GravidanzaOnLine: il Forum
Prima, durante e dopo la gravidanza
Livia, tanto amore, tante difficoltà
- giggia
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Livia, tanto amore, tante difficoltà
E’ il 7 di aprile 2003, la mia DPP è il 18.05, ma io dopo una gravidanza piuttosto faticosa, portata avanti a forza di vasosuprina, sono immobilizzata a letto da una settimana per rischio di parto prematuro.
Nel pomeriggio le solite contrazioni sono aumentate di frequenza e di intensità, verso le 19:00 sono veramente troppe: almeno una ventina nell’ultima ora… Telefono al gine, che mi dice di mettermi due supposte di buscopan e aspettare un’oretta per vedere se fanno effetto. Chiamo il socio per chiedergli di passare in farmacia tornando dall’ufficio, lui sbuffa, “ma insomma sei sicura di averne proprio bisogno???” Non gli rispondo nemmeno e continuo a contare le contrazioni. Finalmente arriva, mi metto le supposte e aspetto. Il socio intanto prepara da mangiare, me lo porta a letto (bontà sua), io continuo ad aspettare e a contare. Alle nove e mezzo le contrazioni sono diminuite di intensità e durata, ma non passano. Chiamo il gine che mi dice di andare all’ospedale a fare un monitoraggio “portati la borsa, mi raccomando”, per fortuna l’ho preparata, il giorno prima . Comunico al socio che dobbiamo andare all’ospedale e lui sbuffa doppio, mi preparo, preparo il beauty, prendo la cartellina con tutte le analisi e le eco, la borsa, e a quel punto vedo mio marito sbiancare ed intenerirsi… “Allora ci siamo!” esclama. “Prega che non sia così, sc**o, è troppo presto.”
Arriviamo al PS mi visitano, il collo è raccorciato al 50% (che vuol dire??? AIUTO NON HO ANCORA FATTO IL CORSO PRE PARTO!!!) mi mandano in sala travaglio a fare un monitoraggio. Lì trovo una signora che ha rotto le acque la mattina, è al secondo figlio e non ha contrazioni; mi attaccano al monitoraggio, entra un’ostetrica che si rivolge alla mia vicina e dice “che bel travaglio avanzato! Signora ci siamo, vedrà che tra poco nasce” No, quello è il MIO tracciato, e io NON DEVO partorire, non ancora, E’ TROPPO PRESTO!
Entra una ginecologa sulla cinquantina che sembra una passeggiatrice pronta ad andare al lavoro: truccatissima, tacco 12 e minigonna inguinale. Mi ispira zero fiducia. Guarda la cartella clinica, guarda il monitoraggio e mi dice che mi manderanno con un’ambulanza per farmi partorire in un ospedale che abbia la terapia intensiva neonatale, perché lì non c’è e mia figlia ne avrà bisogno; “Vado a fare un giro di telefonate per vedere dove c’è posto”. Io sono nel panico più totale, so cosa vuol dire nascere di 34 settimane, mio cugino è nato di 34 settimane e solo noi sappiamo quello che abbiamo passato. A quel punto realizzo che è nato proprio il 7 di aprile, e anche lui era previsto per il 18.05… Mi telefona mia zia, cerca di tranquillizzarmi, ma anche lei ha paura, LEI SA quello che sto passando e la paura che ho, ma a me per fortuna hanno già fatto il bentelan, che accelera la maturità polmonare, cosa che a lei non avevano fatto.
Rientra la gine con un altro tizio, mi infilano una flebo in un braccio, una flebo nell’altro, un tampone nel didietro, nel frattempo la passeggiatrice parla, parla, parla, cerco di non ascoltarla, ma mi sta dicendo che non c’è posto in nessun ospedale con la TIN, il tizio è l’anestesista che mi sta preparando per il cesareo e che poi manderanno la mia piccola al Bambin Gesù. A quel punto se ne va. Io sono sola, mio marito è fuori, non lo fanno stare a lungo perché non sono sola in camera, la tizia accanto a me comincia ad avere qualche contrazione, e io comincio a piangere. La z@@@a rientra e candidamente domanda:”Signora! Perché sta piangendo?????” A quel punto mi monta la rabbia… comincio a urlare che lei non mi metterà un dito addosso, che se mi devono fare il cesareo voglio che sia il MIO gine (che è il primario dell’ospedale), le dico di chiamarlo immediatamente, anzi no, lo chiamo io, non mi fido di lei.
