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PARTO IN CASA
- MariPi82
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Re: PARTO IN CASA
AussieDaisy, non ci deve leggere nessun pregiudizio, nelle mie domande: la mia è proprio una curiosità; non conosco il tema parto in casa e servizio ostetrico privato, ed in effetti ho molti dubbi e perplessità. Siccome io ritengo che chi sceglie di partorire in casa come maggior intenzione ha appunto quella di evitare il ricovero ospedaliero, quindi si, credo che il non riuscire nell'intento sia un insuccesso.
Sono sicurissima che il parto è un evento imprevedibile, e quindi queste cose possono accadere (di doversi trasferire in una struttura competente, intendo).....sono curiosa di sapere in che percentuale accade.
Per le frequenti visite pre-parto (dalla 37esima.....dal termine, quindi).....a parte che non ne vedo la stretta necessità (se una persona sta bene e non ha particolari problemi, a che pro? questa è eccessiva medicalizzazione: cioè, da quando compi le 37 settimane ti visito tutti i giorni perchè così.......cosa? a che pro? servirebbe per conoscersi ed entrare in sintonia? può essere.....ma non è un servizio che IO ritengo necessario). Ricordo che dal compimento della 40esima settimana tutti gli ospedali danno servizio gratuito di monitoraggio post termine ogni 2 gg.......
io preferirei che dessero un servizio preparto tipo "corso preparto".....ma non visite preparto, se inutili. E la domanda dunque è: lo danno???? Lo chiedo, perchè non lo so......non perchè ci sia dietro chissà quale dietrologia.......
Inoltre ricordo che alcuni ospedali già danno il servizio post parto, senza bisogno di pagare: tramite puericultrici. So che non è ancora prassi, e che in molti casi non è a domicilio (ci si deve recare in ospedale), ma esiste gratuitamente. Cmq concordo nel dire che il servizio post parto è molto utile ed interessante (ma che fa una ostetrica nel post parto? è un servizio di cura alla partoriente o al neonato....anche questo non mi è chiaro. E se al neonato, che fa?!).
AussieDaisy, è ostetrica???? può rispondere alle mie perplessità?
Sono sicurissima che il parto è un evento imprevedibile, e quindi queste cose possono accadere (di doversi trasferire in una struttura competente, intendo).....sono curiosa di sapere in che percentuale accade.
Per le frequenti visite pre-parto (dalla 37esima.....dal termine, quindi).....a parte che non ne vedo la stretta necessità (se una persona sta bene e non ha particolari problemi, a che pro? questa è eccessiva medicalizzazione: cioè, da quando compi le 37 settimane ti visito tutti i giorni perchè così.......cosa? a che pro? servirebbe per conoscersi ed entrare in sintonia? può essere.....ma non è un servizio che IO ritengo necessario). Ricordo che dal compimento della 40esima settimana tutti gli ospedali danno servizio gratuito di monitoraggio post termine ogni 2 gg.......
io preferirei che dessero un servizio preparto tipo "corso preparto".....ma non visite preparto, se inutili. E la domanda dunque è: lo danno???? Lo chiedo, perchè non lo so......non perchè ci sia dietro chissà quale dietrologia.......
Inoltre ricordo che alcuni ospedali già danno il servizio post parto, senza bisogno di pagare: tramite puericultrici. So che non è ancora prassi, e che in molti casi non è a domicilio (ci si deve recare in ospedale), ma esiste gratuitamente. Cmq concordo nel dire che il servizio post parto è molto utile ed interessante (ma che fa una ostetrica nel post parto? è un servizio di cura alla partoriente o al neonato....anche questo non mi è chiaro. E se al neonato, che fa?!).
AussieDaisy, è ostetrica???? può rispondere alle mie perplessità?
Pietro Roberto 02-01-2013
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Re: PARTO IN CASA
Floddi quello che chiedi è più che mai lecito, ma non è quello che è stato scritto ieri :)
Per studio del 77 ti riferisci a Frederick Leboyer? No perchè non è esattamente uno studio, ma più un metodo attualmente è applicato in molti ospedali, direi finalmente.
