Diego - parto in casa *quasi* perfetto!!
Inviato: 6 giu 2008, 14:55
Prima parte – il parto
Anche questa volta sono arrivata al termine della gravidanza, l’ho superato di qualche giorno e ancora niente… sto diventando davvero impaziente! La data calcolata con l’ultima mestruazione era il 13 maggio, poi con le ecografie si scopre e si conferma una settimana di ritardo, andiamo al 20 maggio. Il 21 è il mio compleanno, ed io con il pancione non ho voglia di festeggiare, pur sapendo che mi dovrei baciare i gomiti di com’è andata la gravidanza… Beh, in effetti ho avuto una minaccia di aborto al terzo mese, dovuta al fatto che stavo ancora allattando mia figlia Miriam, e la suzione può provocare le contrazioni. Ho smesso di allattare nel momento in cui me l’hanno detto, al Pronto Soccorso (dirlo prima no, eh?). Poi all’ottavo mese salta fuori che il bimbo si è rigirato di nuovo, da cefalico è tornato podalico, e quindi per una settimana o due si parlava di cesareo, altro che il mio desiderato parto in casa tutto naturale senza farmaci e senza medici…
Per fortuna il piccolino decide di tornare a testa in giù. Poi, piccolino a chi? Ci han detto all’ecografia di accrescimento che potrebbe nascere di 4 kg, stiamo a vedere!
Il parto in casa funziona così: dalla 38esima fino eventualmente oltre la 41esima l’ostetrica di riferimento rimane a disposizione e raggiungibile 24ore su 24, a inizio travaglio o comunque quando le contrazioni iniziano a farsi sentire la devo chiamare, darle tempo di arrivare e avvisare la sua collega. Saranno in due per potersi dare il cambio e riposare un po’ (se dovesse avvenire di notte) e poi per occuparsi una del bambino e una di me subito dopo il parto. L’associazione di queste ostetriche è riconosciuta dalla Regione e dalle strutture sanitarie, infatti ho già consegnato il modulo per la richiesta di rimborso parziale delle spese, insieme alla dichiarazione dell’ostetrica che mi ha presa in carico ed il certificato di gravidanza fisiologica ecc ecc. Ho anche lavorato tutto l’ottavo mese, visto che non ci sono controindicazioni verso l’uso del pc, e del resto le ultime settimane da sola a casa mi son sembrate così lunghe…
Arriva e passa anche Giovedì 22 Maggio, ormai pensiamo al fine settimana, si sposa un nostro amico, chissà se riusciamo ad andare? La sera a letto mio marito Michele mi cerca, ma io stranamente non ne ho voglia, sono un po’ giù di morale per questa attesa, mi sento stanca e so che per l’ennesima volta mi sveglierò 3 o 4 volte per andare in bagno. :-(
Ho preso un paio di cucchiaini di olio di ricino, su consiglio dell’ostetrica, un rimedio di una volta ancora efficace per evitare l’induzione chimica del parto… Ma non ho voluto esagerare neanche con quello, perché già in bagno ci vado abbastanza, non vorrei passarci tutta la giornata!
Il venerdì mattina mi sveglia nostra figlia verso le 6 e mezza, ha 17 mesi, la coccolo un po’ nel lettone e lei si riaddormenta, ma io ormai ho perso il sonno. Prendo un libro e mi metto sul divano-letto in soggiorno, la luce che entra dalla porta a vetri è sufficiente per leggere un’oretta, poi è tempo che anche il resto della famiglia si alzi! Facciamo colazione, vestiamo la bimba, sono passate le 8 di mattina. Le contrazioni che sentivo nei giorni scorsi ci sono ancora, ma adesso inizio a sentirle un po’ di più. Non sono dolorose, ma mi danno fastidio, non sarei capace di tornare a dormire neanche volendo.
Lo dico a mio marito e gli chiedo se possibile di tornare a casa dopo che ha accompagnato Miriam all’asilo. Intanto chiamo l’ostetrica. Ero convinta che il travaglio si sarebbe avviato di notte, quindi penso semmai stasera, col buio, nascerà questo bambino. Queste sono avvisaglie. Comunque avverto l’ostetrica, che se riesce in giornata mi verrà a visitare. Vado a farmi la doccia, con calma, poi mi asciugo i capelli, ed è ora che mio marito parta con la bimba per portarla al nido.
