Le pagelle da un altro punto di vista
Inviato: 4 feb 2011, 23:06
Come qualcuna già sa sono maestra elementare, o per dirla correttamente insegnante di scuola primaria, ed in questo periodo dell'anno si compilano e si distribuiscono le pagelle, o per dirla correttamente i documenti di valutazione.
Volevo farvi partecipi di alcune riflessioni, perchè anche chi non è dell'ambiente ed è abituato a vedere le cose solo dalla propria prospettiva possa trarne qualche spunto... se vi va, leggete!
Ricordo bene le prime pagelle che ho dovuto compilare: avevo 21 anni, 120 alunni (insegnavo solo lingua inglese) e alcune colleghe espertissime e un po' fetenti mi dettero le pagelle dicendo "inizia tu". Le pagelleerano intonse, manco la firma delle colleghe c'era. Questi bambini di cui conoscevo da poco il nome, che vedevo 3 ore a settimana, dovevo VALUTARLI, scrivere un voto, assumermi una responsabilità che mi pareva enorme. Così, con le pagelle sotto braccio, sono andata in un'aula vuota, al piano terra della mia scuola, ed ho fatto una cosa da adulta matura e responsabile: ho pianto
Proprio in quel momento passava la Dirigente, che mi chiese quale fosse il problema e io dissi che avevo paura, che la responsabilità era grande, che non ce la facevo. Lei mi rassicurò e disse: te la caverai, col passare del tempo andrà meglio.
Si sbagliava.
Son passati 15 anni, sono una professionista seria e con una certa esperienza, ma la compilazione delle pagelle mi mette un magone addosso che non posso spiegare. VALUTARE è difficilissimo. Scrivere il giudizio sul retro è un calvario, ogni termine, ciascun aggettivo, è pesato al grammo per dire senza ferire, per far capire senza scoraggiare, per premiare senza che poi ci si abbandoni al lassismo.
Poi i voti numerici!!! Sono arrivati a novembre 3 anni fa, senza che nessuno ci facesse un corso di aggiornamento, nulla, così quello che per me è un 7 per un'altra vale 9, per un'altra è un 6... che confusione! E allora organizza con le colleghe una strategia comune, decidi dei criteri... e comunque son criteri che devono giocoforza essere elastici, perchè mica di macchine si parla, son bambini, accidenti.
E dietro ogni voto una storia... quello che ha la famiglia distrutta, quello che è seguito ma ha delle difficoltà che i genitori non voglione vedere, quello che non ha voglia di far nulla, quello che non fa nulla, ma solo perchè è abbandonato, quello che gioca 3 ore ogni pomeriggio con la Playstation e quando chaimi i genitori e chiedi: "ma a casa studia?" loro ti guardano smarriti e tu capisci che non he hanno un'idea.
E quelli che han passato il deserto a piedi per una vita migliore, a cui passi pure i quaderni e lo fai sottobanco, per non urtare la loro sensibilità e per non far vedere agli altri che fai differenze, mentre il tuo lavoro è TUTTO una differenza, perchè c'è chi ha tanto, tutto, e chi non ha nulla, e non c'è niente di più ingiusto che fare parti uguali tra diversi, come diceva Don Milani.
Ed eccomi qui, con le pagelle vuote davanti... fino a qualche anno fa potevo confrontarmi con colleghe che insegnavano nella stessa classe, avere un parere, ora sono insegnante prevalente e pure questo mi è negato, è negato ai nostri figli un pluralismo che può solo fare il bene del bambino.
Ecco, quando tra qualche giorno andrete a ritirare le pagelle, leggete con attenzione i giudizi, perchè in quelle righe c'è la visione che le maestre hanno dei vostri bambini, e se ce la fate evitate di confrontare i voti di Dino con quelli di Mario, perchè magari i due hanno possibilità, storie, condizioni diversissime, quindi non paragonabili.
E, se vi è possibile, non giudicate troppo male le vostre maestre, che nella maggior parte dei casi fanno un lavoro difficilissimo, poco remunerato, non socialmente riconosciuto, con amore, passione e magari spendendo pure qualche lacrima per figli che manco sono i loro.