Il fatto è che non esiste una verità assoluta, non c'è il bianco o il nero, non esiste uno studio che decreti una volta per tutte che ad esempio la somministrazione di vitamina K fatta al bambino alla nascita (e che sicuramente sapete che è stata fatta ai vostri bimbi no?) è una prassi buona o no. La decisione è presa sulla base di prassi molto spesso, ovvero tra il non farla e il farla, meglio farla. Non viene chiesto un esplicito consenso, dando per scontato che non è importante.
Anche sull'acido folico ci sono studi a favore e anche contro, purtroppo su tantissime cose non esiste una verità assoluta e noi possiamo solo accettarlo e farci carico di questa enorme responsabilità, non c'è delega che tenga a nessun medico.
Per studio del 77 ti riferisci a Frederick Leboyer? No perchè non è esattamente uno studio, ma più un metodo attualmente è applicato in molti ospedali, direi finalmente.
Il fatto è che non esiste una verità assoluta, non c'è il bianco o il nero, non esiste uno studio che decreti una volta per tutte che ad esempio la somministrazione di vitamina K fatta al bambino alla nascita (e che sicuramente sapete che è stata fatta ai vostri bimbi no?) è una prassi buona o no. La decisione è presa sulla base di prassi molto spesso, ovvero tra il non farla e il farla, meglio farla. Non viene chiesto un esplicito consenso, dando per scontato che non è importante.
Anche sull'acido folico ci sono studi a favore e anche contro, purtroppo su tantissime cose non esiste una verità assoluta e noi possiamo solo accettarlo e farci carico di questa enorme responsabilità, non c'è delega che tenga a nessun medico.
- floddi
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Re: PARTO IN CASA
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- floddi
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Re: PARTO IN CASA
e questi parti che terminano in H vengono considerati come positivi per la statistica? cioè se poi il bimbo nasce senza problemi in H va a finire nei numeri di parti avvenuti con successo?OstetricaMartina ha scritto:La percentuale di trasferimento in ospedale è in media del 10 %, ma come detto la stragrande maggioranza dei casi avviene in modo del tutto tranquillo...
Saluti
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- MariPi82
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Re: PARTO IN CASA
bugigattola, non ho capito manco io.....floddi ha scritto:eh? mica ho capito.bugigattola ha scritto:Scusate, non sto sempre al pc e ieri dalle 8.10 si è scatenata una crociata su un mio post, questa risposta era riferita alle persone che hanno risposto ieri invitandomi a chiarire non proprio cordialmente.floddi ha scritto:si ma se fate così le spaventate![]()
cmq neppure noi vogliamo convincere nessuna a partorire per forza in ospedale, ehhhhh!!!!!
ognuno è libero di agire come vuole (e ci mancherebbe....qui nessuno offende nessuno, tra l'altro), se ben informato oppure se convinto. Solo che le informazioni date, alle volte, non sono esaustive e complete (qui sul forum, intendo)! vedi ciò che Martina diceva sul fatto che non si partorirebbe in casa perchè c'è dell'ignoranza sull'argomento (lasciando intendere che invece è sicurissimo....ed omettendo che in realtà ci sono come massimo, MASSIMO eh, 60 parti l'anno, dei quali il 10% trasportati in ospedale).
Potrebbe essere (che c'è ignoranza in materia), ma anche no.....
Pietro Roberto 02-01-2013
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Re: PARTO IN CASA
Infatti citavo Maripi perchè le sue domande e la considerazione finale sul compenso mi sembrava il paradosso più grande.floddi ha scritto: Io non ho mai pensato che non si pagasse il servizio se questo finisse in H, fallendo di conseguenza.
Io sarei interessata a sapere i dati però, perchè credo che chi sceglie un parto in casa, lo fa perchè è quello che desidera fortemente, quindi finire in H come "tutte le altre" sia vissuto come un fallimento, giusto?
Il fatto che l'ostetrica ti segua dopo, lo trovo utilissimo, l'ho già scritto e io per quello pagherei eccome.
Ma il fatto che ti visiti spesso (una ostetrica perdonatemi non è un ginecologo quindi che visita fa esattamente?) è utile a cosa? quando inizia il travaglio lei è lì ma al minimo dubbio si corre in h?
