A distanza di 8 mesi dalla nascita della mia seconda frugoletta, sono qui a raccontarvi come è andato il mio secondo parto.
La mia dpp era l’11 giugno 2006, ma io ero convinta che la piccola nasca prima, anche perché la mia prima bimba era nata con qualche gg di anticipo ed oltretutto durante i nove mesi non ero stata ferma un attimo (trasloco, malanni vari, vacanze etc).
Invece mi ritrovo il giorno della dpp (domenica 11) a fare il monitoraggio e la visita perché nulla si è mosso fino a quel momento. Tanto per tirarmi su il morale, la mia gine mi spiega la trafila da seguire se la pupa non fosse nata entro 10 gg. Grazie… mi tira su il morale!!!! Comunque torno a casa un po’ sconfortata e ricomincio il solito tran tran.
Martedì 13 ritorno in ospedale per il monitoraggio ed è ancora tutto tranquillo. Uffa, ma quando nascerà questa frugoletta? Ed invece quella notte iniziano le prime contrazioni, inizio a prendere nota degli intervalli e mi stupisco: sono regolari ogni 5/6 minuti e durano quasi 1 minuto, non sono dolorosissime. Chiamo mio marito e gli dico di mettersi in viaggio con calma (ero a casa di mia madre perché altrimenti non avrei avuto nessuno a cui affidare la mia bambina più grande quando sarebbe arrivato il momento di andare in ospedale, dato che abitiamo lontani da tutti i parenti). Il poverino arriva alle tre del mattino, mi guarda mentre sghignazzo e mi dice: “Non mi avrai fatto correre per niente?”. Io gli spiego che voglio aspettare ancora un po’ prima di andare in ospedale perché non vorrei che mi rimandassero a casa (durante i monitoraggi avevo conosciuto un po’ di ostetriche, ed alcune erano proprio scortesi.. mi immaginavo la scena di queste scorbutiche che mi dicevano di ritornare perché non era ancora il momento). Alle 5.00 mi addormento anch’io, dopo aver fatto una doccia che non ha modificato la situazione: queste contrazioni continuano ad esserci, ma non aumentano di intensità. Fortunatamente riesco a dormire qualche ora.
Alle 8.00 di mercoledì 14 andiamo in ospedale e incontro anche la mia gine; mi fanno il monitoraggio e la visita e decretano che sono all’inizio: 1 cm di dilatazione e contrazioni ancora troppo deboli…. L’ostetrica mi saluta con questa frase:”Ci vediamo tra due gg per il monitoraggio”. ”Come tra due giorni? Ma siete impazziti…io vorrei partorire!” penso un po’ frastornata. Comunque mio marito torna in ufficio e io a casa di mia madre, mando la mia figlia più grande da mia suocera e mi piazzo sul divano ad aspettare che queste contrazioni diventino un po’ più efficaci. Verso le 17.00 torna mia figlia ed io propongo a lei e mia madre di accompagnarle al parco giochi…tanto non stavo così male e riuscivo a guidare. Comunque decido di tornare subito a casa, sperando che si smuova qualcosa…ma nulla, situazione invariata da quasi 20 ore. Torna anche mio marito, ceniamo con tutta la famiglia e la situazione non cambia: sempre con le mie contrazioni e tante perdite scure, ma con la paura di tornare in ospedale e di essere rimandata a casa. Verso le 21.00 aumentano un po’ di intensità, ma alle 23.00 decidiamo di andare a letto e aspettiamo l’evolversi della situazione. Mentre vado in bagno sento delle perdite un po’ diverse da quelle che mi avevano accompagnato tutto il giorno, ma non mi preoccupo più di tanto, mi cambio e vado a letto. Da quel momento (si erano rotte le acque, ma che fiume.. io ne avrò perse al massimo un bicchiere) iniziano le contrazioni ravvicinate e dolorose. Non convinta che sia arrivato il momento giusto (avevo paura di un altro giro a vuoto) faccio l’ennesima doccia, che scatena delle contrazioni sempre più dolorose. Non riesco più ad uscire dalla doccia tanto sono ravvicinate, mi tira fuori mia madre, che ha capito la situazione e mi intima di preparami per andare all’ospedale. Inizio a sentire voglia mi scaricarmi (credo che stare seduta sul wc mi abbia aiutato a far scendere la testa della piccola). Non riesco neppure ad asciugarmi i capelli perché le contrazioni sono troppo vicine. Così tra una phonata e l’altra inizio a stare veramente male e dico a mia madre di svegliare mio marito che dormiva come un sasso. La poverina prova diverse volte … ma nulla, lui continua a dormire. Allora vado io in camera (era già mezzanotte passata), gli do una scrollata e gli dico di sbrigarsi (con termini un pochino meno gentili!”). E lui mi risponde:”Ma non dovrai mica partorire adesso…”. “No aspetto che tu abbia fatto un bel riposino, blocco le contrazioni così dormi ancora un poco!...e certo datti una mossa…”gli dico. Tento di vestirmi, ma mia madre mi deve aiutare perché non riesco a fare nulla, mi deve infilare e allacciare anche le scarpe. Intanto che lui si prepara, mi contorco dal dolore e penso che non ce la farò mai a partorire! Poi inizio ad incamminarmi per le scale approfittando delle pause tra una contrazione e l’altra, sperando che il maritino abbia capito che è arrivato il momento e che si dia una mossa. Ma lui nulla (solitamente non è così lento nei ragionamenti, ma quella notte sembrava un rimbambito), con fare flemmatico mi raggiunge in cortile con le valige, sale in macchina e inizia a guidare. Dopo 100 m inizio a gridare come un’ossessa e gli dico di fermarsi perché sto troppo male, e finalmente lui capisce che sua figlia sta nascendo, mi guarda e mi dice: ”Ma che fermarsi…io corro in ospedale!”. Fortunatamente dista solo 5 km, perché altrimenti avremmo fatto un incidente con la sua guida da pazzo.
