Marta Isabella: 1 luglio 2008

[tiffany70]

Mercoledì 27 Giugno, 2° monitoraggio! Il primo non aveva dato alcun segnale che qualcosa si stesse muovendo. Il 2°, invece, qualche segnale lo aveva dato…. O almeno così lesse la dottoressa di turno “Io vedo contrazioni, se c’è il suo ginecologo faccia vedere a lui il tracciato. E’ pronta”. Il ginecologo, in effetti, c’era, Anche perché fu una scelta il monitoraggio di mercoledì (C******* era di turno all’ambulatorio). Il dott. C******* guarda il monitoraggio e mi visita: 1 cm di dilatazione, ma è la seconda gravidanza ed è normale. Non è molto convinto, nonostante tutto mi manda al Pronto Soccorso (“Sentiamo cosa ti dicono”). Al PS, invece, mi ricoverano… e lì comincia il calvario e la tua NON nascita! Mi mandano in sala travaglio, ma il travaglio non c’è. Allora, dopo qualche ora, mi mandano in stanza. Una bella stanza luminosa con una ragazza che era in travaglio avviato.
Il mio, invece, non parte. La mattina dopo la mia compagna di stanza ritorna con una bellissima bambina, Agnese. Nel pomeriggio partono (finalmente!!!) anche le mie contrazioni. Sono forti… urca… sono dolorose (eddai, eddai, eddai!). Sono proprio loro, le riconosco. E poi sono regolari… forse… beh?! Dopo 6 ore e mezza le contrazioni si interrompono (…. snif). Rimango lì dentro anche il 29, mi faccio una chiacchierata con Pamela, la meravigliosa ostetrica che mi ha assistito durante la nascita di Giulia e che, a dire il vero, non si ricorda ne’ di me ne’ di Giulia e mi convinco che sia meglio andarsene. Lì dentro non ce la faccio più! Bene! Ho deciso. La mattina seguente me ne andrò. Così faccio. Torniamo a casa e, nel pomeriggio, andiamo a riposarci tutti e tre (esausti), Silviano, Giulia ed io. Poi verso le 18 mi sveglio… non sto proprio benissimo… ho certi dolorini… oh, mamma, però sono forti… Silviano si sveglia e decide di andare a comprare qualcosa per cena, visto che non abbiamo nulla. Gli dico di portarsi Giulia perché i dolori sembrano davvero forti e non voglio che lei mi veda in quello stato. Lui esce. Io decido di farmi una doccia, per rilassarmi un pochino. Silviano e Giulia staranno sicuramente tornando. Sono le 21:08, mi spoglio … e qualcosa di conosciuto scivola via tra le gambe. Oh cavolo! Alzo la cornetta del telefono: “Silviano?! Quanto pensi di metterci? No, è che ho rotto le acque.“. Io mi faccio la doccia e Silviano torna. Sono pronta. Carichiamo valigia e Giulia in macchina e portiamo la bambina da mia suocera.
Dopodiché Silviano comincia a sembrarmi un bolide (Schumacher je fa ‘n baffo!). Le contrazioni sono veramente fortissime e ravvicinate. Ma è il Sabato sera di un’estate romana. Il traffico è tremendo. Io urlo in macchina mentre Silviano passa tra le macchine incolonnate (e tra micro-spazi impensabili) col clacson sempre tra le mani (BI BIIIIIIIIII BI BIIIIIIIIII). Arriviamo al Fatebenefratelli con difficoltà. C’è chi ha parcheggiato sulla stradina che conduce all’ospedale per andare a guardarsi le bancarelle mentre Silviano cerca disperatamente di entrare per portarmi in Ospedale, suona mentre la gente cammina tranquillamente in mezzo e non si sposta nonostante la fretta sia evidente (“Aho’, sta calmo…” - “STA CALMO DE CHE???????”). Parcheggi non ce ne sono ed io non ce la faccio più. Lui chiede ad un carabiniere che si trova di fronte alla Basilica di S. Bartolomeo all’Isola se può appoggiare la macchina lì dentro solo il tempo di portare me al Pronto Soccorso. Il carabiniere, comprensivo, gli risponde che ce la può proprio lasciare, la macchina, gli apre le transenne e lui parcheggia. Mi porta al PS e lì non riesco a muovere nemmeno un passo perché se cammino partono delle contrazioni allucinanti. Mi ricoverano e mi portano in sala travaglio con la carrozzina. Dopo 10 minuti interminabili (ma per Giulia non me la ricordavo così dolorosa…), nei quali ho pregato di essere sedata e pianto come una disperata, mi fanno una meravigliosa, placante epidurale… ahhhhhhhhhh… da quel momento i 30 minuti successivi sono stati una passeggiata. Però io sentivo spingere… “sento spingere sul sedere”. L’ostetrica controlla “Di già?Acc… la testa è qui! Ok… sei pronta! Spingi, brava…“.