Inganno l’attesa telefonando, chiamo mia sorella Erica, che studia al primo anno di medicina, le dico oggi hai da fare? Probabilmente nel pomeriggio o verso sera nasce, se vuoi dopo lezione passare di qua… Le avevo promesso che l’avrei avvertita, nel caso volesse assistere al parto. È un’idea mia, lei dapprima era titubante, la spaventava il fatto di vedermi stare male. Però le ho detto dai, è un’occasione che non hanno tutti, potresti decidere che la cosa non fa per te e scegliere una specializzazione che non riguardi il sangue, le nascite e compagnia bella… Inoltre mi fido di lei, ho piacere che sia presente (io andrei volentieri se mai mi chiedesse di assistere al suo parto) e penso sia anche un’occasione per scoprirci più vicine di quanto siamo state fin’ora.
Poi chiamo mia madre, le chiedo come si prepara la pasta con i broccoli come fa lei. Penso che del resto in qualche modo bisogna ingannare il tempo fino all’ora di pranzo, quindi potrei cucinare quei broccoli che ho comprato pochi giorni fa.
Ad ogni modo quando mio marito torna a casa mi sono già resa conto che sarà difficile per me riuscire a cucinare qualcosa. Le contrazioni sono ogni 4-5 minuti e mi devo appoggiare a una sedia o a qualcosa, da in piedi, in attesa che passino. Chiamo di nuovo l’ostetrica e le dico che questa è l’ultima telefonata che faccio, non credo di essere in grado di farne altre perché implica una certa concentrazione… Lei capisce, sta arrivando ma le ci vorrà un’oretta, nel frattempo mi manda la sua collega che visitandomi le potrà dire com’è la situazione.
Michele mi propone se nel frattempo voglio fare i conti di casa, o guardare un film, ma non ho abbastanza attenzione per nessuna delle due cose. Gli chiedo di mandare un messaggio a Erica, e dirle che se vuole assistere al parto forse è meglio che non aspetti il pomeriggio e che venga subito. Quando arriva l’ostetrica (la collega della “mia” ostetrica) io sono semiseduta sul letto. Ho tirato su le coperte perché all’improvviso sento freddo. Penso che potrei anche riposare un po’.
Ascolta il battito del bambino, che va benissimo, e mi visita tra una contrazione e l’altra. Dice bene! Sei di 3-4 centimetri, probabilmente durante le contrazioni arrivi anche a di più.
Non ci credo! Lo so che mi dicono di non fare paragoni con la volta scorsa, che le cose sono andate storte ed era il primo parto, questa volta è tutto diverso ecc ecc. Però io ripenso a quanto è stata lunga l’attesa per sentirsi dire “sei di 4 cm”, un giorno intero di contrazioni irregolari e dolorose, da non capirci più niente, anche per via del fatto che avevo rotto le acque il giorno prima…
Comunque queste contrazioni sono strane, sono davvero ravvicinate ma mi sembrano così corte! Ripenso a quelle che avevo conosciuto l’anno scorso, che mi sembravano non finire mai, e davvero è tutto diverso!
Sento l’ostetrica che telefona e dice stiamo andando bene, è di 4 cm, vado a prendere la mia roba in macchina e ti aspetto. Lei e Michele disfano il letto, mettono le lenzuola pulite sotto, poi uno dei teli di plastica che ho comprato, quelli per dipingere casa, e sopra le lenzuola che stavo già usando e che metteremo poi a lavare. Nel frattempo arriva mia sorella. Dico a Michele che se vuole farmi una ultima foto con il pancione è questo il momento. Scopro la pancia, da in piedi, e ancora una volta mi sembra una cosa così “aliena”, attaccata a me per finta, una specie di cocomero o un casco da moto, teso e rotondo sotto la pelle. E così alta, tutti che mi dicevano com’è alta ancora la pancia, si vede che manca del tempo… hmm!!
Quando arriva la “mia” ostetrica le chiedo se vuole visitarmi anche lei, mi dice non c’è bisogno, aspettiamo ancora che non sto a darti fastidio se riesci a riposare un po’. Io continuo a sentire freddo, mi rifugio con la tuta sotto le coperte e chiedo a Michele di starmi vicino. Intanto in soggiorno tirano fuori un po’ tutte le cose utili, quelle comprate da me e quelle portate da loro. Tirano fuori anche lo sgabello, che sembra un’asse del gabinetto montata su un sostegno a ferro di cavallo. Ci mettono sotto e sopra i salvaletto rettangolari, quelli usa e getta.
