ALICE, il mio parto naturale dopo tc
Inviato: 6 ago 2008, 16:18
l'amore quando arriva un secondo bimbo non si divide si moltiplica per due"
questa è una delle frasi più patetiche che ho sentito e letto, ma santo cielo quanto è vero! in un attimo ti accorgi di amare due persone immensamente,ti accorgi di amarle in maniera diversa, ma con la stessa intensità, ti accorgi di non potere fare a meno di loro...
alice doveva nascere il 31 luglio con parto cesareo, visto che anche alejandro era nato con un taglio cesareo non me la sentivo di affrontare un parto naturale, nonostante non mi fosse stato sconsigliato.
la notte tra il 28 e il 29 inizio ad avere contrazioni ogni dieci minuti, la mattina vado al pronto soccorso e nonostante 3 cm di dilatazione mi dicono di andare a casa perchè le contrazioni non sono regolari e tornare solo se le contrazioni aumentano o se rompo le acque, altrimenti mi avrebbero ricoverata il giorno dopo come stabilito per il tc. vado al ps con mia mamma mentre a casa con il mio bimbo "grande" rimane il papà, il papà che come al solito si dimostra astuto, sa che sono praticamente in travaglio, ma non rimanda l'appuntamento con il tecnico che deve riparare il pc...
così passo la tarda mattinata e il primo pomeriggio tra contrazioni e dolori mentre carlos discute del suo prezioso pc con il tecnico, per lui mancava ancora molto.
alle 15.00 sento il famoso "tac" e mi si rompono le acque, che strana sensazione, con ale mi erano state rotte in ospedale.
allora chiamo ancora mia madre e si torna al ps. saluto il mio alejandro, che mi guarda contento e mi chiede se alice sta per nascere.
mi fanno i monitoraggi, e mi sicono che sono ancora dilatata di 3-4 cm. mentre sono lì seduta penso a quello che mi ero ripromessa di fare, avevo fatto una sorta di giuramento tra me e me, mi ero ripromessa che se si fosse mosso qualcosa prima della data del tc programmato avrei tentato il parto naturale. la paura però era tanta.
così parlo con un medico che mi elenca i rischi a cui vado incontro provando un parto naturale dopo un tc, mi da un modulo da compilare mi dice di rifletterci e di dicedire, ma di farlo in fretta. .parlo con mia mamma e telefono a carlos, mi dice di fare quello che mi sento.alla fine mantengo la mia promessa e decido di provare il parto naturale
mi portano nella salla travaglio/parto, la "stanza gialla" mi porto dietro mia mamma, carlos è sempre con alejandro, sono contenta che non ci sia, almeno so che il mio bimbo è tranquillo a casa sua con il suo papà.
mi metto la vestaglietta e arrivano le osteriche e il pediatra a fare le classiche domande di rito sullo stato di salute mio e dei miei famigliari. le contrazioni ormai sono ogni 3 minuti...
ad ogni contrazione mordicchio un asciugamano, mentre mia mamma inizia a telefonare a tutto il parentado, le mamme sono esseri eccezionali, ma a volte sanno essere davvero tremende. ha provato anche a passarmi qualcuno per telefono ovviamente non ho parlatpo con anima viva.
verso le 20,30 sento una voglia incredibile di spingere , allora mi visitano e mi diconno che la dilatazione è completata, si possono iniziare le spinte. mi dicono che il più è fatto che il dolore peggiore è il travaglio, be io ci ho messo un ora e mezza di spinte per fare uscire la mia pupona, 3850 gr di bellezza
.alle 21,55 nell'attimo in cui è scivolata dal mio corpo e ho sentito il suo pianto tutto il dolore è svanito, in quell'attimo tutto è cambiato.
la mia alice tutta violetta e impiastricciata, con le guance grosse come il papà di una bellezza unica per la sua mamma mi ha fatto innamorare di lei in un secondo, e in quello stesso secondo mi ha fatto rendere conto di amare ancora di più il mio alejandro.
mentre la ho in braccio e l'ammiro parlo con carlos al telefono, nella sua voce da "duro" da "macho latino" sento tutta l'emozione di un neo papà, e poi parlo con il mio ometto che tutto contento mi dice che è nata l'alice e mi chiede di tornare a casa.
guardo mia madre con quella faccia intontita che solo le nonne hanno,la mia mammina che ancora adesso mi racconta il mio parto come se io non fossi stata presente all'evento.