E' questo che non mi è chiaro.
Inoltre nessuno ha risposto alla mia domanda: cosa succede in un caso come il mio?
Non necessariamente lo vivi come un fallimento: scegli il parto in casa perchè lo senti più vicino a come vorresti fosse l'ingresso di tuo figlio in questo mondo e rispettoso verso di te e la nascita ma se le cose non procedono o la situazione evolve e sono necessari altri interventi si fa. L'obiettivo è avere tuo figlio tra le braccia, non un'ideologia come alcune sembrano pensare.
L'ostetrica fa una visita direi identica a quella che fa il ginecologo, non dimentichiamo che è la figura preposta a seguire dalla A alla Z le gravidanze fisiologiche. Il ginecologo dovrebbe occuparsi delle gravidanze patologiche o di affiancare l'ostetrica per quei passaggi farmacologici o di altro tipo che non le competono nelle fisiologiche.
Cosa fa in una visita a domicilio? Innanzitutto valuta il benessere della madre, misura PA, sente il battito con uno strumento a ultrasuoni, valuta l'accrescimento della pancia e la presenza del liquido così come la posizione del bambino, fa visita interna (non tutte le volte). Non si va in H al minimo dubbio ma se il travaglio si blocca per un tempo importante e nonostante vari tentativi non riprende o liquido tinto o se qualcosa segnala sofferenza fetale o varie altre situazioni magari più urgenti ma meno frequenti.
Su dati e considerazioni sul tuo caso lascio che parlino i tecnici...
G. con noi dall'11.06.11
B. con noi dal 31.05.14
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- floddi
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Re: PARTO IN CASA
ai miei bambini non è stato somministrato nulla, la vitamina k dovevo dargliela io, tramite gocce nauseabonde che nessuno dei due ha voluto, idem per la D.bugigattola ha scritto:Floddi quello che chiedi è più che mai lecito, ma non è quello che è stato scritto ieri :)
Per studio del 77 ti riferisci a Frederick Leboyer? No perchè non è esattamente uno studio, ma più un metodo attualmente è applicato in molti ospedali, direi finalmente.
Il fatto è che non esiste una verità assoluta, non c'è il bianco o il nero, non esiste uno studio che decreti una volta per tutte che ad esempio la somministrazione di vitamina K fatta al bambino alla nascita (e che sicuramente sapete che è stata fatta ai vostri bimbi no?) è una prassi buona o no. La decisione è presa sulla base di prassi molto spesso, ovvero tra il non farla e il farla, meglio farla. Non viene chiesto un esplicito consenso, dando per scontato che non è importante.
Anche sull'acido folico ci sono studi a favore e anche contro, purtroppo su tantissime cose non esiste una verità assoluta e noi possiamo solo accettarlo e farci carico di questa enorme responsabilità, non c'è delega che tenga a nessun medico.
Compredno il fatto che in mezzo al bianco e al nero ci siano tante sfumature, ma continuo a non trovare quel quid in più che mi faccia capire il perchè di una decisione simile.
parli della somministrazione di vitamine, potrebbe anche rivelarsi inutile, ma non certamente dannosa. L'acido folico uguale, il mio gine mi disse che era addirittura tardi per cominciare ad assumerlo (ero alla settima settimana) ma che me lo consigliava lo stesso.
Proprio perchè parli di delega di responsabilità, mi perplime l'idea di affidare in toto la vita di mio filgio ad una persona che non ha gli strumenti per darmi sicurezza...a volte nemmeno in H riescono a salvare i bambini.
E di nuovo domando: cosa sarebbe successo a me? sarebbe morto mio figlio? sarei morta anche io?
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Re: PARTO IN CASA
bugigattola, scusa ma il link che hai postato è una statistica di morti infantili sotto i 5 anni, non vedo come possa essere correlata al parto in ospedale o in casa....
Posso essere d'accordo con quanto dice Aussiedasy, ma quando leggo questo:
da quello che scrivi sembra che tu intenda che partorire in ospedale è più pericoloso che a casa!