Io mi lamento che queste contrazioni sono ravvicinate e durano poco! L’ostetrica dice se vai avanti così vedrai che le cose vanno bene, è partito il travaglio proprio bene. Mi sento un po’ intontita. Mi visita che saranno le 11 e mezza, forse mezzogiorno. Sono di 6-7 cm e mi sento tanto stanca. Mi propongono di fare il bagno, oppure mettermi sotto la doccia con lo sgabello per spruzzarmi la pancia di acqua calda. Preferisco la doccia, Michele mi aiuta e mi spruzza, poi mi mette l’accappatoio e mi asciuga le gambe. Mi rimetto un po’ a letto, ogni tanto vengono a sentire il battito del bambino che va tutto bene. Sento che c’è del via-vai in soggiorno, poi scoprirò che mia sorella è andata a prendere le pizze per tutti, e poi anche le sigarette per una delle ostetriche. Poi quando è tornata ha preso possesso della macchina fotografica e si è dedicata a fare le foto…
Da un certo momento in poi, anche stare sdraiata mi risulta insopportabile. Mi alzo e gironzolo, mi appoggio alla sponda del letto stringendo i denti durante le contrazioni e ringraziando che non sono lunghe e dolorose quanto nei miei ricordi. Mi arrabbio se qualcuno mi parla o se parlano tra loro intorno a me, voglio silenzio! La camera da letto è in penombra, c’è un clima di attesa. Mi stanno tutti un po’ alla larga, come se potessi mordere. Tutti tranne Michele, ovviamente, perché non lascio che si allontani nemmeno un attimo (la sua pizza si fredda ma non mi importa proprio…).
Sono da poco passate le due del pomeriggio quando mi annunciano che sono a dilatazione completa, “c’è rimasto solo un bordino da una parte”. Mi meraviglio ancora che stia andando tutto così rapidamente, ma non mi sento allegra, faccio una fatica enorme a fare attenzione a quel che mi circonda e l’unico pensiero è che ho sonno, ho bisogno di dormire, voglio una pausa… E’ come se mi avessero dato una droga o un potente sonnifero e dovessi combattere per non addormentarmi. Sono le endorfine, le sto producendo io, “è normale”. Vorrei che la smettessero di dirmi “è normale” ad ogni cosa che dico, un momento mi sento gelare e si rizzano tutti i peli sulle braccia, un momento sono in un bagno di sudore e mi strapperei i vestiti, cosa me ne frega se è normale?!!?
E’ mentre l’ostetrica mi visita che si rompono le acque, finalmente! Mia sorella fa tanto d’occhi, guarda come è cambiata la forma della pancia! Ti stai sgonfiando!! Boh, a me vista da sopra sembra sempre la stessa enorme cosa ingombrante, però devo dire che sento lì per lì un gran sollievo, se ne va un sacco di liquido e sento alleviarsi la tensione dappertutto. Il liquido non è proprio trasparente, c’è del sangue mio in mezzo e mi pare che abbia una tonalità di giallo che probabilmente in ospedale definirebbero tinto di primo grado. In pratica con Miriam questo era già un segnale di chissà quale potenziale pericolo, ma le ostetriche sono tranquille e dicono che sta andando tutto benissimo, quindi sono tranquilla anche io.
Mi suggeriscono di cambiare posizione ed io cerco di obbedire, lottando contro la stanchezza. Mi fanno stare per alcune contrazioni in piedi con un piede leggermente alzato, poi ondeggiare con il bacino di qua e di là pigramente, poi mi siedo sullo sgabello (e questo è comodo perché Michele sta seduto su una sedia dietro di me, mi ci appoggio come ad una grossa poltrona accogliente e chiudo gli occhi). Mi hanno detto se senti il bisogno di spingere ce lo fai sapere. Ma il tempo passa e io non sento il bisogno di spingere per niente. La testa del bimbo è ancora in alto e io sono a dilatazione completa e non so cosa fare. :-(
Mi propongono di mettermi di nuovo sul letto ma a pancia in giù, cioè su un fianco perché proprio a pancia in giù non riesco, ma appena mi appoggio all’avanti sento un male incredibile! Non ci voglio stare! Mi dicono resisti almeno 3, 4 contrazioni, ma in questa posizione le contrazioni sono amplificate, esagerate, una dietro l’altra… Vorrei alzarmi e scappare via. Sento che commentano che stavolta è proprio il bambino a decidere la posizione e non la mamma, è lui che deve rigirarsi e scendere, e a me tocca sopportare perché stando così agevolo il suo lavoro. Risulterà poi che il bambino si è girato completamente, cioè dal mattino che aveva la schiena sul mio fianco destro, si è girato fino ad avere la schiena sul mio lato sinistro, incanalare bene la testa (ma in modo un po’ assimmetrico, aveva un po’ una portuberanza da una parte…), insomma un gran lavoro che toccava fare solo a lui, e io che stavo ad aspettare…
Mi hanno detto se ti può aiutare, urla. Non ho la benché minima intenzione di urlare e non credo che mi aiuti. Però mi lamento e mi incazzo veramente tanto, ringhio e mordo il cuscino. Michele se ne sta seduto su una sedia di fianco a me e se prova ad allontanarsi non ci vedo più. Mi serve il suo braccio per affondarci le dita e le unghie e stringere più forte che posso finché non passa il dolore. A posteriori mi ha detto che trova incredibile che non gli abbia lasciato dei lividi, e vedeva le dita della sua mano gonfiarsi e cambiare colore mentre gli artigliavo il braccio…
Mi lamento e dico basta basta basta, questo bambino se ne deve andare, vattene vattene via, non ti voglio più, mi stai facendo maaaaale!!!