Intanto è passata la mezzanotte, parlo con il mio gine che mi dice di stare tranquilla, che mia figlia non nascerà adesso, poi parla con la passeggiatrice.
Continuano a mettermi una flebo dopo l’altra, non parlano più di cesareo, né di terapia intensiva, le contrazioni si sono un po’ calmate, e la situazione sembra essere più tranquilla. Dico al socio che per stanotte non nascerà (almeno è quello che spero), di tornare a casa; io cerco di riposare un po’ mentre per la tizia accanto a me cominciano le danze. Io comincio a pensare che non sono pronta, che niente è pronto, non ho la culla, la carrozzina non è ancora arrivata… Oddio dove metterò il mio fagottino??? Aspetta piccola, aspetta perché la tua sciagurata mamma non ha ancora preparato il nido. Quando trasferiscono la mia compagna di stanza in sala parto guardo fuori, è l’alba, c’è la brina, ma la giornata sembra essere bella, spero che sia di buon auspicio. Decidono che per me non c’è più pericolo di un parto imminente, quindi mi trasferiscono nella mia camera nel reparto solventi (santa assicurazione medica!!!). E’ una bella camera ampia, piena di luce, con tutti i comfort: telefono, televisione… Per fortuna, perché resterò lì fino alla nascita di mia figlia, e spero che sia il più tardi possibile, ma DEVO arrivare almeno alle 36 settimane.
Ho sempre la flebo di vasosuprina, se non la sostituiscono appena finisce cominciano le contrazioni, se mi alzo per fare pipì cominciano le contrazioni… i giorni seguenti sono stati piuttosto duri: non mi alzo dal letto né per mangiare né per andare in bagno, faccio un numero spropositato di monitoraggi per controllare le contrazioni, ma anche lo stato di salute della piccola, ecografie per controllare l’accrescimento, flussimetrie… ma mi sono scoperta una forza e una pazienza che solo mia figlia mi poteva dare.
Il 17 di aprile faccio l’ennesima ecografia, la piccola è sempre piccola, non ha preso un grammo né un centimetro da quando sono ricoverata, non ho quasi puù liquido, la placenta è invecchiata e io sono alla 36ma settimana. Decidono di staccare la flebo e quello che succede succede, ormai non c’è più pericolo, ho fatto il bentelan e a 36 settimane la gravidanza è considerata a termine. Per fortuna nel frattempo a casa sono arrivate la carrozzina e la culla, se non altro so dove mettere la piccola, insomma, siamo pronti. E invece non succede nulla. Staccata la flebo partono le contrazioni, ma con un po’ di buscopan passano, vuol dire che non è il travaglio. Aspettiamo e vediamo che succede; se non succede niente, domani mi mettono il gel, da che dovevo portare avanti il più possibile la gravidanza, siamo arrivati al punto che andare ancora avanti è inutile e forse anche dannoso. Il gine mette un’unica condizione: appena parte il travaglio mi devo far mettere il catetere dell’epidurale (io ne avevo il terrore), perché, viste le difficoltà della gravidanza c’è la possibilità che la piccola vada in sofferenza e ci sia la necessità di ricorrere ad un cesareo d’urgenza, almeno c’è già il catetere e non bisogna metterlo di fretta con le contrazioni forti e tutto il resto.
