Il nostro viaggio insieme è cominciato all’improvviso; tu eri un progetto un po’ più lontano, per il momento eri solo analisi preconcepimento e la pillola chiusa in un cassetto. Sì, eri nei nostri pensieri, ma io e il tuo papà ci eravamo dati un po’ più di tempo e invece in men che non si dica sei diventato una lineetta rosa! E uno shock per la tua mamma… ricordo ancora come mi tremassero le mani con quello stick in mano! Io e il tuo papà ci siamo abbracciati e ci siamo detti: andrà tutto bene…
All’undicesima settimana una perdita di sangue e una corsa all’ospedale. Nella sala d’attesa del pronto soccorso di fronte alla possibilità di perderti ho capito all’improvviso quanto già ti amassi e desiderassi più di ogni altra cosa al mondo! Si trattava di una miniaccia di aborto ma tu, tesoro mio, ti sei aggrappato con tutte le forze alla tua mamma e tutto si è risolto per il meglio in poco tempo.
Da lì in poi il nostro viaggio insieme è una passeggiata… non dai mai un fastidio alla tua mamma!
La cosa più bella è sentirti muovere dentro la mia pancia, dentro la mia solitudine… ora ci sei tu!
L’ultimo mese a casa dal lavoro è irripetibile: io e il tuo papà ne approfittiamo per fare gli ultimi acquisti per te e anche per concederci cose che chissà quando potremo rifare… tipo andare al cinema e mangiare una pizza!
Dopo soli 27 giorni dall’ultimo giorno di lavoro la sera comincio ad avvertire alcuni doloretti alla pancia, in basso. Era giovedì 1 febbraio, la tua dpp era il 7.
Vado a dormire e la notte passa tranquilla, ma il mattino dopo quei doloretti sono ancora lì. Sono leggeri e non mi danno fastidio ma mi sento strana.
Quel pomeriggio saremmo dovuti uscire ma io chiamo il tuo papà per dirgli che preferisco restare a casa perché ho una strana sensazione. Lui viene trattenuto in ufficio e quindi sono da sola.
Verso le 17.30 mentre sono su GOL per controllare se qualche altra febbrarina si è data da fare sento il rumore più strano che io abbia mai sentito venire dalla mia pancia: una specie di “stonk” anche abbastanza forte!
Sorpresa, rimango un attimo in ascolto e decido di andare in bagno a vedere ma faccio appena in tempo ad arrivare che capisco tutto al volo: mi si sono rotte le acque!!!
Ma è strano, ho sempre letto che le acque devono essere limpide… le mie sono scurissime, tra il verde e il nero! Aiuto!!!
Chiamo il gine parecchio allarmata, lui dice di star tranquilla ma di andare subito al pronto soccorso. Chiamo il tuo papà che mi fa venire a pendere dai suoi… mi muovo per la casa con la testa nel pallone, la valigia è pronta per fortuna… ok, sono pronta ad andare, mi chiudo la porta alle spalle con uno sguardo a quello che è stata la mia vita fino ad ora…da adesso tutto sarà diverso, sto andando incontro al mio futuro!
La corsa in ospedale con i tuoi nonni è buffissima: passiamo in tutte le corsie preferenziali, tuo nonno suona il clacson e tua nonna sventola un fazzoletto bianco fuori dal finestrino! In effetti essendo venerdì sera, orario di punta, il traffico è notevole!
Io intanto comincio a sentire le contrazioni e ad ognuna perdo liquido… continuo a ripeterti a voce bassa di star tranquillo e che sto venendo a prenderti…
Arriviamo all’ospedale e c’è il tuo papà ad aspettarci; mi fanno aspettare un po’ prima di visitarmi ma alla fine entro. Spiego che le mie acque erano scure ma non mi rispondono, mi visitano poi mi fanno sedere in una stanzetta e mi attaccano al monitoraggio.
Dal monitoraggio risulta che il tuo battito va bene, tutto è regolare!
Intanto le contrazioni iniziano a farsi sentire più intense, sempre di più!
Dopo poco vengo trasferita in reparto in sala travaglio e con noi per fortuna c’è anche tuo papà!