Però cambiando posizione le contrazioni rallentano e tornano sopportabili, quindi contro il mio istinto di sopravvivenza, le ostetriche mi suggeriscono di tornare giù sul letto, poi provare a mettermi a quattro zampe, anche così posso provare a spingere. Comunque spingo perché me lo dicono, e anche perché non ne posso più e non voglio più aspettare.
Sto pensando di gettare la spugna, ma chi me l’ha fatto fare, se fossimo stati in ospedale col cavolo che mi lasciavano tutto questo tempo a dilatazione completa senza che riuscissi a farlo nascere… Mi ritorna in mente il medico che mi aggrediva, alla nascita di Miriam, e mi diceva che stavo facendo finta, che non mi impegnavo, questo bambino bisogna farlo nascere non siamo mica qui per prenderci in giro… e poi in due e due quattro mi ha tagliata, l’ha tirata fuori urlante con la ventosa, spingendomi sulla pancia, gridando anche lui. Lasciando me e Michele muti e impotenti, lasciandomi umiliata e ferita, ricucita come un tacchino a cui per errore si è dovuto togliere il ripieno…
Penso a quante volte ho maledetto quel medico e quell’esperienza, eppure qui adesso, non sarebbe comodo lasciare che fosse un altro a fare tutto, stare a guardare, cinque minuti e me lo avrebbero tirato fuori… Penso anche che forse è colpa mia, arrivo a dilatazione completa e poi non sono capace di farlo uscire, magari gli sto anche facendo del male, magari sarà lui a farmi del male e il peggio deve ancora venire, credo che non sarò capace di partorire e anche le ostetriche prima o poi si arrenderanno e mi porteranno in ospedale.
Qualcuno di questi pensieri esce in parole, e mi sento rispondere che non ha senso, di andare avanti e restare coerente con la scelta che ho fatto, che davvero sta andando bene e manca poco, certo che sarò capace!
Intanto mi fanno riprovare a quattro zampe, ce la metto tutta e poi mi dicono dai, ancora, sta scendendo finalmente, si vede la testa!
A quel punto mi dicono vuoi tirarti su e venire sullo sgabello? Ma come, si vede la testa e io mi devo muovere e camminare fino a lì e sedermi? Ma quando mi tiro su mi rendo conto che è vero, che è giusto, adesso capisco che ce la posso fare e non so dove e come ma credo anche di aver ritrovato le forze. Mi siedo sullo sgabello e con una spinta, due, trattenendo il fiato lo sento che esce e lo voglio proprio mandare via! L’ostetrica mi dice fermati ferma lì!!! Ma come? Oh, lo vedo che la testa mezza fuori e un po’ brucia ma neanche tanto, non mi pare di starmi facendo del male. Mi dicono dai, un’altra contrazione e nasce del tutto, mia sorella si sporge dal letto e guarda, ha la macchina fotografica in mano, dai per piacere non adesso…
E sta benedetta contrazione perché non arriva?! Vabbeh, facciamo finta che arrivi, facciamola finita. Appena riesco spingo e spingo ancora, sento che armeggiano intorno al bambino e poi mi svuoto, è fuori da me, lo appoggiano per terra, lo vedo che si muove tutto sporco…
Michele nasconde la testa sulla mia spalla e si mette a piangere. Dico ma dai, tranquillo, non piangere, gli accarezzo i capelli. L’ostetrica mi risponde ma non sta piangendo (il bambino). Dico no, è Michele che piange… :-)
Sono le 17:13 secondo mia sorella, che era responsabile anche di tenere l’orologio. (e poi ha avuto il coraggio di dirmi ma quanto ci hai messo! Beata ingenuità, da stamattina che non avevo niente…)
Il bimbo è tranquillo, ha gli occhi aperti spalancati, ma che brutto colore! E’ tutto blu e violetto, o è la penombra di questa stanza che mi inganna? Mi dicono che aveva due giri di funicolo intorno al collo, lo hanno liberato appena è uscito con la testa (quell’armeggiare che ho sentito). Io neanche una minima lacerazione, e dire che sto bimbo sembra grande, intanto gli mettiamo gli asciugamani caldi intorno, poverino, avrà freddo…
Non sono così belli i bimbi appena nati, diciamolo, e poi almeno che torni del colore giusto! Però mi stai simpatico, con questi occhioni aperti, questa curiosità di guardarti intorno senza essere impaurito, non piangi, ma sei qui e respiri e spalanchi la bocca…
Anche questa volta sono arrivata al termine della gravidanza, l’ho superato di qualche giorno e ancora niente… sto diventando davvero impaziente! La data calcolata con l’ultima mestruazione era il 13 maggio, poi con le ecografie si scopre e si conferma una settimana di ritardo, andiamo al 20 maggio. Il 21 è il mio compleanno, ed io con il pancione non ho voglia di festeggiare, pur sapendo che mi dovrei baciare i gomiti di com’è andata la gravidanza… Beh, in effetti ho avuto una minaccia di aborto al terzo mese, dovuta al fatto che stavo ancora allattando mia figlia Miriam, e la suzione può provocare le contrazioni. Ho smesso di allattare nel momento in cui me l’hanno detto, al Pronto Soccorso (dirlo prima no, eh?). Poi all’ottavo mese salta fuori che il bimbo si è rigirato di nuovo, da cefalico è tornato podalico, e quindi per una settimana o due si parlava di cesareo, altro che il mio desiderato parto in casa tutto naturale senza farmaci e senza medici…
Per fortuna il piccolino decide di tornare a testa in giù. Poi, piccolino a chi? Ci han detto all’ecografia di accrescimento che potrebbe nascere di 4 kg, stiamo a vedere!