Il 18 aprile 2003, una mattinata splendida, è il venerdì di Pasqua. Alle nove mi mettono il gel, parte immediatamente il travaglio, dico a mio marito di raggiungerci. Dopo qualche tempo mi portano in sala travaglio per mettermi il catetere dell’epidurale. Le contrazioni arrivano, io mi rilasso, respiro e loro passano. Sono costantemente attaccata al monitoraggio per controllare come sta Livia, passa l’anestesista e mi chiede se voglio un po’ di analgesia, rispondo che no, non ce n’è bisogno, sto bene “Ma non è possibile!! Hai tutte le contrazioni talmente alte che sono fuori scala!!” Ma io non sento male, lasciatemi in pace, lasciatemi godere il mio travaglio. Passa il gine, mi visita, dilatazione zero. “Ora ci penso io, ti do una bella “smucinata” così acceleriamo le cose” e inizia a scollarmi le membrane manualmente . Rimango senza fiato, non riesco più a respirare, a rilassarmi anche perché non avendo il lettino ginecologico, mi ha messo in una posizione scomodissima, ma non faccio un fiato, è necessario per la bambina accelerare le cose. Alle cinque del pomeriggio il cuoricino di Livia comincia a dare segni di fatica, nuova visita e dilatazione 1 cm; il gine mi dice “facciamo il cesareo” e io “NO!” aspettiamo, vi prego “ma ci vorrebbero ancora almeno 12 ore” “Benissimo, ce la faccio” “Livia no” “Allora andiamo”. Mi mettono una prima dose di anestetico, fanno preparare anche mio marito, il gine mi dà un’occhiata e comincia a fissare la mia pancia, lo vedo farsi serio. Accidenti la pancia non si decontrae più, l’utero è andato in ipertono (credo si dica così) bisogna sbrigarsi davvero. Comincia a tagliare ma… Sento il freddo della lama sulla pancia “FERMI!!! MI FATE MALE, SENTO TUTTO!!!” Sento un “Aspira qui” che dice il gine, poi il buio.
Non so quanto tempo sia passato, sono rivestita, in un corridoio, ho mio marito accanto che mi accarezza la fronte, ma io sto urlando: “Mi avete portato via la mia bambina!!! Perché??? Sta male??? Dov’è la mia bambina??????” Il socio cerca di tranquillizzarmi, sta benissimo, dice, l’hai vista, l’hai anche baciata su un occhio, è al nido… NON E’ VEROOO!!! FATEMI VEDERE LA MIA BAMBINA!!!! Ho un braccialetto diverso da quello che mi hanno messo quando sono entrata in sala operatoria, perché? E SE ME L’HANNO SCAMBIATA?????
L’ostetrica corre al nido, me la porta e me la mette tra le braccia. “Come mi somiglia!” E’ il mio primo pensiero. No, non me l’hanno scambiata, è lei, sono io.
Nel pomeriggio le solite contrazioni sono aumentate di frequenza e di intensità, verso le 19:00 sono veramente troppe: almeno una ventina nell’ultima ora… Telefono al gine, che mi dice di mettermi due supposte di buscopan e aspettare un’oretta per vedere se fanno effetto. Chiamo il socio per chiedergli di passare in farmacia tornando dall’ufficio, lui sbuffa, “ma insomma sei sicura di averne proprio bisogno???” Non gli rispondo nemmeno e continuo a contare le contrazioni. Finalmente arriva, mi metto le supposte e aspetto. Il socio intanto prepara da mangiare, me lo porta a letto (bontà sua), io continuo ad aspettare e a contare. Alle nove e mezzo le contrazioni sono diminuite di intensità e durata, ma non passano. Chiamo il gine che mi dice di andare all’ospedale a fare un monitoraggio “portati la borsa, mi raccomando”, per fortuna l’ho preparata, il giorno prima . Comunico al socio che dobbiamo andare all’ospedale e lui sbuffa doppio, mi preparo, preparo il beauty, prendo la cartellina con tutte le analisi e le eco, la borsa, e a quel punto vedo mio marito sbiancare ed intenerirsi… “Allora ci siamo!” esclama. “Prega che non sia così, sc**o, è troppo presto.”