Volevo farvi partecipi di alcune riflessioni, perchè anche chi non è dell'ambiente ed è abituato a vedere le cose solo dalla propria prospettiva possa trarne qualche spunto... se vi va, leggete!

Ricordo bene le prime pagelle che ho dovuto compilare: avevo 21 anni, 120 alunni (insegnavo solo lingua inglese) e alcune colleghe espertissime e un po' fetenti mi dettero le pagelle dicendo "inizia tu". Le pagelleerano intonse, manco la firma delle colleghe c'era. Questi bambini di cui conoscevo da poco il nome, che vedevo 3 ore a settimana, dovevo VALUTARLI, scrivere un voto, assumermi una responsabilità che mi pareva enorme. Così, con le pagelle sotto braccio, sono andata in un'aula vuota, al piano terra della mia scuola, ed ho fatto una cosa da adulta matura e responsabile: ho pianto

Proprio in quel momento passava la Dirigente, che mi chiese quale fosse il problema e io dissi che avevo paura, che la responsabilità era grande, che non ce la facevo. Lei mi rassicurò e disse: te la caverai, col passare del tempo andrà meglio.
Si sbagliava.
Son passati 15 anni, sono una professionista seria e con una certa esperienza, ma la compilazione delle pagelle mi mette un magone addosso che non posso spiegare. VALUTARE è difficilissimo. Scrivere il giudizio sul retro è un calvario, ogni termine, ciascun aggettivo, è pesato al grammo per dire senza ferire, per far capire senza scoraggiare, per premiare senza che poi ci si abbandoni al lassismo.
Poi i voti numerici!!! Sono arrivati a novembre 3 anni fa, senza che nessuno ci facesse un corso di aggiornamento, nulla, così quello che per me è un 7 per un'altra vale 9, per un'altra è un 6... che confusione! E allora organizza con le colleghe una strategia comune, decidi dei criteri... e comunque son criteri che devono giocoforza essere elastici, perchè mica di macchine si parla, son bambini, accidenti.
E dietro ogni voto una storia... quello che ha la famiglia distrutta, quello che è seguito ma ha delle difficoltà che i genitori non voglione vedere, quello che non ha voglia di far nulla, quello che non fa nulla, ma solo perchè è abbandonato, quello che gioca 3 ore ogni pomeriggio con la Playstation e quando chaimi i genitori e chiedi: "ma a casa studia?" loro ti guardano smarriti e tu capisci che non he hanno un'idea.
E quelli che han passato il deserto a piedi per una vita migliore, a cui passi pure i quaderni e lo fai sottobanco, per non urtare la loro sensibilità e per non far vedere agli altri che fai differenze, mentre il tuo lavoro è TUTTO una differenza, perchè c'è chi ha tanto, tutto, e chi non ha nulla, e non c'è niente di più ingiusto che fare parti uguali tra diversi, come diceva Don Milani.
Ed eccomi qui, con le pagelle vuote davanti... fino a qualche anno fa potevo confrontarmi con colleghe che insegnavano nella stessa classe, avere un parere, ora sono insegnante prevalente e pure questo mi è negato, è negato ai nostri figli un pluralismo che può solo fare il bene del bambino.
Ecco, quando tra qualche giorno andrete a ritirare le pagelle, leggete con attenzione i giudizi, perchè in quelle righe c'è la visione che le maestre hanno dei vostri bambini, e se ce la fate evitate di confrontare i voti di Dino con quelli di Mario, perchè magari i due hanno possibilità, storie, condizioni diversissime, quindi non paragonabili.
E, se vi è possibile, non giudicate troppo male le vostre maestre, che nella maggior parte dei casi fanno un lavoro difficilissimo, poco remunerato, non socialmente riconosciuto, con amore, passione e magari spendendo pure qualche lacrima per figli che manco sono i loro.