Il parto in casa funziona così: dalla 38esima fino eventualmente oltre la 41esima l’ostetrica di riferimento rimane a disposizione e raggiungibile 24ore su 24, a inizio travaglio o comunque quando le contrazioni iniziano a farsi sentire la devo chiamare, darle tempo di arrivare e avvisare la sua collega. Saranno in due per potersi dare il cambio e riposare un po’ (se dovesse avvenire di notte) e poi per occuparsi una del bambino e una di me subito dopo il parto. L’associazione di queste ostetriche è riconosciuta dalla Regione e dalle strutture sanitarie, infatti ho già consegnato il modulo per la richiesta di rimborso parziale delle spese, insieme alla dichiarazione dell’ostetrica che mi ha presa in carico ed il certificato di gravidanza fisiologica ecc ecc. Ho anche lavorato tutto l’ottavo mese, visto che non ci sono controindicazioni verso l’uso del pc, e del resto le ultime settimane da sola a casa mi son sembrate così lunghe…
Arriva e passa anche Giovedì 22 Maggio, ormai pensiamo al fine settimana, si sposa un nostro amico, chissà se riusciamo ad andare? La sera a letto mio marito Michele mi cerca, ma io stranamente non ne ho voglia, sono un po’ giù di morale per questa attesa, mi sento stanca e so che per l’ennesima volta mi sveglierò 3 o 4 volte per andare in bagno. :-(
Ho preso un paio di cucchiaini di olio di ricino, su consiglio dell’ostetrica, un rimedio di una volta ancora efficace per evitare l’induzione chimica del parto… Ma non ho voluto esagerare neanche con quello, perché già in bagno ci vado abbastanza, non vorrei passarci tutta la giornata!
Il venerdì mattina mi sveglia nostra figlia verso le 6 e mezza, ha 17 mesi, la coccolo un po’ nel lettone e lei si riaddormenta, ma io ormai ho perso il sonno. Prendo un libro e mi metto sul divano-letto in soggiorno, la luce che entra dalla porta a vetri è sufficiente per leggere un’oretta, poi è tempo che anche il resto della famiglia si alzi! Facciamo colazione, vestiamo la bimba, sono passate le 8 di mattina. Le contrazioni che sentivo nei giorni scorsi ci sono ancora, ma adesso inizio a sentirle un po’ di più. Non sono dolorose, ma mi danno fastidio, non sarei capace di tornare a dormire neanche volendo.
Lo dico a mio marito e gli chiedo se possibile di tornare a casa dopo che ha accompagnato Miriam all’asilo. Intanto chiamo l’ostetrica. Ero convinta che il travaglio si sarebbe avviato di notte, quindi penso semmai stasera, col buio, nascerà questo bambino. Queste sono avvisaglie. Comunque avverto l’ostetrica, che se riesce in giornata mi verrà a visitare. Vado a farmi la doccia, con calma, poi mi asciugo i capelli, ed è ora che mio marito parta con la bimba per portarla al nido.
Inganno l’attesa telefonando, chiamo mia sorella Erica, che studia al primo anno di medicina, le dico oggi hai da fare? Probabilmente nel pomeriggio o verso sera nasce, se vuoi dopo lezione passare di qua… Le avevo promesso che l’avrei avvertita, nel caso volesse assistere al parto. È un’idea mia, lei dapprima era titubante, la spaventava il fatto di vedermi stare male. Però le ho detto dai, è un’occasione che non hanno tutti, potresti decidere che la cosa non fa per te e scegliere una specializzazione che non riguardi il sangue, le nascite e compagnia bella… Inoltre mi fido di lei, ho piacere che sia presente (io andrei volentieri se mai mi chiedesse di assistere al suo parto) e penso sia anche un’occasione per scoprirci più vicine di quanto siamo state fin’ora.