Arriviamo al PS mi visitano, il collo è raccorciato al 50% (che vuol dire??? AIUTO NON HO ANCORA FATTO IL CORSO PRE PARTO!!!) mi mandano in sala travaglio a fare un monitoraggio. Lì trovo una signora che ha rotto le acque la mattina, è al secondo figlio e non ha contrazioni; mi attaccano al monitoraggio, entra un’ostetrica che si rivolge alla mia vicina e dice “che bel travaglio avanzato! Signora ci siamo, vedrà che tra poco nasce” No, quello è il MIO tracciato, e io NON DEVO partorire, non ancora, E’ TROPPO PRESTO!
Entra una ginecologa sulla cinquantina che sembra una passeggiatrice pronta ad andare al lavoro: truccatissima, tacco 12 e minigonna inguinale. Mi ispira zero fiducia. Guarda la cartella clinica, guarda il monitoraggio e mi dice che mi manderanno con un’ambulanza per farmi partorire in un ospedale che abbia la terapia intensiva neonatale, perché lì non c’è e mia figlia ne avrà bisogno; “Vado a fare un giro di telefonate per vedere dove c’è posto”. Io sono nel panico più totale, so cosa vuol dire nascere di 34 settimane, mio cugino è nato di 34 settimane e solo noi sappiamo quello che abbiamo passato. A quel punto realizzo che è nato proprio il 7 di aprile, e anche lui era previsto per il 18.05… Mi telefona mia zia, cerca di tranquillizzarmi, ma anche lei ha paura, LEI SA quello che sto passando e la paura che ho, ma a me per fortuna hanno già fatto il bentelan, che accelera la maturità polmonare, cosa che a lei non avevano fatto.
Rientra la gine con un altro tizio, mi infilano una flebo in un braccio, una flebo nell’altro, un tampone nel didietro, nel frattempo la passeggiatrice parla, parla, parla, cerco di non ascoltarla, ma mi sta dicendo che non c’è posto in nessun ospedale con la TIN, il tizio è l’anestesista che mi sta preparando per il cesareo e che poi manderanno la mia piccola al Bambin Gesù. A quel punto se ne va. Io sono sola, mio marito è fuori, non lo fanno stare a lungo perché non sono sola in camera, la tizia accanto a me comincia ad avere qualche contrazione, e io comincio a piangere. La z@@@a rientra e candidamente domanda:”Signora! Perché sta piangendo?????” A quel punto mi monta la rabbia… comincio a urlare che lei non mi metterà un dito addosso, che se mi devono fare il cesareo voglio che sia il MIO gine (che è il primario dell’ospedale), le dico di chiamarlo immediatamente, anzi no, lo chiamo io, non mi fido di lei.
Intanto è passata la mezzanotte, parlo con il mio gine che mi dice di stare tranquilla, che mia figlia non nascerà adesso, poi parla con la passeggiatrice.
Continuano a mettermi una flebo dopo l’altra, non parlano più di cesareo, né di terapia intensiva, le contrazioni si sono un po’ calmate, e la situazione sembra essere più tranquilla. Dico al socio che per stanotte non nascerà (almeno è quello che spero), di tornare a casa; io cerco di riposare un po’ mentre per la tizia accanto a me cominciano le danze. Io comincio a pensare che non sono pronta, che niente è pronto, non ho la culla, la carrozzina non è ancora arrivata… Oddio dove metterò il mio fagottino??? Aspetta piccola, aspetta perché la tua sciagurata mamma non ha ancora preparato il nido. Quando trasferiscono la mia compagna di stanza in sala parto guardo fuori, è l’alba, c’è la brina, ma la giornata sembra essere bella, spero che sia di buon auspicio. Decidono che per me non c’è più pericolo di un parto imminente, quindi mi trasferiscono nella mia camera nel reparto solventi (santa assicurazione medica!!!). E’ una bella camera ampia, piena di luce, con tutti i comfort: telefono, televisione… Per fortuna, perché resterò lì fino alla nascita di mia figlia, e spero che sia il più tardi possibile, ma DEVO arrivare almeno alle 36 settimane.