Ora, che il parto sia un'evento fisiologico non ci sono dubbi, che si possa partorire tranquillamente in un luogo che non sia necessariamente un ospedale, può essere opinabile, ma che mi si venga a dire che in ospedale ci sono più rischi che a casa... mi sembra pura follia!!!
Posso essere d'accordo con quanto dice Aussiedasy, ma quando leggo questo:
Quando parlo di benessere appunto non mi riferisco al rischio di morte in senso stretto, ma a tutta una serie di malesseri e complicazioni che possono derivare da prassi consolidate in ospedale

da quello che scrivi sembra che tu intenda che partorire in ospedale è più pericoloso che a casa!
Ora, che il parto sia un'evento fisiologico non ci sono dubbi, che si possa partorire tranquillamente in un luogo che non sia necessariamente un ospedale, può essere opinabile, ma che mi si venga a dire che in ospedale ci sono più rischi che a casa... mi sembra pura follia!!!
Se il mio armadio è pieno non vuol dire che la mia testa sia vuota.
Silvia 30/12/2010 3.500 kg x 51 cm la nostra piccola punk
Jacopo 08/08/2015 3.840 kg x 53 cm il nostro piccolo kiwi
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Re: PARTO IN CASA
Scusate se le risposte sembrano sconnesse è perchè sto rispondendo a quanto è stato scritto da ieri alle 8.10. Dove si chiedeva direttamente a me, la mia esperienza, le mie competenze e mi si invitava a chiarire la mia affermazione sulle non conoscenza delle sostanze che vengono somministrate a mamma e bebè.
Il fatto che io parli di non sapere, non è una opinione: scusate ma il consenso informato non vuol forse dire che il medico vi ha spiegato per bene rischi e benefici dei trattamenti e voi una volta a conoscenza li liberate da ogni responsabilità?
Allora io intendo dire non che conosciate la parola "Toradol" come qualcuna asseriva, ma che come genitori e donne, siamo perfettamente consapevoli degli effetti di quella sostanza sui bambini e su noi stessi, perchè nulla è privo di effetti collaterali.
In questo senso partorire in casa presuppone un maggiore rispetto della volontà della donna che può richiedere di non ricevere un certo trattamento, o di non sottoporre il bimbo a determinate operazioni di routine, cosa che per esperienza personale, in ospedale è difficilissimo. Richiede un dissenso informato, abbastanza controverso.
Per farmi capire vi faccio l'esempio pratico: io sono estremamente sensibile agli antibiotici, ho tutta una serie di effetti collaterali, ma non sono allergica, per cui non ho un certificato. Sto combattendo per evitare la profilassi antibiotica che qui in Abruzzo viene somministrata alla rottura delle acque (a prescindere dalla presenza di streptococco), io odio subire quella che definisco una violenza, perchè sia psicologicamente che fisicamente non riesco ad avere il diritto di gestire il mio corpo. E alla domanda del perchè sia indispensabile nessuno mi ha risposto in maniera competente ed esaustiva. Anche questo è motivo per cui preferirei un parto in casa.
Il fatto che io parli di non sapere, non è una opinione: scusate ma il consenso informato non vuol forse dire che il medico vi ha spiegato per bene rischi e benefici dei trattamenti e voi una volta a conoscenza li liberate da ogni responsabilità?
Allora io intendo dire non che conosciate la parola "Toradol" come qualcuna asseriva, ma che come genitori e donne, siamo perfettamente consapevoli degli effetti di quella sostanza sui bambini e su noi stessi, perchè nulla è privo di effetti collaterali.
In questo senso partorire in casa presuppone un maggiore rispetto della volontà della donna che può richiedere di non ricevere un certo trattamento, o di non sottoporre il bimbo a determinate operazioni di routine, cosa che per esperienza personale, in ospedale è difficilissimo. Richiede un dissenso informato, abbastanza controverso.