Arriviamo in ospedale a mezzanotte e mezza e la custode ci apre la sbarra, io con l’agilità di una gazzella scendo dall’auto e mi fiondo nell’ingresso, seguita dal maritino con la valigia. Mi piego in due dal dolore ad ogni contrazione e mi offrono una sedia a rotelle, ma io rispondo che sto troppo male e non riesco a sedermi, e qui mio marito ha il colpo di genio di farmi sedere sulla sedia a rotelle, perché altrimenti non sarei riuscita a fare neppure un metro e la piccola sarebbe nata nell’ingresso. Scena comica a ripensarci perché io ululavo dal dolore, mio marito mi spingeva e intanto portava il valigino di 20 kg!. All’ascensore ci accoglie l’ostetrica che mia aveva visitato al mattino (e che aveva fatto nascere anche l’altra mia bimba) e mi dice che mi stava aspettando (grazie, non poteva farmi restare stamattina, penso io incavolata nera?!?). Io la guardo e le dico che sento già la testa.. Mi mettono nella saletta del pronto soccorso e preparano tutto l’occorrente per farmi partorire lì. E mi raccontano che è successa la stessa cosa pochi giorni prima. Mi spoglio con la velocità di un fulmine e salgo sul lettino: dilatazione completa ( e vai…), ma manca ancora un bordino, riusciamo fortunatamente a spostarci in sala parto sempre sulla mia sedia a rotelle. Intanto mi scuso per aver lasciato tutta la mia roba in giro per la stanzetta (sono una precisina!). Mi chiedono se mio marito vuole assistere, ma gli dico che non se la sente. Arrivata in sala parto salgo sul lettino e sento l’ostetrica che mi dice che è arrivato il momento di spingere. Le chiedo di farmi un breve riassunto di quello che mi ero dimenticata dal parto precedente e inizio a spingere (e smetto finalmente di gridare dal dolore… Con le mie urla sono riuscita a svegliare anche un neonato che dormiva nella nursery, e mio marito credeva che la nostra bimba fosse nata appena entrata in sala parto e che il pianto fosse il suo…e chi sono speedy gonzales?!). Ad ogni spinta l’ostetrica mi conforta dicendo che la successiva sarebbe stata l’ultima…e dopo 4/5 spinte alle 00.45 del 15 giugno 2006 nasce la mia Azzurra:50 cm per 3,350 kg, chioma nera fluente e occhi azzurri come il mare. Me la appoggiano sulla pancia, un fagottino caldo e scivoloso mi osserva con quello sguardo corrucciato (che ha mantenuto per i primi mesi di vita stampato sul volto) come a volermi dire “Ma stavo così bene lì dentro…”. La piccola sta bene (indice Agpar 10/10), io ho bisogno solo di un paio di punti per un mini lacerazione; fortunatamente è andato tutto bene, anche se ho rischiato che nascesse in macchina. Sfortunatamente non riesco a donare il sangue placentare (al contrario della prima volta) perché il cordone è troppo corto. Il ginecologo che mi ricuce mi consiglia “Per il prossimo le conviene farsi ricoverare 10 gg prima, altrimenti lo fa a casa!”. Infatti tra le prime contrazioni veramente forti, scatenate dalla rottura delle membrane, e la nascita di Azzurra non sono passate neppure due ore e dal mio ingresso in ospedale solo 15 minuti. Nel reparto mi hanno soprannominata MAMMA SPRINT!
I giorni successivi sono un po’ difficili perché Azzurra ha l’ittero e viene messa per un giorno nella culletta per la fototerapia ed inoltre non riesce ad attaccarsi bene e non ciuccia (e per i tre mesi successivi mi costringe a tirarmi il latte e a darglielo con il biberon perché altrimenti non mangia…).
Ora sono la mamma più felice del modo perché ho due gioielli che mi riempiono il cuore d’amore in ogni momento e ho un marito che, a parte il torpore di quella notte, è un grande uomo.
Scusate il racconto fiume, ma se avessi raccontato il parto avrei occupato solo tre righe!
Teresa
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azzurra:racconto lungo di un parto breve
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Re: azzurra:racconto lungo di un parto breve
bellissimo racconto Teresa e auguri 

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Re: azzurra:racconto lungo di un parto breve


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Re: azzurra:racconto lungo di un parto breve
rileggendo il racconto mi sono accorda di aver scritto una cavolata...non nasca ma nascesse.tes ha scritto: ma io ero convinta che la piccola nasca prima,
teresa