Poi chiamo mia madre, le chiedo come si prepara la pasta con i broccoli come fa lei. Penso che del resto in qualche modo bisogna ingannare il tempo fino all’ora di pranzo, quindi potrei cucinare quei broccoli che ho comprato pochi giorni fa.
Ad ogni modo quando mio marito torna a casa mi sono già resa conto che sarà difficile per me riuscire a cucinare qualcosa. Le contrazioni sono ogni 4-5 minuti e mi devo appoggiare a una sedia o a qualcosa, da in piedi, in attesa che passino. Chiamo di nuovo l’ostetrica e le dico che questa è l’ultima telefonata che faccio, non credo di essere in grado di farne altre perché implica una certa concentrazione… Lei capisce, sta arrivando ma le ci vorrà un’oretta, nel frattempo mi manda la sua collega che visitandomi le potrà dire com’è la situazione.
Michele mi propone se nel frattempo voglio fare i conti di casa, o guardare un film, ma non ho abbastanza attenzione per nessuna delle due cose. Gli chiedo di mandare un messaggio a Erica, e dirle che se vuole assistere al parto forse è meglio che non aspetti il pomeriggio e che venga subito. Quando arriva l’ostetrica (la collega della “mia” ostetrica) io sono semiseduta sul letto. Ho tirato su le coperte perché all’improvviso sento freddo. Penso che potrei anche riposare un po’.
Ascolta il battito del bambino, che va benissimo, e mi visita tra una contrazione e l’altra. Dice bene! Sei di 3-4 centimetri, probabilmente durante le contrazioni arrivi anche a di più.
Non ci credo! Lo so che mi dicono di non fare paragoni con la volta scorsa, che le cose sono andate storte ed era il primo parto, questa volta è tutto diverso ecc ecc. Però io ripenso a quanto è stata lunga l’attesa per sentirsi dire “sei di 4 cm”, un giorno intero di contrazioni irregolari e dolorose, da non capirci più niente, anche per via del fatto che avevo rotto le acque il giorno prima…
Comunque queste contrazioni sono strane, sono davvero ravvicinate ma mi sembrano così corte! Ripenso a quelle che avevo conosciuto l’anno scorso, che mi sembravano non finire mai, e davvero è tutto diverso!
Sento l’ostetrica che telefona e dice stiamo andando bene, è di 4 cm, vado a prendere la mia roba in macchina e ti aspetto. Lei e Michele disfano il letto, mettono le lenzuola pulite sotto, poi uno dei teli di plastica che ho comprato, quelli per dipingere casa, e sopra le lenzuola che stavo già usando e che metteremo poi a lavare. Nel frattempo arriva mia sorella. Dico a Michele che se vuole farmi una ultima foto con il pancione è questo il momento. Scopro la pancia, da in piedi, e ancora una volta mi sembra una cosa così “aliena”, attaccata a me per finta, una specie di cocomero o un casco da moto, teso e rotondo sotto la pelle. E così alta, tutti che mi dicevano com’è alta ancora la pancia, si vede che manca del tempo… hmm!!
Quando arriva la “mia” ostetrica le chiedo se vuole visitarmi anche lei, mi dice non c’è bisogno, aspettiamo ancora che non sto a darti fastidio se riesci a riposare un po’. Io continuo a sentire freddo, mi rifugio con la tuta sotto le coperte e chiedo a Michele di starmi vicino. Intanto in soggiorno tirano fuori un po’ tutte le cose utili, quelle comprate da me e quelle portate da loro. Tirano fuori anche lo sgabello, che sembra un’asse del gabinetto montata su un sostegno a ferro di cavallo. Ci mettono sotto e sopra i salvaletto rettangolari, quelli usa e getta.