Per farmi capire vi faccio l'esempio pratico: io sono estremamente sensibile agli antibiotici, ho tutta una serie di effetti collaterali, ma non sono allergica, per cui non ho un certificato. Sto combattendo per evitare la profilassi antibiotica che qui in Abruzzo viene somministrata alla rottura delle acque (a prescindere dalla presenza di streptococco), io odio subire quella che definisco una violenza, perchè sia psicologicamente che fisicamente non riesco ad avere il diritto di gestire il mio corpo. E alla domanda del perchè sia indispensabile nessuno mi ha risposto in maniera competente ed esaustiva. Anche questo è motivo per cui preferirei un parto in casa.
- MariPi82
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Re: PARTO IN CASA
E io ribadisco: non è vero che chi va in ospedale nella maggior parte dei casi non sa cosa gli viene somministrato, o che gli ospedali propendano per tagli al cordone di corsa (con me, per esempio, hanno aspettato che smettesse di battere....tant'è che ho espulso la placenta appena hanno tagliato il cordone), per manovre non necessarie, ecc.....questo è essere disinformati! perchè si sta andando verso la naturalizzazione del parto anche in ospedale (e intanto sei in una struttura con tin e ti, e con equipe di persone competenti).....vedi vasche per parto in acqua, vedi sgabelli svedesi, palle, letti ginecologici e non, e chi più ne ha, più ne metta!!!!
Pietro Roberto 02-01-2013
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Re: PARTO IN CASA
quindi in realtà chi decide per il parto in caso lo fa "tentando"?AussieDaisy ha scritto:Infatti citavo Maripi perchè le sue domande e la considerazione finale sul compenso mi sembrava il paradosso più grande.floddi ha scritto: Io non ho mai pensato che non si pagasse il servizio se questo finisse in H, fallendo di conseguenza.
Io sarei interessata a sapere i dati però, perchè credo che chi sceglie un parto in casa, lo fa perchè è quello che desidera fortemente, quindi finire in H come "tutte le altre" sia vissuto come un fallimento, giusto?
Il fatto che l'ostetrica ti segua dopo, lo trovo utilissimo, l'ho già scritto e io per quello pagherei eccome.
Ma il fatto che ti visiti spesso (una ostetrica perdonatemi non è un ginecologo quindi che visita fa esattamente?) è utile a cosa? quando inizia il travaglio lei è lì ma al minimo dubbio si corre in h?
E' questo che non mi è chiaro.
Inoltre nessuno ha risposto alla mia domanda: cosa succede in un caso come il mio?
Non necessariamente lo vivi come un fallimento: scegli il parto in casa perchè lo senti più vicino a come vorresti fosse l'ingresso di tuo figlio in questo mondo e rispettoso verso di te e la nascita ma se le cose non procedono o la situazione evolve e sono necessari altri interventi si fa. L'obiettivo è avere tuo figlio tra le braccia, non un'ideologia come alcune sembrano pensare.
L'ostetrica fa una visita direi identica a quella che fa il ginecologo, non dimentichiamo che è la figura preposta a seguire dalla A alla Z le gravidanze fisiologiche. Il ginecologo dovrebbe occuparsi delle gravidanze patologiche o di affiancare l'ostetrica per quei passaggi farmacologici o di altro tipo che non le competono nelle fisiologiche.
Cosa fa in una visita a domicilio? Innanzitutto valuta il benessere della madre, misura PA, sente il battito con uno strumento a ultrasuoni, valuta l'accrescimento della pancia e la presenza del liquido così come la posizione del bambino, fa visita interna (non tutte le volte). Non si va in H al minimo dubbio ma se il travaglio si blocca per un tempo importante e nonostante vari tentativi non riprende o liquido tinto o se qualcosa segnala sofferenza fetale o varie altre situazioni magari più urgenti ma meno frequenti.
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Re: PARTO IN CASA
Mi pare che nessuno ha detto che partorire in casa è più sicuro dell'ospedale o viceversa, sto dicendo proprio che non esiste una verità assoluta!
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Re: PARTO IN CASA
La "naturalizzazione del parto" è appunto il metodo leboyer :)
Questo è l'intero documento istat http://www.istat.it/it/files/2011/06/it ... re2010.pdf i dati per analizzarli occorre considerare tutte le variabili, negli anni 60 c'erano più morti neonatali, ma in proporzione le nascite erano maggiori in quantità.