così è nata la mia Alice, la mia donnina
questa è una delle frasi più patetiche che ho sentito e letto, ma santo cielo quanto è vero! in un attimo ti accorgi di amare due persone immensamente,ti accorgi di amarle in maniera diversa, ma con la stessa intensità, ti accorgi di non potere fare a meno di loro...
alice doveva nascere il 31 luglio con parto cesareo, visto che anche alejandro era nato con un taglio cesareo non me la sentivo di affrontare un parto naturale, nonostante non mi fosse stato sconsigliato.
la notte tra il 28 e il 29 inizio ad avere contrazioni ogni dieci minuti, la mattina vado al pronto soccorso e nonostante 3 cm di dilatazione mi dicono di andare a casa perchè le contrazioni non sono regolari e tornare solo se le contrazioni aumentano o se rompo le acque, altrimenti mi avrebbero ricoverata il giorno dopo come stabilito per il tc. vado al ps con mia mamma mentre a casa con il mio bimbo "grande" rimane il papà, il papà che come al solito si dimostra astuto, sa che sono praticamente in travaglio, ma non rimanda l'appuntamento con il tecnico che deve riparare il pc...
così passo la tarda mattinata e il primo pomeriggio tra contrazioni e dolori mentre carlos discute del suo prezioso pc con il tecnico, per lui mancava ancora molto.
alle 15.00 sento il famoso "tac" e mi si rompono le acque, che strana sensazione, con ale mi erano state rotte in ospedale.
allora chiamo ancora mia madre e si torna al ps. saluto il mio alejandro, che mi guarda contento e mi chiede se alice sta per nascere.
mi fanno i monitoraggi, e mi sicono che sono ancora dilatata di 3-4 cm. mentre sono lì seduta penso a quello che mi ero ripromessa di fare, avevo fatto una sorta di giuramento tra me e me, mi ero ripromessa che se si fosse mosso qualcosa prima della data del tc programmato avrei tentato il parto naturale. la paura però era tanta.
così parlo con un medico che mi elenca i rischi a cui vado incontro provando un parto naturale dopo un tc, mi da un modulo da compilare mi dice di rifletterci e di dicedire, ma di farlo in fretta. .parlo con mia mamma e telefono a carlos, mi dice di fare quello che mi sento.alla fine mantengo la mia promessa e decido di provare il parto naturale
mi portano nella salla travaglio/parto, la "stanza gialla" mi porto dietro mia mamma, carlos è sempre con alejandro, sono contenta che non ci sia, almeno so che il mio bimbo è tranquillo a casa sua con il suo papà.
mi metto la vestaglietta e arrivano le osteriche e il pediatra a fare le classiche domande di rito sullo stato di salute mio e dei miei famigliari. le contrazioni ormai sono ogni 3 minuti...
ad ogni contrazione mordicchio un asciugamano, mentre mia mamma inizia a telefonare a tutto il parentado, le mamme sono esseri eccezionali, ma a volte sanno essere davvero tremende. ha provato anche a passarmi qualcuno per telefono ovviamente non ho parlatpo con anima viva.
verso le 20,30 sento una voglia incredibile di spingere , allora mi visitano e mi diconno che la dilatazione è completata, si possono iniziare le spinte. mi dicono che il più è fatto che il dolore peggiore è il travaglio, be io ci ho messo un ora e mezza di spinte per fare uscire la mia pupona, 3850 gr di bellezza
.alle 21,55 nell'attimo in cui è scivolata dal mio corpo e ho sentito il suo pianto tutto il dolore è svanito, in quell'attimo tutto è cambiato.
la mia alice tutta violetta e impiastricciata, con le guance grosse come il papà di una bellezza unica per la sua mamma mi ha fatto innamorare di lei in un secondo, e in quello stesso secondo mi ha fatto rendere conto di amare ancora di più il mio alejandro.
mentre la ho in braccio e l'ammiro parlo con carlos al telefono, nella sua voce da "duro" da "macho latino" sento tutta l'emozione di un neo papà, e poi parlo con il mio ometto che tutto contento mi dice che è nata l'alice e mi chiede di tornare a casa.
guardo mia madre con quella faccia intontita che solo le nonne hanno,la mia mammina che ancora adesso mi racconta il mio parto come se io non fossi stata presente all'evento.
così è nata la mia Alice, la mia donnina