Io mi lamento che queste contrazioni sono ravvicinate e durano poco! L’ostetrica dice se vai avanti così vedrai che le cose vanno bene, è partito il travaglio proprio bene. Mi sento un po’ intontita. Mi visita che saranno le 11 e mezza, forse mezzogiorno. Sono di 6-7 cm e mi sento tanto stanca. Mi propongono di fare il bagno, oppure mettermi sotto la doccia con lo sgabello per spruzzarmi la pancia di acqua calda. Preferisco la doccia, Michele mi aiuta e mi spruzza, poi mi mette l’accappatoio e mi asciuga le gambe. Mi rimetto un po’ a letto, ogni tanto vengono a sentire il battito del bambino che va tutto bene. Sento che c’è del via-vai in soggiorno, poi scoprirò che mia sorella è andata a prendere le pizze per tutti, e poi anche le sigarette per una delle ostetriche. Poi quando è tornata ha preso possesso della macchina fotografica e si è dedicata a fare le foto…
Da un certo momento in poi, anche stare sdraiata mi risulta insopportabile. Mi alzo e gironzolo, mi appoggio alla sponda del letto stringendo i denti durante le contrazioni e ringraziando che non sono lunghe e dolorose quanto nei miei ricordi. Mi arrabbio se qualcuno mi parla o se parlano tra loro intorno a me, voglio silenzio! La camera da letto è in penombra, c’è un clima di attesa. Mi stanno tutti un po’ alla larga, come se potessi mordere. Tutti tranne Michele, ovviamente, perché non lascio che si allontani nemmeno un attimo (la sua pizza si fredda ma non mi importa proprio…).
Sono da poco passate le due del pomeriggio quando mi annunciano che sono a dilatazione completa, “c’è rimasto solo un bordino da una parte”. Mi meraviglio ancora che stia andando tutto così rapidamente, ma non mi sento allegra, faccio una fatica enorme a fare attenzione a quel che mi circonda e l’unico pensiero è che ho sonno, ho bisogno di dormire, voglio una pausa… E’ come se mi avessero dato una droga o un potente sonnifero e dovessi combattere per non addormentarmi. Sono le endorfine, le sto producendo io, “è normale”. Vorrei che la smettessero di dirmi “è normale” ad ogni cosa che dico, un momento mi sento gelare e si rizzano tutti i peli sulle braccia, un momento sono in un bagno di sudore e mi strapperei i vestiti, cosa me ne frega se è normale?!!?
E’ mentre l’ostetrica mi visita che si rompono le acque, finalmente! Mia sorella fa tanto d’occhi, guarda come è cambiata la forma della pancia! Ti stai sgonfiando!! Boh, a me vista da sopra sembra sempre la stessa enorme cosa ingombrante, però devo dire che sento lì per lì un gran sollievo, se ne va un sacco di liquido e sento alleviarsi la tensione dappertutto. Il liquido non è proprio trasparente, c’è del sangue mio in mezzo e mi pare che abbia una tonalità di giallo che probabilmente in ospedale definirebbero tinto di primo grado. In pratica con Miriam questo era già un segnale di chissà quale potenziale pericolo, ma le ostetriche sono tranquille e dicono che sta andando tutto benissimo, quindi sono tranquilla anche io.
Mi suggeriscono di cambiare posizione ed io cerco di obbedire, lottando contro la stanchezza. Mi fanno stare per alcune contrazioni in piedi con un piede leggermente alzato, poi ondeggiare con il bacino di qua e di là pigramente, poi mi siedo sullo sgabello (e questo è comodo perché Michele sta seduto su una sedia dietro di me, mi ci appoggio come ad una grossa poltrona accogliente e chiudo gli occhi). Mi hanno detto se senti il bisogno di spingere ce lo fai sapere. Ma il tempo passa e io non sento il bisogno di spingere per niente. La testa del bimbo è ancora in alto e io sono a dilatazione completa e non so cosa fare. :-(
Mi propongono di mettermi di nuovo sul letto ma a pancia in giù, cioè su un fianco perché proprio a pancia in giù non riesco, ma appena mi appoggio all’avanti sento un male incredibile! Non ci voglio stare! Mi dicono resisti almeno 3, 4 contrazioni, ma in questa posizione le contrazioni sono amplificate, esagerate, una dietro l’altra… Vorrei alzarmi e scappare via. Sento che commentano che stavolta è proprio il bambino a decidere la posizione e non la mamma, è lui che deve rigirarsi e scendere, e a me tocca sopportare perché stando così agevolo il suo lavoro. Risulterà poi che il bambino si è girato completamente, cioè dal mattino che aveva la schiena sul mio fianco destro, si è girato fino ad avere la schiena sul mio lato sinistro, incanalare bene la testa (ma in modo un po’ assimmetrico, aveva un po’ una portuberanza da una parte…), insomma un gran lavoro che toccava fare solo a lui, e io che stavo ad aspettare…
Mi hanno detto se ti può aiutare, urla. Non ho la benché minima intenzione di urlare e non credo che mi aiuti. Però mi lamento e mi incazzo veramente tanto, ringhio e mordo il cuscino. Michele se ne sta seduto su una sedia di fianco a me e se prova ad allontanarsi non ci vedo più. Mi serve il suo braccio per affondarci le dita e le unghie e stringere più forte che posso finché non passa il dolore. A posteriori mi ha detto che trova incredibile che non gli abbia lasciato dei lividi, e vedeva le dita della sua mano gonfiarsi e cambiare colore mentre gli artigliavo il braccio…
Mi lamento e dico basta basta basta, questo bambino se ne deve andare, vattene vattene via, non ti voglio più, mi stai facendo maaaaale!!!