Ma che domanda è se uno sceglie di partorire in casa per tentativo????
Questo è l'intero documento istat http://www.istat.it/it/files/2011/06/it ... re2010.pdf i dati per analizzarli occorre considerare tutte le variabili, negli anni 60 c'erano più morti neonatali, ma in proporzione le nascite erano maggiori in quantità.
Ma che domanda è se uno sceglie di partorire in casa per tentativo????
- floddi
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Re: PARTO IN CASA
ecco credo che molto dipenda anche dai protocolli, anche a me sembra assurda la profilassi e in Emilia non la fanno. Se tu vedessi le stanze dei centri nascita e quelle degli ospedali della mia città, capiresti perchè io non comprendo la necessità del parto in casa.bugigattola ha scritto:Scusate se le risposte sembrano sconnesse è perchè sto rispondendo a quanto è stato scritto da ieri alle 8.10. Dove si chiedeva direttamente a me, la mia esperienza, le mie competenze e mi si invitava a chiarire la mia affermazione sulle non conoscenza delle sostanze che vengono somministrate a mamma e bebè.
Il fatto che io parli di non sapere, non è una opinione: scusate ma il consenso informato non vuol forse dire che il medico vi ha spiegato per bene rischi e benefici dei trattamenti e voi una volta a conoscenza li liberate da ogni responsabilità?
Allora io intendo dire non che conosciate la parola "Toradol" come qualcuna asseriva, ma che come genitori e donne, siamo perfettamente consapevoli degli effetti di quella sostanza sui bambini e su noi stessi, perchè nulla è privo di effetti collaterali.
In questo senso partorire in casa presuppone un maggiore rispetto della volontà della donna che può richiedere di non ricevere un certo trattamento, o di non sottoporre il bimbo a determinate operazioni di routine, cosa che per esperienza personale, in ospedale è difficilissimo. Richiede un dissenso informato, abbastanza controverso.
Per farmi capire vi faccio l'esempio pratico: io sono estremamente sensibile agli antibiotici, ho tutta una serie di effetti collaterali, ma non sono allergica, per cui non ho un certificato. Sto combattendo per evitare la profilassi antibiotica che qui in Abruzzo viene somministrata alla rottura delle acque (a prescindere dalla presenza di streptococco), io odio subire quella che definisco una violenza, perchè sia psicologicamente che fisicamente non riesco ad avere il diritto di gestire il mio corpo. E alla domanda del perchè sia indispensabile nessuno mi ha risposto in maniera competente ed esaustiva. Anche questo è motivo per cui preferirei un parto in casa.
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Re: PARTO IN CASA
Infatti ... ho scritto che le decisioni si basano sul vissuto di ognuno e che la regione in cui vivo è la seconda in Italia per tasso di mortalità neonatale.
Infatti...
http://www.quotidianosanita.it/allegati ... 251585.pdf
Infatti...
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- MariPi82
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Re: PARTO IN CASA
guarda che le mie sono domande lecite, curiosità dettate dal fatto che mi sembra che i servizi privati tanto decantati, null'altro danno in più a quello che già poffre il pubblico, se non appunto il fatto di partorire in casa (mi sembra invece che si voglia demonizzare il pubblico......quando per es si dice che si verrebbe maltrattate oppure si somministrerebbe chissàche a disconoscenza della partoriente.....ma quando e dove? la mia esperienza è stata molto positiva, e il personale gentilissimo e comprensivo)........mi chiedo solo: ma hai letto il mio precedente intervento?!AussieDaisy ha scritto: Infatti citavo Maripi perchè le sue domande e la considerazione finale sul compenso mi sembrava il paradosso più grande.
Non necessariamente lo vivi come un fallimento: scegli il parto in casa perchè lo senti più vicino a come vorresti fosse l'ingresso di tuo figlio in questo mondo e rispettoso verso di te e la nascita ma se le cose non procedono o la situazione evolve e sono necessari altri interventi si fa. L'obiettivo è avere tuo figlio tra le braccia, non un'ideologia come alcune sembrano pensare.