Ore 00:45. Un vagito mi riempie le orecchie ed il cuore.
Ti mettono sul mio petto “la massaggi con questo” e mi danno un canovaccio.
Oddio, amore, amore, amore. Ma sei stupenda. Silviano, questa volta, taglia il cordone. Poi tutto il resto me lo ricordo… sono già preparata. Ti portano via! Devono lavarti, vestirti, esaminarti. E a me mi risistemano.
Tu prendi 9 dopo il 1° minuto e 10 dopo 5 minuti, proprio come Giulia.
Quando ti riporta tuo padre io vomito in continuazione. Tu, invece, sei così tranquilla. Eppure sei sveglia e avvolta, come Giulia, nella coperta rossa fatta da nonna Tati. Oh mamma, sei pure così chiara (biondo rossiccia), non me lo aspettavo. Sei tutta perfetta. Non hai sofferto molto, per fortuna, e i tuoi lineamenti non ne hanno risentito. Sei nata in 40 minuti dall’arrivo in ospedale e dopo solo 3 ore e mezza dalla rottura delle acque.
Ricordo che quella notte ho dormito a metà, anche questa volta l’emozione mi ha vinta. E guardarti era quello che il mio cuore mi chiedeva di fare nonostante la stanchezza. Eri lì, accanto a me, che dormivi tranquilla e beata. Non c’è cosa più bella al mondo di un figlio che hai appena partorito. Lo studi, lo devi studiare perché per 9 lunghi mesi l’hai solo immaginato ed intravisto nelle ecografie… e allora cerchi di imparare a memoria ogni suo dettaglio.
Ancora oggi, che è quasi passato un anno, “ti imparo a memoria”. Tesoro della mamma, quanta gioia mi dai ogni giorno. Ti guardo mentre sorridi al mondo perché tu sei nata felice. La tua felicità è per me energia vitale. Quando tendi le braccia sorridendo vedendomi venire verso di te e avvicini la tua bocca se ti chiedo un bacio. Quando fai “ciao ciao” con la manina o ti butti all’indietro da sola alla fine del “Cavallino arrò arrò” e nel farlo ridi di gusto. Quando mi batti le tue piccole e paffute manine sulle spalle per farmi capire quanto sei contenta quando ti prendo tra le braccia. Quando giochi urlando e verseggiando con me, anche se “mamma” non lo dici ancora in modo chiaro. Quando sgambetti e ridi soddisfatta alla vista del biberon della colazione.
Ti amo di un amore infinito. Vorrei incidere il tempo di te per poter fermare ogni istante. Quanto stai crescendo in fretta, amore mio.
Ricordo che in ospedale, nella penombra, sdraiata sul letto che mi avevano assegnato, ti tenevo sopra di me mentre tu riposavi cercando di assaporare totalmente la sensazione del tuo piccolo corpo sul mio. Lì, con gli occhi chiusi e te sul ventre e per sempre nel mio cuore la mia mente stanca e felice si assopiva con una nuova certezza “Marta Isabella, finalmente ci sei anche tu… nella mia vita.”.
Ti amo, Isa, per sempre ed anche oltre.
Mamma

[xanna]

Bello!!!!
Io mi emoziono sempre!!!


Tra poco sarà il compleanno della piccolina...Un bacino!

[CENTOSTELLE]

Quando sono un po' giù leggo una di queste belle storie di nascite e dopo va meglio.....grazie!!

E auguroni alla piccola che sta per compiere il suo primo anno!!

[Coccolyna]

che meraviglia

[Phoebe72]

davvero stupendo

[miche76]

bellissimo...............
Come mi sono commossa!!!!
è nata il giorno della mia bECKY!!!!

[marlener]

Non c’è cosa più bella al mondo di un figlio che hai appena partorito. Lo studi, lo devi studiare perché per 9 lunghi mesi l’hai solo immaginato ed intravisto nelle ecografie… e allora cerchi di imparare a memoria ogni suo dettaglio.Ancora oggi, che è quasi passato un anno, “ti imparo a memoria”.

quanta verità...
complimenti!