Ho sempre la flebo di vasosuprina, se non la sostituiscono appena finisce cominciano le contrazioni, se mi alzo per fare pipì cominciano le contrazioni… i giorni seguenti sono stati piuttosto duri: non mi alzo dal letto né per mangiare né per andare in bagno, faccio un numero spropositato di monitoraggi per controllare le contrazioni, ma anche lo stato di salute della piccola, ecografie per controllare l’accrescimento, flussimetrie… ma mi sono scoperta una forza e una pazienza che solo mia figlia mi poteva dare.
Il 17 di aprile faccio l’ennesima ecografia, la piccola è sempre piccola, non ha preso un grammo né un centimetro da quando sono ricoverata, non ho quasi puù liquido, la placenta è invecchiata e io sono alla 36ma settimana. Decidono di staccare la flebo e quello che succede succede, ormai non c’è più pericolo, ho fatto il bentelan e a 36 settimane la gravidanza è considerata a termine. Per fortuna nel frattempo a casa sono arrivate la carrozzina e la culla, se non altro so dove mettere la piccola, insomma, siamo pronti. E invece non succede nulla. Staccata la flebo partono le contrazioni, ma con un po’ di buscopan passano, vuol dire che non è il travaglio. Aspettiamo e vediamo che succede; se non succede niente, domani mi mettono il gel, da che dovevo portare avanti il più possibile la gravidanza, siamo arrivati al punto che andare ancora avanti è inutile e forse anche dannoso. Il gine mette un’unica condizione: appena parte il travaglio mi devo far mettere il catetere dell’epidurale (io ne avevo il terrore), perché, viste le difficoltà della gravidanza c’è la possibilità che la piccola vada in sofferenza e ci sia la necessità di ricorrere ad un cesareo d’urgenza, almeno c’è già il catetere e non bisogna metterlo di fretta con le contrazioni forti e tutto il resto.
Il 18 aprile 2003, una mattinata splendida, è il venerdì di Pasqua. Alle nove mi mettono il gel, parte immediatamente il travaglio, dico a mio marito di raggiungerci. Dopo qualche tempo mi portano in sala travaglio per mettermi il catetere dell’epidurale. Le contrazioni arrivano, io mi rilasso, respiro e loro passano. Sono costantemente attaccata al monitoraggio per controllare come sta Livia, passa l’anestesista e mi chiede se voglio un po’ di analgesia, rispondo che no, non ce n’è bisogno, sto bene “Ma non è possibile!! Hai tutte le contrazioni talmente alte che sono fuori scala!!” Ma io non sento male, lasciatemi in pace, lasciatemi godere il mio travaglio. Passa il gine, mi visita, dilatazione zero. “Ora ci penso io, ti do una bella “smucinata” così acceleriamo le cose” e inizia a scollarmi le membrane manualmente . Rimango senza fiato, non riesco più a respirare, a rilassarmi anche perché non avendo il lettino ginecologico, mi ha messo in una posizione scomodissima, ma non faccio un fiato, è necessario per la bambina accelerare le cose. Alle cinque del pomeriggio il cuoricino di Livia comincia a dare segni di fatica, nuova visita e dilatazione 1 cm; il gine mi dice “facciamo il cesareo” e io “NO!” aspettiamo, vi prego “ma ci vorrebbero ancora almeno 12 ore” “Benissimo, ce la faccio” “Livia no” “Allora andiamo”. Mi mettono una prima dose di anestetico, fanno preparare anche mio marito, il gine mi dà un’occhiata e comincia a fissare la mia pancia, lo vedo farsi serio. Accidenti la pancia non si decontrae più, l’utero è andato in ipertono (credo si dica così) bisogna sbrigarsi davvero. Comincia a tagliare ma… Sento il freddo della lama sulla pancia “FERMI!!! MI FATE MALE, SENTO TUTTO!!!” Sento un “Aspira qui” che dice il gine, poi il buio.
Non so quanto tempo sia passato, sono rivestita, in un corridoio, ho mio marito accanto che mi accarezza la fronte, ma io sto urlando: “Mi avete portato via la mia bambina!!! Perché??? Sta male??? Dov’è la mia bambina??????” Il socio cerca di tranquillizzarmi, sta benissimo, dice, l’hai vista, l’hai anche baciata su un occhio, è al nido… NON E’ VEROOO!!! FATEMI VEDERE LA MIA BAMBINA!!!! Ho un braccialetto diverso da quello che mi hanno messo quando sono entrata in sala operatoria, perché? E SE ME L’HANNO SCAMBIATA?????