L'ostetrica fa una visita direi identica a quella che fa il ginecologo, non dimentichiamo che è la figura preposta a seguire dalla A alla Z le gravidanze fisiologiche. Il ginecologo dovrebbe occuparsi delle gravidanze patologiche o di affiancare l'ostetrica per quei passaggi farmacologici o di altro tipo che non le competono nelle fisiologiche.
Cosa fa in una visita a domicilio? Innanzitutto valuta il benessere della madre, misura PA, sente il battito con uno strumento a ultrasuoni, valuta l'accrescimento della pancia e la presenza del liquido così come la posizione del bambino, fa visita interna (non tutte le volte). Non si va in H al minimo dubbio ma se il travaglio si blocca per un tempo importante e nonostante vari tentativi non riprende o liquido tinto o se qualcosa segnala sofferenza fetale o varie altre situazioni magari più urgenti ma meno frequenti.
Su dati e considerazioni sul tuo caso lascio che parlino i tecnici...
e poi 2000 euri non sono mica bruscolini (per lo meno non per tutti), e i servizi che citi, indovina un pò, li dà anche, e a gratis, il ssn...........la visita giornaliera dalla 37 alla 40, ripeto, è eccessiva medicalizzazione, se effettuata senza ragioni valide (mica si è malate, si è gravide!)
sei sicura di quello che ho sottolineato sopra? vorrei un parere da ostetricamartina in merito (e non lo dico per chissàche, proprio perchè vorrei essere informata)
Pietro Roberto 02-01-2013
- mariangelac
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Re: PARTO IN CASA
non sono un'addetta ai lavori ma voglio rispondere a quest'ultima affermazione, non è vero che in ospedale non puoi scegliere di avere o meno un determinato trattamento medico!! Non è vero perche io posso testimoniare che piu volte ricoverata in ospedale quando arrivava 'infermiera con la somministrazione delle medicine chiedevo cos'era e spessissimo ho rifiutato cose, e l'infermiera era tenuta a scrivere sulla cartella "la paziente rifiuta il tal trattamento", e come poi mi disse il mio gineologo, l'ospedale non è una prigione, si scegliere di aderire a certi interventi che per i medici sono necessari, ma l'ultima parola spetta sempre e solo alla paziente! Non è che mi cacciano per questo.bugigattola ha scritto:Scusate se le risposte sembrano sconnesse è perchè sto rispondendo a quanto è stato scritto da ieri alle 8.10. Dove si chiedeva direttamente a me, la mia esperienza, le mie competenze e mi si invitava a chiarire la mia affermazione sulle non conoscenza delle sostanze che vengono somministrate a mamma e bebè.
Il fatto che io parli di non sapere, non è una opinione: scusate ma il consenso informato non vuol forse dire che il medico vi ha spiegato per bene rischi e benefici dei trattamenti e voi una volta a conoscenza li liberate da ogni responsabilità?
Allora io intendo dire non che conosciate la parola "Toradol" come qualcuna asseriva, ma che come genitori e donne, siamo perfettamente consapevoli degli effetti di quella sostanza sui bambini e su noi stessi, perchè nulla è privo di effetti collaterali.
In questo senso partorire in casa presuppone un maggiore rispetto della volontà della donna che può richiedere di non ricevere un certo trattamento, o di non sottoporre il bimbo a determinate operazioni di routine, cosa che per esperienza personale, in ospedale è difficilissimo. Richiede un dissenso informato, abbastanza controverso.
Per farmi capire vi faccio l'esempio pratico: io sono estremamente sensibile agli antibiotici, ho tutta una serie di effetti collaterali, ma non sono allergica, per cui non ho un certificato. Sto combattendo per evitare la profilassi antibiotica che qui in Abruzzo viene somministrata alla rottura delle acque (a prescindere dalla presenza di streptococco), io odio subire quella che definisco una violenza, perchè sia psicologicamente che fisicamente non riesco ad avere il diritto di gestire il mio corpo. E alla domanda del perchè sia indispensabile nessuno mi ha risposto in maniera competente ed esaustiva. Anche questo è motivo per cui preferirei un parto in casa.
