrappata alle lenzuola e con le nocche talmente bianche per la stretta che quasi un pescatore notturno mi avrebbe usato come starlight per catturare mazzole e roscioli.
Dopo neanche un minuto l’ effetto betoniera era passato e trascinandomi verso il comodino ho preso il cellulare, d’istinto ho chiamato mia madre che con una velocità da relegare la Donna bionica in pensione era di fronte a me pronta a soccorrermi e infondermi coraggio. Nel giro di poco ero già in sala travaglio stesa in un lettino attaccato ad una finta parete (dall’altra parte si trovava la mia vicina di letto che era già in fase urla strazianti) alla mia destra c’era il macchinario per il tracciato. Non so dire se sia stato più impegnativo il travaglio o stare stesa nel lettino di Pollicina. Il mio non era un giaciglio che rispettava le misure standard bensì il modello “pigmeo” della Bassetti.
Per tutto il tempo sono stata costretta a starmene in posizione fetale un po’ perché le contrazioni che mi irrigidivano anche i muscoli delle palpebre e un po’ perché anche volendo stendere le gambe uscivo di almeno 10 cm dal materasso.
Un’altra difficoltà che mi si è presentata è stata quella di non avere a disposizione nessun appiglio: un triangolo appeso davanti, un gancio, gli anelli di Yuri Chechi, i capelli dell’ostetrica che faceva il turno di notte in quel momento, simpatica quanto una covata di sorci, niente. La finta parete era liscia più di una pista di ghiaccio e allora non mi rimaneva che alzare con forza il materasso (che alla fine sono giunta alla conclusione sia stato rubato dalla carrozzina di un Cicciobello a causa della mancanza fondi che lo stato nega alle strutture sanitarie) e afferrare il bordo della rete.
Il travaglio è andato per le lunghe, ogni 4 minuti la betoniera dell’Anas ritornava sulla mia schiena dopo l’amalgama di calce e malto da scaricare e poi via che si riallontanava.
Durante lo stato di grazia che sopraggiungeva dopo la frullata ai reni ero preda di allucinazioni di vario tipo e le cause di queste visioni possono essere attribuite a diversi fattori:

- in un passato karma ero una accanita fumatrice di oppio e in base alla teoria della causa e dell’effetto stavo sperimentandone gli effetti nella mia vita attuale;

- furtivamente hanno sciolto l’estratto di un fungo hawaiano nella soluzione della peretta lassativa che mi hanno fatto poco prima di entrare;

- sono rintronata io nel Dna, a prescindere.

Fatto sta che ad un certo punto avendo mio marito alle spalle (che nel frattempo aveva sostituito mia madre) e trovandomi nel mondo dell’estasi da pausa contrazioni ho riacquistato per qualche minuto lucidità mentale e consapevolezza di dove mi trovassi e voltandomi verso di lui per ricevere uno sguardo o parola di conforto mi sono vista uno stoccafisso, vestito da prete, con un crocifisso in mano e gli occhi sbarrati dallo shock, mancava che mi urlasse “esci da questo corpo” e avevo completato il quadretto.

Poi a ruota un’altra illusione ottica che mi ha fatto credere che una delle tante ostetriche di passaggio fosse la brunetta dei Ricchi e Poveri e qui stendo un velo pietoso senza aggiungere altro perché in futuro potrebbe essere usato contro di me.

…continua…..

[floddi]

ebbbasta!!!!!!!!

[deddola23]

sto scrivendo la terza parte

O.T. Floddi ma che fine avevi fatto? Ultimamamente non ti ho letta da nessun parte o te ne stavi nell'ombra?

[deddola23]

3 parte
Ad un certo punto un’ostetrica mi si avvicina e dolcemente mi chiede come andasse. Poverina, forse se avesse saputo che con quelle semplici due parole avrebbe scatenato un uragano forza 12 che Katrina a confronto è solo una brezza leggera ci avrebbe ripensato e di sicuro avrebbe fatto un passo indietro optando per il mestiere che la madre desiderarava che facesse e cioè la coltivatrice di orchidee da serra.
La mia risposta fu quanto di peggio possa uscire dalla bocca di una donna incinta e se siete proprio curiose di saperla ve la riporto con qualche doverosa censura:
“Come sto ?E secondo te come sto, P#zz# di m@@@? Che c@°##o di domande sono, eh? Complimenti, adesso sono più tranquilla a sapere che esiste personale intelligente qui dentro che fa domande da premio nobel”
Mio marito che se gli avessero dato una vanga avrebbe cominciato a scavare una buca ad oltranza ha cercato di apostrofarmi dolcemente, e anche lui se avesse minimamente saputo le conseguenze del suo atto avrebbe scelto la via della castità e dell’obbedienza.
Riporto anche questa:
“E tu che minc##a vuoi eh? Fai presto a parlare ..voi uomini siete degli invertebrati, vi basta una tr@##ata e poi che c@x##o ve ne frega ma vaff….”

L’ostetrica non ha mollato la presa e con voce suadente ha cercato di spiegarmi:” Signora, vorrei farle capire la situazione, la testa della bambina è alta. La dilatazione c’è ma sua figlia non sta scendendo, di fatto non ci sono ancora i prodromi …..”

“I prodromi??????????????? Sai dove te li devi infilare i prodromi???????”

A quel punto mio marito raccogliendo le poche forze che gli erano rimaste si è alzato e ha cercato di darmi un po’ d’acqua per placare la mia ira e rimettere in funzione le corde vocali perché il consiglio che avevo intenzione di dare all’ostetrica era stato detto con vocina molto simile a quella di un orco delle Miniere di Mordor.

Sono seguiti altri contorcimenti che se passava di lì William Friedkin avrebbe avuto materiale utile per girare l’Esorcista 4.