L’ostetrica corre al nido, me la porta e me la mette tra le braccia. “Come mi somiglia!” E’ il mio primo pensiero. No, non me l’hanno scambiata, è lei, sono io.
"Le mamme sono sempre mamme, anche senza bambini" Livia, 4 anni La funzione cerca è diventata fInzione cerca - giggia mamma di Livia (18.04.03) e Claudia (20.11.06)
- virgy99
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Re: Livia, tanto amore, tante difficoltà
Mamma mia..... da paura... Bravissima!!!!
Virginia mamma di Gianpaolo (3 agosto 2006) e Francesco Angelo (28 luglio 2009) ♥
la vita ci regala sempre un'altra possibilità, basta saperla cogliere!
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- Meg
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Re: Livia, tanto amore, tante difficoltà
Mamma santa che faticata!!!
Complimenti per tutto!
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"Solo quelli che sono abbastanza folli da pensare di poter cambiare il mondo, lo cambiano davvero" Albert Einstein
- Tizjana
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- akane
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Re: Livia, tanto amore, tante difficoltà
PIANGO COME UNA sc**a, SIETE STATE BRAVISSIME!
Flavio 7/1/2008 dopo 46 tentativi e 3 IUI kg 3,750,52 cm.5 IUI ko,1 sospesa,1 icsi ko,1sogno finito subito
- YLeNia
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- Iscritto il: 18 mar 2006, 20:05
Re: Livia, tanto amore, tante difficoltà
Ero tesissima mentre leggevo...mamma mia.
Brava giggia!
Brava giggia!
ღ Sιмσηε:28mar08 ★ Cяιsтιαησ:07apr10 ღ
●Quanto sarebbe bello se, x ogni mare che ci aspetta,ci fosse un fiume x noi..e qualcuno capace di prenderci x mano e di trovare quel fiume●
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-
- Master~GolGirl®
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- Iscritto il: 1 giu 2005, 23:00
Re: Livia, tanto amore, tante difficoltà
GIGGETTA che avventura!!!!!!!
sei stata super!
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- ELEO
- Original~GolGirl®
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- Iscritto il: 23 ago 2006, 20:21
Re: Livia, tanto amore, tante difficoltà
Bravissima Giggia!
Eleonora. Mamma di Yari (per sempre), il mio Angelo caduto dal cielo il 1/10/1997 e di Nicholas, nato il 5/01/2007
*Strangozzo's Sisters Club*
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- Ralle
- Expert~GolGirl®
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- Iscritto il: 20 mag 2005, 18:27
Re: Livia, tanto amore, tante difficoltà
Anche io piango come una sc**a.....concordo con il BRAVISSIME!!!!
Sofia è nata il 21 aprile 2005!!! Carlotta è nata il 9 gennaio 2008!!! Valentina (io) è nata il 7/5/1973 :-)))
LA VERTIGINE NON E' PAURA DI CADERE MA VOGLIA DI VOLARE
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- Notta
- Expert~GolGirl®
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- Iscritto il: 5 gen 2006, 12:02
Re: Livia, tanto amore, tante difficoltà
Brave...
Notta e le sue nane: Greta 19/05/2006 - Giuditta 04/03/2008 e.... ZONZOLO in arrivo...
- ale85
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- Iscritto il: 7 mar 2007, 11:08
Re: Livia, tanto amore, tante difficoltà
quanta pazienza..ne è valsa la pena eh?
Antonio 8-10-07 3.750kg per 54 cm & Martina 24-07-12 4.310kg per 54cm
- Germy
- Platinum~GolGirl®
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- Iscritto il: 1 dic 2006, 10:48
Re: Livia, tanto amore, tante difficoltà
Complimenti per il racconto
non so se ti ricordi di me ... ho una foto al mare da piccoline ... abbiamo 3 cugini in comune
Valeria
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Valeria
:-) :-) :-)
"Raccontatemi pure quel che vi pare circa il flusso delle correnti in montagna; io so solo che, in presenza di un ciclista, il vento è contrario."