Ciascuno quanto piu interna contentezza gli manca, tanto piu desidera nell'opinione altrui passare per felice. (Schopenhauer)
- Antolina80
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- Iscritto il: 9 giu 2010, 17:26
Re: PARTO IN CASA
Trovo strano che in Abruzzo somministrino antibiotici non necessari, ma mi fido di quello che dici. Posso dirti che a me è stato somministrato l'antibiotico in quanto positiva allo streptococco e mia figlia veniva controllata ogni tot ore per lo stesso motivo(solo appoggiandole una mano sul petto, non le hanno dato proprio nulla). In ogni caso per QUALSIASI pratica/ecografia/visita/analisi/farmaco mi è stato fatto firmare il consenso informato di cui mi è stata rigorosamente fornita copia. La cartella clinica mia e di mia figlia riporta esattamente tutto quello che è accaduto nei 9 mesi e nei giorni successivi al parto a me e a mia figlia.bugigattola ha scritto:Scusate se le risposte sembrano sconnesse è perchè sto rispondendo a quanto è stato scritto da ieri alle 8.10. Dove si chiedeva direttamente a me, la mia esperienza, le mie competenze e mi si invitava a chiarire la mia affermazione sulle non conoscenza delle sostanze che vengono somministrate a mamma e bebè.
Il fatto che io parli di non sapere, non è una opinione: scusate ma il consenso informato non vuol forse dire che il medico vi ha spiegato per bene rischi e benefici dei trattamenti e voi una volta a conoscenza li liberate da ogni responsabilità?
Allora io intendo dire non che conosciate la parola "Toradol" come qualcuna asseriva, ma che come genitori e donne, siamo perfettamente consapevoli degli effetti di quella sostanza sui bambini e su noi stessi, perchè nulla è privo di effetti collaterali.
In questo senso partorire in casa presuppone un maggiore rispetto della volontà della donna che può richiedere di non ricevere un certo trattamento, o di non sottoporre il bimbo a determinate operazioni di routine, cosa che per esperienza personale, in ospedale è difficilissimo. Richiede un dissenso informato, abbastanza controverso.
Per farmi capire vi faccio l'esempio pratico: io sono estremamente sensibile agli antibiotici, ho tutta una serie di effetti collaterali, ma non sono allergica, per cui non ho un certificato. Sto combattendo per evitare la profilassi antibiotica che qui in Abruzzo viene somministrata alla rottura delle acque (a prescindere dalla presenza di streptococco), io odio subire quella che definisco una violenza, perchè sia psicologicamente che fisicamente non riesco ad avere il diritto di gestire il mio corpo. E alla domanda del perchè sia indispensabile nessuno mi ha risposto in maniera competente ed esaustiva. Anche questo è motivo per cui preferirei un parto in casa.
Se il mio armadio è pieno non vuol dire che la mia testa sia vuota.
Silvia 30/12/2010 3.500 kg x 51 cm la nostra piccola punk
Jacopo 08/08/2015 3.840 kg x 53 cm il nostro piccolo kiwi
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- floddi
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Re: PARTO IN CASA
eh, tu hai scritto che chi decide per il parto in casa sa benissimo che non è una garanzia, che ci sono tanti piccoli e grandi problemi che portano poi ad un bel 10% di ricoveri, quindi a me viene da dire che è un tentativo. "ok, me la sento, lo faccio, ci provo." una roba così.bugigattola ha scritto:La "naturalizzazione del parto" è appunto il metodo leboyer :)
Questo è l'intero documento istat http://www.istat.it/it/files/2011/06/it ... re2010.pdf i dati per analizzarli occorre considerare tutte le variabili, negli anni 60 c'erano più morti neonatali, ma in proporzione le nascite erano maggiori in quantità.
Ma che domanda è se uno sceglie di partorire in casa per tentativo????
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Re: PARTO IN CASA
Io ho citato le tue esatte parole, allora ti sei espressa male....bugigattola ha scritto:Mi pare che nessuno ha detto che partorire in casa è più sicuro dell'ospedale o viceversa, sto dicendo proprio che non esiste una verità assoluta!
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