Desidero essere mamma da quando ho 4 anni, quindi ho sempre pensato che lo sarei diventata piuttosto giovane. Per fortuna non ci sono stati problemi dal momento in cui, col mio compagno, abbiamo deciso di provarci, Alien è arrivato subito, nonostante i miei 34 anni suonati, il fatto è che le vicissitudini della vita hanno ritardato davvero tanto il momento dell'inizio della caccia.
Ma questo ha solo reso ancora più prezioso quel piccolo semino nella mia pancia.
A febbraio 2009, al primo giorno di ritardo del ciclo e con alcuni sintomi "sospetti" (seni gonfi e doloranti in maniera esagerata, sete da cammello) compro un test in farmacia e la sera lo faccio a casa, mentre il socio, ignaro, si guarda la tv. Positivo. Mi viene da ridere come una sc**a, do la notizia al socio che in un primo momento si pietrifica (ogni volta che ripenso alla scena mi vengono i lacrimoni dal ridere :ahah ) e da subito decidiamo di non voler sapere il sesso. la pressione dei parenti su questo argomento non è normale, mi propongono anche dei soldi per ottenere la busta coi risultati dell'amnio (che ho tenuto per più di un mese sigillata nel mio cassetto, prima di consegnarla alla gine), ma nulla, siamo irremovibili, il fagiolino lo chiamiamo semplicemente Alien (nulla a che fare col mostro del film, ovviamente

Tutto procede bene, a parte 1 mese e mezzo di nausee continue e fortissime, infatti perdo peso, e stanchezza immensa causa panza enorme nell'ultimo mese (tutti mi sfottevano dicendomi che aspettavo almeno tre gemelli). In totale prendo 9kg, grazie alla mia gine terrorista in fatto di alimentazione

All'inizio di settembre me ne vado a Roma da mamma, dove starò fino al momento del parto, nella speranza che Alien non anticipi troppo il suo arrivo in modo da poter aver il socio al mio fianco (è in piena stagione lavorativa e sempre via).
Dalla 37ima settimana iniziano i monitoraggi (a pagamento

dopocena ci facciamo un po' di coccole


Mi prende un po' il panico, non sono nemmeno riuscita a riconoscere le contrazioni, come sarò mai capace di far nascere Alien? Il socio torna a casa a prendere la valigia mentre prendo possesso del mio letto (in camera c'è una ragazza con la sua bellissima bimba), il tempo di cambiarmi e ci mandano su in sala travaglio/parto.
I dolori sono sempre più forti, l'ostetrica (Alessandra) mi dice che prima di fare l'epidurale Alien deve scendere ancora un po', io allora cammino su e giù per il corridoio, faccio piegamenti sulle ginocchia, ma la situazione non cambia molto. Finalmente verso le 21 arriva l'ok e vedo di nuovo la vita in rosa, tutti i dolori sono spariti e riesco finalmente a concentrarmi su quello che sta accadendo e su quello che sta per succedere. Col socio parliamo dei nomi scelti, Sophie se sarà una bimba, Mattia o Lorenzo se sarà un maschio, in caso lo decideremo guardandolo in faccia

Ad un certo punto Alessandra decide che è giunto il momento di rompermi le acque, mi fa sdraiare e m'infila una specie di ferro da lana con un uncino (almeno così me lo ricordo) e poi splash. Da quel momento inizio di nuovo a sentire un po' di dolore, ma poco e sempre di più la necessità di spingere.
a questo punto non ricordo bene la sequenza degli eventi, mi sembra che mi fanno andare in bagno per pipì e altro (o forse era prima della rottura delle acque?), comunque inizio a spingere, mi sembra un'infinità di volte, ma non succede nulla, arriva un'altra ostetrica e tutte e due mi incitano, mentre il socio mi aiuta tenendomi la testa piegata sul torace. Nulla. Si vede la testa ma sembra incastrato, arriva il gine, mi fanno spingere ancora, nulla, allora mi mette il suo braccio sulla pancia e quando arriva la contrazione (che io ormai non sento più, sono esausta, comincio ad avere paura) spinge con tutte le sue forze mentre dice a me di spingere trattenendo il fiato. una, due, tre volte, non riesco a capire che succede, mi sembra di spingere bene (il socio mi dirà dopo che mi usciva il sangue dalle gengive per lo sforzo). Mi dicono che proveranno con la ventosa (a questo punto ci sono cinque persone intorno a me fra ostetriche e gine), ma anche questo tentativo fallisce. IO mi aspetto che mi dicano che è necessario un cesareo, cosa che mi terrorizza ma allo stesso tempo mi dico che così finisce subito, io mi sento proprio arrivata, non ce la faccio più. Invece arriva il forcipe. Nonostante al corso preparto ci abbiano spiegato che non è pericoloso come si pensava prima, io mi sento un po' morire, ma allo stesso tempo decido, con quel po' di lucidità che mi è rimasta, di avere totale fiducia in chi mi sta assistendo e così, finalmente, alle 01:55 del 15 ottobre 2009 conosciamo Alien. è un maschietto, tutto rosso e con due occhioni grandi grandi. me lo mettono sulla pancia per qualche secondo, poi lo danno al papà che segue il pediatra in un'altra stanza dove lo lavano e fanno tutti i controlli di routine. dopo un po' il socio torna da me trafelato "Il nome, dobbiamo decidere il nome, per il certificato! Come lo chiamiamo?" Io rispondo che per me ha una faccia da buffone, quindi scelgo Mattia, Lorenzo lo trovo troppo serio per lui. Il socio mi dice che anche lui aveva pensato la stessa cosa e così è nata la nostra famiglia.
Il postparto è stato faticoso e doloroso, siamo rimasti in ospedale 5 giorni, mi hanno messo un sacco di punti (non so, forse col forcipe ti spacchi ancora di più), non mi sono potuta sedere normalmente per tre settimane, dovevo usare la ciambella, il nervo sciatico è rimasto infiammato per settimane, dopo il secondamento ho vomitato l'anima e anche durante il resto della notte, il giorno dopo sembravo un procione, con tutti i capillari intorno agli occhi rotti, poi non capivo perché non mi portavano il bimbo (in teoria avevo il rooming-in, ma la mattina dopo ho scoperto che stava nel reparto di patologia neonatale per un episodio di brachicardia avvenuto durante la notte e poi per un inizio di ittero), insomma non ho passato dei bei momenti, ma ogni volta che guardo il mio cucciolo mi dico che per lui rifarei tutto questo mille volte, provo per lui un amor sconfinato e spero di essere una brava mamma per lui e di crescerlo in modo da farlo diventare una bella persona e gli auguro tutta la felicità del mondo

Scusate se mi sono dilungata tanto, ma è davvero difficile sintetizzare tutte le emozioni, i sentimenti, gli stati d'animo che si provano in questi momenti. in fondo è solo la tua vita che cambia per sempre!