Poi altra pausa e lì il lato oscuro della forza ha preso il sopravvento spingendomi a tentare chiunque passasse nella mia zona e cercare con tutti i mezzi di compromettere con denaro sporco, pizzini e quant’altro per ottenere un cesareo o un’epidurale sotto banco ma niente, erano tutti irremovibili e di rimando si sono presi una lunga serie di improperi al limite della blasfemia da parte mia.

Essendomi trasformata in un soggetto decisamente incontrollabile e dopo il tentativo di buttare giù la finta parete con un pugno sonoro la capo ostetrica è intervenuta e in ginocchio da me mi ha implorato di resistere e soprattutto di non distruggere la sala travaglio. Prima che cominciassi a travolgere di ingiurie anche lei ecco che una forza assolutamente incontrollabile prende il sopravvento facendomi spingere a più non posso. Finalmente mi prendono in due e mi trascinano in sala parto. Sentivo echeggiare la frase “venga, venga che la testa di sua figlia è fuori “ ma vedevo anche in modo confuso due infermiere che esultavano con trombette da carnevale e stelle filanti e altre due che giocavano alla morra cinese.

La via crucis verso il luogo dove si sarebbe svolta l’ultima fase del calvario risultò di una velocità senza pari, poichè mentre mi stavo avvicinando alla poltrona modello Star Trek una cosa mi risaltò agli occhi: una specie di piccola poltroncina che era lì vicino e che io nel mio delirio mentale ero convinta fosse una di quelle sedie speciali che permettono di partorire accovacciate e siccome sentivo l’assoluta esigenza di mettermi in posizione chioccia per deporre l’uovo, come un terminator ho strattonato con violenza le due poverette che mi sorreggevano e mi sono fiondata verso la poltroncina, in ginocchio, stringendola a più non posso e soprattutto spingendo furiosamente. Subito un urlo disperato da parte di non so chi che mi diceva:” ma signora, che sta facendo? Quello è il poggiapiedi della poltrona, si alziiiii”.

Morale della favola sono intervenute nell’ordine:
- la capo ostetrica che ha sicuramente pensato di richiedere la pensione baby piuttosto che sopportare altre pazienti come me;
- l’ostetrica vittima dei miei improperi che nel frattempo aveva già fatto domanda di iscrizione alla facoltà di Agraria
- e le infermiere con trombette e coriandoli che si erano ripromesse di continuare la festa una volta che mi fossi tolta dai maroni.

Infine ero stesa nella poltrona futuristica a spingere e ancora a spingere ma non riuscivo proprio a tirare fuori Camilla e allora ecco sopraggiungere una ostetrica mai vista prima che se non incontravo era meglio perché sapevo che madre natura aveva fatto sì che su questa terra esistessero incroci tra Giampiero Galeazzi e la Sora Lella ma non sapevo che proprio quell’ostetrica appartenesse alla tipologia. La funzione dell’ostetrica era esclusivamente quella di coadiuvare la fase finale del parto ma un particolare era stato volutamente tralasciato: il metodo adottato dalla Oberburger in gonnella.

Il metodo Oberburger consiste nell’appoggiarsi senza resistenza e a peso morto sulla gravida e con l’avambraccio attuare un movimento molto simile a quello adottato dalle nonne quando stendono la pasta per fare i tortellini. Il braccio si sposta con forza dalla zona del diaframma alla zona pelvica e il gioco è fatto.
Anche Camilla ha subito l’effetto compressione e “Deo gratias” si è degnata di uscire.


… ricontinua…..

[floddi]

sto scrivendo la terza parte

O.T. Floddi ma che fine avevi fatto? Ultimamamente non ti ho letta da nessun parte o te ne stavi nell'ombra?

si. io vi osservo.

[Tilly68]

deddola, domani ho il ricovero perché devono farmi l'induzione visto che ormai sono a 41+2... Magari, visto che mi sto tenendo la pancia dalle risate, se nel frattempo riesci a scrivere anche il finale della storia, forse mi si avviano le contrazioni senza bisogno di induzione!!!!!!!

Sei troppo forte, complimenti!!!!!!!!

[deddola23]

tilly ma dove sei andata a finire pure tu? Come stai? Mi è sfuggito forse qualche aggiornamento sulla tua storia?
Ti faccio un milione di auguri e tienici al corrente quando potrai

e quando ti senti giù collegati qui che ancora ne ho da raccontare delle belle

[Tilly68]

OT

deddola, come dicevo, domani mi inducono il parto perché la principessa se ne sta bella comoda nel mio pancione e non ne vuole proprio sapere di uscire... In realtà, in questi mesi non sono mai sparita, ma mi sono dilettata a scrivere nel mio gruppo delle novembrine in ottima compagnia e devo dire che mi ha fatto bene... Grossi aggiornamenti non ne ho, posso soltanto dire che domani con me ci sarà lui, così come c'è sempre stato per visite, acquisti & co. Che effetto gli farà questo evento nessuno può saperlo, ma quello che più mi tranquillizza è che io ora mi sento emotivamente forte e pronta ad affrontare da domani un'avventura meravigliosa e unica, perché io e la mia Matilde siamo una squadra!

A presto e grazie mille!!!

Fine OT, scusate

[Arya]

Tilly tanti in bocca al lupo! anke a me hanno fatto l'induzione ma purtroppo nel mio caso è fallita, dal momento che io in 9 mesi n ho mai avuto una minima contrazione... Un grosso in bocca al lupo...

Deddola... se avessi letto il tuo racconto li 7 maggio... forse la mia piccola... si sarbebe smossa un poco.. ma..invece

Aspetto con ansia la 4^ parte...