Le contrazioni adesso sono decisamente dolorose, non riesco a stare seduta… mi hanno dovuto mettere un pannolone perché continuo a perdere liquido. Un’ostetrica mi visita ma dice che per il momento sono dilatata solo di un paio di centimetri e che la tua testolina è ancora alta quindi ci vuole ancora del tempo. Dopo viene un dottore che finalmente mi spiega il significato delle acque tinte: è sintomo di sofferenza fetale, sono scure perché tu hai emesso del meconio nel liquido amniotico! Quindi non potrai stare a lungo lì dentro: il dottore dice che o ti dai una mossa oppure dovranno farti nascere col cesareo.
Finalmente arriva l’infermiera con la pozione magica… l’epidurale! Infilarmi l’ago non è facilissimo perché dal dolore non riesco a stare ferma: le contrazioni sono ravvicinate e quando sto sdraiata non le sopporto!!!
Comunque adesso è andata e comincia a far effetto: tutta un’altra storia! Il dolore è quasi scomparso! L’ostetrica mi fa vedere sul monitoraggio una linea poco movimentata: tu stai dormendo!!! Sei proprio il mio angioletto!
Ora sono proprio calmissima: lascio che il tuo papà si allontani per andare a mangiare qualcosa, si è fatto tardi e non ha cenato! In più va a vedere che cosa stanno facendo i nonni in sala d’attesa…
Non passa molto da quando si è allontanato che arriva di nuovo il dottore e mi visita: siamo ancora indietro! Il dottore dice che è il caso di intervenire… il cesareo non è quello che sognavo, ma qui è in gioco la tua salute e quindi cesareo sarà!
Chiamo subito il papà che ritorna di corsa da noi e nel frattempo arriva un’infermiera per depilarmi… ecco il momento: vado in sala operatoria sulle mie gambe e mi sdraio sul lettino. Loro preparano tutto intorno a me, quando vedo gli strumenti mi fa un po’ impressione, credo che se vedessi il bisturi avvicinarsi al mio corpo potrei svenire… ma invece mettono un telo a coprire… fiuu!!!
Il tuo papà è in sala operatoria con noi, è seduto dietro alla mia testa e mi da coraggio…
Oltre all’epidurale mi danno un’altra dose di anestetico e poi cominciano ad operare.
Va tutto molto in fretta… ad un certo punto cominciano a muovermi tantissimo, sono tutta sballottata! Mi chiedo ma cosa stanno facendo quando sento i polmoni che vengono liberati dal peso che li comprimeva… eri tu… e adesso non sei più lì! Ecco…ti sento piangere! Sono le 23.35… Quanto ho sognato questo momento, voglio vederti! Ma l’ostetrica ti porge verso di me tutto nudo solo per 2 secondi e dice che deve andare a pulirti.
2 secondi… eri tutto verde! Dico a tuo papà di seguirti e lui viene con te!
Ora sono sola, sono ancora qui sdraiata e mi stanno ricucendo o chissà… questa fase è piuttosto lunga e io sono stufa, mi sembra di sentire che mi mettono i punti, sono intontita e ti voglio vedere!!!
Quando finalmente hanno finito con me mi portano col lettino fuori dalla sala operatoria e mi dicono che devo aspettare 2 ore lì… sono debole per l’anestesia, mi tocco le gambe ed è come se toccassi quelle di qualcun altro: non ho sensibilità, non mi posso muovere!
Oh finalmente ecco il tuo papà, sta spingendo una culletta termica (che subito mi è sembrata un’incubatrice e mi sono presa un colpo!) ed eccoti lì….non riesco a vederti bene perché non mi posso tirare su ma me l’ha confermato papà: sei una meraviglia!!! E dormi come un angioletto…
Le due ore passano veloci, sarà che sono ancora intontita dall’effetto dell’anestesia e non mi rendo molto conto di quello che mi succede accanto. Un’ostetrica arriva a prenderti e sempre col papà ti porta in un’altra stanza dove ti tolgono dalla culletta e ti vestono. Quando tornano sei un fagottino avvolto dentro la copertina che la mamma ha comprato per te… finalmente ti vedo bene… l’ostetrica ti porge a me e mi aiuta a fare in modo che tu possa attaccarti al seno… mamma mia quanto sei piccino…e che faccino simpatico! Mi stai guardando… non riesco a crederci… ho pensato a te tantissimo e adesso finalmente sei lì tra le mie braccia, stai bene e sei bellissimo…
Sei mio figlio… nostro figlio, adesso siamo davvero una famiglia!
Ecco, tutto questo succedeva esattamente in questi istanti, un anno fa.
E oggi, giorno del tuo primo compleanno, ti dedico questo racconto, l’inizio della tua storia.
Ti voglio bene stellina mia