Però cambiando posizione le contrazioni rallentano e tornano sopportabili, quindi contro il mio istinto di sopravvivenza, le ostetriche mi suggeriscono di tornare giù sul letto, poi provare a mettermi a quattro zampe, anche così posso provare a spingere. Comunque spingo perché me lo dicono, e anche perché non ne posso più e non voglio più aspettare.
Sto pensando di gettare la spugna, ma chi me l’ha fatto fare, se fossimo stati in ospedale col cavolo che mi lasciavano tutto questo tempo a dilatazione completa senza che riuscissi a farlo nascere… Mi ritorna in mente il medico che mi aggrediva, alla nascita di Miriam, e mi diceva che stavo facendo finta, che non mi impegnavo, questo bambino bisogna farlo nascere non siamo mica qui per prenderci in giro… e poi in due e due quattro mi ha tagliata, l’ha tirata fuori urlante con la ventosa, spingendomi sulla pancia, gridando anche lui. Lasciando me e Michele muti e impotenti, lasciandomi umiliata e ferita, ricucita come un tacchino a cui per errore si è dovuto togliere il ripieno…
Penso a quante volte ho maledetto quel medico e quell’esperienza, eppure qui adesso, non sarebbe comodo lasciare che fosse un altro a fare tutto, stare a guardare, cinque minuti e me lo avrebbero tirato fuori… Penso anche che forse è colpa mia, arrivo a dilatazione completa e poi non sono capace di farlo uscire, magari gli sto anche facendo del male, magari sarà lui a farmi del male e il peggio deve ancora venire, credo che non sarò capace di partorire e anche le ostetriche prima o poi si arrenderanno e mi porteranno in ospedale.
Qualcuno di questi pensieri esce in parole, e mi sento rispondere che non ha senso, di andare avanti e restare coerente con la scelta che ho fatto, che davvero sta andando bene e manca poco, certo che sarò capace!
Intanto mi fanno riprovare a quattro zampe, ce la metto tutta e poi mi dicono dai, ancora, sta scendendo finalmente, si vede la testa!
A quel punto mi dicono vuoi tirarti su e venire sullo sgabello? Ma come, si vede la testa e io mi devo muovere e camminare fino a lì e sedermi? Ma quando mi tiro su mi rendo conto che è vero, che è giusto, adesso capisco che ce la posso fare e non so dove e come ma credo anche di aver ritrovato le forze. Mi siedo sullo sgabello e con una spinta, due, trattenendo il fiato lo sento che esce e lo voglio proprio mandare via! L’ostetrica mi dice fermati ferma lì!!! Ma come? Oh, lo vedo che la testa mezza fuori e un po’ brucia ma neanche tanto, non mi pare di starmi facendo del male. Mi dicono dai, un’altra contrazione e nasce del tutto, mia sorella si sporge dal letto e guarda, ha la macchina fotografica in mano, dai per piacere non adesso…
E sta benedetta contrazione perché non arriva?! Vabbeh, facciamo finta che arrivi, facciamola finita. Appena riesco spingo e spingo ancora, sento che armeggiano intorno al bambino e poi mi svuoto, è fuori da me, lo appoggiano per terra, lo vedo che si muove tutto sporco…
Michele nasconde la testa sulla mia spalla e si mette a piangere. Dico ma dai, tranquillo, non piangere, gli accarezzo i capelli. L’ostetrica mi risponde ma non sta piangendo (il bambino). Dico no, è Michele che piange… :-)
Sono le 17:13 secondo mia sorella, che era responsabile anche di tenere l’orologio. (e poi ha avuto il coraggio di dirmi ma quanto ci hai messo! Beata ingenuità, da stamattina che non avevo niente…)
Il bimbo è tranquillo, ha gli occhi aperti spalancati, ma che brutto colore! E’ tutto blu e violetto, o è la penombra di questa stanza che mi inganna? Mi dicono che aveva due giri di funicolo intorno al collo, lo hanno liberato appena è uscito con la testa (quell’armeggiare che ho sentito). Io neanche una minima lacerazione, e dire che sto bimbo sembra grande, intanto gli mettiamo gli asciugamani caldi intorno, poverino, avrà freddo…
Non sono così belli i bimbi appena nati, diciamolo, e poi almeno che torni del colore giusto! Però mi stai simpatico, con questi occhioni aperti, questa curiosità di guardarti intorno senza essere impaurito, non piangi, ma sei qui e respiri e spalanchi la bocca…