"Raccontatemi pure quel che vi pare circa il flusso delle correnti in montagna; io so solo che, in presenza di un ciclista, il vento è contrario."
- giggia
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- Iscritto il: 23 mag 2006, 12:14
Re: Livia, tanto amore, tante difficoltà
Carramba!!Vale70 ha scritto:Complimenti per il racconto
non so se ti ricordi di me ... ho una foto al mare da piccoline ... abbiamo 3 cugini in comune
Valeria
Però tu ancora non hai raccontato i tuoi parti!!
"Le mamme sono sempre mamme, anche senza bambini" Livia, 4 anni La funzione cerca è diventata fInzione cerca - giggia mamma di Livia (18.04.03) e Claudia (20.11.06)
- Germy
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- Iscritto il: 1 dic 2006, 10:48
Re: Livia, tanto amore, tante difficoltà
prima o poi lo farò
:-) :-) :-)
"Raccontatemi pure quel che vi pare circa il flusso delle correnti in montagna; io so solo che, in presenza di un ciclista, il vento è contrario."
"Raccontatemi pure quel che vi pare circa il flusso delle correnti in montagna; io so solo che, in presenza di un ciclista, il vento è contrario."
-
- Expert~GolGirl®
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- Iscritto il: 26 nov 2005, 21:48
Re: Livia, tanto amore, tante difficoltà
Assomiglia molto al mio parto...
Ma il finale è ciò conta...
Ma il finale è ciò conta...
Alessio&Luana.. Sposi (23/09/06)
Luana felice mamma di Gaia nata il 31-08-08: 2.920 per 49.5 cm di pupuletta e mamma di Edoardo nato il 16-09-12: 3.340 per 50 cm di Principe meletta.
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- Roblin
- Active~GolGirl®
- Messaggi: 864
- Iscritto il: 2 apr 2008, 22:44
Re: Livia, tanto amore, tante difficoltà
E' lei, sono io...
... come è vero...
... anch'io sto piangendo
complimenti e un abbraccio
Roberta
... come è vero...
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Roberta
- Arya
- Expert~GolGirl®
- Messaggi: 3815
- Iscritto il: 2 gen 2008, 17:40
Re: Livia, tanto amore, tante difficoltà
Giggia... solo le mamme hanno una forza innata dentro di loro che quando serve esce con tutta la sua prepotenza!!
In un post qui su Gol si parlava di "la prossima volta nasco uomo"... ma gli uomini nn avranno mai questa forza d'animo e di spirito e soprattutto nn hanno una soglia alta del dolore come l'abbiamo noi!!
Complimentissimi!!!
In un post qui su Gol si parlava di "la prossima volta nasco uomo"... ma gli uomini nn avranno mai questa forza d'animo e di spirito e soprattutto nn hanno una soglia alta del dolore come l'abbiamo noi!!
Complimentissimi!!!
♥Rossella 10/05/08 h.2.45 3.590 kg x 51 cm
Isabel 16/10/2012 h.11.16 2,920 kg x 47 cm
♥
Isabel 16/10/2012 h.11.16 2,920 kg x 47 cm
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- Arowy
- Expert~GolGirl®
- Messaggi: 4185
- Iscritto il: 11 ott 2008, 10:07
Re: Livia, tanto amore, tante difficoltà
incredibilmente emozionante!
7.10.2009 Emma l'amore puro
...quando vuoi noi siamo qua...
...quando vuoi noi siamo qua...
- silvy77
- New~GolGirl®
- Messaggi: 133
- Iscritto il: 15 ott 2013, 16:10
Re: Livia, tanto amore, tante difficoltà
che emozione leggere queste esperienze
- Martinina
- Basic~GolGirl®
- Messaggi: 468
- Iscritto il: 8 giu 2011, 11:30